Il centro sudi USA, Atlantic Council, ha organizzato, lo scorso 5 dicembre, un incontro con il Sottosegretario di Stato per gli Affari dell’Emisfero Occidentale, Brian Nichols, al fine di conoscere le prospettive della politica estera della Casa Bianca nei confronti del Venezuela.
Nichols ha iniziato la sua dissertazione delineando l’attuale posizione dell’amministrazione Biden riguardo alle conversazioni con il governo venezuelano: “Gli USA sostengono pienamente la tabella di marcia concordata alle Barbados… è un passo fondamentale, in definitiva, e apre la possibilità di una normalizzazione delle nostre relazioni con il Venezuela, basata sul rispetto reciproco”.
Sebbene l’accordo delle Barbados sia il documento firmato tra i partiti politici venezuelani, ascoltando Nichols si intravede che i direttori d’orchestra che danno il tono alle fazioni dell’opposizione sono, appunto, il primo anello politico di Biden.
Andando avanti, Nichols ha segnalato che incontrerà alcuni “colleghi” del Congresso USA per tenere conto delle considerazioni e delle preoccupazioni di quell’istanza.
Lo commenta in un contesto in cui, di recente, il senatore Marco Rubio ha presentato la “Legge per la Riautorizzazione della Società Civile e la Difesa dei Diritti Umani in Venezuela del 2023” affinché le sanzioni restino in vigore, impedendo che i negoziati tra poteri esecutivi possano avere qualche effetto.
Riguardo alla questione delle risorse energetiche venezuelane, Nichols ha commentato: “Gli USA sono stati il principale partner del Venezuela nel settore energetico, il commercio si sta spostando verso il settore formale, questo evita che il prodotto arrivi in Cina o in Iran. In precedenza, il petrolio veniva spedito attraverso il mercato nero. Si riceveva con altri prezzi. È meglio per i consumatori statunitensi perché otteniamo i prodotti di cui abbiamo bisogno. La produzione è stata riorientata verso gli USA, è interessante come ciò si è sviluppato”.
Il sottosegretario rivela la manipolazione della politica sanzionatoria contro l’industria petrolifera venezuelana, perché con le recenti licenze rilasciate dall’Office of Foreign Assets Control (OFAC) in uno scenario globale di crisi energetica, si è autorizzata le spedizioni di petrolio greggio venezuelano e altri prodotti verso i mercati, con la Licenza Generale 41 per Chevron che dava l’esclusiva per le vendite solo agli USA.
Inoltre, quando fa riferimento ai consumatori USA, è evidente che rientra nell’urgenza di placare la sete del parco di raffinazione USA per il greggio venezuelano di cui hanno tanto bisogno.
SUI PROCESSI ELETTORALI
Nichols ha mantenuto il disco rotto delle condizioni che propongono per il processo elettorale in Venezuela:
-Aggiornamento delle liste elettorali,
-missioni internazionali di osservazione elettorale e
-accesso ai media di tutti i candidati.
Richiama l’attenzione la sezione sulle missioni di osservazione poiché nelle elezioni USA non esiste il meccanismo di osservazione internazionale, nemmeno il Carter Center partecipa come osservatore a quelle elezioni. D’altro canto, ha sottolineato l’importanza del processo di reintegrazione dei candidati inabilitati.
Nichols ha poi fatto riferimento alle elezioni primarie con una certa cautela, segnalando che le accuse del governo venezuelano contro gli organizzatori di quelle elezioni potrebbero generare una risposta da parte USA.
Successivamente ha risposto ad una domanda di Geoff Ramsey sull’argomento, precisando che “María Corina Machado ha il sostegno della piattaforma unitaria”.
SULL’ESEQUIBO VENEZUELANO
“Esortiamo il Venezuela e la Guyana a continuare a cercare, attraverso la Corte Internazionale di Giustizia, una risoluzione pacifica per cambiare la situazione; sosteniamo il processo elettorale del Venezuela”, ha appena commentato.
Si ricorda che lo scorso 4 dicembre, il portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller, in una conferenza stampa ha letto la posizione degli USA sul Referendum Consultivo in Venezuela, chiarendo il suo sostegno all’invalido Lodo Arbitrale di Parigi 1899: “il lodo del 1899 stabilì che il confine terrestre tra Venezuela e Guyana doveva essere rispettato, a meno che o fino a quando le parti non raggiungano un nuovo accordo o un organo giuridico competente decida altrimenti”.
SUI DETENUTI STATUNITENSI
Nichols ha riconosciuto i progressi nella liberazione dei politici venezuelani coinvolti nel tentato assassinio del presidente Nicolás Maduro oltre ad altre pratiche antidemocratiche e di destabilizzazione in Venezuela.
Inoltre, ha sottolineato che si attende la prossima liberazione degli statunitensi Eyvin Hernández, Jarrel Kenemore e Joseph Cristella, che, a grandi linee, sono entrati illegalmente in Venezuela.
SUI BENI VENEZUELANI CONGELATI
Del Fondo Umanitario dell’Organizzazione delle Nazioni Unite che da tempo non dà risultati concreti, ha espresso la sua valutazione solo relazionando il tema alla migrazione: “qualsiasi passo che possa migliorare la vita dei venezuelani potrebbe aiutare ad affrontare i flussi migratori che colpiscono e destabilizzano la regione”.
L’evento è stato breve e concreto con le posizioni espresse, ma in generale ha permesso di fare alcune riflessioni sui progressi nei risultati del dialogo promosso dal governo venezuelano.
E si potrebbe considerare che ciò che potrebbe troncare questo processo di dialogo tra Washington e Caracas sarebbe il braccio estremista del ramo legislativo USA che, ad oggi, sono stati presentati più di tre progetti di legge per attaccare il Venezuela, il cui comune denominatore ha come focus aumentare ulteriormente la pressione del blocco.
CLAVES DEL EVENTO DEL ATLANTIC COUNCIL CON BRIAN NICHOLS
El pasado 5 de diciembre, el think tank estadounidense Atlantic Council, realizó un evento con el Subsecretario de Estado para Asuntos del Hemisferio Occidental, Brian Nichols, a los fines de conocer las perspectivas de la política exterior de la Casa Blanca con Venezuela.
Nichols inició su disertación marcando la postura actual de la administración Biden respecto a las conversaciones con el gobierno venezolano:
“Estados Unidos apoya plenamente la hoja de ruta acordada en Barbados… es un paso clave, al fin y al cabo, y da lugar a la posibilidad de una normalización de nuestra relación con Venezuela, basado en el respeto mutuo”.
Si bien el acuerdo de Barbados es el documento suscrito entre las partes políticas venezolanas, al escuchar a Nichols se deja ver que los directores de orquesta que dan la pauta a las facciones de la oposición son, precisamente, el primer anillo político de Biden.
En adelante, Nichols señaló que se reuniría con algunos “colegas” del congreso estadounidense para tomar en cuenta las consideraciones e inquietudes de esa instancia.
Esto lo comenta en un contexto donde, recientemente, el senador Marco Rubio presentó la “Ley de Reautorización de la Sociedad Civil y Defensa de los DDHH de Venezuela del 2023” con el fin de que las sanciones permanezcan vigentes evitando que las negociaciones entre poderes ejecutivos puedan tener algún efecto.
Respecto al asunto de los recursos energéticos venezolanos, Nichols comentó: “Estados Unidos ha sido el socio principal de Venezuela en el sector energético, el comercio está pasando al sector formal, esto evita que el producto vaya a China o Irán. Antes, el petróleo se enviaba a través del mercado negro. Se recibía con otros precios. Es mejor para los consumidores estadounidenses porque se reciben productos que necesitamos. La producción se ha reorientado hacia Estados Unidos, es interesante cómo se ha desarrollado esto”.
El subsecretario deja ver los malabares de la política sancionatoria en contra de la industria petrolera venezolana, debido a que con las recientes licencias emitidas por la Oficina de Control de Activos Extranjeros (OFAC, según siglas en inglés) en un escenario global de crisis energética, se autorizó los envíos del crudo venezolano y otros productos hacia los mercados europeos, siendo la Licencia General 41 para Chevron la que daba la exclusividad de venta sólo a Estados Unidos.
Además, cuando hace referencia a los consumidores estadounidenses, es evidente que es parte de la urgencia de saciar la sed del parque refinador estadounidense por el crudo de Venezuela que tanto necesitan.
SOBRE LOS PROCESOS ELECCIONARIOS
Nichols mantuvo el disco rayado de las condiciones que ellos plantean para el proceso de elecciones en Venezuela:
Actualización del registro electoral,
misiones internacionales de observación electoral y
acceso a los medios de comunicación de todos los candidatos.
Llama la atención el apartado de las misiones de observación ya que en las elecciones de Estados Unidos el mecanismo de observación internacional no existe, ni siquiera el Centro Carter participa como observador en esas elecciones. Por otra parte, resaltó la importancia en el proceso de reintegrar a los candidatos inhabilitados.
Luego Nichols se refirió a las elecciones primarias con cierta cautela, señalando que las acusaciones del gobierno venezolano hacia los organizadores de esas elecciones y eso podría generar una respuesta de Estados Unidos.
Tras eso, respondió una pregunta a Geoff Ramsey sobre este asunto, indicando que “María Corina Machado cuenta con el apoyo de la plataforma unitaria”.
SOBRE EL ESEQUIBO VENEZOLANO
“Instamos a Venezuela y Guayana a seguir buscando, por medio de la Corte Internacional de Justicia, una resolución pacifica para cambiar la situación, apoyamos el proceso electoral de Venezuela”, apenas comentó.
Se recuerda que este 4 de diciembre, el portavoz del Departamento de Estado, Matthew Miller, en rueda de prensa leyó la postura de Estados Unidos sobre el Referéndum Consultivo de Venezuela, dejando en manifiesto el respaldo al írrito Laudo Arbitral de Paris 1899, “el laudo de 1899 determinó que la frontera terrestre entre Venezuela y Guyana debe respetarse, a menos o hasta que las partes lleguen a un nuevo acuerdo o un órgano jurídico competente decida lo contrario”.
SOBRE LOS DETENIDOS ESTADOUNIDENSES
Nichols reconoció el avance en la liberación de los políticos venezolanos que estuvieron involucrados en el intento de magnicidio al presidente Nicolás Maduro además de a otras prácticas antidemocráticas y de desestabilización en Venezuela.
Aunado a esto, destacó que esperan la próxima liberación de los estadounidenses Eyvin Hernández, Jarrel Kenemore y Joseph Cristella, quienes a grandes rasgos, ingresaron ilegalmente a Venezuela.
SOBRE LOS ACTIVOS VENEZOLANOS CONGELADOS
Sobre el Fondo Humanitario de la Organización de Naciones Unidas que lleva tiempo sin resultados concretos, sólo indicó su apreciación relacionando el asunto con la migración: “cualquier paso que pueda mejorar la vida del venezolano podría ayudar a atender a los flujos migratorios que impactan y desestabilizan a la región”.
El evento resultó breve y concreto con las posturas expresadas, pero a grandes rasgos, generó ciertas luces de los avances en los resultados del diálogo promovido por el gobierno venezolano.
Y se pudiera considerar que lo que pudiera truncar este proceso de conversación entre Washington y Caracas, sería el brazo extremista de la rama legislativa estadounidense, que a la fecha más de tres proyectos de ley se han introducido para atacar a Venezuela, cuyo denominador común tiene como foco aumentar aún más la presión del bloqueo.