Ángel Guerra Cabrera https://lapupilainsomne.wordpress.com
E’ in corso in Ecuador, dall’8 giugno, un altro tentativo dell’imperialismo e dell’ oligarchia di rovesciare il presidente Rafael Correa.
Approfittando della sfavorevole congiuntura creata dai bassi prezzi del petrolio, la prossima visita di Papa Francesco e l’attacco sistematico dei media corporativi locali e internazionali contro Quito, iniziano una guerra di logoramento in vista delle elezioni del 2017 davanti al fatto lampante dell’alta popolarità di Correa. Per questo hanno organizzato proteste di piazza colorate dalla violenza e appellato al rovesciamento del governo legittimo.
Il pretesto è ora il disegno di Legge sulla Ridistribuzione della Ricchezza inviato dal Presidente all’Assemblea Nazionale, che stabilisce una tassa progressiva a partire dal 2,5% sull’eredità tra i 35400 e 70800 dollari e inciderebbe su un 2% della popolazione.
Davanti all’escalation destabilizzante, Correa ha deciso di ritirare temporaneamente il disegno di legge e ha chiesto l’apertura di un dibattito nazionale in tutti i settori sul nuovo ordinamento giuridico e a creare un clima di pace per l’accoglienza del papa. Egli ha sostenuto che, se nel dibattito fosse dimostrato, come afferma la destra, che i poveri saranno colpiti dal provvedimento, lui lo ritirerebbe definitivamente. Nel frattempo, il partito di governo, Alianza País, ha continuato spiegando la legge alla popolazione e Correa ha invitato l’opposizione a raccogliere le firme necessarie per indire un referendum revocatorio del mandato presidenziale dove, ha assicurato, sarebbe stata nuovamente sconfitta. E’ opportuno ricordate che il referendum revocatorio è figlio della nuova Costituzione incoraggiata da Correa.
Il piano destabilizzante, amplificato dalla macchina mediatica egemonica dentro e fuori dell’Ecuador, segue il copione del ciclo di tentativi di golpe contro i governi post-neoliberali della regione. Questi, per la loro sequenza, ingenti risorse finanziarie spese, relativo coordinamento dell’imperialismo e delle destre nella sua esecuzione e il non usuale sostegno mediatico dei giornali della Società Inter Americana di Stampa e dei loro omologhi di Madrid, nonché la televisione CNN in spagnolo e NTN24, sono parte di una controffensiva oligarchico-imperialista per distruggere le conquiste di quei governi.
Il suo esordio è segnato proprio della sanguinosa violazione yankee-uribista della sovranità territoriale dell’Ecuador (marzo 2008), il ripristino da Washington della IV Flotta, annunciato un mese dopo, il fallito colpo di stato separatista contro Evo Morales nel settembre dello stesso anno, il golpe morbido che ha rovesciato Zelaya (2009) e un anno dopo il piano di colpo di stato oligarchico e il tentativo d’assassinio contro lo stesso Correa. Seguiti dal colpo di Stato parlamentare contro il presidente Fernando Lugo in Paraguay (2012) e il dirottamento del aereo di Evo in territorio europeo, della NATO, l’anno successivo.
Gli eventi degli ultimi giorni per le strade dell’Ecuador, ricordano le tattiche che hanno seguito l’imperialismo e l’apolide opposizione venezuelana per rovesciare il presidente Nicolas Maduro, dal febbraio 2014. Queste tattiche provengono dall’arsenale delle cosiddette rivoluzioni colorate, adattate alla realtà dei governi molto più forti e con più grande sostegno popolare che quelli della periferia dell’ex URSS e sono finanziati dalla National Endowment for Democracy e altre fondazioni di facciata della CIA o i loro pari europei.
Ecuador, secondo i datti della CEPAL, ha diminuito, dal 2008, la povertà, la disuguaglianza e la disoccupazione e ha alzato l’indice di Sviluppo Umano, cosi come ha realizzato un importante sistema di protezione completa per le persone con esigenze particolari e nel 2012 aveva incrementato del 26% la tassa di studenti incorporati nell’istruzione superiore. I suoi successi nel campo dell’istruzione e della sanità sono stati riconosciuti dall’UNESCO e dall’UNICEF. In quei anni ha costruito una rete stradale eccellente che, per la prima volta, ha unificano il paese e ha anche costruito 10 grandi dighe che contribuiscono alla generazione di energia pulita.
Tutto questo, la sua gelosa difesa della sovranità nazionale e la suo performance di successo come presidente pro tempore della CELAC, ha alzato notevolmente il prestigio di Correa. Lì c’è la spiegazione della furiosa reazione oligarchica.
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Ecuador y la contraofensiva oligárquico-imperialista
Está en marcha en Ecuador desde el 8 de julio otro intento del imperialismo y la oligarquía por derrocar al presidente Rafael Correa. Aprovechando la desfavorable coyuntura creada por los bajos precios del petróleo, la próxima visita del papa Francisco y el sistemático ataque de los medios corporativos locales e internacionales contra Quito, inician una guerra de desgaste con vista a las elecciones de 2017 ante el hecho palmario de la alta popularidad de Correa. Para ello han organizado protestas de calle entintadas por la violencia y llamados al derrocamiento del gobierno legítimo.
El pretexto ahora es la iniciativa de Ley de Redistribución de la Riqueza enviada por el presidente a la Asamblea Nacional, que establece un impuesto progresivo a partir de 2.5 por ciento a las herencias entre 35 mil cuatrocientos y 70 mil 800 dólares y afectaría a un 2 por ciento de la población.
Ante la escalada desestabilizadora, Correa decidió retirar temporalmente la iniciativa de ley y llamó a abrir un debate nacional en todos los sectores sobre el nuevo ordenamiento legal y a crear un clima pacífico para el recibimiento del papa. Argumentó que si en el debate se demostrara, como afirma la derecha, que los pobres van a ser afectados por la medida, él la retiraría definitivamente. Mientras tanto, el partido de gobierno Alianza País ha continuado la explicación de la ley a la población y Correa emplazó a la oposición a recoger las firmas necesarias para convocar un referendo revocatorio del mandato presidencial, donde, aseguró, sería derrotada otra vez. Conviene recordar que el referendo revocatorio es hijo de la nueva Constitución alentada por Correa.
El plan desestabilizador, amplificado por la maquinaria mediática hegemónica dentro y fuera de Ecuador, sigue el guión del ciclo de intentos golpistas contra los gobiernos posneoliberales de la región. Estos, por su secuencia, cuantiosos recursos financieros empleados, relativa coordinación del imperialismo y las derechas en su ejecución y descomunal apoyo mediático de los diarios de la Sociedad Interamericana de Prensa y sus homólogos madrileños, al igual que las televisoras CNN en español y NTN24, forman parte de una contraofensiva oligárquica-imperialista para destruir los logros de esos gobiernos.
Su inicio lo marca precisamente la sangrienta violación yanqui-uribista de la soberanía territorial ecuatoriana(marzo de 2008), el restablecimiento por Washington de la IV Flota anunciado un mes más tarde, el frustrado golpe separatista contra Evo Morales en septiembre de ese mismo año, el golpe blando que derrocó a Mel Zelaya(2009) y un año después el plan golpista oligárquico e intento de magnicidio contra el propio Correa. Seguidos del golpe parlamentario contra el presidente Fernando Lugo en Paraguay(2012) y el secuestro del avión de Evo en territorio europeo otaniano al año siguiente.
Los hechos de los últimos días en las calles de Ecuador recuerdan las tácticas que han seguido el imperialismo y la apátrida oposición venezolana para derrocar al presidente Nicolás Maduro desde febrero de 2014. Estas tácticas se nutren del arsenal de las llamadas revoluciones de colores, adaptadas a la realidad de gobiernos mucho más sólidos y con mucho mayor apoyo popular que los de la periferia de la antigua URSS y están financiadas por la National Endowment for Democracy y otras fundaciones pantallas de la CIA o sus similares europeas.
Ecuador, según datos de CEPAL, ha disminuido sucesivamente desde 2008 la pobreza, la desigualdad y el desempleo y elevado el Índice de Desarrollo Humano, así como implementado un importante sistema de protección integral para las personas con capacidades especiales y en el 2012 había incrementado 26 por ciento la tasa de alumnos incorporados a la educación superior. Sus logros en educación y salud han sido reconocidos por la UNESCO y UNICEF. Durante esos años ha construido una excelente red de carreteras que por primera vez unifican al país y edificado 10 grandes presas que contribuyen a la generación de energía limpia.
Todo ello, su celosa defensa de la soberanía nacional y su exitoso desempeño como presidente pro témpore de CELAC ha elevado extraordinariamente el prestigio de Correa. Allí está la explicación de la furiosa reacción oligárquica.
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