Neanche la OSA può tacere di fronte alla menzogna

La verità su Cuba trova sempre la forma di risaltare anche in contesti tanto avversi come l’ Organizzazione degli Stati Americani (OSA), un’organizzazione nota per le maniere in cui si muove al ritmo degli USA nella quale l’Isola aspira a non tornare mai più da quando ne è uscita nel 1962.

Nel mese di giugno appena terminato, come parte della 54ª Assemblea Generale dell’organizzazione, i rappresentanti dei quattro paesi hanno denunciato le arbitrarietà di Washington contro L’Avana, specialmente per l’ingiusta permanenza nella lista degli Stati patrocinatori del terrorismo e il rafforzamento del blocco economico, commerciale e finanziario.

La posizione assunta dai rappresentanti di  Brasile, Messico, Honduras e Bolivia, nella sessione con sede in Paraguay, ha ricevuto i ringraziamenti del cancelliere cubano, Bruno Rodríguez Parrilla, che nella rete sociale X ha condiviso frammenti in video degli interventi.

Joel Antonio Hernández, vice segretario ai Temi Multilaterali e ai Diritti Umani del Messico, ha richiamato a eliminare già il blocco e ha condannato in nome del suo paese, «le azioni unilaterali imposte in violazione del diritto internazionale e delle risoluzioni dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), che impediscono lo sviluppo dei nostri popoli».

La segretaria generale delle Relazioni Estere del Brasile, María Laura da Rocha, ha considerato che è noto che l’Isola «collabora attivamente per la promozione della pace, il dialogo e l’integrazione regionale».

Il rappresentante della Bolivia nella la OSA, Héctor Arce, ha condannato le pressioni di alcuni Stati che pretendono di fare cambi, sulla base di generare privazioni ai loro popoli.

Il rappresentante di Honduras, Roberto Ramos Bustos, ha aggiunto che le azioni USA sono una trasgressione ai principi  delle norme internazionali ed ha reiterato la sua opposizione a misure che si mantengono contro i popoli fratelli, ostacolando il progresso delle realizzazioni tra loro.

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