A cura dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba.
Molti, anche tra gli amici e sostenitori della resistenza cubana, incontrano talune difficoltà nel dover descrivere quale sia la vera portata del blocco economico, finanziario e commerciale che gli Stati Uniti mantengono contro Cuba da decenni. Sul campo, gli atti di coercizione contro l’Isola sono talmente numerosi e specifici che rendono difficile racchiudere in pochi concetti il peso di un tale fardello.
Naturalmente, come in ogni altro paese, anche a Cuba esistono sacche di inefficienza e burocrazia che vanno considerate ma che non possono assolutamente essere considerate la causa principale delle difficoltà economiche del Paese. Nessuno e tantomeno la Dirigenza politica di Cuba ha mai sottovalutato, dissimulato o manipolato le problematiche legate ai livelli di produzione, come ampiamente evidenziato dalle numerose dichiarazioni, interviste, rapporti, discorsi del Presidente, del Primo Ministro, dei Ministri competenti per le questioni di economia e produzione. Che l’efficienza nazionale sia una loro costante preoccupazione lo dimostra la corposa normativa introdotta per potenziare specifici settori produttivi (indispensabili per migliorare le condizioni economiche del Paese) o indirizzate a correggere talune distorsioni del sistema. È una loro responsabilità, un loro compito ed è quello che la popolazione si aspetta.
Detto ciò, non sarebbe una cattiva idea disporre di uno schema che dettagli in modo semplice e lineare ciò che comporta per un Paese essere in balia di un criminale aggressore che, attraverso misure illegali, giuridicamente infondate contro la propria popolazione, arbitrarie, unilaterali, extraterritoriali e ideologicamente ostili, perseguita un Popolo da oltre mezzo secolo.
Parliamo di blocco e di sanzioni, discutiamo dei danni che provocano le misure coercitive degli Stati Uniti contro Cuba. Ma abbiamo una idea chiara e puntuale di ciò che il blocco comporta? Ci siamo mai fermati a riflettere su come sarebbe la nostra vita se fossimo sottoposti a una simile prepotenza?
Entriamo quindi nel merito e andiamo a vedere gli effetti nella vita delle persone.
Iniziamo con le Leggi che in modo del tutto arbitrario stanno alla base degli attacchi statunitensi alla sovranità, allo sviluppo e al benessere di Cuba.
Leggi deleterie
Anno | Titolo | Contenuto | Note |
1917 | Legge di commercio col nemico | La sua sezione 5 (b) ha delegato al capo dell’esecutivo il potere di applicare misure coercitive in tempo di guerra o in qualsiasi altro periodo di emergenza nazionale e vietato il commercio con il nemico o alleati del nemico durante i conflitti bellici | Anche se nel 1977 la Legge sui poteri economici d’emergenza Internazionale abbia limitato le facoltà del Presidente di imporre misure, sulla base di emergenze nazionali (cioè in loro presenza), è continuata l’applicazione della Legge sul commercio col nemico per Cuba anche senza una dichiarazione di emergenza nazionale. Con riferimento a questa legge settembre del 2022 e del 2023 Biden ha esteso per un anno le restrizioni del blocco. Stessi prolungamenti per impedire l’assegnazione di fondi federali per intercambi culturali con Cuba: ciò ha permesso la permanenza dell’Isola nel livello 3 della informativa annuale sulla tratta di persone del Dipartimento di Stato. |
1961 | Legge sugli aiuti all’estero | Autorizzava il Presidente degli Stati Uniti a stabilire e mantenere un “embargo” totale sul commercio con Cuba e proibiva la concessione di qualsiasi aiuto al governo cubano | Stabilisce che i fondi del governo statunitense destinati agli aiuti internazionali e dati alle organizzazioni internazionali non possano essere utilizzati per programmi relativi a Cuba; vieta la concessione di qualsiasi assistenza, prevista dalla presente legge o di qualsiasi altro beneficio previsto da qualsiasi altra legge, a Cuba, fino a che il Presidente stabilisca che il Paese abbia intrapreso azioni per ridare ai cittadini o imprese statunitensi non meno del 50% del valore o un equo indennizzo delle proprietà nazionalizzate dal governo cubano dopo il trionfo della Rivoluzione. La stessa legge proibisce qualsiasi aiuto ai Paesi che abbiano sostenuto ripetutamente atti di terrorismo internazionale. |
1962 | Proclama Presidenziale 3447 febbraio | Il Presidente Kennedy decreta l’embargo totale del commercio tra USA e Cuba | In compimento della sez. 620 della legge sugli aiuti all’estero (1961) |
1963 | Regolamenti sul controllo dei beni cubani del Dipartimento del Tesoro statunitense | Prevede il congelamento dei beni cubani negli Stati Uniti; La proibizione delle esportazioni cubane negli Stati Uniti; proibizione alle persone naturali o giuridiche di usare il dollaro nelle delle transazioni finanziarie e commerciali. | |
1966 | Ley de Ajuste cubano | Legge per l’adeguamento dello status dei rifugiati cubani a quello di residenti permanenti legali negli Stati Uniti e per altri scopi.La legge riafferma il trattamento speciale per gli emigranti cubani, concedendo loro asilo politico quasi automaticamente, esentandoli dalle quote paese stabilite dalla Legge sull’Immigrazione in quel paese dal 1965 e la possibilità di aggiustare il loro status migratorio dopo un anno e un giorno di permanenza nel territorio statunitense, optando per la residenza senza dover lasciare gli Stati Uniti, come stabilito dalla Legge sull’Immigrazione per il resto degli immigrati | Cuban Adjustment Act, o Killer Cuban Adjustment Act, approvato negli Stati Uniti con l’obiettivo di incoraggiare i cubani a lasciare il Paese illegalmente, mettendo a repentaglio le loro vite nell’illusione del sogno americano. Da un lato, gli Stati Uniti limitano l’emigrazione legale dei cittadini cubani e, dall’altro, accolgono qualsiasi cubano che metta piede sul loro territorio; allo stesso tempo, attraverso il blocco economico, creano le condizioni per incoraggiare l’emigrazione e per mostrare coloro che arrivano sul loro territorio come prova del fallimento del modello economico e sociale in vigore a Cuba. È uno strumento di propaganda statunitense contro Cuba. Nel contesto della guerra economica contro la Rivoluzione cubana, la politica migratoria statunitense è stata uno degli strumenti più importanti dell’ostilità degli Stati Uniti nei confronti dell’isola, con l’obiettivo di destabilizzare la società cubana, screditare il suo modello politico, svuotare Cuba del suo capitale umano e porre le basi per la creazione di movimenti controrivoluzionari incaricati di compiere azioni terroristiche e aggressive contro il popolo cubano, determinato a costruire un nuovo Paese. A seguito di crisi migratorie sono stati siglati l’Accordo migratorio del 9 settembre del 1994 e la Dichiarazione congiunta del 2 maggio 1995. Disattesi entrambi dagli Stati Uniti sempre per favorire una immigrazione illegale e politicamente sfruttabile. |
1979 | Legge sull’Amministrazione delle Esportazioni | Stabilisce la lista di Controllo del Commercio | Il Presidente mantiene un numero di Paesi, tra cui Cuba, dentro una lista di Paesi sottoposti a controlli di esportazione speciali, quale controllo per la sicurezza nazionale. In base a questa legge sono ridotti i benefici commerciali, gli aiuti esterni e l’appoggio delle istituzioni finanziarie internazionali ai paesi della lista. Inoltre per sportare negli Stati Uniti questi paesi devono ricevere un permesso speciale. |
1979 | Regolamenti sull’amministrazione delle esportazioni (EAR) | Stabiliscono le basi dei controlli generali per i prodotti e le attività soggette al controllo della EAR, in linea con le misure imposte dal governo degli Stati Uniti. | Esse stabiliscono una politica generale di rifiuto per le esportazioni e le riesportazioni verso Cuba. |
1992 | Legge per la Democrazia Cubana o Legge Torricelli | Proibisce alle imprese sussidiarie degli Usa in paesi terzi di commerciare beni con Cuba | Proibisce alle navi di paesi terzi, che abbiano toccato un porto cubano, di entrare nel territorio statunitense per un periodo di 6 mesi, salvo licenze speciali (di interesse statunitense) |
1996 | Legge per la libertà e la solidarietà democratica cubana o legge Helms Burton | Codifica le disposizioni del blocco, estendendo la sua portata extraterritoriale, imponendo sanzioni ai dirigenti/titolari di società straniere che effettuano transazioni con proprietà statunitensi nazionalizzate a Cuba.
|
Questa Legge limita le prerogative del Presidente di revocare la politica di Blocco nel suo complesso (da ora per eliminare il blocco serve una legge del Congresso).Oltre a cercare l’imposizione nel paese di un governo direttamente subordinato agli interessi di Washington, questa legislazione ha avuto lo scopo di internazionalizzare il blocco attraverso misure coercitive contro paesi terzi, volte ad ostacolare e interrompere le sue relazioni commerciali e di investimento con Cuba.
La recente applicazione del titolo III della legge (17.04.19 per mano di Donald Trump) ha reso possibile intentare cause presso tribunali statunitensi, contro persone naturali o giuridiche che abbiano a che fare con le citate proprietà nazionalizzate. Ciò include chiunque trasferisca, distribuisca, rivenda o in altri modi disponga di beni “confiscati” o ne assuma il controllo apportando miglioramenti o investa in essi, ovvero subentri (dopo l’entrata in vigore della legge) nella gestione etc. Tutta questa complessa legislazione lascia senza protezione qualunque impresa cha abbia realizzato o stia realizzando affari con Cuba. Ha il potere di disincentivare gli investimenti stranieri per lo sviluppo di attività economiche a Cuba, rendendoli rischiosi e soggetti a ritorsioni. |
1999 | Sezione 211 della Legge sugli Stanziamenti supplementari e di emergenza per l’anno fiscale 1999 | vieta il riconoscimento da parte dei tribunali di statunitensi dei diritti delle società cubane sui marchi associati a proprietà nazionalizzate (es. Havana Club). | |
2000 | Legge di riforma alle sanzioni commerciali e ampliamento delle esportazioni | autorizza l’esportazione di prodotti agricoli a Cuba con la condizione di pagamento anticipato in contanti. Si proibiscono inoltre i viaggi turistici degli statunitensi a Cuba. | La proibizione alle transazioni finanziarie costringe Cuba a reperire ingenti quantità di denaro contante cosa resa difficile dalle altre norme del blocco. Per gli USA è turismo tutto ciò che non ha una speciale autorizzazione della sezione 515.560 Titolo 31 del codice di Regolamento Federale |
2021 | Legge sul controllo delle esportazioni di armi (1968) | Inserimento di Cuba nella lista del tutto arbitraria dei Paesi che non collaborano pienamente con gli sforzi antiterroristi degli Stati Uniti | con base giuridica questa legge l’11 di gennaio 2021, poco prima che Donald Trump lasciasse la Casa Bianca, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha annunciato il reinserimento di Cuba nella lista dei Paesi patrocinatori del terrorismo. Con l’Ordine Esecutivo 13637 Biden ha ratificato il 22 maggio 2022 l’inserimento di Cuba in questa lista.La presenza in tale lista genera severe ripercussioni sull’economia cubana, specialmente nel settore bancario attraverso intimidazioni e imposizioni di “multe” a terzi che commercino con Cuba. Di conseguenza molte compagnie e enti finanziari si rifiutano di operare con Cuba per timore di rappresaglie del Dipartimento del Tesoro USA. Decine di banche hanno sospeso le operazioni di transazione finanziaria colpendo gli acquisti di alimenti, medicinali, combustibile, materie prime, attrezzatura scientifica, materiali di produzione, pezzi di ricambio etc. Tutti i pagamenti effettuati attraverso istituti finanziari sono resi difficili se non impossibili come accade con le missioni diplomatiche cubane, con vari organismi internazionali e regionali e così via. Uno dei settori maggiormente colpiti e di forte rilevanza commerciale è il turismo che per definizione opera attraverso transazioni bancarie
|
Impatti sulla popolazione
Salute (tra marzo del 2022 e febbraio del 2023 danni per 240 milioni di dollari)
Nel periodo marzo 22 febbraio 23 la perdita è stata di 240 milioni di dollari. Abbiamo avuto: cancellazione di contratti già in atto, aumento dei costi per acquisti, pressione sulle banche e rifiuto delle stesse ad operare per Cuba. Impedimento all’acquisizione di materiali ed equipaggiamento, di ossigeno medicinale, di ventilatori polmonari, materiali di laboratorio e per la ricerca in special modo per i vaccini. Le stesse donazioni (AliExpress – mediCuba-Europa) sono state impedite dal blocco.
Decine di fornitori hanno interrotto i rapporti con Cuba determinando una carenza produttiva dell’industria farmaceutica che avrebbe prodotto a un prezzo tre/quattro volte inferiore. Una delle conseguenze è stata la crescita della mortalità infantile passata dal 5% pre-pandemia al 7,5%. Alle numerose richieste di MediCuba alle compagnie statunitensi per accedere a forniture necessarie al sistema nazionale di salute sono state ignorate. Negato l’acquisto di farmaci salvavita come l’acquisto del robot Da Vinci Xi Surgical System e altri strumenti essenziali per le varie tipologie di intervento, lo stesso per macchinari di terapia intensiva etc.
Nel frattempo è continuata la campagna di odio per ostacolare la cooperazione medica internazionale che Cuba offre. Gli stessi contratti stipulati da nostri enti locali per sopperire alla grave carenza di personale sanitario con il Governo cubano sono stati oggetto di una feroce campagna denigratoria, diffamante e razzista.
Agricoltura e alimenti (nel periodo danni per 274 milioni di dollari)
Nonostante le ingenti risorse impiegate dallo Stato cubano per sviluppare il settore agricolo i danni del blocco sono notevoli. Le misure imposte hanno impedito: accesso a materie prime, prodotti chimici, tecnologia per i processi produttivi, acquisto di macchine agricole, alimentazione animale, pezzi di ricambio, combustibile. Le difficili manutenzioni alle attrezzature determinano il deterioramento della catena di refrigerazione, dei magazzini e dei trasporti, con significative perdite di prodotti
L’impossibilità di contrattare molte delle navi da trasporto disponibili ha impedito l’importazione di beni, e spesso ha bloccato l’arrivo di carichi già pagati. Niente farmaci per gli allevamenti di bestiame (venivano da Bayer ora in consorzio con statunitensi). Rifiuto delle banche di operare per l’acquisto di alimenti, avena, grano vegetale, cacao, mangime per maiali etc.: a Cuba viene richiesto dagli USA il pagamento anticipato dei pochi beni commercializzati, senza accesso al credito, il che risulta estremamente difficile se al contempo vengono ostacolate le fonti di ingresso del Paese. Non sono possibili le esportazioni negli Stati Uniti dei prodotti tipici di Cuba: sigari e ron e zucchero.
Cuba sovvenziona (canasta basica) 24 prodotti distribuiti mensilmente a tutti. A questi si aggiungono altri prodotti per particolari gruppi di persone in situazione di vulnerabilità, per cui è evidente che le misure descritte precedentemente abbiano un impatto negativo sulla tenuta di questa modalità di sostegno alla popolazione.
Educazione, sport e Cultura (nel periodo perdite per 76 milioni di dollari)
Sono queste delle priorità per il Governo cubano, che impattano contro le misure del blocco. Il difficile accesso al credito, la mancanza di combustibile si associano agli elevati costi di materiali e trasporto. Per il rifiuto delle banche ad operare per Cuba diventa difficile ricevere i pagamenti di prestazioni svolte all’estero e spesso sono impediti gli incassi di premi vinti dagli atleti. Ci sono difficoltà per ricevere il materiale per produrre libri, articoli per la scuola e di cartoleria. Idem per i giornali. Scarso il materiale per fare le divise scolastiche e con costi 5 volte superiori al normale a causa della distanza dei produttori (lo stato sovvenziona al 50% le divise).
Gli studenti della facoltà di informatica non possono accedere a oltre 300 siti internet di primario interesse (causa IP Cuba).
Il furto di talenti sportivi cubani caratterizza l’azione rapace degli Statu Uniti. Sono impediti gli accordi per il Baseball. Gli sportivi e gli artisti cubano sono vessati ai limiti dell’aggressione fisica negli USA e in altri paesi (Spagna, Francia..).
Sviluppo economico
Dovuto ai costi aumentati e al blocco il carrello di beni e servizi è cresciuto del 29%. Mentre l’inflazione del 40% in un anno (ottobre 2021-ottobre 2022): ciò per aumento dei prezzi internazionali dei prodotti e per mancanza di valuta straniera la cui acquisizione è ostacolata dal blocco.
Diminuzione delle entrate da esportazioni (nel periodo, perdite per quasi 2 miliardi di dollari) e conseguente diminuita capacità di acquisto del paese. Il turismo ha perso un miliardo e 89 milioni di dollari per la politica ostile USA. Il turismo (principale industria del paese) viene sabotato con varie leggi e inserendo Cuba nella lista delle entità soggette a restrizioni. Le compagnie aere sono minacciate; alle navi da crociera USA è proibita la meta turistica di Cuba e le altre navi sono sottoposte a pressioni e sanzioni. Con le crociere bloccate in un anno Cuba ha perso circa 60 milioni di dollari.
Il sistema ESTA per l’acquisizione del visto per gli Stati Uniti è interdetto a coloro che hanno visitato Cuba: ciò induce molti turisti a non viaggiare a Cuba. A causa della persecuzione finanziaria del governo degli Stati Uniti le banche rifiutano di lavorare con Cuba il che ha impedito la finalizzazione di pacchetti turistici.
La proibizione di usare il dollaro ha obbligato le agenzie di viaggio a cercare altre per trasferimento di denaro molto più rischiose e costose e con anche tre cambi di valuta. Le compagnie cubane di viaggio hanno visto chiudere i loro conti correnti all’estero. Cuba perde investitori in quanto il paese viene percepito a rischio di rappresaglie statunitensi, una conseguenza dell’inserimento nella lista USA dei paesi patrocinatori del terrorismo.
Biotecnologia e industria farmaceutica (nel periodo perdite per 143 milioni di dollari)
Industria pilastro della sovranità nazionale viene colpita dal blocco che limita la ricerca, la produzione e la commercializzazione dei suoi prodotti. Nella ricerca dei vaccini per la pandemia è stato difficile a ricevere reattivi, materie prime, tecnologie ed equipaggiamenti, acquisiti solo grazie a triangolazioni commerciali costose.
Il rifiuto delle banche di accettare i pagamenti delle entità di ricerca cubane verso gli studi legali per i brevetti che rappresentano Cuba in diversi Paesi, influisce su qualsiasi azione futura di negoziazione, registrazione o commercializzazione dei suoi prodotti all’estero.
Informatica e telecomunicazioni (nel periodo perdite per 42 milioni di dollari)
Il blocco ha impedito alle imprese cubane e statunitensi di fare progressi nella conclusione di accordi vantaggiosi nel settore delle telecomunicazioni. Viene reso difficoltoso: il ricorso a internet, limitando l’accesso della banda larga e con la negazione al collegamento al cavo sottomarino ARCOS-1; il divieto di accesso a piattaforme per la comunicazione on line (Zoom) e anche per collegarsi a piattaforme di siti ufficiali di organismi internazionali. Ne consegue maggiore lentezza e costi superiori. Diversi fornitori internazionali di manutenzione e riparazione delle tecnologie hanno interrotto il rapporto. Le limitazioni nella disponibilità di vettori energetici e la mancanza di carburante, derivanti dalle restrizioni imposte dal governo statunitense ai fornitori e alle navi che accedono al nostro Paese, hanno condizionato l’autonomia dei gruppi elettrogeni dei centri tecnologici.
Industria e sistema impresariale (nel periodo danni per 468 milioni di dollari)
Le perdite sono associate principalmente: ai mancati introiti derivanti dalle esportazioni di beni e servizi, alla ricollocazione geografica del commercio, alle variazioni dei tassi di cambio, agli effetti del blocco tecnologico e alla carenza di carburante che ha avuto un impatto trasversale sull’intero sistema industriale e impresariale. Alcuni degli effetti negativi più significativi in questo settore sono stati: rifiuto di fornire pezzi di ricambio e pneumatici per mezzi di trasporto, elevatori, mezzi movimento terra, negate le materie prime per produrre beni di uso e consumo quotidiani (alimentari, vestiario, igiene della persona, profumeria e etc) a cui vanno aggiunti il blocco delle navi, e i maggiori costi per l’acquisto di beni, anche alimentari, disponibili negli USA ma negati a Cuba (+20% +40%)
Settore delle costruzioni (nel periodo perdite per 90 milioni di dollari)
A seguito del blocco il settore continua a incontrare gravi difficoltà nell’accesso materiali e componenti di base più efficienti, leggeri, a minor consumo energetico e a minor consumo di materiali e componenti di base. Le maggiori difficoltà si hanno per mancate consegne di cemento, aggregati, blocchi, tegole in fibrocemento, asfalto e carpenteria, tuberia in PVC. Penalizzata la industria sidero-meccanica (chiusura unilaterale di contratti in atto) per mancato arrivo di forniture, penalizzando quindi la carpenteria metallica, raccordi, coperture metalliche leggere e travi.
Settore del trasporto (nel periodo perdite per 203 milioni di dollari)
Le perdite sono causate da: deterioramento dei mezzi di trasporto passeggeri, mancanza di pezzi di ricambio, carenza di valuta straniera, fuga dei fornitori, scarso combustibile. Inoltre sono stati impossibili gli investimenti (nuovi autobus, locomotori, aerei, ferry boat) per mancanza di fondi disponibili (una voce di entrata mancante sarebbe stata l’introito associato derivante dalle navi da crociera). Una settimana senza blocco permetterebbe di acquistare 206 omnibus, 6 treni, 1 aereo e 1 ferry boat.
Nel trasporto il combustibile è fondamentale. Come già detto Il costo del prodotto è aumentato come quello del trasporto che è triplicato. E gli armatori sono sotto minaccia degli USA. Il trasporto aereo della compagnia cubana è impedito. Alla compagnia è stata ritirata la licenza per affittare aerei di altre compagnie per voli internazionali. Lo steso vale per i voli cargo ai quali alla Cubana de aviacion è impedito l’accesso: questo penalizza o azzera i possibili accordi con altre compagnie aeree. Inoltre gli aerei cubani non ricevono i rifornimenti di combustibile quando sono in aeroporti esteri, sempre per pressioni USA sui fornitori. Ciò colpisce il commercio di import export.
Settore energetico e minerario (nel periodo danni per 491 milioni di dollari)
La Unión Nacional Eléctrica riporta il maggior danno con 239.276.300 dollari. Cuba affronta difficoltà nel generare l’elettricità necessaria a causa delle limitazioni finanziarie di accesso al credito, per la mancanza di tecnologia per le riparazioni che assicurerebbero una fornitura stabile. Il problema della manutenzione è costante anche a causa della distanza dei paesi produttori dei pezzi di ricambio e del conseguente aumento dei costi di trasporto e assicurativi. A ciò vanno aggiunte le problematiche legate elle intimidazioni statunitensi sui trasportatori di combustibile che, diminuiti di numero, tendono ad aumentare i prezzi per compensare i loro rischi. Senza dimenticare i ritardi dovuti alla difficoltà a reperire i contanti per i pagamenti.
L’assedio economico ha causato gravi effetti sul settore non statale. Le restrizioni del blocco hanno limitato in modo significativo l’attività di molti imprenditori privati, proprietari cubani di imprese e cooperative. La restrizione ai viaggi dei cittadini statunitensi ha continuato a penalizzare il flusso di visitatori nell’isola, il che ha causato una significativa riduzione della domanda di beni e servizi di questo settore. Ristoranti, negozi di artigianato, librerie, autonoleggio, taxi etc hanno visto ridotto il lavoro a causa della proibizione all’entrata delle navi da crociera. Molti hanno visto la cancellazione dei loro conti bancari negli USA il che ha reso più care se non impossibili le transazioni finanziarie.
Commercio estero (nel periodo perdite per 3 miliardi e 81,3 milioni di dollari)
In un’economia mondiale sempre più globalizzata, per Cuba diventa sempre più difficile acquisire i fattori produttivi necessari per l’industria, i servizi e il consumo della popolazione, indipendentemente dalla relazione politica o commerciale con il mercato di origine delle sue importazioni. A causa dell’inclusione di Cuba nella lista dei paesi patrocinatori del terrorismo sono incrementati i prezzi dei contratti con investimenti stranieri, sono state cancellate operazioni commerciali, di cooperazione e progetti di investimento già avviati. Meno esportazioni, meno turismo (58% del totale), meno esportazioni nel settore agricolo (tabacco, carbone, frutta, miele, peperoncino piccante, caffè in polvere, zucchero, ron etc). I costi finanziari, quando possibili, sono aumentati per Cuba del 5% e le viene negato l’uso del dollaro il che la costringe a reperire altre valute con perdite nei vari cambi.
In sintesi:
Impossibilità ad accedere al mercato degli Statu Uniti: perdita 488,8 milioni di dollari
Aumento dei costi di trasporto merci, assicurazione e mediatori: perdita 490,9 milioni di dollari
Ingressi persi per mancate esportazioni: perdita 1808,0 milioni di dollari
Rischio paese/aumento dei costi di finanziamento: perdita 13,4 milioni di dollari
Proibizione all’uso del dollaro statunitense: perdita 280.2 milioni di dollari
Totale perdite: 3081,3 milioni di dollari
Mercato bancario e finanziario (nel periodo danni per 280 milioni)
Questo mercato è uno dei bersagli preferiti per gli USA. Questa fase è stata caratterizzata dal crescente rifiuto delle istituzioni bancarie e finanziarie straniere di effettuare operazioni banche e aziende cubane, dalla chiusura di conti e contratti già stabiliti, il costante restituzione delle transazioni bancarie, nonché la cancellazione delle password per lo scambio di informazioni finanziarie scambiate attraverso la Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication (SWIFT). Oltre al solito divieto all’uso del dollaro. Sono in aumento i casi di cubani residenti all’estero che in qualsiasi parte del mondo sono vittime delle loro banche che rifiutano di operare o di effettuare bonifici legati al Paese (130 banche; 75 in Europa, 21 America Nord e 34 resto mondo).
Migrazione (enormi costi indiretti)
Non è certo prima volta che a Cuba si registrano picchi di migrazione, soprattutto in momenti di difficoltà economica. Sono flussi che si producono ciclicamente e che vengono acuiti dall’inasprimento degli atti di aggressione degli Stati Uniti che incentivano la migrazione illegale, insicura, disordinata che costa vite umane (Camarioca 1965; Mariel 1980; Crisis de los balseros 1994). Prima di Trump la situazione era diversa, c’erano visti per i cittadini, strutture per i visti; c’erano servizi consolari; c’erano più possibilità per i cubani di visitare i loro familiari all’estero e per i familiari all’estero di visitarli a Cuba; c’erano più possibilità per le rimesse. Tutto questo è stato brutalmente alterato dalle misure di Trump con lo scopo di creare una situazione esplosiva nella società cubana anche in relazione alla migrazione. E la legge di Ajuste cubano (vedi scheda) non aiuta certo la gestione ordinata di una migrazione sicura e legale. È vero che Cuba sta perdendo anche giovani, professionisti, donne in età riproduttiva, etc. Giusto parlarne, ma allora parliamo anche di quelli che restano, di quelli che trovano un progetto a Cuba, delle migliaia di cubani che faticano in scenari complicati, che vivono gli stessi limiti di tutti ma che lottano, che hanno un’altra idea, un’altra coscienza, un’altra volontà di contribuire, e che hanno progetti di vita in cui il personale e il sociale coincidono.
Ecco la raccapricciante realtà che gli Stati Uniti determinano ai danni di un intero Popolo colpevole di voler essere libero e indipendente. La necessità di concentrare il dibattito su questi temi è fondamentale per evitare che l’ideologia dell’avversario faccia breccia ed eroda le nostre convinzioni. La storia illustra eloquentemente le conseguenze sociali irreversibili causate da involontarie sottovalutazioni delle poste in gioco. Le restrizioni dei margini di manovra provocate dall’esterno non possono essere lasciate ai margini di un discorso più generale. Perché sono di gran lunga più importanti di qualsiasi altra considerazione economico-politica e perché sono fondamentali nel determinare il livello di vita reale della popolazione.
Pensiamoci quando lottiamo contro il “blocco” e contro “l‘inserimento di Cuba nella lista dei paesi patrocinatori di terrorismo”.
di Enzo Pescatori – Vicepresidente dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba