Il procuratore generale della Repubblica, Tarek William Saab, ha rilasciato dichiarazioni su un comunicato emesso dalle Autodefensas Conquistadoras de la Sierra, il 6 luglio. Secondo la denuncia, i contatti con un gruppo paramilitare sono iniziati due mesi fa nella La Guajira colombiana. Un emissario si è identificato come membro dell’opposizione venezuelana e si sono svolti tre incontri in un ristorante di Maicao.
Durante questi incontri, si è discusso della possibilità di attentare contro il presidente Nicolás Maduro durante eventi pubblici o sabotare l’infrastruttura elettrica nello stato Zulia. Inoltre, sono stati mostrati mappe e foto del palazzo di Miraflores. Benché non si sia giunto a concretare un importo di pagamento, è stato offerto asilo politico a coloro che avrebbero partecipato a queste azioni.
Negli ultimi mesi, le autorità venezuelane hanno sventato una serie di piani di destabilizzazione diretti contro il governo del presidente Nicolás Maduro. Queste azioni, che includono tentativi di magnicidio (assassinio di alti dirigenti politici ndt), spionaggio e piani per generare violenza e instabilità, hanno evidenziato una recidiva da parte di settori estremisti dell’opposizione, secondo il procuratore generale.
“È molto delicata la recidiva di questo settore”, ha avvertito Saab, che ha dettagliato lo smantellamento di almeno 8 casi di tentativi di magnicidio, finora quest’anno.
Tra i casi più rilevanti c’è quello chiamato “Alta Conspiración”, in cui 11 individui sono stati arrestati per aver divulgato informazioni militari classificate; il caso di “spionaggio a Guasdualito”, che implicava la vendita di dati confidenziali sulla sicurezza presidenziale; e il caso “Fortunato”, in cui un individuo è stato arrestato per essere entrato illegalmente nel paese per raccogliere informazioni su piloti e personale militare.
Tuttavia, il caso più preoccupante, secondo il procuratore, è noto come “Asesino de La Viñeta”, in cui il capo della sicurezza della residenza presidenziale è stato colto a cospirare per attentare contro la vita di Maduro. In totale, cinque persone sono state arrestate e accusate per questo grave episodio.
Oltre ai tentativi di magnicidio, sono stati anche sventati piani destinati a fomentare violenza e instabilità nel paese. Ad esempio, il “caso di Barinas” ha rivelato una strategia per mettere in atto una nuova versione de “La Salida”, con l’intento di provocare proteste e disordini in varie città, tra cui Caracas e Táchira.
Il Procuratore Generale ha anche informato sull’arresto di un individuo, a Monagas, per aver minacciato di morte Maduro.
Ricordiamo che tali azioni non sono nuove, l’opposizione estremista ha storicamente fatto ricorso ai paramilitari colombiani come mercenari nei loro piani destabilizzatori contro il Venezuela; al riguardo, vale la pena ricordare le recenti dichiarazioni dell’ex capo paramilitare Salvatore Mancuso, secondo cui per l'”Operazione Daktari” ci sono state complicità, rifugio e protezione da parte delle autorità, citando specificamente gli allora sindaci dei comuni El Hatillo e Baruta, Alfredo Catalán e Henrique Capriles, insieme al governatore dello stato Miranda dell’epoca, Enrique Mendoza, che avrebbero sostenuto l’azione sediziosa.
SINDACI DELL’OPPOSIZIONE SI UNISCONO AL CAMMINO DEL CONSENSO POLITICO
In mezzo a questi tentativi di aumentare la tensione politica, la notizia che quattro sindaci dell’opposizione degli stati di Guárico, Cojedes e Barinas si sono uniti all’appello del presidente Nicolás Maduro per l’unità e il consenso genera un forte contrasto.
Jorge Rodríguez, presidente dell’Assemblea Nazionale, ha sottolineato l’importanza di questo gesto, considerandolo un passo cruciale nella costruzione di un paese di pace e unità.
“Vogliamo ringraziare questo passo cruciale che ha compiuto un gruppo di sindaci a livello nazionale… che hanno espresso ciò che costituisce il nucleo principale della nostra campagna e del discorso del presidente Nicolás Maduro: la necessità del consenso, la necessità dell’unione, la necessità di prendersi cura della crescita economica per poter costruire prosperità in futuro, la necessità di prendersi cura della pace della repubblica”, ha affermato Rodríguez.
Il presidente dell’Assemblea Nazionale ha sottolineato che “molti danni sono stati fatti nel tentativo di cercare scorciatoie che ci avrebbero portato alla violenza e alla diatriba inutile”. In questo senso, ha fatto un appello al rifiuto della violenza e ha messo in guardia sulla ricomparsa di posizioni pericolose in settori disperati che cercano di destabilizzare, ma ha enfatizzato con sicurezza: “non lo permetteremo, il popolo del Venezuela risponderà a questi tentativi di torcere la tranquillità che ora abbiamo”.
La persistenza di settori dell’opposizione nel promuovere la violenza come strumento politico per sovvertire l’ordine costituzionale e generare caos nel paese riflette una profonda incapacità di costruire alternative attraverso il dialogo e la partecipazione.
La decisione dei sindaci di unirsi all’appello per la pace e l’unità, in contrasto con le azioni dei settori estremisti dell’opposizione, evidenzia la profonda convinzione della società venezuelana per il mantenimento dell’ordine costituzionale e la ricerca di soluzioni pacifiche. La prassi del presidente Maduro, che cerca la costruzione del progetto di paese attraverso il dialogo e la partecipazione, trova un’eco nella maggioranza della popolazione, che rifiuta la violenza e resiste alle manovre di destabilizzazione.
LA ETERNA REINCIDENCIA OPOSITORA EN LA VIOLENCIA POLÍTICA Y EL MAGNICIDIO
El fiscal general de la República, Tarek William Saab, ha ofrecido declaraciones sobre un comunicado emitido por las Autodefensas Conquistadoras de la Sierra el 6 de julio. Según la denuncia, los contactos con un grupo paramilitar comenzaron hace dos meses en La Guajira colombiana. Un emisario se identificó como miembro de la oposición venezolana y se llevaron a cabo tres reuniones en un restaurante de Maicao.
Durante estas reuniones, se discutió la posibilidad de atentar contra el presidente Nicolás Maduro en actos públicos o sabotear la infraestructura eléctrica en el estado Zulia. Además, se mostraron mapas y fotos del palacio de Miraflores. Aunque no se llegó a concretar un monto de pago, se ofreció asilo político a quienes participaran en estas acciones.
En los últimos meses, las autoridades venezolanas han desarticulado una serie de planes de desestabilización dirigidos contra el gobierno del presidente Nicolás Maduro. Estas acciones, que incluyen intentos de magnicidio, espionaje y planes para generar violencia e inestabilidad, han puesto en evidencia una reincidencia por parte de sectores extremistas de la oposición, según el fiscal general.
“Es muy delicada la reincidencia de este sector”, advirtió Saab, quien ha detallado la desarticulación de al menos 8 casos de intentos de magnicidio en lo que va de año.
Dentro de los casos más destacados se encuentra el llamado “Alta Conspiración”, donde 11 individuos fueron detenidos por divulgar información militar clasificada; el caso de “espionaje en Guasdualito”, que implicaba la venta de datos confidenciales sobre la seguridad presidencial; y el caso “Fortunato”, en el que un individuo fue arrestado por ingresar al país de manera irregular para recabar información sobre pilotos y personal militar.
Sin embargo, el caso más preocupante, según el fiscal, es el conocido como “Asesino de La Viñeta”, en el que el jefe de seguridad de la residencia presidencial fue captado conspirando para atentar contra la vida de Maduro. En total, cinco personas fueron detenidas e imputadas por este grave suceso.
Además de los intentos de magnicidio, también se han frustrado planes destinados a fomentar violencia e inestabilidad en el país. Por ejemplo, el “caso de Barinas” reveló una estrategia para llevar a cabo una nueva versión de “La Salida”, con la intención de provocar protestas y disturbios en varias ciudades, incluyendo Caracas y Táchira.
El Fiscal General también informó sobre la detención de un individuo en Monagas por proferir amenazas de muerte contra Maduro.
Recordemos que tales acciones no son nuevas, la oposición extremista históricamente ha recurrido a los paramilitares colombianos como mercenarios en sus planes desestabilizadores contra Venezuela; al respecto vale la pena reseñar las más recientes declaraciones del exjefe paramilitar Salvatore Mancuso en donde asegura que para la “Operación Daktari” hubo complicidad, abrigo y resguardo de las autoridades, señalando específicamente a los entonces alcaldes de los municipios El Hatillo y Baruta, Alfredo Catalán y Henrique Capriles, junto al gobernador del estado Miranda de ese momento, Enrique Mendoza, quienes habrían amparado la acción sediciosa.
ALCALDES OPOSITORES SE UNEN AL CAMINO DEL CONSENSO POLÍTICO
En medio de estos intentos por escalar la tensión política, la noticia de que cuatro alcaldes opositores de los estados Guárico, Cojedes y Barinas se han sumado al llamado del presidente Nicolás Maduro por la unidad y el consenso genera un fuerte contraste.
Jorge Rodríguez, presidente de la Asamblea Nacional, ha destacado la importancia de este gesto, considerándolo un paso crucial en la construcción de un país de paz y unidad.
“Queremos agradecer este paso crucial que han dado un grupo de alcaldes a nivel nacional… quienes han expresado lo que conforma el núcleo principal de nuestra campaña y del discurso del presidente Nicolás Maduro: la necesidad del consenso, la necesidad de la unión, la necesidad de cuidar el crecimiento económico para poder construir prosperidad en el futuro, la necesidad de cuidar la paz de la república”, afirmó Rodríguez.
El presidente de la Asamblea Nacional destacó que “mucho daño se ha hecho en aras de buscar atajos que nos llevaran a la violencia y a la diatriba inútil”. En ese sentido, hizo un llamado al rechazo de la violencia y alertó sobre la reaparición de posturas peligrosas en sectores desesperados que buscan desestabilizar, pero enfatizó con seguridad: “no lo vamos a permitir, el pueblo de Venezuela va a responder a estos intentos de torcer la tranquilidad que ahora tenemos”.
La persistencia de sectores de la oposición en promover la violencia como herramienta política para socavar el orden constitucional y generar caos en el país refleja una profunda incapacidad para construir alternativas a través del diálogo y la participación.
La decisión de los alcaldes de unirse al llamado por la paz y la unidad, en contraste con las acciones de los sectores extremistas de la oposición, evidencia la profunda convicción de la sociedad venezolana por el mantenimiento del orden constitucional y la búsqueda de soluciones pacíficas. La praxis del presidente Maduro, que busca la construcción del proyecto de país a través del diálogo y la participación, encuentra un eco en la mayoría de la población, que rechaza la violencia y se resiste a las maniobras de desestabilización.