Le liste USA e l’accanimento contro Cuba

Tatiana Coll – La Jornada

A metà maggio si è diffusa la notizia che il Dipartimento di Stato USA ha proposto di rimuovere Cuba dalla lista dei paesi che “non cooperano pienamente” nella lotta contro il terrorismo. La nota: “il 15 maggio, il Segretario di Stato, Antony Blinken, ha determinato e certificato ai sensi della sezione 40 A della Legge di Controllo delle Esportazioni di Armi che quattro paesi — Corea del Nord, Iran, Siria e Venezuela — non hanno cooperato pienamente con gli sforzi antiterroristici degli USA nel 2023”. Le circostanze che giustificavano la permanenza dell’Avana nella lista sono cambiate dal 2022 al 2023.

Il governo cubano, per voce ironica del ministro degli Esteri Bruno Rodríguez, ha risposto immediatamente: “Gli USA hanno appena ammesso che Cuba collabora pienamente contro il terrorismo”.

Tuttavia, questa decisione ricade sul Congresso USA e non sul Dipartimento di Stato. Il paradossale della mezza-misura è che non solo deve essere approvata dal Congresso, ma non implica il ritiro di Cuba dalla lista dei paesi patrocinatori del terrorismo. Lista che fu creata, dal 1982, da Ronald Reagan, che iniziò la Guerra delle Galassie per contenere e smantellare il socialismo.

Il groviglio del governo Biden è che Cuba ha smesso di “non cooperare pienamente” nella lotta contro il terrorismo ma, allo stesso tempo, è una nazione patrocinatrice del terrorismo. Come ha sottolineato Bruno Rodríguez, “questa misura non implica l’uscita di Cuba dall’elenco delle nazioni patrocinatrici del terrorismo e questo è ciò che dovrebbe essere fatto, il resto è manipolazione politica”.

Le liste sono state create nel corso della storia statunitense per adeguarsi ai criteri di dominazione del momento: comunismo, terrorismo, lotta alla droga, diverse forme di ricorrere alla dottrina della sicurezza nazionale, al controspionaggio o alla contro-insurrezione.

L’effetto pratico della lista a cui ci riferiamo è quello di indicare che gli USA non possono vendere armi a Cuba né agli altri paesi promotori del terrorismo. Nel caso cubano è evidente che, a causa del blocco (o embargo, come lo chiamano gli yankee), non solo non possono vendere armi, ma neanche medicine, cibo, computer, biciclette, assolutamente nulla. Le leggi Torricelli e Helms-Burton, emanate negli anni ’90, sono extraterritoriali e proibiscono a tutti i paesi del mondo di commerciare con Cuba, sotto la minaccia di sanzioni USA.

Gli stessi cittadini USA hanno proibito di acquistare prodotti cubani, di viaggiare a Cuba, di scrivere a Cuba. Il governo messicano è arrivato a denunciare le compagnie USA produttrici e venditrici di armi, che in centinaia di migliaia entrano illegalmente per i narcotrafficanti; non è forse questo promuovere il terrorismo dagli USA?

Obama ha fatto un piccolo tentativo di aprire gli spazi, nel 2015 ha rimosso Cuba dalla lista dei terroristi. Nel 2021 Trump l’ha inclusa di nuovo e il suo Segretario di Stato, Mike Pompeo, ha annunciato che “il regime castrista deve porre fine al suo sostegno al terrorismo internazionale e alla sovversione della giustizia USA”. L’accusa consisteva nel fatto che Cuba si fosse rifiutata di estradare, come richiesto dagli USA, membri dell’Esercito di Liberazione Nazionale accusati da loro di aver piazzato una bomba in un’accademia di polizia a Bogotá, nel 2019.

Cuba ha rifiutato l’estradizione perché in quel momento era mediatore e ospite dei Dialoghi per la Pace in Colombia. Ci chiediamo: chi deve applicare la giustizia, il governo colombiano o quello USA? Perché gli USA credono di essere loro a dover e poter giudicare i combattenti colombiani?

Era un meccanismo per interrompere i Dialoghi di Pace? Forse i dialoghi avrebbero impedito l’invio smisurato di armi USA in Colombia?

Pompeo ha anche accusato Cuba di aver dato rifugio alla combattente del Black Power, Assata Shakur (Joanne Chesimard), condannata nel 1973, 51 anni fa! Infine ha aggiunto che il Venezuela sopravviveva e Maduro si manteneva al potere grazie a Cuba, e questo era ormai intollerabile per le buone coscienze. Tutte menzogne dichiarate con totale impunità in questo mondo contemporaneo; in cui USA, Francia, Inghilterra e Germania forniscono tonnellate di ogni tipo di armi a Israele per uccidere ogni giorno migliaia di donne, bambini, uomini, giovani, giornalisti, operatori di organizzazioni internazionali e membri dell’ONU in Palestina… e questo evidentemente non è terrorismo.

Tacciono quando Israele non rispetta i mandati dell’ONU e della Corte Internazionale, così come ogni regola di preservazione della popolazione civile. Quei governi sanno che Cuba non ha mai sostenuto né compiuto alcun atto terroristico; al contrario, è stata vittima di persecuzioni costanti con ogni tipo di misure, dalle bombe, ai rapimenti, agli omicidi, alle piaghe, oltre al blocco inumano.

L’eterno accanimento contro Cuba, quell’astio, rancore, livore, odio, animosità, risentimento, ira, accanimento, ferocia, sevizia, crudeltà, brutalità e disumanità che cerca di oscurare, offuscare, avvelenare, corrodere, assaltare, attaccare, aggredire, colpire, minacciare, intimidire… ma con tutto ciò non sono riusciti né a piegare né a sconfiggere Cuba. Con grandi costi, resistenza ed eroismo, il popolo cubano ha affrontato quella sequela di arbitrarietà.


Las listas de Estados Unidos y el ensañamiento contra Cuba

Tatiana Coll – La Jornada

A mediados de mayo corrió la noticia de que el Departamento de Estado de Estados Unidos planteó borrar a Cuba de la lista de países que “no cooperan plenamente” en la lucha contra el terrorismo. La nota: “el 15 de mayo, el secretario de Estado, Antony Blinken, determinó y certificó bajo la sección 40 A de la Ley de Control de Exportación de Armas que cuatro países —Corea del Norte, Irán, Siria y Venezuela— no cooperaron plenamente con los esfuerzos antiterroristas de Estados Unidos en 2023”. Las circunstancias que justificaban la permanencia de La Habana en la lista cambiaron de 2022 a 2023.

El gobierno cubano, en voz irónica del canciller Bruno Rodríguez, respondió inmediatamente: “Estados Unidos acaba de admitir que Cuba colabora plenamente contra el terrorismo”.

Sin embargo, esta decisión recae en el Congreso estadunidense y no en el Departamento de Estado. Lo paradójico de la medio-medida es que no sólo debe ser avalada por el Congreso, sino que no implica el retiro de Cuba de la lista de los países patrocinadores del terrorismo. Lista que se articuló desde 1982 por Ronald Reagan, quien inició la Guerra de las Galaxias para contener y desmantelar el socialismo.

El galimatías del gobierno de Biden es que Cuba ya dejó de “no cooperar plenamente” en la lucha contra el terrorismo, pero, al mismo tiempo, es una nación patrocinadora del terrorismo. Como señaló Bruno Rodríguez, “esta medida no implica la salida de Cuba del listado de naciones patrocinadoras del terrorismo y esto es lo que debería hacerse, lo demás es manipulación política”.

Las listas se han creado a lo largo de la historia estadunidense para adecuarse al criterio de dominación del momento: comunismo, terrorismo, combate a las drogas, diversas formas de recurrir a la doctrina de seguridad nacional, a la contrainteligencia o la contrainsurgencia.

El efecto práctico de la lista a la que nos referimos es el de señalar que Estados Unidos no puede vender armas a Cuba ni a los otros países promotores del terrorismo. En el caso cubano es evidente que, debido al bloqueo (o embargo, como lo llaman los yankis), no sólo no le pueden vender armas, sino tampoco medicinas, alimentos, computadoras, bicicletas ni absolutamente nada. Las leyes Torricelli y Helms-Burton, factura de los años 90, son extraterritoriales y prohíben a todos los países del mundo comerciar con Cuba, bajo amenaza de sanciones estadunidenses.

Los propios ciudadanos de Estados Unidos tienen prohibido comprar productos cubanos, viajar a Cuba, escribir a Cuba. El gobierno mexicano ha llegado a demandar a las compañías estadunidenses productoras y vendedoras de armas, que en cientos de miles entran ilegalmente para los narcotraficantes, ¿eso no es promover el terrorismo desde Estados Unidos?

Obama hizo un minúsculo intento por abrir los espacios, en 2015 retiró a Cuba de la lista de terroristas. En 2021 Trump la incluyó de nuevo y su secretario de Estado, Mike Pompeo, anunció que “el régimen castrista debe acabar con su apoyo al terrorismo internacional y con la subversión de la justicia estadunidense”. La acusación consistía en que Cuba se había negado a extraditar, como lo requirió Estados Unidos, a miembros del Ejército de Liberación Nacional acusados por ellos de poner una bomba en una academia de policía en Bogotá en 2019.

Cuba rechazó la extradición porque en ese momento era mediador y anfitrión de los Diálogos por la Paz de Colombia. Nos preguntamos ¿quién debe aplicar la justicia, el gobierno colombiano o el estadunidense? ¿Por qué los estadunidenses creen que son ellos los que deben y pueden juzgar a luchadores colombianos?

¿Era un mecanismo para interrumpir los Diálogos de Paz? ¿Acaso los diálogos lograrían impedir el desmesurado envío de armas estadunidenses a Colombia?

Pompeo también acusó a Cuba de haber dado refugio a la luchadora del Black Power, Assata Shakur (Joanne Chesimard), condenada en 1973, ¡hacía 51 años! Finalmente añadió que Venezuela sobrevivía y Maduro se mantenía en el poder gracias a Cuba, y eso era ya intolerable para las buenas conciencias. Todas patrañas que declaran con total impunidad en este mundo contemporáneo; en el que Estados Unidos, Francia, Inglaterra y Alemania abastecen toneladas de todo tipo de armas a Israel para asesinar cada día a miles de mujeres, niños, hombres, jóvenes, periodistas, cooperantes de organizaciones internacionales y miembros de la ONU en Palestina… y eso evidentemente no es terrorismo.

Callan cuando Israel incumple los mandatos de la ONU y la Corte Internacional, así como toda regla de preservación de la población civil. Esos gobiernos saben que Cuba jamás ha apoyado ni realizado ningún acto terrorista; por el contrario, ha sido víctima del acoso constante con todo tipo de medidas, desde bombas, secuestros, asesinatos, plagas, además del bloqueo inhumano.

El eterno ensañamiento contra Cuba, ese encono, rencor, saña, odio, animadversión, inquina, resentimiento, ira, encarnizamiento, ferocidad, sevicia, crueldad, brutalidad e inhumanidad que busca ensombrecer, enturbiar, emponzoñar, corroer, embestir, atacar, asaltar, agredir, golpear, amenazar, intimidar…, pero con todo ello no han logrado ni doblegar ni acabar con Cuba. Con grandes costos, resistencia y heroicidad, el pueblo cubano ha enfrentado esa retahíla de arbitrariedades.

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