Dopo il recentissimo tentativo di colpo di Stato in Bolivia, vari paesi e organizzazioni internazionali hanno reagito con fermezza nel loro account della rete sociale X, esprimendo il loro appoggio al Governo e al presidente Luis Arce(Lucho).
Sia il presidente boliviano, che l’ex presidente Evo Morales, hanno denunciato movimenti irregolari di differenti divisioni dell’esercito in Plaza Murillo a La Paz, dopo le dichiarazioni del Comandante Generale dell’Esercito della Bolivia, Juan José Zuñiga, nelle quali ha afermato la sua decisione di «impedire» che Morales si possa presentare nuovamente come candidato alla presidenza.
Miguel Díaz-Canel Bermúdez, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica, ha espresso la sua indignazione per «l’aggressione alla democrazia e al popolo boliviano». Ugualmente il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha denunciato il fatto durante una trasmissione televisiva e ha detto che queste azioni militari cercano di distruggere la democrazia boliviana.
Il presidente costituzionale del Messico, Andrés Manuel López Obrador, e la presidentessa recentemente eletta, Claudia Sheinbaum, hanno espresso «la più energica condanna» e «appoggio assoluto al presidente Luis Arce».
Dal Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva ha commentato attraverso X : «La posizione del Brasile è chiara. Sono un amante della democrazia e desidero che prevalga in tutta l’America Latina in Bolivia e riaffermiamo il nostro impegno con il popolo e la democrazia del nostro fraterno paese , presieduto da @LuchoXBolivia».
Il presidente del Nicaragua, Daniel Ortega e la vice presidente Rosario Murillo, con un comunicato, hanno condannato le manovre e i movimenti militari sviluppati nel centro della capitale boliviana, «nel tentativo di annullare gli sforzi del popolo di questo fraterno paese di trascendere, avanzare nei suoi cammini in accordo con i suoi modelli democratici e con le sue aspirazioni di vivere e creare il suo stesso destino senza ingerenze nè interventi.
Il presidente della Colombia, Gustavo Petro, ha detto che la sua ambasciata «deve concedere rifugio ai perseguitati», affermando che «non ci saranno relazioni diplomatiche della Colombia con la dittatura».
La presidente costituzionale di Honduras, Iris Xiomara Castro Sarmiento, ha convocato «d’urgenza i presidenti dei paesi membri della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC), a condannare il fascismo che attenta contro la democrazia in Bolivia e d’esigere il rispetto pieno al potere civile e alla Costituzione».
Dal Cile, il presidente Gabriel Boric ha detto che «non possiamo tollerare nessuna aggressione all’ordine costituzionale legittimo in Bolivia o in qualsiasi altro luogo».
Il Capo di Stato del Paraguay, Santiago Peña, ha condannato le mobilitazioni irregolari dell’esercito in Bolivia ed ha chiamato «a rispettare la democrazia e lo Stato di Diritto».
Altri presidenti come Daniel Noboa, dell’Ecuador; Luis Lacalle Pou, dell’Uruguay; Dina Boluarte, del Perù; Laurentino Cortizo, di Panama e Luis Abinader, della Repubblica Dominicana hanno pronunciato condanne dei fatti avvenuti in Bolivia
L’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America – Trattato di Commercio dei Popoli (ALBA-TCP), ha reiterato il suo appoggio assoluto al Presidente boliviano, e ha richiamato la comunità internazionale a difendere la democrazia, la pace e il rispetto alla Costituzione Politica della Bolivia.
L’Ufficio delle Nazioni Unite nel paese boliviano, ha fatto «un richiamo urgente a tutti gli attori della società boliviana, includendo le Forze Armate, ad agire con responsabilità, misura e rispetto dei valori democratici che sono stati difesi in tutti questi anni».