Nel 2022, l’economia cubana è cresciuta di appena il 2%, dopo aver perso il 13% del Prodotto Interno Lordo tra gennaio 2020 e settembre 2021, a causa dell’impatto combinato della pandemia COVID-19, della crisi economica globale e dell’inasprimento senza precedenti del blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli USA.
A causa dell’inflazione, solo tra gennaio e ottobre 2022, il prezzo medio del paniere di beni e servizi è aumentato di quasi il 29%. Da ottobre 2021 a ottobre 2022, l’inflazione è aumentata di quasi il 40%. In questa situazione, non solo l’inflazione importata dai prezzi del mercato mondiale, ma essenzialmente la mancanza di disponibilità di valuta estera, aggravata dall’intensificarsi degli effetti del blocco e dall’incessante persecuzione da parte del governo statunitense di qualsiasi fonte di reddito per il Paese, giocano un ruolo fondamentale.
Di conseguenza, il potere d’acquisto dei salari a Cuba è diminuito in modo sostanziale. Questa situazione ha avuto effetti devastanti su tutti i settori dell’economia, con un impatto diretto sulla popolazione e su tutte le iniziative che il Paese intraprende per soddisfare i bisogni accumulati.
Il Paese è attualmente immerso nel compito di recuperare i livelli di attività persi negli ultimi tre anni e di aumentare l’offerta alla popolazione. A tal fine, il governo cubano ha sostenuto e lavorato per la diversificazione della matrice produttiva, una maggiore partecipazione delle imprese statali e non statali e opportunità per gli investimenti stranieri. Alla fine di aprile 2023, c’erano 7947 PMI e 65 cooperative non agricole con una stima di 212.479 posti di lavoro.
Il principale elemento che ha impedito all’economia di avanzare in modo più rapido e dinamico è stata l’impossibilità di ottenere le entrate previste dalle esportazioni non realizzate. Solo per questa voce, il blocco ha causato danni e perdite per 1.808 milioni di dollari nel periodo in analisi, che rappresentano il 37% dei danni totali segnalati come risultato di questa politica tra marzo 2022 e febbraio 2023.
In questo senso, uno dei fattori che ha minacciato la disponibilità di valuta estera nel Paese è stato il mancato raggiungimento dell’obiettivo di 2,5 milioni di turisti fissato per il 2022. Nel periodo in analisi, l’enfasi del blocco nell’ostacolare la ripresa del settore turistico, principale fonte di reddito del Paese, ha causato perdite per 1,89 miliardi e 470.572 dollari.
L’anno 2022 si è concluso con 1 milione 614.877 visitatori internazionali a Cuba, che rappresentano il 64,6% delle previsioni e solo il 37,8% di quanto raggiunto nel 2019. L’effetto cumulativo delle misure coercitive unilaterali imposte, l’inclusione di Cuba nell’elenco degli Stati sponsor del terrorismo e il mantenimento da parte del governo statunitense dell’elenco delle entità cubane soggette a restrizioni, che comprendeva quasi tutte le strutture alberghiere del Paese, hanno avuto un impatto sul calo del numero di viaggiatori a Cuba.
In assenza del blocco e del divieto per i cittadini statunitensi di recarsi a Cuba come turisti, si stima che il numero annuale di visitatori statunitensi nell’isola potrebbe raggiungere almeno 1,2 milioni, il che renderebbe gli Stati Uniti il principale mercato per i viaggiatori nella nazione delle Antille. Se a questa cifra si sottrae quella di coloro che si sono recati a Cuba nel periodo preso in considerazione dal presente rapporto (117.825), si stima che circa 1.82.175 persone provenienti dagli Stati Uniti non abbiano visitato il Paese a causa del blocco. Se lo avessero fatto, si stima che l’industria turistica cubana avrebbe guadagnato 1,1 milioni e 11.875 dollari dal mercato statunitense.
Informazioni tratte dal Rapporto di Cuba ai sensi della risoluzione 77/7 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, intitolata “Necessità di porre fine all’embargo economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba“.
Fonte: Razones de Cuba
Traduzione: italiacuba.it