Un paese senza emigranti: il sogno americano di Donald Trump

Il candidato del Partito Repubblicano, Donald Trump, nel caso della sua vincita nelle elezioni presidenziali di quest’anno negli USA, augura, durante il suo secondo mandato, un futuro incerto per gli emigranti radicati in questa nazione.


Appoggiato alle sue fondamenta ultranazionaliste di America First (Prima gli USA), maneggia l’idea di stabilire nuovi campi di detenzione per coloro che entrano illegalmente in questo territorio e di riportarli dal «sogno americano» alla realtà.

In una dichiarazione alla rivista  Time, il mandatario della Casa Bianca nel periodo 2017-2021 ha promesso la più forte deportazione della storia del suo paese, ha pubblicato La Jornada.

Il quotidiano ha scritto che in un meeting di campagna a Waukesha, nello stato chiave del Wisconsin, Trump ha accusato l’attuale  Presidente e suo maggior rivale, Joe Biden, d’applicare una politica di frontiere aperte, trasformata in un’invasione d’emigranti.

«Permettere l’entrata per la frontiera sud di milioni e milioni di persone, molte pessime, non è sostenibile. Distruggeranno il paese. Faremo la maggior deportazione della storia, non abbiamo altre opzioni», ha precisato.

Time ha anche conosciuto in esclusiva l’intenzione d’utilizzare la Guardia nazionale per espellere milioni d’individui in un’azione di pulizia etnica di dimensioni incalcolabili.

Con il pretesto secolare più utilizzato dagli USA per opprimere altri popoli, la Sicurezza Nazionale,  il magnate immobiliare  ha dichiarati nell’intervista, riportato da La Jornada: « Dobbiamo avere la legge e l’ordine nel nostro pese e sarà come sarà, ma credo che la Guardia Nazionale farà il suo lavoro».

Le forze militari USA, informa il media citato, sostengono nelle frontiere il personale d’immigrazione, ma l’utilizzo della Guardia per deportare rappresenterebbe una scalata drastica  e potenzialmente inciterebbe impugnazioni giuridiche contrarie.

Trump sostiene un atteggiamento di disprezzo verso gli emigranti  soprattutto verso quelli dell’America Latina.

Dal 2018 li chiama “animali”, rivelano gli archivi di France 24. Durante la sua amministrazione ha sviluppato azioni polemiche come l’inizio della costruzione di un muro con il Messico.

Nel  2023, ha informato La Jornada, alla fine dell’anno, il Dipartimento della Sicurezza nazionale degli Stati Uniti ha espulso piu di 460 000 cittadini includendo  75 000 familiari individuali, con l’obiettivo di «dare compimento alla nostra legislazione migratoria», ha giustificato ambasciatore degli USA in Messico, Kenneth Lee Salazar.

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