Reiterada inclusión de #Cuba en informes unilaterales de terrorismo, DDHH y libertad religiosa de gobierno EEUU no está vinculada con desempeño ejemplar de nuestro país.
Responde a necesidad de justificar sus medidas inhumanas de cerco y guerra económica contra pueblo cubano.
— Bruno Rodríguez P (@BrunoRguezP) January 5, 2024
Il governo di Cuba ha denunciato che l’amministrazione statunitense grazie ai suoi rapporti unilaterali che pongono l’isola tra i paesi patrocinatori del terrorismo, tra le nazioni che violano i diritti religiosi della propria popolazione continua a legittimare il sessantennale blocco economico, commerciale e finanziario nei confronti di L’Avana.
Il ministro degli esteri cubano Bruno Rodríguez Parrilla ha denunciato venerdì che l’amministrazione statunitense ha mantenuto la nazione caraibica per un altro anno nella cosiddetta lista dei paesi che partecipano o tollerano le violazioni della libertà religiosa.
“La reiterata inclusione di Cuba nei rapporti unilaterali di terrorismo, diritti umani e libertà religiosa del governo degli Stati Uniti non è legata alle prestazioni esemplari del nostro paese”. Risponde alla necessità di giustificare le sue misure disumane di assedio e guerra economica contro il popolo cubano”, ha scritto il capo della Diplomazia cubana sul suo account ufficiale del social network X.
Da parte sua, il vice cancelliere cubano, Carlos Fernández de Cossío, ha accusato Washington di “ipocrisia” in materia di libertà religiosa, denunciando il sostegno degli Stati Uniti all’aggressione genocida e razzista di Israele contro la Striscia di Gaza.
“Con la sua solita ipocrisia e con le mani macchiate di sangue per la complicità razzista e criminale nel genocidio israeliano contro i palestinesi, il governo degli Stati Uniti accusa Cuba di violare i diritti religiosi”, ha criticato Fernández de Cossío nel suo account X, chiedendo la “cessazione immediata del genocidio a Gaza” e la liberazione della Palestina.
Cuba ha chiarito più e più volte che gli Stati Uniti, essendo il principale sponsor del terrorismo, e violatore dei diritti umani e di altri diritti fondamentali, non hanno l’autorità morale per parlare di queste materie o giudicare altri paesi.
La più grande delle Antille è l’obiettivo di un blocco disumano imposto da più di sessanta anni dall’allora presidente statunitense John F. Kennedy per soffocare l’isola al fine di provocare un’insurrezione interna che avesse messo fine al governo di Fidel Castro. Il blocco economico, commerciale e finanziario fu una risposta alla rivoluzione cubana del 1959 che rovesciò il regime di Fulgencio Batista sottomesso agli Stati Uniti e stabilì un governo indipendente.
L’amministrazione di Joe Biden ha deciso di includere per un altro anno Cuba nella lista dei paesi che non rispettano i diritti religiosi della popolazione nonostante che Jerry Pillay, segretario generale del Consiglio Mondiale delle Chiese, durante la sua recente visita sull’isola abbia confermato che il governo cubano offre ampi spazi per la professione del culto religioso.
La decisione di Washington di includere Cuba nella lista è stata presa sulla base di un documento redatto dall’organizzazione non governativa spagnola Prisoners Defenders. Sul suo sito web, la ONG si presenta ufficialmente come un’organizzazione “che lavora legalmente per proteggere e promuovere i diritti umani nei paesi governati dalla tirannia” che “copre Cuba e diversi paesi dell’Asia”. L’organizzazione è presieduta dall’imprenditore cubano-spagnolo Javier Larrondo, che nella sua presentazione afferma di avere “una vasta esperienza nell’attuazione di progetti pro-democrazia a Cuba, sia filantropici che con finanziamenti non rimborsabili”.
Il rapporto utilizzato da Washington si è basato su sole 56 interviste e testimonianze, di cui 21 persone hanno dichiarato di aver subito qualche atto di persecuzione da parte del governo.
Ma evidentemente alla Casa Bianca ritengono più affidabile il rapporto di una ong spagnola che ha basato il suo rapporto su solo poco più di venti casi piuttosto che credere ad un’organizzazione che raccoglie tutte le chiese mondiali. In fondo lo scopo di Washington non era quello di tutelare il diritto dei cubani di frequentare una chiesa ma quello di mettere ancora alla gogna il legittimo governo cubano inserendo l’isola in una delle tante liste di proscrizione che gli Stati Uniti, oggettivamente depositari del rispetto di tutti i diritti dei suoi cittadini, redigono per catalogare i buoni ed i cattivi, e Cuba figura sempre nelle liste dei cattivi.
Infine inserire continuamente Cuba in una ridicola ed arbitraria lista di proscrizione, come sostenuto dal ministro degli esteri cubano, permette agli Stati Uniti di giustificare il proseguimento del sessantennale blocco economico, commerciale e finanziario contro l’isola. Un motivo bisogna averlo per dimostrare alla comunità internazionale che il blocco si basa sulla violazione dei diritti e delle libertà dei cittadini e non è invece un capriccio ereditato dalla storia.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info
L’esemplarità di Cuba non rientra in nessuna lista
Cuba e Nicaragua sono stati nuovamente inclusi in una lista, creata unilateralmente da Washington, di Paesi che il governo statunitense ritiene abbiano “commesso o tollerato violazioni particolarmente gravi della libertà religiosa”.
La ripetuta inclusione di Cuba nei rapporti unilaterali del governo statunitense sul terrorismo, i diritti umani e la libertà religiosa non è legata ai risultati esemplari del nostro Paese.
Lo ha dichiarato ieri, sul social network X, il membro dell’Ufficio Politico del Partito e Ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez Parrilla, il quale ha precisato che questo comportamento risponde alla necessità di giustificare le misure disumane di assedio e guerra economica contro il popolo cubano. Giovedì scorso, Cuba e Nicaragua sono stati nuovamente inclusi in una lista, creata unilateralmente da Washington, di Paesi che, secondo il governo statunitense, hanno “partecipato o tollerato violazioni particolarmente gravi della libertà religiosa”, ha citato Prensa Latina.
Ieri è emerso che il Dipartimento di Stato ha stilato una seconda lista di Paesi che definisce “sotto osservazione”: Algeria, Vietnam, Comore, Repubblica Centrafricana e Azerbaigian.
Traduzione: www.italiacuba.it