ONU: dichiarazione Bruno Rodríguez Parrilla

Dichiarazione del Ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla, in occasione della presentazione del progetto di risoluzione A/RES/78/l.5 intitolato “Necessità di porre fine all’embargo economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba”. New York, 2 novembre 2023.

Signor Presidente:

Eccellenze:

Illustri delegati:

Il blocco viola il diritto alla vita, alla salute, all’istruzione e al benessere di tutti i cubani.

Le nostre famiglie lo sentono attraverso le carenze nei negozi, le lunghe code, i prezzi eccessivi o gli stipendi svalutati.

Il governo compie grandi sforzi per garantire il paniere alimentare familiare standard, che non è sufficiente a soddisfare tutte le esigenze, ma risponde ai bisogni indispensabili di tutte le famiglie, senza eccezioni, a prezzi straordinariamente sovvenzionati.

Per quest’anno sono necessari più di 1,6 miliardi di dollari. Solo con un terzo dell’ammontare dei danni causati dal blocco tra marzo 2022 e febbraio 2023, sarebbe stato possibile coprire comodamente queste spese.

Il blocco priva l’industria nazionale dei finanziamenti per l’acquisto di macchinari agricoli, mangimi, parti e ricambi per attrezzature e industrie e altri fattori produttivi necessari alla produzione alimentare, che ne risente pesantemente.

In base a rigide licenze, Cuba può acquistare prodotti agricoli a livello commerciale negli Stati Uniti, ma è soggetta a imposizioni draconiane e discriminatorie che violano le regole universalmente accettate del commercio internazionale e della libertà di navigazione, ed è costretta ad acquistarli in anticipo e a trasportarli su navi statunitensi, che devono tornare vuote ai porti di origine.

Mentre il commercio in tutto il mondo è bidirezionale, a Cuba è vietato esportare negli Stati Uniti e non può accedere al credito, nemmeno da parte di istituzioni finanziarie private o multilaterali.

Le famiglie cubane subiscono blackout che a volte sono stati invalidanti.

Nel caso del settore energetico e minerario, i danni in questo periodo superano i 491 milioni di dollari. La componente principale dei danni riguarda proprio il sistema elettroenergetico nazionale, che ammonta a più di 239 milioni di dollari.

Con questi soldi sarebbe stato possibile garantire le forniture e la manutenzione programmata, nonché i pezzi di ricambio indispensabili per evitare interruzioni di corrente e assicurare il funzionamento dell’industria elettrica.

I malati, compresi i bambini, gli anziani e le donne incinte, sono danneggiati dalla mancanza o dall’instabilità dei farmaci per uso ospedaliero, tra cui le terapie contro il cancro e le malattie cardiache, e le persone incontrano difficoltà quotidiane nell’acquistare in tempo insulina, antibiotici, antidolorifici, ipotensivi e altri beni di prima necessità.

Il nostro Paese è in grado di produrre oltre il 60% dei farmaci di base, livelli che non sono stati garantiti in questo periodo di estrema stretta del blocco a causa del crudele colpo inferto alle nostre finanze.

A Cuba viene impedito di acquistare dalle aziende statunitensi e dalle loro filiali in Paesi terzi attrezzature, tecnologie, dispositivi e farmaci idonei all’uso finale, che il nostro Paese è costretto a gestire, a prezzi esorbitanti, con intermediari o a sostituirli con farmaci generici meno efficaci, anche per i neonati e i bambini malati.

Con il consenso della famiglia, condividerò con voi, con profondo dolore, la situazione di María, una bambina cubana di soli 6 anni, che è stata sottoposta a un intervento chirurgico per l’asportazione parziale di un tumore di grado 4, localizzato nell’area intracranica; Ha ricevuto il trattamento alternativo della chemioterapia per combattere il tumore, ma non è stato possibile somministrare la lomustina, un farmaco statunitense non accessibile a causa del blocco, che, insieme ad altri farmaci di prima linea per questo tipo di tumore di alto grado che colpisce il sistema nervoso centrale, è il trattamento più efficace.

Oggi la piccola paziente ha una ricaduta e si sta sottoponendo a un regime di chemioterapia di salvataggio. Per lei, come per altri bambini cubani, il blocco continua a fare la differenza tra la vita e la morte.

Yadier e Abel hanno 14 anni. Soffrono di paralisi cerebrale. Questa patologia causa spasticità, che limita le funzioni motorie, e movimenti involontari che non possono controllare, rendendo difficile la loro vita quotidiana.

La dedizione dei loro insegnanti e degli altri professionisti che li hanno accompagnati nel corso degli anni ha permesso loro di raggiungere la massima funzionalità motoria, intellettuale e comunicativa e la massima integrazione sociale.

Tuttavia, come potrebbe essere diversa la loro vita se non fosse loro impedito di accedere direttamente, sul mercato statunitense, alla Tossina Botulinica di tipo A, un farmaco iniettabile che previene gli spasmi e che ha risultati incoraggianti in questo tipo di pazienti.

Come molti altri casi simili, sono vittime dirette dello spietato assedio di Cuba.

Il governo statunitense mente quando afferma che il blocco non impedisce l’accesso ai farmaci e alle attrezzature mediche.

Nei momenti più difficili della pandemia di Covid-19, quando il numero di casi aveva raggiunto il picco massimo e i nostri reparti di terapia intensiva erano sovraccarichi, a Cuba è stato impedito di importare ventilatori polmonari, con il pretesto che i fornitori europei sono filiali di aziende statunitensi, il che è senza dubbio un atto crudele e disumano, oltre che una grave violazione delle norme commerciali e del diritto internazionale.

Cuba ha dovuto sviluppare una propria produzione interna di ventilatori polmonari, con prototipi propri.

L’estrema crudeltà del blocco è stata brutalmente dimostrata quando il nostro principale impianto di produzione di ossigeno medicale si è guastato durante il picco dei casi di Covid nel nostro Paese.

Il tentativo di due aziende statunitensi di fornire ossigeno medico a Cuba ha dimostrato la necessità di una licenza specifica da parte del governo americano, anche in tempi di pandemia.

Cuba ha anche le prove di manovre da parte di agenzie governative statunitensi per impedire la vendita di ossigeno medico nel nostro Paese da parte di aziende straniere di due Paesi dell’America Latina.

Il blocco ha generato difficoltà e ritardi per l’importazione e l’arrivo nel nostro Paese di altre forniture e attrezzature mediche essenziali per affrontare il virus, in particolare per l’industrializzazione dei vaccini cubani.

Durante la pandemia, il governo statunitense ha applicato esenzioni umanitarie temporanee ai Paesi vittime delle sue misure coercitive unilaterali e di altre sanzioni.

Chiedo: perché Cuba è stata esclusa da questa esenzione umanitaria temporanea?

La realtà è che il governo statunitense ha usato opportunisticamente il COVID 19 come alleato nella sua politica ostile contro Cuba.

Il blocco si qualifica come un crimine di genocidio secondo la Convenzione per la prevenzione e la punizione di questo crimine, chiaramente descritto nel suo articolo II, paragrafi b e c.

La decisione scellerata di rafforzare il blocco in un modo senza precedenti in questa fase epidemica e di approfittare della crisi economica mondiale derivante dalla pandemia per promuovere la destabilizzazione del Paese rivela chiaramente la natura profondamente crudele e disumana di questa politica.

L’impresa di salvare e preservare le vite dei nostri connazionali in circostanze così difficili si spiega solo con lo sforzo governativo e collettivo di tutto il nostro popolo, nel corso di decenni, per costruire un solido sistema di scienza e salute, dal carattere profondamente umanistico e di alta qualità, accessibile a tutti i cubani, senza alcun costo.

Nonostante l’attenzione all’essere umano sia stata e continuerà ad essere la priorità del governo cubano, l’impatto del blocco sulla qualità della vita e sui servizi offerti alla nostra popolazione è innegabile e doloroso.

Signor Presidente:

Per oltre sessant’anni, Cuba ha resistito a uno spietato blocco economico, commerciale e finanziario. Più dell’80% della nostra popolazione attuale ha conosciuto solo una Cuba bloccata.

Il governo degli Stati Uniti non ha cessato i suoi tentativi di privare il nostro Paese di indispensabili entrate finanziarie, di deprimere il tenore di vita della popolazione, di imporre una continua carenza di cibo, medicinali e altre forniture di base e di provocare un collasso economico.

Con ferocia e precisione chirurgica, vengono attaccati i settori più sensibili dell’economia e si cerca deliberatamente di infliggere il maggior danno possibile alle famiglie cubane.

Il blocco è un atto di guerra economica in tempo di pace, che mira ad annullare la capacità del governo di soddisfare i bisogni della popolazione, creando una situazione di ingovernabilità e distruggendo l’ordine costituzionale.

Questi obiettivi furono chiaramente descritti nel famigerato memorandum del Sottosegretario di Stato Lester Mallory del 6 aprile 1960, declassificato molti anni dopo, che cito:

“Tutti i mezzi possibili devono essere rapidamente messi in atto per indebolire la vita economica (…) negando a Cuba denaro e forniture per ridurre i salari nominali e reali, con l’obiettivo di provocare fame, disperazione e il rovesciamento del governo”. Fine della citazione.

Questa è la natura e questi sono, dalla sua origine ad oggi, gli scopi della politica di coercizione economica e di massima pressione applicata dall’attuale governo degli Stati Uniti contro Cuba.

La condotta degli Stati Uniti è assolutamente unilaterale e ingiustificata. Non c’è una sola misura o azione del nostro Paese per danneggiare gli Stati Uniti, per danneggiare il loro potente settore economico o la loro attività commerciale.

Non c’è nessun atto di Cuba che minacci l’indipendenza degli Stati Uniti o la loro sicurezza nazionale, che minacci i loro diritti sovrani, che interferisca nei loro affari interni o che influisca sul benessere dei loro cittadini.

Non è legale né etico che il governo di una potenza sottoponga una piccola nazione, per decenni, a un’incessante guerra economica per imporle un sistema politico estraneo e riappropriarsi delle sue risorse. È inaccettabile privare un intero popolo del diritto alla pace, all’autodeterminazione, allo sviluppo e al progresso umano.

Il popolo cubano non è il solo a subire le terribili conseguenze di una politica illegale, crudele e disumana. Anche molti altri nel mondo sono vittime di queste ingiustizie, della “filosofia dell’espropriazione” che porta alla “filosofia della guerra”, come il Comandante in Capo, Fidel Castro Ruz, denunciò su questo podio nel 1960.

In questo tragico momento, ribadisco il pieno sostegno e la solidarietà di Cuba al fraterno popolo palestinese, che oggi viene massacrato nella propria terra, occupata illegalmente. Questa barbarie deve essere fermata.

Signor Presidente:

Le autorità statunitensi hanno cercato di seminare l’idea dell’inefficienza del governo cubano e del fallimento del nostro sistema.

Dicono cinicamente di “appoggiare il popolo cubano” e cercano di far credere che le misure coercitive unilaterali non colpiscono le famiglie, né sono davvero un fattore significativo nelle difficoltà dell’economia nazionale.

Certo, il blocco non è responsabile di tutti i problemi che affliggono oggi il nostro Paese, come ha detto il presidente Miguel Díaz-Canel; ma chi negasse i suoi gravissimi effetti e non riconoscesse che è la causa principale delle privazioni, delle carenze e delle sofferenze delle famiglie cubane mentirebbe.

Sarebbe una menzogna negare il blocco come una massiccia, flagrante e sistematica violazione dei diritti umani di tutto il nostro popolo e come il più grande ostacolo al nostro sviluppo.

Guardiamo ai fatti e rivediamo i dati.

Tra il 1° marzo 2022 e il 28 febbraio di quest’anno, i danni del blocco sono stimati prudenzialmente in 4,867 miliardi di dollari.

Ciò rappresenta un danno di oltre 405 milioni di dollari al mese e di oltre 13 milioni di dollari al giorno. In assenza del blocco, il PIL di Cuba sarebbe potuto crescere del 9% nel 2022.

Ai prezzi attuali, gli effetti accumulati in più di 60 anni superano i 159 miliardi di dollari. Se il calcolo viene fatto sulla base del valore dell’oro, ammontano a mille miliardi e 337 miliardi di dollari.

Sono cifre straordinarie per qualsiasi economia del mondo, ancor più per una piccola, insulare e in via di sviluppo come la nostra.

Come sarebbe Cuba oggi se avesse avuto queste risorse?

Dalla seconda metà del 2019, il governo degli Stati Uniti ha portato l’assedio contro il nostro Paese a una dimensione estrema, ancora più perversa e dannosa, e ha adottato misure di guerra per cercare di impedire le forniture di carburante a Cuba, ha intensificato gli attacchi contro la cooperazione medica internazionale di Cuba, ha aumentato le molestie alle transazioni commerciali e finanziarie nei mercati terzi e si è proposto di intimidire gli investitori e le entità commerciali di altri Paesi con l’applicazione extraterritoriale, nei tribunali statunitensi, del Titolo III della Legge Helms-Burton.

Esiste anche una Lista di Entità Cubane Limitate che riguarda la maggior parte delle nostre aziende e anche, curiosamente, una Lista di Alloggi Vietati, unica al mondo, oltre a molti altri divieti e restrizioni.

In un’economia internazionale globalizzata, è non solo assurdo, ma criminale, continuare a proibire l’esportazione a Cuba di articoli prodotti in uno qualsiasi dei vostri Paesi, se hanno il 10% o più di componenti statunitensi; e impedire l’importazione negli Stati Uniti di prodotti fabbricati nei Paesi che rappresentate, se contengono materie prime, beni immateriali o componenti cubani.

Cosa accadrebbe alle altre economie, anche dei Paesi ricchi, se fossero sottoposte a condizioni simili?

Signor Presidente:

Gli Stati Uniti stanno rafforzando i loro meccanismi di assedio contro Cuba nel settore bancario-finanziario. Mantengono il divieto di utilizzo del dollaro e la persecuzione delle transazioni finanziarie in altre valute, del commercio e degli investimenti è incessante e ossessiva.

La persecuzione è stata ulteriormente rafforzata dall’inclusione arbitraria del nostro Paese nella lista unilaterale del Dipartimento di Stato dei Paesi presunti sponsor del terrorismo.

È stata una misura letale imposta dalla precedente amministrazione repubblicana, solo 9 giorni dopo aver lasciato la Casa Bianca. L’attuale Presidente democratico avrebbe potuto e potrebbe correggerla domani, se volesse, con una semplice firma.

Il governo statunitense mente e danneggia enormemente gli sforzi internazionali per combattere il terrorismo quando accusa Cuba, senza alcuna base.

Non c’è un solo argomento valido e ragionevole per continuare a includere Cuba in questa lista spuria. Un’azione del genere è inammissibile, soprattutto contro una nazione vittima del terrorismo, che ancora oggi subisce l’istigazione impunita di violenze e atti terroristici dal territorio degli Stati Uniti, e la cui condotta di fermo rifiuto e persecuzione di qualsiasi forma o manifestazione di terrorismo è ineccepibile e riconosciuta.

Gli effetti di ciò sono particolarmente dannosi nelle condizioni di un’economia internazionale sempre più interconnessa, interdipendente e, soprattutto, soggetta ai dettami dei centri di potere finanziario controllati da Washington.

Con questa accusa arbitraria, le autorità statunitensi stanno estorcendo denaro a centinaia di istituzioni bancarie e finanziarie in tutto il mondo, costringendole a scegliere tra la prosecuzione delle relazioni con gli Stati Uniti e il mantenimento dei legami con Cuba.

Tra gennaio 2021 e febbraio 2023, ci sono state in totale 909 azioni da parte di banche straniere che hanno rifiutato di fornire servizi al nostro Paese.

Decine di missioni diplomatiche cubane nelle capitali dei loro Paesi hanno perso i rapporti con le banche tradizionali e oggi non hanno conti bancari né servizi finanziari. Questo accade anche in Paesi che sviluppano relazioni amichevoli e di cooperazione con il nostro Paese e che rifiutano coerentemente il blocco, ma sono vittime del potere extraterritoriale dell’ostilità statunitense, della sua influenza dannosa e sproporzionata nel sistema finanziario internazionale e della sua volontà di accerchiare l’economia cubana.

Con questa falsa valutazione, il cosiddetto Rischio Paese aumenta esponenzialmente, costringendo Cuba a pagare il doppio del prezzo di qualsiasi merce sul mercato internazionale.

Agli imprenditori cubani, che il governo statunitense sostiene cinicamente di sostenere, viene spesso negato l’uso di piattaforme di pagamento e di e-commerce come PayPal e Airbnb. Viene persino impedito loro di aprire conti bancari personali solo perché sono cubani. Nei Paesi terzi, devono affrontare restrizioni bancarie e subire discriminazioni a causa degli effetti del blocco.

Persino il progresso accademico e scientifico non sfugge agli effetti di questa politica assurda. Evelio è un giovane cubano di 25 anni che sta studiando per laurearsi in Ingegneria informatica.

Con il sostegno della sua università, Evelio ha deciso di condividere i risultati della sua ricerca scientifica con studenti di altri Paesi e ha scelto di partecipare personalmente al World Congress on Undergraduate Research (WorldCUR), un evento scientifico internazionale che si terrà dal 4 al 6 aprile 2023 presso l’Università di Warwick, nel Regno Unito.

È stato accettato come partecipante per la qualità della sua ricerca. Tuttavia, poco dopo, gli organizzatori dell’evento lo hanno informato che, a causa dell’inclusione di Cuba in una lista di Paesi sanzionati, i finanziamenti per la sua partecipazione in prima persona sono stati ritirati.

Egli aspira alla fine del blocco perché, come migliaia di altri giovani cubani, questa politica lo esclude e lo discrimina, impedendogli di interagire su un piano di parità nelle comunità accademiche, scientifiche e studentesche.

Gli atleti e gli artisti cubani che subiscono discriminazioni e talvolta molestie dovrebbero ricevere il meritato reddito che accompagna le loro medaglie e i loro premi.

Signor Presidente:

Il blocco limita i diritti dei cubani che vivono negli Stati Uniti, impedisce il ricongiungimento familiare attraverso visti e meccanismi regolari, non consente la concessione di visti di viaggio a Cuba e ostacola l’invio di rimesse. Inoltre, provoca incertezza e ricerca di realizzazione personale in altri Paesi, anche nelle famiglie di giovani altamente qualificati.

Tuttavia, l’aumento dell’emigrazione cubana, con costi dolorosi per le famiglie e conseguenze demografiche ed economiche negative per la nazione, è direttamente collegato all’inasprimento del blocco e anche al trattamento privilegiato riservato, per motivi strettamente politici, ai cubani che arrivano alle frontiere degli Stati Uniti, indipendentemente dal percorso seguito.

È impossibile comprendere la natura dei flussi migratori dei cubani attraverso i Paesi della regione verso gli Stati Uniti senza considerare il peso di questi fattori, utilizzati per destabilizzare, rubare talenti e screditare Cuba. Il loro impatto negativo è evidente anche in alcuni Paesi della nostra area, quando i migranti cubani diventano irregolari e utilizzano rotte insicure e pericolose o sono vittime della criminalità organizzata.

Cuba si batterà sempre per un flusso migratorio regolare, sicuro e ordinato. È nelle mani del governo statunitense modificare le cause strutturali della maggior parte della migrazione cubana, sia regolare che irregolare.

Tuttavia, il blocco limita paradossalmente la libertà dei cittadini statunitensi di recarsi a Cuba e interferisce con il loro diritto alla libertà di informazione e di formarsi una propria opinione.

Inoltre, discrimina, intimidisce e priva i cittadini di altri Paesi che godono del privilegio del sistema automatico di visti, noto come ESTA, per il solo fatto di visitare Cuba.

Signor Presidente:

L’inasprimento dell’assedio economico è stato accompagnato da una campagna mediatica e di comunicazione contro Cuba.

Le nuove tecnologie dell’informazione e altre piattaforme digitali sono utilizzate per cercare di capitalizzare le carenze causate dal blocco e per proiettare un’immagine assolutamente falsa della realtà cubana, per destabilizzare e screditare il Paese.

La crociata mediatica, condotta principalmente da piattaforme tossiche finanziate e basate negli Stati Uniti, mira a fomentare disordini, a creare la percezione di una crisi politica interna, a minare le istituzioni del governo e a danneggiare gli enormi sforzi che il Paese sta compiendo per superare le sfide di un’economia bloccata.

Si tratta di una guerra non convenzionale e cognitiva, alla quale il governo statunitense sta pubblicamente e notoriamente dedicando fondi multimilionari del bilancio federale e in modo occulto ingenti somme di denaro.

Il loro piano è perverso e incompatibile con la democrazia, la libertà e il diritto all’informazione che presumibilmente sostengono.

Signor Presidente:

L’attuale amministrazione statunitense sta continuando la politica disumana istituita durante la presidenza di Donald Trump e, paradossalmente, l’ha fatta propria.

In pratica, ha mantenuto intatte e applica con piena severità le leggi e i regolamenti che sostengono e danno attuazione a questa politica, compresi quelli più ostili e disumani.

Il blocco, intensificato all’estremo, continua a essere l’elemento centrale che definisce la politica statunitense nei confronti di Cuba.

L’impatto extraterritoriale del blocco lede la sovranità di tutti i Paesi che voi rappresentate, illustri delegati; viola le loro legislazioni nazionali, li sottopone alle decisioni dei tribunali statunitensi, danneggia gli interessi delle loro aziende, punisce i loro imprenditori e limita la libertà dei loro cittadini, il tutto in violazione del diritto internazionale.

Signor Presidente:

Sono passati più di tre decenni da quando questa Assemblea ha iniziato a chiedere, ogni anno, la fine del blocco contro Cuba.

Tuttavia, la volontà espressa dalla comunità internazionale viene disattesa e ignorata dal governo della più grande potenza economica, finanziaria e militare.

Non è ammissibile né accettabile che le successive risoluzioni di questo forum, il più democratico e rappresentativo delle Nazioni Unite, vengano impunemente ignorate.

A nome del popolo cubano, sono grato per le dichiarazioni di rifiuto del blocco rilasciate dai capi di Stato e di governo e dalle alte personalità di 44 Paesi durante il dibattito generale di questa sessione, 21 delle quali hanno condannato esplicitamente l’inclusione arbitraria di Cuba nella lista unilaterale e fraudolenta degli Stati sponsor del terrorismo.

Esprimo il nostro profondo apprezzamento e la nostra gratitudine alle numerose delegazioni che hanno espresso questa posizione nelle riunioni di ieri e di questa mattina.

Sono anche profondamente grato per i pronunciamenti e il sostegno fraterno dei nostri compatrioti, dell’ampio e universale movimento di solidarietà con Cuba e dei molti amici in varie parti del mondo.

Siamo incoraggiati dal crescente sostegno delle persone di buona volontà di tutto il mondo che chiedono la fine del blocco.

Nonostante l’ostilità del governo, continueremo a costruire ponti con il popolo americano, come facciamo con tutti i popoli del mondo.

Rafforzeremo sempre più i legami con i cubani che vivono all’estero e presto ospiteremo la IV Conferenza “La nazione e l’emigrazione”, che contribuirà ad approfondire il dialogo tra il governo cubano e i nostri connazionali.

Signor Presidente:

Le sfide colossali non ci scoraggiano. Il popolo cubano non smetterà di essere determinato a onorare, valorizzare e difendere la patria libera e sovrana.

Continueremo i nostri sforzi trasformativi e rivoluzionari, alla ricerca di vie d’uscita dall’assedio impostoci dall’imperialismo statunitense e di modi per avanzare verso la prosperità con giustizia sociale, per sostenere la trasformazione delle nostre comunità e per sostenere ed espandere i programmi sociali.

Continueremo a garantire la crescente partecipazione dei nostri giovani e di tutti i cittadini ai processi politici, economici, sociali e culturali della nazione.

Nessun altro popolo ha dovuto affrontare un progetto di sviluppo in queste condizioni, sotto l’aggressione sistematica e prolungata di una superpotenza.

Ma Cuba continuerà a rinnovarsi, costruendo una nazione sovrana, indipendente, socialista, democratica, prospera e sostenibile.

Signor Presidente:

Eccellenze:

Illustri delegati:

Nell’esercitare il vostro voto a breve, non deciderete solo su una questione di vitale interesse per Cuba e per ogni famiglia cubana.

Il vostro voto a favore del progetto di risoluzione presentato sarà anche una dichiarazione a sostegno della ragione e della giustizia, e un atto di sostegno alla Carta delle Nazioni Unite e al diritto internazionale.

A nome del nostro nobile, dignitoso e solidale popolo, che da tempo ha deciso di essere padrone della propria storia e del proprio futuro; a nome dei milioni di uomini e donne cubani che ogni giorno resistono e creano di fronte al più crudele e duraturo sistema di misure coercitive unilaterali mai applicato contro alcun Paese e che deve essere abolito una volta per tutte, per il bene di tutti;

Vi chiedo rispettosamente di votare a favore del progetto di risoluzione A/RES/78/L.5, intitolato “Necessità di porre fine all’embargo economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba”.

Meglio nessun blocco! Nessun blocco genocida!

Lasciate che Cuba viva senza blocco!

Grazie di cuore.


Declaración del ministro de Relaciones Exteriores de la República de Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla, en la presentación del Proyecto de Resolución A/RES/78/l.5 titulado “Necesidad de poner fin al bloqueo económico, comercial y financiero impuesto por los Estados Unidos de América contra Cuba”. Nueva York, 2 de noviembre de 2023

Señor Presidente:

Excelencias:

Distinguidos Delegados:

El bloqueo viola el derecho a la vida, a la salud, a la educación y al bienestar de todas las cubanas y cubanos. Lo sienten nuestras familias a través del desabastecimiento en las tiendas, las largas colas, los precios excesivos o los salarios devaluados.

El gobierno hace grandes esfuerzos para garantizar la canasta alimenticia familiar normada, que no alcanza para satisfacer todas las necesidades, pero atiende las indispensables de todas las familias, sin excepción, bajo precios extraordinariamente subsidiados.

Para el presente año, requiere para ello más de mil 600 millones de dólares. Solo con un tercio del monto de las afectaciones ocasionadas por el bloqueo entre marzo de 2022 y febrero de 2023, se habrían podido cubrir holgadamente esos gastos.

El bloqueo priva a la industria nacional del financiamiento para la adquisición de maquinaria agrícola, alimentación animal, partes y piezas de repuesto para los equipos y la industria, y otros insumos necesarios destinados a la producción de alimentos, que se ve gravemente afectada.

Bajo estrictas licencias, Cuba puede adquirir por vía comercial productos agrícolas en los Estados Unidos, pero sujeta a imposiciones draconianas y discriminatorias, que violan las reglas universalmente aceptadas de comercio internacional y la libertad de navegación, y obligada a comprarlos pagando por adelantado, y a transportarlos en buques de esta nación, que tienen que regresar vacíos a sus puertos de origen.

Mientras que en el mundo entero el comercio es bidireccional, Cuba tiene prohibido hacer exportaciones a los Estados Unidos y no puede acceder a créditos, ni siquiera privados, ni de instituciones financieras multilaterales.

Las familias cubanas sufren apagones que, en momentos, han sido agobiantes. En el caso del sector de la energía y minas, los daños en ese período sobrepasan los 491 millones de dólares. El componente principal de esos perjuicios está precisamente en el sistema electroenergético nacional, que suma más de 239 millones de dólares.

Con ese dinero, se hubieran podido garantizar suministros y mantenimientos programados, y las piezas de repuesto indispensables para evitar los cortes de energía y asegurar el funcionamiento de la industria eléctrica.

Los enfermos, incluso niños, ancianos y embarazadas, son lastimados por la falta o inestabilidad de medicamentos de uso hospitalarios, incluidos tratamientos contra el cáncer y las cardiopatías; y las personas enfrentan dificultades cotidianas para adquirir a tiempo la insulina, antibióticos, analgésicos, hipotensores y otros de primera necesidad.

Nuestro país es capaz de producir más del 60 % de su cuadro básico de medicamentos; niveles que no se han podido garantizar durante este período de recrudecimiento extremo del bloqueo debido al golpe artero a nuestras finanzas.

Con el debido consentimiento familiar, compartiré con ustedes, con hondo dolor, la situación de María, una niña cubana de apenas 6 años, a quien se realizó una intervención quirúrgica para extraerle parcialmente un tumor de grado 4, alojado en el área intracraneal; y ha recibido el tratamiento alternativo de quimioterapia para combatir la tumoración, pero no ha sido posible administrarle Lomustina, medicamento estadounidense al que no es posible acceder debido al bloqueo, y que, junto a otros fármacos de primera línea para este tipo de tumores de alto grado que afectan el sistema nervioso central, es el más eficaz tratamiento.

Hoy, la pequeña paciente se encuentra en recaída y se le aplica un esquema de quimioterapia de rescate. Para ella, como para otros niños cubanos, el bloqueo sigue marcando la diferencia entre la vida y la muerte.

Yadier y Abel son adolescentes de 14 años. Padecen de parálisis cerebral. Esta condición les provoca espasticidad, como limitante de la función motora, movimientos involuntarios que no pueden controlar, lo que dificulta sus procesos de vida cotidiana.

La consagración de sus maestros y otros profesionales que durante estos años los han acompañado, ha permitido lograr la mayor funcionalidad posible motora, intelectual, comunicacional y su máxima integración social.

Sin embargo, cuán diferentes pudieran ser sus vidas si no se les impidiera acceder directamente, en el mercado estadounidense, a la Toxina Botulínica Tipo A, fármaco inyectable que evita los espasmos y tiene resultados alentadores en este tipo de pacientes.

Como muchos otros casos similares, ellos son víctimas directas del despiadado asedio a Cuba.

Miente el gobierno de los Estados Unidos al afirmar que el bloqueo no impide el acceso a medicamentos ni equipos médicos.

En los momentos más difíciles de la pandemia de COVID-19, cuando se había producido el pico de casos, y nuestras salas de terapia intensiva estaban sobrepasadas en sus capacidades, a Cuba se le impidió importar ventiladores pulmonares, bajo el pretexto de que las compañías europeas suministradoras son subsidiarias de empresas estadounidenses, lo que es, sin dudas, un acto cruel e inhumano y, también una grosera violación de las normas de comercio y del Derecho Internacional.

Cuba tuvo que desarrollar su producción nacional de ventiladores pulmonares con prototipos propios.

La extrema crueldad del bloqueo quedó demostrada, de forma brutal, cuando se produjo la avería de nuestra principal planta productora de oxígeno medicinal en el pico de casos de COVID-19 en nuestro país.

Ante el intento de dos compañías estadounidenses de suministrar oxígeno medicinal a Cuba, quedó demostrada la exigencia de una licencia específica del gobierno norteamericano, aún en tiempos de pandemia.

Cuba dispone, además, de evidencia de las maniobras de agencias del gobierno de los Estados Unidos para impedir la venta a nuestro país de oxígeno medicinal por compañías extranjeras de dos países latinoamericanos.

El bloqueo generó dificultades y demoras para la importación y arribo a nuestro país de otros insumos y equipamiento médico imprescindible para enfrentar el virus, en particular, para la industrialización de las vacunas cubanas.

Durante la pandemia, el gobierno estadounidense aplicó exenciones humanitarias temporales a los países víctimas de sus medidas coercitivas unilaterales y otras sanciones.

Pregunto: ¿Por qué se excluyó a Cuba de ese alivio humanitario temporal?

La realidad es que el gobierno de los Estados Unidos, de forma oportunista, utilizó la COVID-19 como aliada en su política hostil contra Cuba.

El bloqueo califica como un crimen de genocidio según la Convención para la Prevención y la Sanción de este delito, claramente tipificado en su artículo II, incisos B y C.

La aviesa decisión de fortalecer de forma inédita el bloqueo en esa coyuntura epidémica y aprovechar la crisis económica mundial derivada de la pandemia, para promover la desestabilización del país, revela con toda claridad la naturaleza profundamente cruel e inhumana de esa política.

La hazaña de salvar y preservar la vida de nuestros compatriotas en tan difíciles circunstancias solo puede explicarse desde el esfuerzo gubernamental y colectivo de nuestro pueblo, durante décadas, para construir un robusto sistema de ciencia y salud, de profundo carácter humanista y alta calidad, accesible a todas las cubanas y cubanos, sin costo alguno.

A pesar de que la atención al ser humano ha sido y continuará siendo la prioridad del gobierno cubano, es innegable y doloroso el impacto del bloqueo en la calidad de vida y los servicios que se brindan a nuestra población.

Señor Presidente:

Durante más de seis décadas, Cuba ha resistido un despiadado bloqueo económico, comercial y financiero. Más del 80 % de nuestra población actual solo ha conocido una Cuba bloqueada.

El gobierno de los Estados Unidos no ha cesado en sus propósitos de privar a nuestro país de los ingresos financieros indispensables, deprimir el nivel de vida de la población, imponer una escasez continua de alimentos, medicinas y otros insumos básicos y provocar el colapso económico.

Con saña y precisión quirúrgica, se ataca a los sectores más sensibles de la economía y se busca deliberadamente infligir el mayor daño posible a las familias cubanas.

El bloqueo es un acto de guerra económica en tiempos de paz, dirigido a anular la capacidad del gobierno para atender las necesidades de la población, crear una situación de ingobernabilidad y destruir el orden constitucional.

Esos objetivos fueron claramente descritos en el infame memorando del subsecretario de Estado Lester Mallory, del 6 de abril de 1960, desclasificado muchos años después, que cito:

“Hay que poner en práctica rápidamente todos los medios posibles para debilitar la vida económica (…)  negándole a Cuba dinero y suministros con el fin de reducir los salarios nominales y reales, con el objetivo de provocar hambre, desesperación y el derrocamiento del gobierno”. Fin de la cita.

Esa es la naturaleza y esos son, desde su origen hasta hoy, los propósitos de la política de coerción económica y máxima presión que aplica el actual gobierno de los Estados Unidos contra Cuba.

La conducta estadounidense es absolutamente unilateral e injustificada. No existe una sola medida o acción de nuestro país para dañar a los Estados Unidos, para perjudicar a su poderoso sector económico o su actividad comercial.

No existe acto alguno de Cuba que amenace la independencia de los Estados Unidos o su seguridad nacional, que lacere sus derechos soberanos, interfiera en sus asuntos internos, o que afecte el bienestar de sus ciudadanos.

No es legal ni ético que el gobierno de una potencia someta a una nación pequeña, por décadas, a una guerra económica incesante en aras de imponerle un sistema político ajeno y volver a apropiarse de sus recursos. Es inaceptable privar a un pueblo entero del derecho a la paz, a la libre determinación, al desarrollo y al progreso humano.

El pueblo cubano no es el único que sufre las terribles consecuencias de una política ilegal, cruel e inhumana. Muchos otros en el mundo son también víctimas de estas injusticias, de la “filosofía del despojo” que lleva a la “filosofía de la guerra”, como denunciara el Comandante en Jefe Fidel Castro Ruz en este podio en 1960.

En este momento trágico, reitero todo el apoyo y solidaridad de Cuba con el hermano pueblo palestino, que hoy es masacrado en su propia tierra ilegalmente ocupada. Hay que detener esa barbarie.

Señor Presidente:

Las autoridades estadounidenses han tratado de sembrar la idea de la ineficacia del gobierno cubano y el fracaso de nuestro sistema.

Dicen, cínicamente que “apoyan al pueblo cubano” y pretenden hacer creer que las medidas coercitivas unilaterales no afectan a las familias, ni son realmente un factor significativo en las dificultades de la economía nacional.

Claro que el bloqueo no es responsable de todos los problemas que enfrenta hoy nuestro país, como ha dicho el Presidente Miguel Díaz-Canel; pero faltaría a la verdad quien niegue sus gravísimos efectos y no reconozca que es la causa principal de las privaciones, carencias y sufrimientos de las familias cubanas.

Mentiría quien niegue el bloqueo como una violación masiva, flagrante y sistemática de los derechos humanos de todo nuestro pueblo y como el mayor obstáculo a nuestro desarrollo.

Veamos los hechos y revisemos los datos.

Entre el 1 de marzo de 2022 y el 28 de febrero del presente año, los daños y perjuicios del bloqueo se estiman, de manera conservadora, en 4 mil 867 millones de dólares.

Esto representa un daño superior a los 405 millones de dólares mensuales, y más de 13 millones diarios. De no existir el bloqueo, el PIB de Cuba pudo haber crecido un 9 % en 2022.

A precios corrientes, los efectos acumulados en más de 60 años superan los 159 mil millones de dólares. Si el cálculo se hace a partir del valor del oro, alcanzan un billón 337 mil millones de dólares.

Son cifras extraordinarias para cualquier economía del mundo, aún más para una pequeña, insular y en desarrollo como la nuestra.

¿Cómo sería Cuba hoy, de haber contado con esos recursos?

Desde la segunda mitad de 2019, el gobierno de los Estados Unidos escaló el cerco contra nuestro país a una dimensión extrema, aún más perversa y dañina y adoptó medidas propias de tiempo de guerra para tratar de impedir los suministros de combustible a Cuba, arreció los ataques contra la cooperación médica internacional cubana, incrementó el acoso a las transacciones comerciales y financieras en terceros mercados, y se propuso amedrentar, con la extraterritorial aplicación en Cortes estadounidenses del Título III de la Ley Helms-Burton, a inversionistas y entidades comerciales de otros países.

Existe, además, una Lista de Entidades Cubanas Restringidas que afecta a la mayoría de nuestras compañías y también, curiosamente, de Alojamientos Prohibidos, única en el mundo, entre muchas otras prohibiciones y restricciones.

En una economía internacional globalizada no solo es absurdo, sino criminal, que se continúe prohibiendo la exportación a Cuba de artículos producidos en cualquiera de sus países, cuando tengan 10 % o más de componentes estadounidenses; y que se impida la importación a los Estados Unidos de productos fabricados en los países que ustedes representan, si estos contienen materias primas, intangibles o componentes cubanos.

¿Qué les ocurriría a otras economías, incluso de países ricos, si se les sometiera a condiciones similares?

Señor Presidente:

Estados Unidos refuerza sus mecanismos de asedio a Cuba en el sector bancario-financiero. Mantiene la prohibición del uso del dólar y es incesante y obsesiva la persecución de las transacciones financieras en otras monedas; del comercio y las inversiones.

La persecución se ha reforzado aún con la arbitraria inclusión de nuestro país en la lista unilateral del Departamento de Estado de países supuestamente patrocinadores del terrorismo. Fue una medida letal impuesta por el anterior gobierno republicano, a solo 9 días de abandonar la Casa Blanca. El actual Presidente demócrata hubiera podido y pudiera corregirlo mañana, si quisiera, con solo una firma.

El gobierno de los Estados Unidos miente y hace un enorme daño a los esfuerzos internacionales para combatir el terrorismo, cuando acusa a Cuba, sin fundamento alguno.

No hay un solo argumento válido y razonable para la permanencia de Cuba en esa lista espuria. Es inadmisible tal acción, en particular contra una nación víctima del terrorismo, que aún hoy sufre la impune instigación a la violencia y a actos terroristas desde territorio estadounidense, y cuya conducta de firme rechazo y persecución a cualquier forma o manifestación de terrorismo, es intachable y reconocida.

Los efectos de ello son particularmente nocivos en las condiciones de una economía internacional cada vez más interconectada, interdependiente y, sobre todo, sujeta al dictado de los centros financieros de poder que se controlan desde Washington.

Amparados en esa arbitraria acusación, las autoridades estadounidenses extorsionan a cientos de entidades bancarias y financieras en todas partes del mundo y las obligan a elegir entre continuar sus relaciones con los Estados Unidos o mantener sus vínculos con Cuba.

Entre enero de 2021 y febrero de 2023, se produjeron un total de 909 acciones por parte de bancos extranjeros que se negaron a prestar servicios a nuestro país.

Decenas de Misiones Diplomáticas cubanas en capitales de sus países han perdido la relación con sus bancos tradicionales y no tienen hoy cuentas bancarias ni servicios financieros. Esto sucede incluso en naciones que desarrollan relaciones amistosas y de cooperación con nuestro país, y que rechazan consistentemente el bloqueo, pero resultan víctimas del poder extraterritorial de la hostilidad estadounidense, de su influencia nociva y desproporcionada en el sistema financiero internacional y de su ánimo de cercar a la economía cubana.

Con esa falsa calificación, se eleva exponencialmente el llamado Riesgo País que obliga a Cuba a pagar cualquier mercancía incluso al doble de su precio en el mercado internacional.

A los emprendedores cubanos, a los que el gobierno de Estados Unidos afirma cínicamente apoyar, se les niega, en muchas ocasiones, el uso de plataformas de pago y comercio electrónico, como PayPal y Airbnb. Se les impide, incluso, abrir cuentas bancarias personales solo por su condición de cubanos. En terceros países, tropiezan con restricciones bancarias y sufren la discriminación resultante de los efectos del bloqueo.

Ni siquiera la superación académica y científica escapa a los efectos de esa absurda política. Evelio es un joven cubano de 25 años, que estudia actualmente la especialidad de Ingeniería en Ciencias Informáticas.

Con el apoyo de su Universidad, Evelio se dispuso a compartir con estudiantes de otros países los resultados de una investigación científica y optó por participar de manera presencial en el World Congress on Undergraduate Research (WorldCUR), que es un evento científico internacional celebrado del 4 al 6 de abril de 2023 en la Universidad de Warwick, del Reino Unido.

Fue aceptado como participante por la calidad de su investigación. Sin embargo, poco tiempo después los organizadores del evento le informaron que, dada la inclusión de Cuba en una lista de países sancionados, se le retiraba el financiamiento para su participación presencial.

Él aspira a que se ponga fin al bloqueo porque, como a miles de otros jóvenes cubanos, esta política los excluye y discrimina, impidiéndoles interactuar en igualdad de condiciones en las comunidades académicas, científicas y estudiantiles.

Los atletas y artistas cubanos que sufren discriminación, y a veces acoso, debieran recibir los merecidos ingresos que acompañan a sus medallas y premios.

Señor Presidente:

El bloqueo restringe los derechos de los cubanos residentes en los Estados Unidos, impide la reunificación familiar mediante visados y mecanismos regulares, no permite el otorgamiento en Cuba de visas de viajeros, y obstaculiza el envío de remesas. Provoca también incertidumbre y la búsqueda de la realización personal en otros países, incluso en familias de jóvenes con elevada calificación.

Sin embargo, el incremento de la emigración cubana, con un costo doloroso para las familias y consecuencias demográficas y económicas adversas para la nación, está vinculado directamente con el recrudecimiento del bloqueo y, también, con el trato privilegiado que se dispensa, por razones estrictamente políticas, a los cubanos que arriban a las fronteras estadounidenses, sin importar la vía por la que hayan llegado.

Es imposible comprender la naturaleza de los flujos migratorios de cubanos por países de la región, con destino a los Estados Unidos, sin considerar el peso de estos factores, que se utilizan con fines de desestabilización, robo de talentos y descrédito contra Cuba. Es también evidente su impacto desfavorable en algunos países de nuestra área, cuando estando ya en ellos, los migrantes cubanos se tornan irregulares y usan rutas inseguras y peligrosas o son víctimas del crimen organizado.

Cuba abogará siempre por un flujo migratorio regular, seguro y ordenado. Está en manos de su gobierno, del gobierno de los Estados Unidos, modificar las causas estructurales de la mayor parte de la migración cubana, tanto regular como irregular.

Sin embargo, el bloqueo paradójicamente cercena la libertad de viajar a Cuba de los ciudadanos estadounidenses e interfiere en su derecho a la libertad de información y de formarse su propia opinión.

También discrimina, intimida y priva del sistema de visado automático, conocido como ESTA por sus siglas, a los ciudadanos de otros países que disfrutan de ese privilegio, por el solo hecho de visitar a Cuba.

Señor Presidente:

El recrudecimiento del cerco económico ha estado acompañado de una sostenida campaña mediática y comunicacional contra Cuba.

Se emplean las nuevas tecnologías de la información y otras plataformas digitales para tratar de capitalizar las carencias que provoca el bloqueo y proyectar una imagen absolutamente falsa de la realidad cubana, desestabilizar y desacreditar al país.

La cruzada mediática, fundamentalmente desde plataformas tóxicas financiadas y asentadas en territorio estadounidense, está dirigida a alentar el desaliento y el malestar, crear la percepción de una crisis política interna, demeritar las instituciones del gobierno y frustrar los ingentes esfuerzos que el país realiza para superar los desafíos de una economía bloqueada.

Es una guerra no convencional, cognitiva, a la que el gobierno estadounidense dedica, de manera pública y notoria, fondos multimillonarios del presupuesto federal y, de manera encubierta, cuantiosos montos.

Su plan es perverso e incompatible con la democracia, la libertad y el derecho a la información que supuestamente preconizan.

Señor Presidente:

El actual gobierno estadounidense da continuidad a la política inhumana instaurada durante la Presidencia de Donald Trump, y, paradójicamente, la ha hecho propia.

En la práctica, ha mantenido intactas y aplica con toda severidad, las leyes y regulaciones que dan sustento y efecto a esta política, incluyendo las más hostiles e inhumanas.

El bloqueo, recrudecido en extremo, continúa siendo el elemento central que define la política de los Estados Unidos hacia Cuba.

El impacto extraterritorial del bloqueo lesiona la soberanía de todos los países que Ustedes representan, distinguidos Delegados; infringe sus legislaciones nacionales, los somete a las decisiones de tribunales estadounidenses, daña los intereses de sus compañías, sanciona a sus empresarios y coarta la libertad de sus ciudadanos; todo ello, en violación del Derecho Internacional.

Más de tres décadas han transcurrido desde que esta Asamblea comenzara a demandar, cada año, el cese del bloqueo contra Cuba.

Sin embargo, la voluntad expresa de la comunidad internacional es irrespetada y desoída por el gobierno de la mayor potencia económica, financiera y militar.

No es permisible ni aceptable que se ignoren impunemente las sucesivas resoluciones de este foro, el más democrático y representativo de las Naciones Unidas.

En nombre del pueblo cubano, agradezco las declaraciones de rechazo al bloqueo realizadas por Jefes de Estado, Gobierno y Altos Dignatarios de 44 países durante el debate general de este período de sesiones, 21 de los cuales condenaron explícitamente la arbitraria inclusión de Cuba en la unilateral y fraudulenta lista de Estados patrocinadores del terrorismo.

Expreso nuestro profundo aprecio y gratitud a las muchas Delegaciones que han manifestado esa posición en las sesiones de ayer y de esta mañana.

Agradezco profundamente también los pronunciamientos y ayudas fraternas de nuestros compatriotas, del amplio y universal movimiento de solidaridad con Cuba y de los muchos amigos en diversas latitudes.

Nos alienta contar con el respaldo creciente de personas de buena voluntad, que en todo el mundo reclaman que se ponga fin al bloqueo.

A pesar de la hostilidad del gobierno, continuaremos tendiendo puentes con el pueblo estadounidense, como hacemos con todos los pueblos del mundo.

Fortaleceremos, cada vez más, los vínculos con los cubanos residentes en el exterior y, en breve, acogeremos la IV Conferencia “La Nación y la Emigración”, que contribuirá a profundizar el diálogo entre el gobierno cubano y nuestros compatriotas.

Señor Presidente:

Los colosales desafíos no nos amilanan. El pueblo cubano no cejará en su empeño de honrar, engrandecer y defender la Patria libre y soberana.

Continuaremos nuestro esfuerzo transformador y revolucionario, en la búsqueda de salidas al cerco que nos impone el imperialismo estadounidense y de vías para avanzar hacia la prosperidad con justicia social, apoyar la transformación de nuestras comunidades, y sostener y ampliar los programas sociales.

Seguiremos garantizando la creciente participación de nuestros jóvenes y de todos los ciudadanos en los procesos políticos, económicos, sociales y culturales de la Nación.

Ningún otro pueblo ha debido asumir un proyecto de desarrollo en semejantes condiciones, bajo agresión tan sistemática y prolongada por parte de una superpotencia.

Pero Cuba continuará renovándose, en la construcción de una nación soberana, independiente, socialista, democrática, próspera y sostenible.

Señor Presidente:

Excelencias:

Distinguidos Delegados:

Al ejercer en breve su voto, ustedes no solo estarán decidiendo sobre un asunto de interés vital para Cuba y para cada familia cubana.

Su voto a favor del proyecto de resolución presentado, será también un pronunciamiento en apoyo a la razón y a la justicia, y un acto de respaldo a la Carta de las Naciones Unidas y al Derecho Internacional.

En nombre de nuestro noble, digno y solidario pueblo, que desde hace mucho tiempo decidió ser dueño de su historia y de su futuro;

En nombre de los millones de cubanas y cubanos que resisten y crean cada día frente al sistema de medidas coercitivas unilaterales más cruel y duradero que se haya aplicado jamás contra país alguno y que debe ser abolido de una vez, por el bien de todos;

Les solicito respetuosamente que voten a favor del proyecto de resolución

A/RES/78/L.5, titulada “Necesidad de poner fin al bloqueo económico, comercial y financiero impuesto por los Estados Unidos de América contra Cuba”.

¡Mejor sin bloqueo! ¡Sin bloqueo genocida!

¡Dejen a Cuba vivir sin bloqueo!

Muchas gracias.

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