Influencer prepagati o manipolatori della realtà?

Essere un creatore digitale in questi giorni di social network, trending topic e monetizzazione, più che una moda, per alcuni diventa uno stile di vita.

Per alcuni creatori, aggiornare i propri follower sulla loro vita quotidiana, costruire o idealizzare la loro esistenza, controllare le loro abitudini e offrire loro consigli sulle dinamiche di tutti i giorni è il loro sostentamento, mentre per altri l’obiettivo è mediare opinioni negative e decostruire una realtà attaccando la cognizione di chi li prende come punto di riferimento.

Ci sarà tempo per affrontare i primi. Tuttavia, in questo articolo ci si concentra sul secondo. Coloro che reclutano soggettività, instillano violenza, promuovono l’odio e imparano a non avere speranza.

A chi si rivolge il loro discorso? Utenti di tutte le età, soprattutto giovani. Non a caso il loro obiettivo è la Rivoluzione cubana e il linciaggio che promuovono è contro tutti quegli opinionisti che difendono il progetto cubano.

Su cosa influiscono? Sull’immaginario sociale e sulle concezioni che noi, come gruppi formali e informali, costruiamo.

Utilizzano qualsiasi indicazione di contraddizioni interne, vulnerabilità dell’economia, minimizzando le conquiste ed evidenziando le carenze imposte dal blocco genocida che stiamo vivendo.

Due sono le matrici fondamentali che attraversano i suoi contenuti: la denigrazione dei nostri principali leader e la messa in discussione della storia del Paese; temi ai quali il governo USA, che li sponsorizza, destina apertamente un’infinità di risorse. Così, Ultrack, Alain Paparazzi, Eliecer Ávila, Manuel Milanés, Alexander Otaola, tra gli altri, riverseranno il loro “veleno” nelle costruzioni psicosociali delle comunità che li seguono, naturalmente in base all’ammontare del pagamento ricevuto. Una monetizzazione rafforzata, inoltre, dal numero di “mi piace” e “visualizzazioni” ricevute dalle loro trasmissioni.

Che ruolo giocate voi e le vostre emozioni?

Quello di ricettore e catalizzatore di tutto ciò che di dannoso vi viene trasmesso attraverso le migliaia di ore spese in controcampagne su ogni opera di bene pubblico che viene realizzata sull’isola. Con le loro reazioni digitali e fisiche, chiudono il ciclo di ciò che stanno cercando… una catarsi collettiva per gestire la narrazione dello sfogo e vendere, all’ingrosso, una “emozione manipolata”.

Influenzatori loro? No, amici lettori. Gli influenzatori sono gli insegnanti che insegnano a leggere e scrivere in aule piene di bambini in una Cuba piena di bambini. “Loro” (gli influencer prepagati dell’impero) non andranno mai oltre l’essere terroristi e mercenari, con Internet sul cellulare.

Fonte: Razones de Cuba

Traduzione: italiacuba.it

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