Il mondo ha votato per Cuba e ha isolato nuovamente gli USA

Per 31 anni consecutivi, il genocida blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro il popolo cubano è stato respinto alle Nazioni Unite, quando 187 Paesi hanno votato per porvi fine; due, il blocco e l’uccisione e Israele, si sono opposti e uno, l’Ucraina, si è astenuto.

Con una maggioranza schiacciante di 187 voti a favore, due contrari (Stati Uniti e Israele) e un’astensione (Ucraina), giovedì il mondo ha chiesto ancora una volta la fine del blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti a Cuba da oltre sei decenni.

Dopo due giorni in cui i rappresentanti di 44 nazioni hanno alzato la voce contro questa politica unilaterale e genocida – e 21 di loro lo hanno fatto esplicitamente contro l’inclusione dell’isola nella lista dei Paesi che sponsorizzano il terrorismo – si è verificata questa nuova vittoria di un intero popolo per la propria sovranità.

È la 31esima volta consecutiva che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ribadisce in modo inequivocabile la sua posizione contro il blocco e ne chiede la fine, senza ulteriori condizioni.

Ancora una volta, gli Stati Uniti sono rimasti isolati di fronte alla richiesta praticamente unanime della comunità internazionale, che ha condannato energicamente la natura crudele e illegale del più severo e prolungato sistema di misure coercitive unilaterali mai applicato contro alcuna nazione.

Solo Israele ha appoggiato il voto degli Stati Uniti, mentre l’Ucraina si è astenuta.

Dopo aver conosciuto il risultato del voto, il Primo Segretario del Partito Comunista e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha dichiarato nel suo account su X che “il mondo si è espresso con parole esaltanti e ferme, per riconoscere l’opera di solidarietà e giustizia sociale di Cuba e condannare il blocco genocida degli Stati Uniti”, e ha definito ridicolo il discorso del rappresentante statunitense. Ha affermato che il suo appello era pieno di bugie, calunnie e ipocrisia.

Poco prima, il membro dell’Ufficio Politico del Partito e Ministro degli Esteri dell’isola, Bruno Rodríguez Parrilla, ha spiegato in dettaglio gli effetti del blocco e ha ricordato il modo spietato con cui il governo statunitense ha negato all’isola l’accesso a forniture mediche vitali durante l’epidemia COVID-19.

Per questo motivo, ha affermato che si tratta di qualcosa che “viola il diritto alla vita, alla salute, all’istruzione e al benessere di tutti i cubani” e costituisce “un atto di guerra in tempo di pace”.

Fonte: Granma

Traduzione: italiacuba.it

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