Denunciando: Orge Nucleari e altre assurdità

Arleen Rodríguez Derivet

Difficilmente qualcuno può collezionare tutte le assurdità che sono state dette dall’arrivo alla partenza delle quattro navi russe della Flotta del Nord nel bellissimo porto dell’Avana. Coloro che credano che io esageri, possono ascoltare in questo podcast solo tre dei più scandalosamente assurdi.

Bisogna ascoltarli per crederci. Iniziamo con il senatore Marco Rubio che, se l’assurdo non esiste, lui può inventarlo pur di danneggiare Cuba, anche se non bisogna prendere alla leggera le sue grida, perché si sa già che quando perse contro Trump, riuscì a far sì che Trump facesse la sua politica. Dietro di lui, i suoi fedeli portavoce sulle reti sociali dimostrano qui che non leggono né ascoltino notizie in media di una certa serietà.

È difficile credere che, oltre a loro stessi, qualcuno possa accettare queste assurde interpretazioni di un evento che si è svolto apertamente davanti a tutti gli occhi che volevano vederlo.

Non si fermano davanti a nulla. Hanno persino tirato in ballo l’incendio di un serbatoio di carburante a Guiteras. Secondo uno degli odiatori in rete, quello “è stato un auto-attentato”, una “copertura” per nascondere un presunto trasferimento di armi.

Un altro ha detto che quelle navi (che si è visto in televisione che si muovono con la loro petroliera) sarebbero state rifornite con il petrolio delle centrali termoelettriche cubane.

Tuttavia, nessuno supera l’ignoranza del tal Paparazzi, parlando delle “orge nucleari” che, secondo lui, portavano le navi russe.

“La malvagità li converte in autentici subnormali”, ha commentato Reinier Duardo, per il quale siamo di fronte a persone capaci di porre il loro volto per dire le più grandi assurdità con l’unico obiettivo di inserirsi nella febbre di russofobia che invade anche i media mediamente seri, che ora si sono distinti speculando con tutti i tipi di analisti, nel più antiquato  linguaggio della vecchia Guerra Fredda, tutto chiaramente orientato contro la figura di Vladimir Putin il che, tra l’altro, ci dice in che direzione va la stampa in quest’altra guerra, che cammina parallelamente a quella che tutto l’Occidente, con gli USA in testa, si è proposto di distruggere la Russia.

Il recente Vertice del G7, ossessivamente dedicato a questo obiettivo, ha narrato con tamburi, piatti e ogni tipo di celebrazioni, l’annuncio che a Zelensky saranno consegnati più di 50 miliardi di euro di fondi confiscati alla Russia nelle banche europee, affinché l’Ucraina li utilizzi per pagare all’industria bellica yankee i missili che si propongono di lanciare contro lo stesso paese a cui li hanno rubati. E i portavoce delle reti si uniscono, facendo rumore con alcune navi russe all’Avana che non portavano alcun armamento nucleare né rappresentano un rischio per nessuno, anche se sembra averli spaventato il livello tecnico del sottomarino e della fregata.

Per concludere la fiera dell’assurdo, hanno anche affermato che le navi russe sono partite lunedì perché gli USA hanno fatto pressione sulla Russia. Tutto questo, nonostante nei loro stessi reportage si annunciasse, fin dal primo giorno, che sarebbero ritornate il 17.

Con l’aiuto del Guerrero Cubano, questo podcast si chiude con una perla conservata nei suoi archivi: il momento in cui uno dei citati qui si prende gioco dei suoi concorrenti nelle reti facendo un autentico identikit di loro e di sé stesso. Continueremo  denunciando.


Chapeando: Orgías nucleares y otros disparates

Por: Arleen Rodríguez Derivet

Difícilmente alguien pueda coleccionar todos los disparates que se dijeron desde la llegada hasta la partida de los cuatro navíos rusos de la Flota del Norte en el bello puerto de La Habana. Quienes crean que exagero, pueden escuchar en este podcast apenas tres de los más escandalosamente absurdos.

Hay que oírlos para creerlo. Empezamos por el muy senador Marco Rubio, que si no existe el disparate, él puede inventarlo con tal de dañar a Cuba, aunque no hay que tomar a la ligera sus gritos, porque ya se sabe que cuando perdió frente a Trump logró que Trump hiciera su política. Detrás suyo, sus leales voceros en redes prueban aquí que ni leen ni oyen noticias en medios de alguna seriedad.

Cuesta creer que, más allá de ellos mismos, alguien pueda aceptar esas disparatadas interpretaciones de un hecho que transcurrió abiertamente ante todos los ojos que quisieran verlo.

No se paran ante nada. Echaron mano, incluso, al incendio de un tanque de combustible en la Guiteras. Según uno de los odiadores en red, esa “fue una autoagresión”, una “tapadera” para encubrir un supuesto traslado de armas.

Otro dijo que esos barcos (que se vio en televisión que se mueven con su propio petrolero) serian abastecidos con el petróleo de las termoeléctricas cubanas.

Aunque, ninguno supera la ignorancia del tal Papparazzi, hablando de las “orgías nucleares” que, según él, portaban las naves rusas.

“La maldad los convierte en auténticos subnormales”, comentó Reinier Duardo, para quien estamos ante gente capaz de poner su rostro para decir los mayores disparates con el único objetivo de colarse en la fiebre de rusofobia que invade incluso a medios medianamente serios, que ahora se lucieron especulando con todo tipo de analistas, en el más rancio lenguaje de la vieja Guerra Fría, todo claramente orientado contra la figura de Vladimir Putin, lo que, entre otras cosas, nos dice por dónde va la prensa en esa guerra otra, que camina paralela con la que todo Occidente, Estados Unidos a la cabeza, se ha propuesto destruir a Rusia.

La reciente Cumbre del G7, obsesivamente dedicada a ese objetivo, narró con bombos, platillos y todo tipo de celebraciones, el anuncio de que se le entregarán a Zelensky más de 50 mil millones de euros de fondos confiscados a Rusia en bancos europeos, para que Ucrania los use pagando a la industria armamentista yanqui los misiles que se proponen lanzar contra el mismo país al que se los han robado. Y los voceritos de redes se suman, haciendo ruido con unos barcos rusos en La Habana que no traían armamento nuclear ninguno ni son riesgo para nadie, aunque sí parece haberlos asustado el nivel técnico del submarino y la fragata.

Para rematar la feria del disparate afirmaron también que los navíos rusos se fueron el lunes porque Estados Unidos presionó a Rusia. Todo, a pesar de que en sus propios reportes se anunciaba desde el primer día que regresaban el 17.

Con ayuda del Guerrero cubano, este podcast cierra con una joyita guardada en sus archivos: el momento en que uno de los aquí citados se burla de sus competidores en redes haciendo un auténtico retrato hablado de ellos y de sí mismo. Seguiremos Chapeando.

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