Tradimenti e debacle nella nomina delle candidature delle opposizioni

misionverdad.com

Il processo di iscrizione delle candidature presidenziali in Venezuela, in vista delle elezioni del 28 luglio, è culminato con importanti novità, intrighi e “tradimenti” tra le fila delle diverse opposizioni.

Manuel Rosales, dirigente del partito Un Nuevo Tiempo (UNT) e attuale governatore dello stato di Zulia, ha chiuso la giornata di iscrizione dei candidati dell’opposizione, accumulandosi ad una lunga lista di 12 figure provenienti da vari spettri dell’antichavismo.

La chiusura del processo è stata caratterizzata dalle polemiche attorno a due nomi: Manuel Rosales e Corina Yoris, anche a causa di diverse segnalazioni di apparenti “problemi del sistema” automatizzato di candidatura che, presumibilmente, avrebbe impedito il caricamento dei nomi da parte delle organizzazioni UNT e della Piattaforma Unitaria Democratica (PUD).

L’EFFIMERA CORINA YORIS

Venerdì scorso, 22 marzo, l’opposizione rappresentata dai fattori che compongono la PUD ha evidenziato la mancanza di una strategia di sostituzione di María Corina Machado come portabandiera elettorale, data l’impossibilità che possa assumere tale ruolo a causa della sua inabilitazione dai pubblici uffici.

Machado, che avrebbe vinto la leadership dell’opposizione nelle dubbie elezioni primarie, tenutesi nell’ottobre 2023, ha rivendicato la facoltà di unica decidente sulla sua figura sostitutiva.

La dirigente aveva sostenuto, per mesi, una narrazione in cui fustigava ogni indicazione su una possibile sostituzione del suo nome ed è riuscita a condizionare i messaggi tra gli stessi oppositori, portando avanti la diatriba fino al giorno delle iscrizioni.

Henrique Capriles, dirigente del partito Primero Justicia (PJ), aveva segnalato in più occasioni la necessità di discutere metodi di nomina di altre “opzioni” a Machado, sia tra figure partecipanti alle primarie sia tra coloro che non vi avevano partecipato, ma la sua richiesta è stata scartata da Machado e dai suoi accoliti.

La mancanza di strategia è sfociata nella discrezionalità con cui Machado ha esercitato col “potere del dito” e designare il suo sostituto, nominando Corina Yoris, professoressa universitaria ottantenne che faceva parte della Commissione Nazionale della Primaria. Il nome diYoris è nato grazie alla fiducia di Machado, ma era anche una strategia di marketing politico. Inoltre, Yoris era già stata segnalata, insieme a Teresa Albanes e Jesús María Casal, di “sequestrare” le elezioni primarie a favore di Machado.

Secondo i portavoce dei componenti la PUD e la stessa María Corina Machado, alla PUD e UNT è stato impedito di presentare le loro candidature per via digitale, ma non esiste alcuna prova conclusiva di ciò. Entrambi i partiti avrebbero dovuto iscrivere Corina Yoris, ma ciò non è avvenuto alla chiusura del processo di nomina; nella tarda notte di lunedì 25 marzo.

La nomina di Corina Yoris era già segnata da polemiche, poiché era considerata un “alter ego” di María Corina Machado. Per questo è necessario rivedere le regole del gioco.

L’organo di governo elettorale, il Consiglio Elettorale Nazionale (CNE), ha anticipato la data in cui si doveva realizzare la fase di ammissione o rigetto delle candidature.

“Sebbene nella pubblicazione sul sito si indica che l’ammissione o rigetto delle domande avverrà dal 28 marzo al 1 aprile, nelle istruzioni consegnate ai partiti si indica che l’ammissione verrà decisa tra il 21 e il 25 marzo”, scrive il giornalista dell’opposizione esperto di questioni elettorali Eugenio Martinez.

Secondo Martínez, contemporaneamente al processo di candidatura, c’è stato un processo di revisione delle candidature e, sebbene Yoris non sia riuscita a farsi nominare (per ragioni non ancora chiare), è un fatto che il suo nome era in discussione per essere una figura “delegata”.

Il processo di candidatura alle presidenziali è regolato in conformità con le disposizioni della Legge Organica sui Processi Elettorali (LOPRE) e dal suo Regolamento Generale.

Ai sensi dell’Articolo 61 della LOPRE, la CNE è competente a pronunciarsi sull’ “ammissione o sul rigetto della domanda”. La valutazione che il CNE effettua delle candidature comprende l’esame della proposta governativa degli aspiranti, oltre alle condizioni di eleggibilità previste dalla Costituzione e dalle leggi elettorali.

Il Regolamento Generale della LOPRE all’Articolo 120 stabilisce che “si considerano cause di ineleggibilità per essere candidata/o alle cariche con elezioni popolari il mancato rispetto di una qualsiasi delle condizioni di eleggibilità richieste dalla Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela e dalle Leggi”. Naturalmente, questo articolo afferma che una persona inabilitata non possa partecipare, ma non necessariamente qualsiasi persona abilitata può farlo.

Nel caso di Corina Yoris, il suo annuncio come candidata è stato fatto sotto la tutela di María Corina Machado. Era una proposta di candidatura senza un proprio progetto governativo. Non rappresentava nessuno dei suoi partiti, né lei è stata un fattore dirigente. Si trattava, cioè, di una proposta di candidatura “per delega”, ovvero “alter ego”.

È molto probabile che in un processo di revisione della domanda di Corina Yoris, questa non sarebbe stata convalidata dal CNE, dato che è stato un fatto pubblico, notorio e comunicativo che questa persona non disponeva di un minimo di autonomia per assumere la carica e, di conseguenza, cercare di assumerla affinché un’altra persona potesse farlo de facto (Machado) sarebbe stata una sorta di farsa, falsa offerta elettorale o frode elettorale.

La candidatura di Yoris suggerisce di creare le condizioni per violare l’Articolo 139 della Costituzione, secondo il quale l’esercizio del Potere Pubblico “comporta una responsabilità individuale”.

L’Articolo 225 del testo costituzionale precisa che il Potere Esecutivo “è esercitato” dal Presidente della Repubblica. Da parte sua, l’Articolo 226 della Magna Carta afferma che è “il capo dello Stato che dirige l’azione del governo” e, inoltre, l’Articolo 232 indica che il Presidente/essa è responsabile dei suoi atti e degli obblighi derivanti dal suo incarico.

La promessa di Corina Yoris di candidarsi per assumere la carica “in nome di” Machado e per avviare una “transizione” è coperta di illegalità, poiché implicava apertamente l’intenzione di stabilire un trasferimento del potere de facto a una determinata persona. Le funzioni di una carica sono intrasferibili.

IL DIFFICILE PROCESSO DI CANDIDATURA E IL CONFLITTO INTERNO ALL’OPPOSIZIONE

Questo martedì 26 marzo, la dirigente María Corina Machado ha dichiarato in una presentazione alla stampa che la candidatura di Manuel Rosales come candidato era un “tradimento” della PUD e del “mandato” delle primarie dell’ottobre 2023.

Durante queste dichiarazioni, a Machado è stato chiesto se avrebbe sostenuto Manuel Rosales, al che ha sottolineato che la sua unica candidata era Corina Yoris. Ancora una volta e senza sminuire la fattibilità di ciò, ha dichiarato che avrebbero lottato fino ad ottenere la sua iscrizione come candidata.

Fino alle prime ore di martedì 25, si stimava che la PUD e il suo simbolo “unitaria” non avrebbe avuto la candidatura di Yoris, né avrebbe partecipato alle elezioni, mentre il simbolo dell’UNT sì avrebbe avuto come candidato il nome di Rosales.

Le ferite e le divisioni aperte tra i fattori dell’opposizione hanno raggiunto un nuovo culmine, in modi sicuramente irreparabili, a causa della polemica sulla iscrizione delle candidature, avvenuta all’interno di riunioni riservate tra i dirigenti dei partiti che compongono la PUD.

Come punto rilevante del dibattito, figura che l'”impossibilità tecnica” di iscrizione da parte della PUD e UNT sarebbe stato un meccanismo del CNE per condizionare il processo di postulazione.

Ma questo elemento è debole, dato che l’unica “prova” di ciò è un video in diretta diffuso dalla PUD in cui una persona tenta di loggarsi a quello che sembra essere il sistema automatizzato di postulazione. Ma nelle immagini non si vede il dominio del sito. Ciò avrebbe avuto luogo nella tarda notte di lunedì 25. Tuttavia, il 22 marzo, il giornalista Eugenio Martinez ha commentato che il CNE aveva stabilito blocchi orari affinché le organizzazioni politiche potessero portare a termine le loro procedure di candidatura.

Ciò suggerisce che la PUD era fuori tempo massimo dal suo blocco orario. Inoltre, non ci sono state segnalazioni di attività in presenza di attori della PUD per cercare di portare a termine il processo attraverso mezzi amministrativi nella CNE.

Probabilmente i processi dilatori starebbero dietro le quinte e i dibattiti avvenuti all’interno della PUD tra gli attori politici, soprattutto in un contesto di intransigenza da parte di María Corina Machado nel non desistere dalla proposta del suo alter ego Corina Yoris.

TRADIMENTI ED INTRIGHI

La giornalista Carla Angola, membro della rete di comunicazione di María Corina Machado, ha dichiarato dal suo account sulla Piattaforma X che gli emissari dell’UNT “hanno ingannato i 9 partiti della Piattaforma Unitaria”.

Angola ha detto che ogni volta che si menzionava la voce che Rosales si era già iscritto, i rappresentanti dell’UNT assicuravano: “Come pensate che ciò possa essere vero se siamo qui con voi?”

“Hanno ingannato tutti. Il sistema era chiuso per la MUD, ma non per UNT”, ha sottolineato l’Angola.

Ma ci sono altre contraddizioni tra gli attori dell’opposizione sulla questione del “sistema”. L’UNT avrebbe iscritto Rosales dal primo pomeriggio di lunedì 25, mentre pubblicamente fingevano di non avere accesso.

Nícmer Evans, oppositore e direttore del media Punto de Corte, ha precisato che “secondo le sue fonti” l’UNT ha instancabilmente fatto pressione per la nomina consensuale di Rosales, cercando di ottenere l’appoggio di gran parte della PUD, ma avrebbero incontrato l’assoluta intransigenza di Machado, che addirittura ha abbandonato una riunione sostenendo che non avrebbe accettato nomi diversi da quello di Corina Yoris.

L’UNT avrebbe fatto “un teatro che non potevano iscrivere”, mentre continuavano a “insistere su una candidatura consensuale con il nome di Rosales”, ha pubblicato Evans.

Gli emissari dell’UNT si erano rivolti al CNE ottenendo la candidatura, per vie amministrative, di Rosales, ma anche, sapendo che non ci sarebbe stato un accordo nella PUD, di cui fanno parte anche loro, avrebbero ottenuto la candidatura di qualcun altro (il suo nome non è stato rivelato prima di questa stesura) al fine di “salvaguardare lo spazio” per una successiva sostituzione e poter utilizzare il simbolo della PUD alle elezioni.

Secondo Evans, Rosales cercherà ottenere più sostegni nella PUD per avere l’approvazione per mettere il suo nome su quel simbolo nei prossimi giorni, ma l’agitazione pubblica che questo problema ha generato rende questa possibilità molto difficile.

Secondo Orlando Avendaño, segnalato di far parte dell’entourage di “giornalisti” al servizio di Machado, a questo accordo segreto avrebbero partecipato, oltre all’UNT, i dirigenti Henry Ramos Allup, Henrique Capriles, Juan Pablo Guanipa e il partito Fuerza Vecinal (FV); quest’ultimo è comparso, la notte di lunedì 25, davanti al CNE per aderire alla candidatura di Rosales.

“FINO ALLA FINE”

In soli tre giorni è crollato un anno di lavoro politico della PUD e di altri attori esterni, come la stessa María Corina Machado.

Ma questa crisi massima era prevedibile, in primo luogo a causa del personalismo di Machado, della sua inamovibilità, del suo divieto espresso di cercare sostituti, delle sue strategie basate su premesse massime, per imporre unilateralmente una candidatura “delegata” e del suo determinato interesse a controllare l’opposizione.

Nonostante l’evidente e viscerale rifiuto di Machado di Rosales, ha insistito sul fatto che si manterrà “sulla strada elettorale” facendo pressione per la registrazione di Corina Yoris, ma non ci sono elementi chiari su come riuscirà a renderlo possibile in queste circostanze.

Machado sa che su di lei pesa una notevole attenzione da parte del pubblico. Non vuole perdere il tempo schierandosi apertamente dalla parte dell’astensione, ma l’evidente rottura tra le opposizioni è profonda e trasversale.

Per Machado, “tutti” i nominati sono candidati “di Maduro”, mentre Rosales ha dichiarato di essersi candidato “per riempire uno spazio e per dare ai venezuelani l’opportunità di partecipare alle elezioni”.

In totale conosciamo i nomi di 12 dirigenti dell’opposizione che andranno alle elezioni contro un unico candidato iscritto dai partiti chavisti: Nicolás Maduro.


TRAICIONES Y DEBACLE EN LA POSTULACIÓN DE CANDIDATURAS OPOSITORAS

 

El proceso de inscripción de candidaturas presidenciales en Venezuela, con miras a la elección del 28 de julio, culminó con importantes noticias, intrigas y “traiciones” entre las filas de las varias oposiciones.

Manuel Rosales, líder del partido Un Nuevo Tiempo (UNT) y actual gobernador en el estado Zulia, cerró la jornada de inscripción de los candidatos opositores acumulándose una larga lista de 12 figuras provenientes de diversos espectros del antichavismo.

El cierre del proceso se decantó por la polémica alrededor de dos nombres: Manuel Rosales y Corina Yoris, igualmente, por los varios señalamientos de aparentes “problemas del sistema” automatizado de postulación que supuestamente habría impedido la carga de nombres por las organizaciones UNT y la Plataforma Unitaria Democrática (PUD).

LA EFÍMERA CORINA YORIS

El pasado viernes 22 de marzo, la oposición representada por los factores que integran la PUD evidenciaron la falta de estrategia de sustitución de María Corina Machado como abanderada electoral, ante la imposibilidad de que esta asumiera tal rol por contar con inhabilitación para asumir cargos públicos.

Machado, quien se habría alzado con el liderazgo opositor en unas dudosas elecciones primarias realizadas en octubre de 2023, se abrogó la facultad de única decisora sobre su figura sustituta.

La dirigenta había sostenido una narrativa durante meses en la que fustigaba cualquier señalamiento sobre una posible sustitución a su nombre y logró condicionar los mensajes entre los propios opositores, llevando la diatriba hasta el día de las postulaciones.

Henrique Capriles, dirigente del partido Primero Justicia (PJ) había señalado en diversas oportunidades la necesidad de discutir métodos de designación de otras “opciones” a Machado, bien sea entre figuras participantes en las primarias o que no hayan participado en ellas, pero su demanda fue desestimada por Machado y sus acólitos.

La falta de estrategia se decantó en la discrecionalidad de Machado para ella ejercer el “poder del dedo” y designar su reemplazo, nombrando así a Corina Yoris, profesora universitaria de 80 años quien formó parte de la Comisión Nacional de Primarias. El nombre de Yoris surgió por la confianza de Machado, pero también se trató de una estrategia de marketing político. Además, Yoris ya había sido señalada, junto a Teresa Albanes y Jesús María Casal, de “secuestrar” las elecciones primarias a favor de Machado.

Según vocerías de actores de la PUD y la propia María Corina Machado, la PUD y UNT se encontraban impedidos para realizar sus postulaciones por vía digital, pero no hay pruebas contundentes de ello. Se suponía que ambos partidos inscribirían a Corina Yoris, pero esto no ocurrió al cierre del proceso de postulaciones hasta altas horas de la noche del lunes 25 de marzo.

La postulación de Corina Yoris ya estaba signada por la polémica, al ser considerada un “alter ego” de María Corina Machado. Para esto es necesario revisar las reglas del juego.

El ente rector comicial, el Concejo Nacional Electoral (CNE), adelantó la fecha en la que debía llevarse a cabo la fase de admisión o rechazo de las postulaciones.

“Aunque en la publicación del website se indica que la admisión o rechazo de postulaciones será del 28 de marzo al 1 de abril, en el instructivo entregado a los partidos se indica que la admisión se decidirá entre 21 y 25 de marzo”, escribió el periodista opositor experto en temas electorales Eugenio Martínez.

De acuerdo con Martínez, en simultáneo al proceso de postulación, había un proceso de revisión de las postulaciones y, si bien Yoris no logró ser postulada (por razones aún no claras), es un hecho que su nombre estaba bajo discusión por ser una figura “delegada”.

El proceso de postulaciones para candidaturas presidenciales se rige de acuerdo con lo previsto en la Ley Orgánica de Procesos Electorales (LOPRE) y por su Reglamento General.

De acuerdo con el Artículo 61 de la LOPRE, el CNE está facultado para pronunciarse sobre “la admisión o rechazo de la postulación”. La evaluación que el CNE realiza de las postulaciones incluye la revisión de la propuesta de gobierno de los aspirantes, además de las condiciones de elegibilidad previstas en la Constitución y leyes electorales.

El Reglamento General de la LOPRE en su Artículo 120 establece que “se consideran causas de inelegibilidad para ser candidata o candidato a cargos de elección popular, el incumplimiento de alguna de las condiciones de elegibilidad exigidas por la Constitución de la República Bolivariana de Venezuela y las Leyes”. Claro que este artículo refiere que una persona inhabilitada no puede participar, pero no necesariamente cualquier persona que está habilitada necesariamente puede hacerlo.

En el caso de Corina Yoris, su anuncio como candidata se realizó a modo tutelado por María Corina Machado. Se trató de una propuesta de candidatura sin proyecto propio de gobierno. No representaba a ningún partido propio, ni ella ha sido un factor dirigente. Es decir, se trató de una propuesta de candidatura “por delegación”, o “alter ego”.

Es muy probable que en un proceso de revisión de la postulación de Corina Yoris, esta no habría sido validada por el CNE, dado que fue un hecho público, notorio y comunicacional que esta persona no tenía un mínimo de autonomía para asumir el cargo y, en consecuencia, pretender asumirlo para que otra persona lo haga de facto (Machado) sería un tipo de farsa, falsa oferta electoral o fraude electoral.

La candidatura de Yoris sugería crear condiciones para violentar el Artículo 139 de la Constitución, el cual refiere que el ejercicio del Poder Público “acarrea una responsabilidad individual”.

El Artículo 225 del texto constitucional refiere que el Poder Ejecutivo “se ejerce” por el Presidente o Presidenta de la República. Por su parte, el Artículo 226 de la Carta Magna refiere que es “el jefe de Estado quien dirige la acción de gobierno” y, adicionalmente, el Artículo 232 señala que el Presidente o Presidenta es responsable de sus actos y de las obligaciones de su cargo.

La promesa de Corina Yoris de ser candidata para asumir el cargo “a nombre de” Machado y a fin de iniciar una “transición” está revestida de ilegalidad, dado que abiertamente implicaba la intención de establecer una transferencia del poder de facto a una persona particular. Las funciones de un cargo son intransferibles.

EL DIFÍCIL PROCESO DE POSTULACIONES Y EL CONFLICTO INTERNO OPOSITOR

Este martes 26 de marzo, la dirigente María Corina Machado declaró en una presentación a la prensa que la postulación de Manuel Rosales como candidato era una “traición” a la PUD y al “mandato” de las primarias de octubre de 2023.

Durante estas declaraciones se le preguntó a Machado si apoyaría a Manuel Rosales, a lo cual recalcó que su única candidata era Corina Yoris. Nuevamente y sin denostar la viabilidad de ello, declaró que lucharían hasta lograr su inscripción como candidata.

Hasta la madrugada del martes 25 se estimaba que la PUD y su tarjeta “unitaria” no contaría con la candidatura de Yoris, ni tampoco participaría en la elección, mientras que la tarjeta de UNT sí contaría con el nombre de Rosales como postulado.

Las heridas y divisiones abiertas entre los factores de la oposición alcanzaron un nuevo cenit, de maneras seguramente irreparables, a causa de la polémica de la inscripción de candidaturas, lo cual transcurrió en el ínterin de reuniones cerradas entre los dirigentes de los partidos que hacen vida en la PUD.

Como punto relevante del debate, figura que la “imposibilidad técnica” de la inscripción por parte de la PUD y UNT habría sido un mecanismo del CNE para condicionar el proceso de postulaciones.

Pero este elemento es débil, dado que la única “prueba” sobre esto es un video en vivo divulgado por la PUD donde una persona intenta loguearse en lo que parece ser el sistema automatizado de postulaciones. Pero en las imágenes no se logra ver el dominio de la página web. Esto se habría realizado a altas horas de la noche del lunes 25. Sin embargo, el 22 de marzo el periodista Eugenio Martinez comentó que el CNE había establecido bloques horarios para que las organizaciones políticas hicieran sus procesos de postulaciones.

Esto sugiere que la PUD se había desfasado de su bloque horario. Adicionalmente no hubo reportes sobre actividad presencial de actores de la PUD para intentar realizar el proceso por vías administrativas en el CNE.

Probablemente los procesos dilatorios estarían en los tras bastidores y debates que se efectuaban en el seno de la PUD entre los actores políticos, especialmente en un contexto de intransigencia por parte de María Corina Machado en no desistir de la propuesta de su alter ego Corina Yoris.

TRAICIONES E INTRIGAS

La periodista Carla Angola, integrante del anillo de comunicaciones de María Corina Machado, declaró desde su cuenta en la plataforma X que los emisarios de UNT “engañaron a los 9 partidos de la Plataforma Unitaria”.

Angola refirió que cada vez que se mencionaba el rumor de que Rosales ya se iba a inscribir, los representantes de UNT les aseguraban: “¿Cómo creen que eso puede ser verdad si estamos aquí con ustedes?”.

“Los engañaron a todos. El sistema estaba cerrado para la MUD, pero no para UNT”, recalcó Angola.

Pero hay más contradicciones entre los actores opositores sobre el tema de “el sistema”. UNT habría inscrito a Rosales desde temprano en la tarde del día lunes 25, mientras que fingían en lo público que no tenían acceso.

Nícmer Evans, opositor que también es jefe del medio Punto de Corte, indicó que “según sus fuentes” UNT presionó incansablemente por la postulación de Rosales por consenso, intentando ganar el apoyo de gran parte de la PUD, pero se habrían encontrado con la absoluta intransigencia de Machado, quien incluso abandonó una reunión alegando que no aceptaría nombres distintos al de Corina Yoris.

UNT habría hecho “un teatro de que no podían inscribir”, mientras seguían “insistiendo en una candidatura de consenso con el nombre de Rosales”, publicó Evans.

Los emisarios de UNT habían acudido al CNE logrando la postulación de Rosales por vías administrativas, pero además, a sabiendas de que no habría un acuerdo en la PUD, de la cual también forman parte, habrían logrado la postulación de alguien más (su nombre no ha sido revelado antes de esta redacción) a fin de “resguardar el espacio” para una sustitución posterior y poder usar la tarjeta de la PUD en la elección.

Según Evans, Rosales buscará lograr más apoyos en la PUD para contar con el aval de poner su nombre en esa tarjeta en los próximos días, pero la conmoción pública que ha generado este tema hace muy difícil esa posibilidad.

Según Orlando Avendaño, señalado de formar parte del séquito de “periodistas” a servicio de Machado, en esta componenda habrían participado, además de UNT, los dirigentes Henry Ramos Allup, Henrique Capriles, Juan Pablo Guanipa y el partido Fuerza Vecinal (FV); estos últimos se presentaron en la noche del lunes 25 ante el CNE para adherirse a la candidatura de Rosales.

“HASTA EL FINAL

En solo tres días se desmoronó un año de labor política de la PUD y otros actores fuera de ella, como la misma María Corina Machado.

Pero esta crisis máxima era previsible, primeramente por el personalismo de Machado, por sus inamovibles, su prohibición expresa de buscar sustitutos, sus estrategias fundadas sobre premisas máximas, por imponer unilateralmente una candidatura “delegada” y su decidido interés de controlar a la oposición.

A pesar del evidente y visceral rechazo de Machado a Rosales, esta insistió en que se mantendrá “en la ruta electoral” presionando por la inscripción de Corina Yoris, pero no hay elementos claros de cómo podrá hacerlo posible en estas instancias.

Machado sabe que sobre ella pesa una importante atención pública. No quiere perder su timming poniéndose abiertamente del lado de la abstención, pero la evidente ruptura entras las oposiciones es profunda y transversal.

Para Machado, “todos” los postulados son candidatos “de Maduro”, mientras que Rosales declaró que se había postulado “para cubrir un espacio y para darle a los venezolanos la oportunidad de participar en la elección”.

En total, conocemos el nombre de 12 dirigentes opositores que irán a elecciones contra un único candidato inscrito por los partidos chavistas: Nicolás Maduro.

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