La sovranità energetica dei Caraibi e l’integrazione dei paesi dell’area si sono rafforzate dopo la firma a Caracas di un impegno per consolidare la Zona Economica Petrocaribe.
Durante la XV riunione ministeriale di questo meccanismo di cooperazione, i rappresentanti dei 19 paesi del blocco hanno deciso di fomentare e differenziare lo scambio commerciale e produttivo tra loro con l’obiettivo di stimolare la crescita economica, sociale e culturale.
La risoluzione, firmata nella sede di Petróleos de Venezuela S.A., si sostenta nel potere trasformatore dell’energia, quando questa si pone in funzione dello sviluppo sostenibile e con rispetto per l’ambiente e l’autodeterminazione dei popoli.
Questa zona economica valuta le potenzialità di ogni membro e comprende lo scambio in cinque aree: trasporto e comunicazioni, incatenamento produttivo, turismo, commercio e dedizione sociale e culturale.
Inoltre si erge come difesa di fronte ai tentativi esterni di rompere l’unità dei Caraibi.
Durante la riunione, la ministra venezuelana delle Relazioni Estere, Delcy Rodríguez, ha denunciato le intenzioni di chi si oppone all’integrazione ed ha reclamato l’interruzione delle intromissioni nei temi dei popoli della regione.
La ministra ha aggiunto che la destra internazionale ha raddoppiato il suo impegno per rovesciare l’unità latinoamericana e caraibica, con il calo del prezzo del greggio.
Petrocaribe fomenta la pace tra popoli fratelli e a 10 anni dalla sua creazione realizza gli obiettivi della fondazione, di ridurre le asimmetrie nella zona, originate dall’applicazione di decenni di politica neoliberista.
Petrocaribe, fondato il 29 giugno 2005 dal già deceduto presidente venezuelano Hugo Chávez e dal leader della Rivoluzione cubana, Fidel Castro, è formata da Antigua y Barbuda, Bahamas, Belice, Cuba, Costa Rica, Dominica, Granada, Guatemala, Guyana, Haiti, Honduras, Giamaica, Nicaragua,Repubblica Dominicana, San Cristóbal y Nieves, Santa Lucía, San Vicente y Las Granadinas, Suriname e Venezuela.