Siamo di fronte alla prima fase di un golpe morbido contro Petro?

misionverdad.com

Il presidente della Colombia, Gustavo Petro, ha denunciato, mercoledì 8 maggio, un “golpe morbido” contro di lui dopo che due giudici del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) hanno presentato una relazione per formulare e imputare accuse sulla sua campagna elettorale per presunte irregolarità finanziarie. Petro ha definito l’azione come una “aperta rottura costituzionale” e ha chiamato alla mobilitazione popolare in difesa del voto.

La relazione dei giudici Álvaro Hernán Prada e Benjamín Ortiz si basa su presunte carenze nella gestione finanziaria della campagna di Petro, inclusi donazioni sindacali come quelli della Federazione Colombiana dei Lavoratori dell’Educazione (Fecode) e dell’Unione Sindacale Operaia dell’Industria del Petrolio (USO), così come pagamenti a testimoni elettorali. Petro ha negato più volte queste accuse, sostenendo che i contributi erano conformi alla legge e che le spese contestate non sono state effettuate durante la campagna.

Il presidente colombiano ha definito l’azione del CNE come un’”arbitrarietà” e una “aperta rottura costituzionale” poiché un’istituzione amministrativa non ha il potere di formulare accuse di questo tipo. Petro ha chiamato “tutte le istanze del Patto Storico a riunirsi immediatamente” e ha esortato “le forze sociali del paese a prepararsi contro il tentativo di non rispettare il voto popolare”.

IL CASO FECODE E LE PRESUNTE PROVE

La rivista Semana, citando una fonte del CNE, ha dettagliato che “il grosso delle prove risiede nei soldi che ha apportato alla campagna elettorale Fecode, l’USO ed i 35 mila testimoni elettorali a cui sono stati pagati 60 mila pesos il giorno delle elezioni”. Tuttavia, Petro ha argomentato che i contributi sindacali sono legali e che i pagamenti ai suddetti testimoni non costituiscono una spesa elettorale ma un diritto e un dovere civico.

La Procura sta indagando fin dall’inizio dell’anno su una donazione di 126 mila $ fatta da Fecode al partito Colombia Humana, nel maggio 2022. Tuttavia, i rappresentanti di quest’ultima organizzazione hanno affermato che i fondi sono stati utilizzati per pagare una società che ha esaminato i rapporti dei testimoni elettorali il giorno delle elezioni, e non per la promozione di Petro.

INTERESSI POLITICO DIETRO L’ACCUSA

Il CNE è un’entità amministrativa composta da nove avvocati eletti dalle fazioni del Congresso. In questo caso, la relazione per formulare accuse contro Petro è stata presentata dai giudici Prada, del partito di opposizione Centro Democratico, e Ortiz, del Partito Liberale.

Santiago Trespalacios, avvocato penalista colombiano, sostiene che il CNE non ha competenza per indagare e sanzionare il presidente Petro per le seguenti ragioni:

° Natura sanzionatoria. La funzione del CNE deve essere intesa come amministrativamente sanzionatoria, per cui la sua interpretazione deve essere restrittiva e attenersi a quanto espressamente contemplato dalla legge.

° Relazione con la figura presidenziale. Il CNE funge da organo consultivo del presidente, il che genera un conflitto di interessi nell’attribuirgli funzioni sanzionatorie su di sé.

° Scopo del foro. Il foro presidenziale — stabilito nella Costituzione colombiana per proteggere il Capo di Stato da pressioni e interferenze di autorità ordinarie — si contraddice con la possibilità di essere sanzionato da un organismo che gli funge da consulente.

La figura di Álvaro Hernán Prada, che è sotto processo per presunta corruzione di testimoni in un caso che coinvolge anche Álvaro Uribe Velez, aggiunge un ulteriore elemento di controversia al caso, evidenziando l’imparzialità del CNE e le motivazioni politiche come scatenanti dell’accusa contro il presidente colombiano.

La Corte Suprema di Giustizia ha confermato che, il 15 maggio, si terrà l’udienza del processo contro Prada per presunta corruzione di un gruppo paramilitare che ha accusato Uribe di avere legami con gruppi al di fuori della legge. Prada è accusato di aver fatto pressione sui testimoni affinché ritrattassero le loro accuse contro Uribe e suo fratello Santiago Uribe Vélez.

Il caso risale al 2022, quando Carlos López, alias “Caliche”, ha menzionato Prada come la persona che lo avrebbe contattato per persuaderlo a cambiare la sua testimonianza e affermare che il senatore Iván Cepeda aveva fatto pressione su di lui per implicare i fratelli Uribe Vélez in attività paramilitari.

IL GOVERNO DI PETRO POTRÀ RESISTERE ALLA PRESSIONE?

Fin dall’inizio del suo governo, abbiamo visto come Gustavo Petro abbia dovuto affrontare un’intensa opposizione guidata dall’uribismo che, attraverso l’uso della giustizia, ha messo in atto una strategia multiforme per logorare il governo, generare un clima di instabilità ed, in ultima analisi, costringere il presidente a dimettersi dalla sua carica.

Nel Congresso colombiano, i partiti di potere, sostenuti dalle grandi corporazioni, si sono uniti per bloccare le riforme sociali, sanitarie, del lavoro, delle pensioni e della giustizia proposte da Petro. Il loro obiettivo principale è erodere l’avanzamento del programma di governo del presidente e minare la sua reputazione, con l’intenzione di presentarlo come un dirigente incompetente.

La decisione di rompere le relazioni con Tel Aviv, il 1º maggio, come rappresaglia alla violenza dello Stato di Israele contro il popolo palestinese, ha aumentato il disagio tra quei settori nazionali e internazionali che rifiutano Petro.

Il futuro della Colombia dipenderà dall’abilità del governo di Petro di superare queste sfide, consolidare un progetto di cambio conforme alle esigenze della maggioranza della popolazione e mobilitare i cittadini in difesa delle sue politiche.


¿ESTAMOS ANTE LA PRIMERA FASE DE UN GOLPE BLANDO CONTRA PETRO?

 

El presidente de Colombia, Gustavo Petro, denunció este miércoles 8 de mayo un “golpe blando” en su contra luego de que dos magistrados del Consejo Nacional Electoral (CNE) presentaran una ponencia para formular e imputar cargos sobre su campaña electoral por supuestas irregularidades financieras. Petro calificó la acción como una “abierta ruptura constitucional” y llamó a la movilización popular en defensa del voto.

La ponencia de los magistrados Álvaro Hernán Prada y Benjamín Ortiz se basa en supuestas deficiencias en el manejo financiero de la campaña de Petro, incluidas donaciones de sindicatos como la Federación Colombiana de Trabajadores de la Educación (Fecode) y la Unión Sindical Obrera de la Industria del Petróleo (USO), así como pagos a testigos electorales. Petro ha negado en reiteradas ocasiones estas acusaciones argumentando que los aportes cumplieron con la ley y que los gastos cuestionados no se realizaron durante la campaña.

El mandatario colombiano calificó la acción del CNE como una “arbitrariedad” y una “abierta ruptura constitucional” ya que una instancia administrativa no tiene la facultad para formular acusaciones de este tipo. Petro llamó a “todas las instancias del Pacto Histórico a reunión de inmediato” y exhortó “a las fuerzas sociales del país a prepararse contra el intento de irrespetar el voto popular”.

EL CASO FECODE Y LAS SUPUESTAS PRUEBAS

La revista Semana, citando una fuente del CNE, detalló que “el grueso de las pruebas radica en los dineros que aportó a la campaña Fecode, la USO y los 35 mil testigos electorales a quienes se les pagó 60 mil pesos el día de los comicios”. Sin embargo, Petro argumentó que las donaciones de sindicatos son legales y que los pagos a los susodichos testigos no constituyen un gasto de campaña sino un derecho y una obligación ciudadana.

La Fiscalía investiga desde principios de año una donación de 126 mil dólares que Fecode hizo al partido Colombia Humana en mayo de 2022. Sin embargo, representantes de esta última organización han asegurado que los fondos se utilizaron para pagar a una firma que revisó informes de testigos electorales el día de los sufragios, y no para la promoción de Petro.

INTERESES POLÍTICOS DETRÁS DE LA ACUSACIÓN

El CNE es una entidad administrativa compuesta por nueve abogados elegidos por las bancadas del Congreso. En este caso, la ponencia para formular cargos contra Petro fue presentada por los magistrados Prada, del opositor Centro Democrático, y Ortiz, del Partido Liberal.

Santiago Trespalacios, abogado penalista colombiano, argumenta que el CNE carece de competencia para investigar y sancionar al presidente Petro por las siguientes razones:

Naturaleza sancionatoria. La función del CNE debe entenderse como sancionatoria administrativa, por lo que su interpretación debe ser restrictiva y ceñirse a lo expresamente contemplado en la ley.

Relación con la figura presidencial. El CNE sirve como cuerpo consultivo del presidente, lo que genera un conflicto de intereses al atribuirle funciones sancionatorias sobre el mismo.

Finalidad del fuero. El fuero presidencial —establecido en la Constitución colombiana para proteger al Jefe de Estado de presiones e interferencias de autoridades ordinarias— se contradice con la posibilidad de ser sancionado por un organismo que le sirve como asesor.

La figura de Álvaro Hernán Prada, quien enfrenta un juicio por presunto soborno a testigos en un caso que también involucra a Álvaro Uribe Velez, agrega un elemento adicional de controversia al caso, lo que evidencia la imparcialidad del CNE y las motivaciones políticas como desencadenantes de la acusación contra el presidente colombiano.

La Corte Suprema de Justicia confirmó que el 15 de mayo se llevará a cabo la audiencia de juicio contra Prada por presunto soborno a un grupo paramilitar que acusó a Uribe de tener vínculos con grupos al margen de la ley. Prada es señalado de haber presionado a testigos para que se retractaran de sus acusaciones contra Uribe y su hermano Santiago Uribe Vélez.

El caso se remonta a 2022, cuando Carlos López, alias “Caliche”, mencionó a Prada como la persona que lo habría contactado para persuadirlo de cambiar su declaración y afirmar que el senador Iván Cepeda lo había presionado para implicar a los hermanos Uribe Vélez en actividades paramilitares.

¿PODRÁ EL GOBIERNO DE PETRO RESISTIR LA PRESIÓN?

Desde que inició su gobierno, hemos visto cómo Gustavo Petro ha tenido que enfrentar una intensa oposición conducida por el uribismo que, a través de la instrumentalización de la justicia, ha desplegado una estrategia multifacética para desgastar el gobierno, generar un clima de inestabilidad y, en última instancia, forzar la salida del presidente de su investidura.

En el Congreso colombiano los partidos políticos en el poder, respaldados por las grandes corporaciones, se han unido para bloquear las reformas sociales, de salud, laborales, de pensiones y de justicia propuestas por Petro. Su objetivo principal es erosionar el avance del programa de gobierno del Presidente y minar su reputación, con la intención de mostrarlo como un líder incompetente.

La decisión de romper relaciones con Tel Aviv el 1º de mayo como represalia a la violencia del Estado de Israel contra el pueblo palestino ha aumentado la incomodidad entre aquellos sectores nacionales e internacionales que rechazan a Petro.

El futuro de Colombia dependerá de la habilidad del gobierno de Petro para sortear estos desafíos, consolidar un proyecto de cambio acorde con las necesidades de la mayoría de la población y movilizar la ciudadanía en defensa de sus políticas.

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