Un nuovo capitolo della Storia d’odio in Venezuela: il caso Ridery

misionverdad.com

Questo giovedì 18 luglio, il presidente venezuelano, Nicolás Maduro, ha pubblicato sul suo account X che stava aspettando un Ridery per trasferirsi al Teatro Teresa Carreño e partecipare a “Venezuela Emprende con Maduro”, evento che ha riunito microimprenditori e imprenditori del paese.

È bastata che si diffondesse quel materiale audiovisivo affinché alcuni fattori radicali dell’opposizione applicassero il solito linciaggio mediatico, al fine di accerchiare e far uscire dal mercato questa azienda il cui servizio tramite un’applicazione si è posizionata come la prima a stabilirsi nel paese sotto il concetto di Mobilità come Servizio (MaaS, per le sue sigle in inglese).

Il video cercava chiaramente di proiettare che nel paese ci sono opportunità per tutte quelle persone che cercano di avviare un’attività. Durante il tragitto, il Presidente ha sottolineato che, fino a quel momento, si erano consolidati più di 1 milione e 300 mila iniziative imprenditoriali.

Gerson Gómez, CEO e fondatore dell’azienda di software, ha rivelato che il progetto, nato nel 2021, era in gestazione da 17 anni. L’iniziativa è nata in un contesto segnato dalle norme di distanziamento sociale e confinamento implementate a seguito della pandemia di Covid-19; uno scenario che, senza dubbio, ha accelerato l’adozione di strumenti digitali nel paese.

In quel momento il Venezuela ha visto la nascita di Ridery, la prima applicazione di trasporto che in meno di un anno ha ottenuto una media di oltre 200 mila viaggi mensili e la sua espansione in alcune delle principali città del paese. Questo ha permesso all’app di ampliare le sue flotte e inoltre di includere dalle moto alle auto blindate, il che ha significato nuove fonti di lavoro.

La cosa più importante da sottolineare del suo lancio è che nasce nel mezzo del peggior blocco mai imposto contro il paese, soprattutto dopo aver attraversato la pandemia, le cospirazioni per rovesciare il governo e anni di instabilità economica dovuta alle sanzioni promosse da un governo fasullo.

In tale contesto Ridery, secondo Latam Mobility, ha raggiunto “un traguardo nel mondo dell’imprenditoria tecnologica in Venezuela, essendo il primo progetto di capitale 100% nazionale ad attrarre investimenti da importanti attori della banca del paese, il che ha aperto la porta a molti imprenditori che cercano di far crescere i loro affari”.

L’appello a bloccare e disinstallare massicciamente l’applicazione riflette l’ostilità dell’opposizione venezuelana contro tutto ciò che sia “collegato” con il governo bolivariano, il che senza dubbio smonta il messaggio conciliatore che cerca sedurre i chavisti ogni volta che ci sono elezioni.

A tal proposito, l’analista e ricercatore William Serafino fa una breve analisi sui richiami a boicottare l’azienda da parte dei “fanatici hooligan di María Corina Machado”: “Queste dimostrazioni di intolleranza distruggono tutti i ponti con il mondo imprenditoriale emergente, collocando María Corina Machado in una posizione ostile verso il settore privato, vantaggiosa per Maduro in una settimana decisiva della campagna elettorale”.

Inoltre, riferisce che il CEO dell’azienda di trasporto, che lavora come autista, “comprende che l’arrivo dell’opposizione al potere, nel contesto di una bassa barriera all’ingresso nel mercato della mobilità urbana in Venezuela, significherebbe l’arrivo di Uber e altri giganti globali che distruggerebbero il suo progetto e quello di altri innovatori e imprenditori come lui. Opera una logica di sopravvivenza e di protezione di fronte al delirio aperturista del piano Tierra de Gracia”.

Infine, segnala che è evidente l’alleanza Stato-impresa privata, una relazione win-win sorta nel contesto di un’economia sanzionata dove l’unione era necessaria per sopravvivere alla tempesta. Non c’è dubbio che il piano Tierra de Gracia sia preceduto da “Tierra atrasada”, un altro concetto più distruttivo che cerca di eliminare tutto ciò che può essere utile al nemico, che in questo caso è il chavismo.


UN NUEVO CAPÍTULO DE LA HISTORIA DEL ODIO EN VENEZUELA: EL CASO RIDERY

 

Este jueves 18 de julio el presidente venezolano, Nicolás Maduro, publicó en su cuenta X que estaba esperando un Ridery para trasladarse hasta el Teatro Teresa Carreño y asistir a “Venezuela Emprende con Maduro”, evento que congregó a microempresarios y emprendedores del país.                                                                   

Bastó que se difundiera ese material audiovisual para que algunos factores radicales de la oposición aplicaran el escracheo habitual, a fin de acorralar y sacar del mercado a esta empresa cuyo servicio a través de una aplicación se posicionó como la primera en establecerse en el país bajo el concepto Movilidad como Servicio (MaaS), por sus siglas en inglés.

El video claramente buscaba proyectar que en el país hay oportunidades para todas aquellas personas que buscan emprender un negocio. Durante el recorrido el Presidente señaló que hasta el momento se habían consolidado más de un millón 300 mil emprendimientos.

Gerson Gómez, CEO y fundador de la empresa de software, reveló que el proyecto, que vio la luz en 2021, había estado en gestación durante 17 años. La iniciativa surgió en un contexto marcado por las normas de distanciamiento social y el confinamiento implementado a raíz de la pandemia de Covid-19, un escenario que, sin duda, aceleró la adopción de herramientas digitales en el país.

En ese momento Venezuela vio el nacimiento de Ridery, la primera aplicación de transporte que en menos de un año consiguió un promedio de más de 200 mil viajes mensuales, y su expansión por algunas de las principales ciudades del país. Esto permitió que la app ampliara sus flotas y además se incluyeran desde motos hasta carros blindados, lo que significó nuevas fuentes de empleos.

Lo más importante a destacar de su lanzamiento es que surge en medio del peor bloqueo que se ha hecho contra el país, sobre todo luego de transitar por la pandemia, las conspiraciones para derrocar el gobierno y años de inestabilidad económica producto de las sanciones impulsadas por un gobierno fake.

En ese contexto Ridery, según Latam Mobility, rompió “un hito en el mundo del emprendimiento tecnológico en Venezuela ya que consiguió ser el primer emprendimiento de capital 100% nacional que atrajo inversiones de importantes actores de la banca del país, lo cual ha abierto la puerta a muchos emprendedores que buscan escalar sus negocios”.

El llamado a bloquear y a desinstalar masivamente la aplicación refleja la hostilidad de la oposición venezolana contra todo lo que se haya ” vinculado” con el gobierno bolivariano, lo que sin duda desmonta el mensaje conciliador que busca seducir a los chavistas cada vez que hay elecciones.

Al respecto, el analista e investigador William Serafino hace un breve análisis sobre los llamados a boicotear la empresa por parte de “la fanaticada hooligan de María Corina Machado”: “Esas demostraciones de intolerancia vuelan todos los puentes con el mundo empresarial emergente, enmarcando a María Corina Machado en una posición hostil hacia el sector privado, beneficiosa para Maduro en una semana decisiva de la campaña electoral”.

Asimismo, refiere que el CEO de la empresa de transporte, quien actúa como chofer, “entiende que la llegada de la oposición al poder, en el marco de una baja barrera de entrada al mercado de la movilidad urbana en Venezuela, significaría la llegada de Uber y otros monstruos globales que destrozarían su proyecto y el de otros innovadores y emprendedores como él. Opera una lógica de supervivencia y de protección ante el delirio aperturista del plan Tierra de Gracia”.

Finalmente señala que queda a la vista la alianza Estado-empresa privada, una relación ganar-ganar surgida en el contexto de una economía sancionada donde la unión era necesaria para sobrevivir a la vorágine. No cabe duda de que el plan Tierra de Gracia está antecedido por “Tierra atrasada”, otro concepto más destructivo que busca acabar con todo lo que pueda ser de utilidad para el enemigo, que en este caso es el chavismo.

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