Omar Perez Solomon https://lapupilainsomne.wordpress.com
Negli ultimi mesi varie notizie pubblicate da mezzi di comunicazione riferiscono dichiarazioni dei poteri USA in relazione all’accesso ad Internet a Cuba. In tutti i casi si manifesta l’aria d’ingerenza proveniente dal nord e confermano che gli obiettivi dell’impero nei confronti di Cuba non sono cambiati.
L’ ultima è stata pubblicata dallo statunitense Tracey Eaton sul suo blog Along the Malecon (…) .
Nel frattempo, un dispaccio dell’agenzia di stampa AP del 9 giugno informa che gli USA dicono di avere l’impressione che il governo cubano non ha ancora deciso una strategia su come modernizzare le sue infrastrutture nel settore delle telecomunicazioni. Secondo questo media, il Sottosegretario di Stato per l’America Latina, Roberta Jacobson ha detto che “anche se non mette in dubbio l’interesse delle autorità cubane a compiere progressi in questo settore e, dopo numerosi incontri che hanno svolto con imprese ed esperti USA non credo che abbiano ancora preso una decisione”.
In maggio il quotidiano spagnolo El Mundo ha pubblicato una notizia in cui si annunciava che la Silicon Valley iniziava il compito di digitalizzazione e far apparire Cuba in Internet. Secondo questo media Facebook promosse l’evento Coding for Cuba, con l’obiettivo di costruire strumenti hardware e software diretti ad “aiutare” i cubani a migliorare la loro connettività e accesso all’informazione.
È noto che in meno di un anno dirigenti di Google hanno visitato Cuba due volte. Dalle domande fatte nel viaggio che hanno fatto per le istituzioni cubane si è posto in evidenza il loro interesse nel settore non statale e che il loro obiettivo principale era quello di cercare informazioni sulle reti cubane, la connettività ed i programmi che si sviluppano e presentarsi come la fata madrina che può risolvere i problemi di infrastrutture per la connettività e l’espansione della larghezza di banda che presenta il nostro paese. La realtà è che non hanno presentato alcun progetto specifico, né risposte alle domande che gli hanno fatto in vari centri relative alle limitazioni per accedere da Cuba a vari servizi di Google.
Nella visita della delegazione guidata da Daniel Sepulveda, Sottoesegretario di Stato e coordinatore per la politica internazionale delle comunicazioni USA, nel marzo di quest’anno, si è evidenziata anche l’intenzione di operare con il settore non statale.
La verità è che il governo cubano ha progettato il programma di informatizzazione del paese, che include la modernizzazione delle infrastrutture di telecomunicazione e delle apparecchiature informatiche, l’aggiornamento del quadro normativo, la sicurezza tecnologica, lo sviluppo di contenuti, applicazioni, servizi, commercio elettronico capitale umano.
Cuba assumerà i propositi contenuti nel “Programma Connect 2020, per lo sviluppo mondiale delle Tecnologie dell’Informazione e delle Comunicazioni”, dell’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (UIT), ha ribadito, circa un mese fa, Ernesto Rodriguez Hernandez, Direttore Generale dell’Informatica del Ministero Comunicazioni Cuba.
Penso che, in senso generale, i principali obiettivi del programma sono realizzabili entro il 2020: un 60% di penetrazione del servizio di telefonia mobile è possibile se si considera che quest’anno si attiveranno circa un milione di linee per chiudere il 2015 con circa 3,5 milioni di utenti – un milione di loro con servizio di posta elettronica – e questa tendenza crescente sarà mantenuta. E’ fattibile ottenere che entro il 2020 il 50% delle famiglie cubane abbiano accesso ad Internet tramite cavo o wireless. Alle persone che già hanno accesso alla rete delle reti nelle loro case attraverso le proprie istituzioni, si uniranno altri nei prossimi mesi in modo lento e graduale, a partire da quelli che risiedono nella zona di copertura dei punti di connessione wireless (Wi-Fi) che saranno posti in servizio in aree pubbliche a L’Avana, i capoluoghi di provincia e in altre città del paese, e poi via cavo e attraverso i cellulari.
In chiusura del Primo Seminario Nazionale sulla Informatizzazione e Cybersicurezza, il primo vicepresidente cubano, Miguel Díaz-Canel Bermudez, ha detto:
“Le azioni di divulgazione sull’evento hanno permesso d’informare il popolo della determinazione della leadership della Rivoluzione di portare a termine un processo di informatizzazione della società, massificando l’uso delle TIC, per soddisfare le crescenti esigenze d’informazioni e servizi, aumentare il benessere della popolazione e accelerare lo sviluppo economico e sociale, e pubblicizzare le ragioni di Cuba e la nostra verità sulla rete.
“Un tema come questo non può essere dissociato dal resto dei grandi temi che il paese deve affrontare, ed esiste l’effettiva volontà e disposizione del Partito e del Governo cubano di sviluppare l’informatizzazione della società e porre Internet al servizio di tutti facilitando un efficace e autentica inserzione dei cubani in tale spazio.
“Il blocco contro Cuba, anche se alcuni non lo vogliano prendere in considerazione, ha limitato l’accesso al finanziamento, la tecnologia, il sistema, le infrastrutture, software e applicazioni. Il riconoscimento del suo fallimento come politica, per parte del presidente Obama e l’annuncio di realizzare degli investimenti nel settore delle telecomunicazioni affinché il popolo cubano possa accedere alle stesse, si tratta di una attestazione di esso. Il cambiamento di tattica, ma non degli obiettivi politici del governo USA verso Cuba, sottolinea la necessità di andare avanti nel processo di informatizzazione di Cuba “.
In breve, nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, l’imperialismo nordamericano ha un piano per sovvertire l’ordine e la costituzione cubana, attraverso le reti e le applicazioni informatiche.
“Ad un piano”, disse José Martí, “obbedisce il nostro nemico: quello di provocarci, disperderci, dividerci, soffocarci. Perciò noi obbediamo ad un altro piano; insegnarci in tutta la nostra altezza, stringerci, radunarci, burlarlo, infine, rendere la nostra patria libera. Piano contro piano. “
Los poderes del imperio y la Internet en Cuba
Omar Pérez Salomón
En los últimos meses varias noticias publicadas por medios de comunicación refieren pronunciamientos de poderes estadounidenses en relación con el acceso a Internet en Cuba. En todos los casos se manifiestan los aires injerencistas que provienen del norte y ratifican que los objetivos del imperio en relación con Cuba no han cambiado.
La última fue divulgada por el estadounidense Tracey Eaton en su blog The Along the Malecon, donde da cuenta que el pasado 11 de junio el Comité de Asignaciones de la Cámara de Representantes de EEUU aprobó un proyecto de ley que asignaría 17,5 millones dólares para programas de “libertad en Internet” en la mayor de las Antillas. En el mismo se plantea: “La recomendación del Comité continúa la directiva de financiación de $ 17,5 millones para la expansión del libre acceso a la información en Internet, de acuerdo con la sección 7078 de esta Ley. El Comité apoya el trabajo para mejorar el acceso a la información y a medios de comunicación independientes, incluyendo la expansión operativa a través de adquisiciones competitivas otorgadas a programas probados en campos que proporcionen acceso sin control y sin censura a Internet para un gran número de usuarios, y la investigación y desarrollo de nuevas tecnologías”.
Por su parte, un despacho de la agencia de prensa AP fechado el 9 de junio informa que Estados Unidos dijo tener la impresión de que el gobierno cubano aún no ha decidido una estrategia sobre cómo modernizar su infraestructura en el área de telecomunicaciones. Según este medio, la Subsecretaria de Estado para América Latina, Roberta Jacobson, dijo que, “si bien no tiene duda alguna del interés de las autoridades cubanas para avanzar en ese ámbito y tras numerosas reuniones que han sostenido con empresas y expertos estadounidenses, no creo que han tomado una decisión aún”
En mayo el diario español El Mundo publicó una noticia en la que anunciaba que Silicon Valley iniciaba la tarea de digitalizar y subir a Cuba a Internet. Según este medio Facebook auspició el evento Coding for Cuba, con el objetivo de construir herramientas de hardware y software dirigidas a “ayudar” a los cubanos a mejorar su conectividad y acceso a la información.
Es conocido que en menos de un año directivos de Google han visitado Cuba en dos ocasiones. A partir de las preguntas que realizaron en el recorrido que efectuaron por instituciones cubanas se evidenció su interés en el sector no estatal y que su principal objetivo era buscar información sobre las redes cubanas, la conectividad y programas que se desarrollan, así como presentarse como el hada madrina que puede solucionar los problemas de infraestructura para la conectividad y ampliación del ancho de banda que presenta nuestro país. La realidad es que no presentaron ningún proyecto concreto, ni respuestas a las preguntas que les realizaron en varios centros relacionadas con las limitaciones para acceder desde Cuba a varios servicios de Google.
En la visita de la delegación encabezada por Daniel Sepúlveda, Subsecretario de Estado y coordinador para la política internacional de las comunicaciones de Estados Unidos en marzo de este año, se evidenció también la intención de accionar con el sector no estatal.
Lo cierto es que el gobierno cubano tiene concebido el programa de informatización del país, que incluye la modernización de la infraestructura de telecomunicaciones y del equipamiento informático, la actualización del marco legal, la seguridad tecnológica, el desarrollo de contenidos, aplicaciones, servicios, comercio electrónico y del capital humano.
Cuba asumirá los propósitos planteados en el “Programa Conectar 2020”, para el desarrollo mundial de las Tecnologías de la Información y las Comunicaciones”, de la Unión Internacional de Telecomunicaciones (UIT), sostuvo hace cerca de un mes Ernesto Rodríguez Hernández, Director General de Informática del Ministerio de Comunicaciones de Cuba.
Creo que en sentido general los principales objetivos del programa son alcanzables en el 2020: Un 60% de penetración del servicio móvil es posible si tenemos en cuenta que este año se activarán alrededor de un millón de líneas para cerrar el 2015 con cerca de 3,5 millones de usuarios – un millón de ellos con servicio de correo electrónico -, y esa tendencia creciente se va a mantener. Es factible lograr que en el 2020 el 50% de los hogares cubanos tengan acceso a Internet vía alámbrica o inalámbrica. A las personas que ya poseen acceso a la red de redes en sus viviendas a través de sus instituciones, se unirán otras en los próximos meses de manera gradual y paulatina, comenzando por aquellas que residen en el área de cobertura de los puntos de conexión inalámbrica (Wifi) que se pondrán en servicio en zonas públicas en La Habana, las capitales provinciales y otras ciudades del país, y posteriormente por vía alámbrica y a través de los móviles.
En la clausura del Primer Taller Nacional de Informatización y Ciberseguridad, el Primer Vicepresidente cubano, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, expresó:
“Las acciones de divulgación sobre el evento han permitido informar al pueblo la determinación de la dirección de la Revolución en llevar a cabo un proceso de informatización de la sociedad, masificando el uso de las TIC, satisfacer las necesidades crecientes de información y servicios, elevar el bienestar de la población y acelerar el desarrollo económico y social, y dar a conocer las razones de Cuba y nuestra verdad en la red.
“Un tema como este no puede verse desvinculado del resto de los grandes temas a los que se enfrenta el país, y existe la voluntad y disposición efectiva del Partido y el Gobierno cubanos de desarrollar la informatización de la sociedad y poner Internet al servicio de todos, facilitando una inserción efectiva y auténtica de los cubanos en ese espacio.
“El bloqueo a Cuba, aunque algunos no lo quieran considerar, ha limitado el acceso a financiamiento, tecnología, sistema, infraestructura, software y aplicaciones. El reconocimiento de su fracaso como política por parte del presidente Obama y el anuncio de realizar inversiones en el sector de las telecomunicaciones para que el pueblo cubano pueda acceder a las mismas, es un reconocimiento de ello. El cambio de táctica, pero no de los objetivos de la política del gobierno de Estados Unidos hacia Cuba, acentúa la necesidad de que avancemos más en el proceso de informatización cubano”.
En resumen, en el campo de las tecnologías de la información y las comunicaciones, el imperialismo norteamericano tiene un plan dirigido a subvertir el orden y la constitución cubana, empleando las redes y aplicaciones informáticas.
“A un plan” -dijo José Martí- “obedece nuestro enemigo: el de enconarnos, dispersarnos, dividirnos, ahogarnos. Por eso obedecemos nosotros a otro plan; enseñarnos en toda nuestra altura, apretarnos, juntarnos, burlarlo, hacer por fin a nuestra patria libre. Plan contra plan.”