I Comanditos: “Fino alla fine” della guarimba (rivolta di strada) post elettorale?

misionverdad.com

Abbiamo insistito sul fatto che una parte dell’opposizione sta configurando uno scenario di violenza post 28 luglio attraverso la combinazione di diversi elementi che mirano a condizionare la popolazione affinché nell’immaginario collettivo non esista altra realtà che la presunta consegna del potere da parte del presidente Nicolás Maduro.

Inoltre, abbiamo sistematizzato alcuni di questi elementi che stanno preparando il terreno destabilizzante attraverso vie violente e antidemocratiche.

Sottolineiamo che il trionfalismo genererebbe enormi aspettative che potrebbero sfociare in un clima di tensione sociale; inoltre, abbiamo affermato che l’obiettivo della creazione dei Comanditos era “proteggere” quella vittoria che è già assicurata e tutto ciò sarebbe coperto da un fronte internazionale composto da una rete di media, ONG e figure politiche.

Questa volta vogliamo mettere l’accento sulla creazione dei Comanditos, organizzati dal partito dell’inabilitata María Corina Machado (Vente Venezuela) con l’intento di organizzare la possibile guarimba (rivolte di strada) post-elettorale (violenta e parainstituzionale).

Sono costituiti da un minimo di 10 persone e si sovrappongono all’immagine del popolare poiché, presumibilmente, sono integrati da casalinghe, sportivi, condomini, mototaxisti, gruppi universitari, tra altri.

Attira l’attenzione l’epica sdolcinata che vogliono attribuire a queste organizzazioni, guidate da Vente Venezuela, che si proiettano come gruppi di lotta per affrontare il chavismo durante e dopo le elezioni presidenziali del 28 luglio. Alcuni ritraggono i Comanditos come un meccanismo “cittadino” per affrontare la presunta paura imposta dal Governo Bolivariano negli ultimi 25 anni.

“I Comanditos sono cellule di resistenza del vicinato, generano uno spazio comune nel Politico con la P maiuscola, irradiano entusiasmo; si differenziano da vecchi enti con fini politici”, ha scritto Julio César Arreaza su El Nacional con una solennità forzata, e ha aggiunto che cristallizzano “i concetti base di fede, famiglia e comunità, perché solo così si può praticare il magistero della verità. Tu sei guardato dall’altro e tu guardi l’altro”.

Secondo La Gran Aldea, oltre a stimolare il voto dell’opposizione, i Comanditos creerebbero condizioni di “sicurezza cittadina”, conferendo loro quindi funzioni normalmente svolte dalle forze di sicurezza cittadina.

Un dirigente di Vente Venezuela li definisce come “un contingente perfettamente preparato per la difesa del voto e, persino, per le esigenze che seguiranno il 28 luglio. La sfida è gigantesca e non è mai stata raggiunta prima”. Di che tipo di esigenze si tratta? ci si potrebbe chiedere.

Nell’organizzazione dei Comanditos partecipa l’ONG Súmate, creata da María Corina Machado nel 2002 per fungere da CNE parallelo. Da allora si è assunta il ruolo di esperta elettorale capace di organizzare delle elezioni, e la conoscenza e l'”esperienza” le conferiscono l’autorità per caratterizzare tutti i centri di voto in base alla loro ubicazione e, in funzione di ciò, formare coloro che partecipano a queste brigate.

“La norma venezuelana limita il conteggio delle schede al 54% dei seggi, ma possiamo assicurarvi che il progetto 600k e tutte le persone che ne fanno parte faranno del loro meglio affinché si contino e si totalizzino parallelamente al Consiglio Nazionale Elettorale tutti i voti”, ha dichiarato Humberto Villalobos, coordinatore elettorale nazionale di Vente Venezuela.

Tutto indica che si vuole instaurare la narrativa che questo importante evento elettorale sarà organizzato “dai cittadini e per i cittadini”, dispiegato attraverso i Comanditos. È per questo che si sta organizzando un contingente per la logistica del 28 luglio, il tutto con un discorso epico per cui si sta lottando contro un mostro rappresentato dalla figura dello Stato e delle sue “istituzioni corrotte”.

Altri dati sui Comanditos:

*Presumibilmente ce ne sono 15 mila operativi, anche se si sa che manca molto per soddisfare le aspettative di “successo” che vogliono proiettare.

*Dicono di essere autonomi e decentralizzati.

*Ci sono Comanditos settoriali, legati all’ambito corporativo; imprenditoriali, composti da lavoratori; familiari, creati dai partiti nel gruppo familiare e di amici; comunitari, raggruppati per comunità. Questi ultimi operano secondo la logica del “punto e cerchio” creata dal chavismo, il cui scopo è avere un raggio d’azione a partire da un referente centrale e localizzato.

*Affermano che paradossalmente nelle zone popolari e rurali si mobilitano più per un “cambiamento” che nelle aree più benestanti e urbanizzate, un tentativo forzato di trasmettere che nei quartieri c’è un sostegno totale alla “transizione”.

I media hanno avuto un ruolo di rilievo nella romantizzazione di queste strutture. Sebbene siano copie del 1×10 chavista e delle UBCH, tra le altre strategie implementate dalla Rivoluzione Bolivariana, hanno fatto un grande sforzo per chiarire che si tratta di qualcosa di più “innovativo” perché non c’è “coercizione” e la mobilitazione è “spontanea”.

Visti così, i Comanditos sono strutture politiche introdotte per il contesto elettorale del prossimo 28 luglio con fini logistici e che concentrano il loro dispiegamento ai fini della “transizione”, sia dai seggi elettorali stessi come agenti di agitazione e mobilitazione, sia come cavalleria dei presunti testimoni elettorali che la Piattaforma Unitaria Democratica e le ONG stanno installando in tutto il paese, sia dalle strade stesse fungendo da operatori di un possibile scenario violento dopo le elezioni.


LOS COMANDITOS: ¿”HASTA EL FINAL” DE LA GUARIMBA POST ELECTORAL?

 

Hemos insistido en que un sector de la oposición está configurando un escenario de violencia post 28 de julio a través de la conjugación de varios elementos que buscan condicionar a la población para que en el imaginario colectivo no exista otra realidad que la supuesta entrega del poder por parte del presidente Nicolás Maduro.

Asimismo, sistematizamos algunos de estos elementos que están abonando el terreno desestabilizador por la vía violenta y antidemocrática.

Resaltamos que el triunfalismo generaría enormes expectativas que pudieran devenir en un clima de tensión social, a su vez planteamos que el objetivo de la creación de los Comanditos era “cuidar” esa victoria que ya está asegurada y todo eso estaría cubierto por un frente internacional compuesto por un entramado de medios, ONG y figuras políticas.

En esta oportunidad queremos poner el foco sobre la creación de los Comanditos, organizados por el partido de la inhabilitada María Corina Machado (Vente Venezuela) con miras a organizar la posible guarimba post electoral (violenta y parainstitucional).

Están constituidos por un mínimo de 10 personas y se solapan bajo la imagen de lo popular porque supuestamente están integrados por amas de casa, deportistas, condominios, mototaxistas, promociones universitarias, entre otros.

Llama la atención la épica cursi que le quieren endosar a estas organizaciones lideradas por Vente Venezuela que se proyectan como grupos de choque para enfrentar el chavismo durante y después de las elecciones presidenciales del 28 de julio. Algunos retratan a los Comanditos como un mecanismo “ciudadano” para enfrentar el supuesto miedo impuesto por el Gobierno Bolivariano durante 25 años.

“Los comanditos son células de resistencia del callejón, generan un espacio común en lo Político con p mayúscula, irradian entusiasmo; se diferencian de antiguas instancias con fines politiqueros”, escribió Julio César Arreaza en El Nacional con una solemnidad forzada, y añadió que cristalizan “los conceptos básicos de fe, familia y comunidad, porque solo así se puede practicar el magisterio de la verdad. Tú eres mirado por el otro y tú miras al otro”.

Según reseña La Gran Aldea, además de estimular el voto opositor, los Comanditos crearían condiciones de “seguridad ciudadana”, con lo cual se le estaría otorgando atribuciones que cumplen los cuerpos de seguridad ciudadana.

Un dirigente de Vente Venezuela los define como “un contingente cabalmente preparado para la defensa del voto e, incluso, para las exigencias que siguen al 28J. El desafío es gigantesco y nunca antes se ha logrado”. ¿Qué tipo de exigencias?, cabe preguntarse.

En la organización de los Comanditos participa la ONG Súmate, creada por María Corina Machado en 2002 para fungir como un CNE paralelo. Desde entonces se ha asumido como experta electoral capaz de organizar unos comicios, y el conocimiento y la “experiencia” le da autoridad para caracterizar todos los centros de votación de acuerdo con su ubicación y, en función de ello, formar a los que participan en estas brigadas.

“La norma venezolana limita el conteo de papeletas al 54% de las mesas, pero les podemos asegurar que el proyecto 600k y todas las personas que lo integran, harán su mejor esfuerzo por que se cuenten y se totalicen en paralelo al Consejo Nacional Electoral todos los votos”, señaló Humberto Villalobos, coordinador nacional electoral de Vente Venezuela.

Todo indica que se quiere instalar la narrativa de que este importante evento electoral será organizado “por los ciudadanos y para los ciudadanos”, desplegado a través de los Comanditos. Es por eso que se está organizando un contingente para la logística del 28J, todo eso con un discurso épico de que se está luchando contra un monstruo representado por la figura del Estado y sus “instituciones corrompidas”.

Otros datos de los Comanditos:

Supuestamente hay 15 mil operativos, aunque se sabe que falta mucho para cumplir con las expectativas de “éxito” que quieren proyectar.

Dicen ser autónomos y descentralizados.

Hay Comanditos sectoriales, vinculados al ámbito gremial; empresariales, conformado por trabajadores; familiares, creados por partidos en el grupo familiar y amistades; comunitarios, se agrupan por comunidades. Estos últimos operan bajo la lógica del “punto y círculo” creado por el chavismo, cuyo fin es tener un radio de acción a partir de un referente central y localizado.

Señalan que paradójicamente en las zonas populares y rurales se movilizan más por un “cambio” que en áreas más pudientes y urbanizadas, un intento forzado de trasmitir que en los barrios hay un apoyo total a “la transición”.

Los medios de comunicación han tenido un papel destacado en la romantización de estas estructuras. Si bien son copias del 1×10 chavista y las UBCH, entre otras estrategias implementadas por la Revolución Bolivariana, han hecho un gran esfuerzo para aclarar que se trata de algo más “novedoso” porque no hay “coacción” y la movilización es “espontánea”.

Visto así, los Comanditos son estructuras políticas traídas a colación para el contexto electoral del próximo 28 de julio con fines logísticos y que centran su despliegue a los fines de “la transición”, sea desde los mismos centros de votación como agentes de agitación y movilización, como caballería de los supuestos testigos electorales que la Plataforma Unitaria Democrática y las ONG están instalando a lo largo y ancho del país, sea desde las mismas calles fungiendo de operadores de un posible escenario violento tras los comicios.

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