Fatti e Dati
1 – Tredici (13) candidati sostenuti da trentasette (37) organizzazioni politiche hanno soddisfatto tutti i requisiti legali e si sono registrati presso il Consiglio Nazionale Elettorale per candidarsi alla Presidenza della Repubblica nelle elezioni generali del 28 luglio.
2 – Dei tredici (13) candidati, dodici (12) (92%) sono esponenti dell’opposizione al Governo bolivariano, così come ventisei (26) delle trentasette (37) organizzazioni politiche, ossia il 70%.
3 – Il presidente e candidato alla rielezione Nicolás Maduro Moros è stato designato come candidato da undici (11) organizzazioni politiche appartenenti al Grande Polo Patriottico Simón Bolívar.
4 – Solo il Partito Socialista Unito del Venezuela ha appoggiato la nomina del suo candidato alla presidenza con le firme di oltre quattro milioni e mezzo (4.500.000) di sostenitori, militanti e dirigenti di base, che hanno tenuto assemblee consecutive in 269.000 strade, 50.000 comunità e 14.000 seggi elettorali, dove il PSUV ha strutture organizzative che coprono l’intero territorio nazionale.
5 – Tutti i candidati e le organizzazioni politiche si sono presentati al CNE, alle stesse condizioni, requisiti e scadenze (senza impedimenti particolari) per partecipare al processo elettorale del 28 luglio 2024.
6 – Per l’opposizione partecipano 26 organizzazioni politiche di diversa origine e provenienza: da partiti come Acción Democrática e Copei, emblemi del vecchio regime bipartitico, a nuove alleanze come Fuerza Vecinal, recentemente emersa dalla dissidenza dell’opposizione di fronte all’estrema destra nazionale.
Incoerenza e dichiarazioni errate
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La Legge Organica sui Processi Elettorali (art. 47) stabilisce che solo i seguenti soggetti hanno il diritto di nominare candidati per i processi elettorali:
- organizzazioni con scopi politici
- Gruppi di elettori
- Cittadini di propria iniziativa
- Comunità o organizzazioni indigene
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1 – Solo un’aspirante candidato non ha soddisfatto i requisiti per la registrazione dei candidati alle elezioni presidenziali. Vente Venezuela non è un partito nazionale accreditato presso il CNE. Di fatto, non ha partecipato a nessuna elezione in Venezuela. Si è fatto conoscere a livello internazionale attraverso le contestatissime primarie dell’opposizione del 2023, con un enorme clamore propagandistico internazionale, ma condotte senza registrazione degli elettori e con il solo arbitrato dell’organizzazione Súmate, di cui María Machado è membro fondatore.
2 – Poiché Vente Venezuela non è un partito registrato dal CNE, per le elezioni presidenziali del 2024 era obbligato a stabilire un consenso con organizzazioni regolarmente registrate. Avrebbe raggiunto un accordo preliminare con la coalizione Mesa de Unidad Democrática (MUD) e Un Nuevo Tiempo (UNT). La candidata inizialmente designata da questo settore sapeva fin dall’inizio che non avrebbe potuto partecipare alle elezioni. La sua inabilitazione risale al 2015, quando era membro dell’Assemblea Nazionale e accettò un incarico come ambasciatore supplente del governo di Panama in una sessione plenaria dell’OSA, per chiedere – come agente di un governo straniero – che il Venezuela fosse sanzionato attraverso l’applicazione impropria della Carta Democratica Interamericana. Ha violato il giuramento fatto alla Costituzione e non ha rispettato la norma legislativa.
Senza tessera elettorale e senza la possibilità di partecipare, perché la determinazione a continuare “fino alla fine”?
3 – Scaduto il termine per la registrazione, la signora Machado ha “anticipato i suoi alleati” e ha designato una candidata sconosciuta a tutti, chiamata Corina Yoris – perché il suo nome di battesimo coincide con il suo? I partiti le cui tessere erano state autorizzate a registrare i candidati hanno poi deciso di ritirare il loro sostegno alla candidata.
4 – Ogni partito ha un rappresentante legale con potere e password esclusivi per inserire i dati nel sistema elettorale, ovviamente! Non chiunque può “passare” e registrarsi come candidato. Per questo motivo e per nessun altro, la signora Yoris non è potuta entrare nel sistema, il che è servito come scusa perfetta per installare la narrazione del “divieto orchestrato dal chavismo”.
5 – Quello che è successo e che oggi è un fatto legale è che i partiti di opposizione che hanno ritirato il loro sostegno a Corina Yoris hanno registrato candidati che parteciperanno alle elezioni del 28 luglio: Manuel Rosales per Un Nuevo Tiempo e Edmundo González per la Mesa de Unidad Democrática (MUD).
6 – Il candidato avrebbe potuto avvalersi della terza opzione prevista dalla Legge organica sui processi elettorali: l’iniziativa propria. In questo caso, secondo le disposizioni dell’articolo 52, avrebbero dovuto presentare al CNE delle firme degli elettori equivalenti al cinque per cento (5%) del registro elettorale statale. La domanda è: perché non l’hanno fatto, se hanno – come dicono – l’appoggio di più di 2 milioni di elettori nelle primarie della cosiddetta Plataforma Unitaria 2023?
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Si assiste ad un’operazione di propaganda internazionale per imporre una narrativa di guerra al Venezuela. La verità è che da tempo l’estrema destra non gode di alcun sostegno interno e sta perdendo quello internazionale. Il suo programma non è mai stato elettorale, ed è per questo che fin dall’inizio ha sabotato ogni possibilità di ottenere una candidatura di consenso da parte dell’opposizione. Il suo interesse è sostenere la trita narrativa della “tirannia” per promuovere sanzioni, blocchi e interventi stranieri diretti per scalzare il chavismo dal potere con mezzi violenti, dal momento che – come sa – non ha le condizioni per ottenere questo risultato attraverso le urne.