La Fondazione Internazionale Hugo Chávez per la Pace, l’Amicizia e la Solidarietà ha emesso di recente una Dichiarazione di sostegno alla proposta di assegnare il Premio Nobel della Pace alla Brigata medica cubana Henry Reeve.
L’Organizzazione Non Governativa, con la sede principale nella Sierra Leone, considera il contingente -specializzato in situazioni di disastri e grandi epidemie- un’altissima espressione dei servizi medici internazionalisti di Cuba in altri paesi.
Questo gruppo ha offerto la sua assistenza solidale di recente nella stessa Sierra Leone, in Guinea e in Liberia, nella battaglia contro l’Ebola, e adesso si trova in Nepal, dopo i devastanti terremoti che hanno provocato più di ottomila morti.
La dichiarazione diffusa con un bollettino dell’Istituto Cubano d’Amicizia con i Popoli, sostiene che sia i dirigenti della Brigata, come i suoi membri, rappresentano un aiuto inestimabile che non solo contribuisce a rendere la salute ai popoli del mondo, ma restituisce anche la dignità e i diritti umani.
Inoltre si segnala nel testo che la Fondazione ha accolto con beneplacito la notizia che i sindacati della Norvegia hanno lanciato nel mondo la campagna per assegnare alla Henry Reeve il Premio Nobel della Pace.
Reeve era un giovane statunitense (1850-1878) che morì combattendo per l’indipendenza di Cuba contro l’impero coloniale nel XIX secolo e giunse ad essere generale di brigata dell’Esercito di Liberazione.
Il testo della dichiarazione aggiunge che il lavoro della Brigata è dedicato a salvare vite e ad offrire assistenza umanitaria nei paesi dell’America Latina, Asia, Africa e altre regioni, nella lotta contro la carestia, i disastri naturali e le malattie gravi.
Recentemente il Programma di Collaborazione Medica Internazionalista di Cuba, con 55 anni di vita, è stato proposto per il Premio Nobel della Pace dall’accademico canadese John.Kirk, petizione registrata formalmente.
Kirk ha esposto come argomenti le innumerevoli mostre d’internazionalismo medico cubano, come l’appoggio a migliaia di bambini dell’Ucraina, l’Operazione Miracolo, che ha reso la vista a circa tre milioni di persone.
Inoltre si sommano ai meriti dell’Isola dei Caraibi la Scuola Latinoamericana di Medicina che ha già formato 24.000 medici, l’appoggio ad Haiti dopo l’uragano Mitch e il terremoto del 2010 e il ruolo così importante nei tre paesi africani più colpiti dall’epidemia di Ebola.
LA COLLABORAZIONE MEDICA INTERNAZIONALE
Marcia Cobas, viceministra di salute pubblica, ha segnalato che 50.663 cooperanti cubani lavorano in 67 paesi in diverse modalità di collaborazione, anche se in maggioranza sotto il principio della solidarietà.
Siamo presenti in 32 paesi con il programma integrale di salute, in 14 con l’Operazione Miracolo, in 17 nazioni con la modalità d’assistenza tecnica con compenso e solo in 16 con servizi medici cubani”, ha spiegato.
” Domina sempre la solidarietà al disopra dei contratti. Esportiamo servizi, non medici, perchè i nostri professionisti hanno un loro posto di lavoro garantito in Cuba, oltre che il loro salario e la protezione della previdenza sociale”.
Ci sono prospettive di ampliamento degli accordi esistenti, anche quando esistono limitazioni per le risorse umane e le lingue.
A questo proposito ha detto che si stanno già stabilendo alcune azioni, come rinforzare lo studio delle lingue straniere, inglese, francese e portoghese nelle scuole superiori e inoltre si spera di sviluppare nell’Isola quello che si conosce come “Turismo della Salute”, per il quale si stanno ampliando le capacità.
“L’idea è accelerare questa linea di specialità nei prossimi tre anni, per competere con le altre nazioni”, ha assicurato Marcia Cobas.
La vice ministra ha riferito che il totale degli alunni stranieri che chiedono di studiare medicina e altre specialità del settore cresce ogni anno e cresce anche la richiesta per frequentare i corsi brevi e i corsi estivi.