Guaidó parte II, la vecchia storia dell’estrema destra

Di fronte alle elezioni in Venezuela, l’estrema destra affila i denti con una nuova strategia al fine che si disconoscano i risultati

Laura Mercedes Giráldez

 

Caracas, Venezuela –Il lunedì seguente, quando sorgerà il sole in questa terra meridionale della Nostra America, un uomo – scelto dal popolo – avrà nelle sue mani il compito di guidare il paese verso un futuro prospero, come quello che il Venezuela sta costruendo da diversi anni.

In vista di questo momento cruciale, e sapendo in anticipo che questo popolo non dimentica chi ha tentato di distruggere la sua sovranità, l’estrema destra affila i denti con una strategia che sarà preludio per disconoscere i risultati elettorali.

Non gli sono bastati i sabotaggi al Ponte di Angostura e al Sistema Elettrico Nazionale; il furto di sette milioni di dollari dai fondi della Citgo per finanziarsi, né i tentativi di magnicidio e di introdurre paramilitari nel paese. Ora preparano lo scenario per generare caos nella popolazione.

Precisamente, Jorge Rodríguez, coordinatore centrale del Comando di Campagna Venezuela Nostra e presidente dell’Assemblea Nazionale, ha denunciato “il piano fascista” orchestrato in vista delle elezioni.

Così sono stati pubblicati, sui media internazionali, sondaggi che collocano Nicolás Maduro con un 8% dei voti. L’estrema destra ha l’intenzione di usare quei exit poll per sostenere la sua posizione di presunto broglio, una volta svolte le elezioni, ha spiegato. Pretendono di vincere non con i voti, bensì con i bot, poi cantare broglio e fare pressione affinché i risultati elettorali non siano riconosciuti.

D’altra parte, un sondaggio realizzato questo venerdì dalla società di ricerca Ideadatos, ha rivelato che Maduro conta sul 55,9% di sostegno. Inoltre, ha evidenziato che il candidato più reazionario dell’opposizione, Edmundo González, ha un sostegno del 22,4%. Il resto dei candidati alla presidenza sommano, insieme, il 13,3%.

Sulla affidabilità della società di sondaggi, ha rivelato Telesur, è stato utilizzato uno strumento di ricerca stratificato-probabilistico, con un’affidabilità del 95%.

Questa reale possibilità di una vittoria ben meritata del chavismo ha accelerato il piano dell’opposizione estremista per realizzare un “Guaidó parte II”. Con ciò cercano, secondo Jorge Rodríguez, “di imporre una situazione che non sia quella che emergerà dalle macchine elettorali dello scrutinio del Consiglio Nazionale Elettorale, per fare nuovamente pressione sul Governo USA, affinché continui con la sua politica di somma zero rispetto al Venezuela”.

Quando questo 25 luglio terminerà la campagna elettorale dei dieci candidati, i venezuelani avranno l’amarezza di aver vissuto un processo permeato dal peso delle misure coercitive unilaterali del Governo USA, e delle costanti azioni di destabilizzazione dell’estrema destra.

L’obiettivo? Colpire la qualità della vita della popolazione, e così generare angoscia e disperazione in chi si recherà il 28 luglio a decidere il proprio futuro più prossimo. Tuttavia, il popolo non dimentica.


Guaidó parte II, el viejo cuento de la extrema derecha

Ante las elecciones en Venezuela, la extrema derecha se afila los dientes con una nueva estrategia con el fin de que se desconozcan los resultados

Laura Mercedes Giráldez

CARACAS, Venezuela.–El lunes siguiente, cuando amanezca en esta tierra sureña de Nuestra América, un hombre –elegido por el pueblo– tendrá en sus manos la tarea de guiar al país hacia un futuro próspero, como el que construye Venezuela desde hace varios años.

Ante la cercanía de ese momento crucial, y sabiendo de antemano que este pueblo no olvida a quienes le han intentado destrozar la soberanía, la extrema derecha se afila los dientes con una estrategia que será antesala para desconocer los resultados electorales.

No les ha bastado con los sabotajes al Puente de Angostura y al Sistema Eléctrico Nacional; con el robo de siete millones de dólares de los fondos de Citgo para financiarse, ni con los intentos de magnicidio y de introducir paramilitares en el país. Ahora preparan el escenario para generar caos en la población.

Precisamente, Jorge Rodríguez, coordinador central del Comando de Campaña Venezuela Nuestra y presidente de la Asamblea Nacional, denunció «el plan fascista» orquestado en torno a las elecciones.

Así se publicaron, en medios internacionales, encuestas que colocan a Nicolás Maduro con un 8 % de votos. La extrema derecha tiene la intención de usar esos exit polls para respaldar su posición de supuesto fraude, una vez realizados los comicios, explicó. Pretenden ganar no con votos, sino con bots, luego cantar fraude y presionar para que no se reconozcan los resultados electorales.

Por otra parte, una encuesta realizada este viernes por la consultora de investigación Ideadatos, arrojó que Maduro cuenta con un 55,9 % de apoyo. Asimismo, aportó que el postulante más reaccionario de la oposición, Edmundo González, tiene un respaldo del 22,4 %. El resto de los aspirantes a la presidencia suman, entre todos, el 13,3 %.

Sobre la confiabilidad de la encuestadora, reveló Telesur, fue empleado un instrumento de investigación estratificado-probabilístico, con una confiabilidad del 95 %.

Esta posibilidad real de una bien ganada victoria del chavismo ha acelerado el plan de la oposición extremista para llevar a cabo un «Guaidó parte ii». Con ello buscan, según Jorge Rodríguez, «tratar de imponer una situación que no sea la que arrojen las máquinas electorales del escrutinio del Consejo Nacional Electoral, para presionar nuevamente al Gobierno estadounidense, para que continúe con su política de suma cero respecto a Venezuela».

Cuando este 25 de julio finalice la campaña electoral de los diez candidatos, los venezolanos tendrán el sinsabor de haber vivido un proceso permeado por el peso de las medidas coercitivas unilaterales del Gobierno de Estados Unidos, y de las constantes acciones de desestabilización de la extrema derecha.

¿El objetivo? Golpear la calidad de vida de la población, y así generar zozobra y desesperanza en quienes acudirán el 28 de julio a decidir su futuro más próximo. Sin embargo, el pueblo no olvida.

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