«Gli squilibri del sistema finanziario internazionale non proporzionano la stabilità necessaria per realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile e attendere le necessità speciali dei piccoli Stati insulari in sviluppo».
In un breve, ma acceso discorso nella riunione d’alto livello sulla mobilitazione delle risorse per i PEID, Valdés Mesa ha presentato la posizione di Cuba senza mezze tinte.
«Gli squilibri del sistema finanziario internazionale non proporzionano la stabilità necessaria per realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile e attendere le necessità speciali dei piccoli Stati insulari in sviluppo», ha denunciato.
Ha detto che tutte le sfide si esacerbano in maniera esponenziale per Cuba, per via del blocco economico degli USA e per l’inclusione arbitraria del nostro paese nella unilaterale lista dei presunti Stati patrocinatori del terrorismo.
Parlando della mobilitazione delle risorse per i PEID, ha detto che è necessario, tra le altre azioni:
* Ricapitalizzare le Banche Multilaterali di Sviluppo e migliorare le condizioni dei prestiti.
* Rinforzare il sistema di banca pubblica di sviluppo con una maggior capacità e più cooperazione tra le banche nazionali e multilaterali per allineare le loro attività con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, l’Accordo di Parigi e la nuova Agenda di
Antigua y Barbuda.
* Rispettare, una volta per tutte, l’impegno dei paesi sviluppati con l’Assistenza Ufficiale allo Sviluppo, con assegnazioni basate sulle vulnerabilità e non solo nelle entrate.
* Definire l’accesso dei PEID al finanziamento in condizioni favorevoli alla cooperazione tecnica, partendo da criteri al di là del PIL. (Prodotto Interno lordo), che contemplino la vulnerabilità multi-dimensionale.
*Rivedere in maniera esaustiva la politica dei ricarichi del Fondo Monetario Internazionale che includa la sua sua sospensione, una riduzione permanente significativa o l’eliminazione.
* Creare un servizio specifico d’appoggio alla sostenibilità del debito dei PEID, che coinvolga i creditori multi laterali ufficiali bilaterali e privati, con gli auspici delle Nazioni Unite.
* Ridisegnare i contratti e gli strumenti del debito che includano clausole d’alleggerimento, cambio o ristrutturazione di fronte alle catastrofi naturali o a shock macro- economici.
* Capitalizzare il fondo sulle perdite e danni, porre in marcia l’Obiettivo Globale d’Adattamento e stabilire una nuova meta quantificata di finanziamento climatico che consideri le priorità e le necessità dei Piccoli Stati Insulari in Sviluppo.
* Razionalizzare il ruolo delle agenzie di qualificazione creditizia perché smettano d’essere arbitri e attori nello stesso mercato finanziario che regolano.
Valdés Mesa ha sottolineato che l’alternativa non può limitarsi alle ricette d’una volta.
L’unica soluzione viabile è la revisione dell’ingiusto e del disuguale ordine economico internazionale e delle basi attuali che definiscono le relazioni nord-sud e la vita nel pianeta.