La PUD minaccia di disconoscere i risultati elettorali: 5 segnali

misionverdad.com

Le ultime settimane sono state segnate da una serie di dichiarazioni e azioni provenienti da settori estremisti dell’opposizione, guidati da María Corina Machado e dalla Piattaforma Unitaria Democratica (PUD). Queste manifestazioni puntano ad uno scenario pericoloso che abbiamo già segnalato in questo sito: il rifiuto anticipato dei risultati elettorali e le accuse di frode, persino prima che si arrivi allo spoglio dei voti.

Cinque segnali, analizzati attentamente, evidenziano l’intenzione di mettere in atto, da parte dell’opposizione, di non accettare i risultati e di delegittimare il processo elettorale del 28 luglio.

  1. Il prima segnale è il rifiuto di firmare l’Accordo di Riconoscimento dei Risultati, proposto dal Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) all’inizio della campagna. Questo accordo, che cercava di garantire la stabilità e il rispetto del processo elettorale, è stato sostenuto dal governo venezuelano come un impegno per la democrazia e la pace. Il presidente Nicolás Maduro, firmando l’accordo, ha affermato che la firma “è una firma contro la violenza” e che non sarà permessa la violenza, bensì il rispetto per l’arbitro elettorale.

Il candidato della PUD, Edmundo González Urrutia, ha rifiutato di firmare l’accordo, sostenendo che esso “è un’indicazione del pregiudizio che caratterizza questa campagna diseguale”. Questa posizione è in linea con l’ala più radicale dell’opposizione, rappresentata da María Corina Machado, che ha mostrato reticenza a qualsiasi tipo di dialogo o conciliazione politica. Il rifiuto di firmare l’Accordo di Riconoscimento dei Risultati rivela l’intenzione di questo settore dell’opposizione di ricorrere ad accuse di frode come meccanismo per destabilizzare il paese, seguendo un modello già osservato in episodi precedenti, come quelli del 2014 e 2017.

  1. Il secondo indizio che punta verso una strategia basata sul disconoscimento dei risultati è la manipolazione dei sondaggi elettorali.

L’opposizione, attraverso i suoi portavoce e i media affiliati, ha diffuso sondaggi che mostrano Edmundo González come vincitore, oscurando le possibilità di vittoria del chavismo. Tuttavia, un’analisi più approfondita di questi sondaggi rivela una serie di incoerenze che mettono in dubbio la loro veridicità e l’intenzione di riflettere la realtà dell’elettorato venezuelano.

Francisco Rodríguez, economista e consulente dell’opposizione, ha riconosciuto che i sondaggi starebbero sovrastimando il voto dell’opposizione, il che suggerisce una manipolazione deliberata dei dati per creare una percezione favorevole al proprio candidato.

Inoltre, è importante evidenziare che mentre i media privati e stranieri hanno promosso la diffusione di questi sondaggi discutibili, hanno anche sminuito altri sondaggi, come quelli di Hinterlaces, ICS, Dataviva e Ideadatos, che proiettano il presidente Maduro come vincitore.

  1. La terza prova dell’intenzione dell’opposizione di disconoscere i risultati elettorali è la dichiarazione di Biagio Pilieri, portavoce della PUD, che ha annunciato che riconosceranno i verbali che redigeranno il giorno delle elezioni.

“Avremo i verbali delle 30026 sezioni e dei più di 15000 centri di voto, nelle oltre 1100 parrocchie… Rispetteremo ciò che questi verbali diranno in un processo che deve essere libero, democratico e trasparente quel giorno. Ciò che diranno i nostri verbali, che è la volontà del popolo venezuelano, ovviamente lo rispetteremo”.

Questa affermazione rappresenta una chiara violazione della normativa elettorale e un affronto al CNE, che ha la competenza esclusiva di emettere i verbali ufficiali. Cercando di stabilire il proprio sistema di conteggio, la PUD cerca di manipolare i risultati a proprio favore e delegittimare il processo elettorale.

Jorge Rodríguez, coordinatore generale del Comando di Campagna Venezuela Nostra, ha denunciato questa grave condotta dell’opposizione, affermando che “il CNE deve intervenire perché questo viola la legge dei processi elettorali”.

  1. Il quarto segnale è la creazione di un centro di calcolo a Miami, USA, da cui intendono dichiarare una frode il giorno delle elezioni.

Rodríguez ha denunciato pubblicamente che questo centro, istituito da un familiare di Magalli Meda, direttore della Pianificazione Strategica dell’organizzazione di estrema destra Vente Venezuela, ha come obiettivo emettere dichiarazioni di frode il giorno delle elezioni presidenziali, programmate per il 28 luglio.

Questa strategia rivela una chiara intenzione di delegittimare il processo elettorale dall’estero. Stabilendo un centro a Miami, i settori estremisti cercano di creare un discorso parallelo che contraddica i risultati ufficiali emessi dal CNE. Rodríguez ha sottolineato che questo centro sarà collegato a quella che chiamano una “trasmissione ufficiale”, che non ha alcuna relazione con l’organismo elettorale venezuelano.

La figura di Magalli Meda è particolarmente rilevante in questo contesto. È stata segnalata per il suo coinvolgimento in azioni cospirative, compreso il presunto ordine di eseguire un “falso positivo” contro i veicoli in cui viaggia María Corina Machado nella campagna di Edmundo González.

  1. L’influenza dei media internazionali nel contesto elettorale si è convertito in un fattore determinante che può alterare la percezione pubblica e, di conseguenza, il clima politico del paese. Jorge Rodríguez, nel suo avvertimento sulla copertura che riceveranno le elezioni del 28 luglio, ha sottolineato come i media stranieri, a partire da mezzogiorno del giorno del voto, inizieranno a diffondere proiezioni basate sui sondaggi all’uscita dalle urne.

Questo scenario rappresenta il quinto indizio che l’opposizione intende disconoscere i risultati elettorali. Si prevede che reti come Bloomberg e Reuters presentino figure dell’opposizione come María Corina Machado ed Edmundo González come eroi che affrontano il chavismo in condizioni avverse.

Non si tratta di una strategia nuova. Nel 2019 si è osservata una tendenza simile durante il tentativo di imposizione di Juan Guaidó come presidente ad interim. I media internazionali, con un approccio tendenzioso e di parte, hanno dato ampia copertura al movimento di Guaidó, validando un processo che non aveva il sostegno della maggioranza della popolazione venezuelana.

Le grandi agenzie di informazione internazionali, insieme alle loro filiali disseminate per l’emisfero, tessono una narrativa che presenta la vittoria di Edmundo González come un fatto ineluttabile, che delegittima a priori qualsiasi altro risultato etichettandolo come fraudolento, mettendo così in grave pericolo la pace e la stabilità del paese.

Domenica 28 luglio deve prevalere il rispetto per le istituzioni e per l’arbitro elettorale. Lo Stato deve garantire la pace e la stabilità, e il popolo venezuelano deve poter esprimere la propria volontà liberamente, senza pressioni né manipolazioni mediatiche. La sovranità nazionale non può essere negoziata né messa a rischio da agende esterne.


LA PUD AMENAZA CON DESCONOCER LOS RESULTADOS ELECTORALES: CINCO SEÑALES

 

Las últimas semanas han estado signadas por una serie de declaraciones y acciones provenientes de sectores extremistas de la oposición, encabezados por María Corina Machado y la Plataforma Unitaria Democrática (PUD). Estas manifestaciones apuntan a un escenario peligroso que hemos venido advirtiendo en esta tribuna: el rechazo anticipado a los resultados electorales y las acusaciones de fraude, incluso antes de que se lleve a cabo el conteo de los votos.

Cinco señales, analizadas con detenimiento, evidencian la intención de esta puesta en escena de la oposición de no aceptar los resultados y deslegitimar el proceso electoral del 28J.

  1. La primera señal es la negativa a firmar el Acuerdo de Reconocimiento de Resultados, propuesto por el Consejo Nacional Electoral (CNE) al inicio de la campaña. Este pacto, que buscaba garantizar la estabilidad y el respeto al proceso comicial, fue respaldado por el gobierno venezolano como un compromiso con la democracia y la paz. El presidente Nicolás Maduro, al suscribir el acuerdo, afirmó que la rúbrica “es una firma antiguarimba” y que no se permitirá la violencia, sino el respeto al árbitro electoral.

El candidato de la PUD, Edmundo González Urrutia, rechazó firmar argumentando que el acuerdo “es un indicio del sesgo que caracteriza esta campaña desigual”. Tal postura se alinea con el ala más radical de la oposición, representada por María Corina Machado, quien ha mostrado reticencia a cualquier tipo de diálogo o conciliación política. La negativa a firmar el Acuerdo de Reconocimiento de Resultados revela la intención de este sector opositor de recurrir a acusaciones de fraude como mecanismo para desestabilizar el país, siguiendo un patrón ya observado en episodios anteriores, como los de 2014 y 2017.

  1. El segundo indicio que apunta hacia una estrategia basada en el desconocimiento de los resultados es la manipulación de las encuestas electorales.

La oposición, a través de sus voceros y medios afines, ha estado difundiendo encuestas que muestran a Edmundo González como ganador, invisibilizando las posibilidades de victoria del chavismo. Sin embargo, un análisis más profundo de estos sondeos evidencia una serie de inconsistencias que cuestionan su veracidad y su intención de reflejar la realidad del electorado venezolano.

Francisco Rodríguez, economista y asesor de la oposición, ha reconocido que las encuestas estarían sobredimensionando el voto opositor, lo que sugiere una manipulación deliberada de los datos para crear una percepción favorable a su candidato.

Además, es importante destacar que mientras medios privados y extranjeros han impulsado la difusión de estas encuestas cuestionables, también han desestimado otros sondeos, como los de Hinterlaces, ICS, Dataviva e Ideadatos, que proyectan al presidente Maduro como ganador.

  1. La tercera evidencia de la intención de la oposición de desconocer los resultados electorales es la declaración de Biagio Pilieri, vocero de la PUD, quien anunció que solo reconocerán las actas que elaboren el día de las elecciones.

“Vamos a tener las actas de las 30 026 mesas y de los más de 15 mil centros de votación, en las más de 1 100 parroquias (…) Vamos a respetar lo que esas actas digan en un proceso que tiene que ser libre, democrático y transparente ese día. Lo que digan nuestras actas, que es la voluntad del pueblo de Venezuela, por supuesto que lo vamos a respetar”.

Esta afirmación representa una clara violación de la normativa electoral y una afrenta al CNE, que tiene la competencia exclusiva para emitir las actas oficiales. Al intentar establecer su propio sistema de conteo, la PUD busca manipular los resultados a su favor y deslegitimar el proceso comicial.

Jorge Rodríguez, coordinador general del Comando de Campaña Venezuela Nuestra, denunció esta grave conducta de la oposición afirmando que “el CNE debe tomar cartas en el asunto porque esto viola la ley de procesos electorales”.

  1. La cuarta señal es la creación de un centro de cómputo en Miami, Estados Unidos, desde donde pretenden declarar un fraude el día de las elecciones.

Rodríguez denunció públicamente que este centro, montado por un familiar de Magalli Meda, gerente de Planificación Estratégica de la organización de extrema derecha Vente Venezuela, tiene como objetivo emitir declaraciones de fraude el día de las elecciones presidenciales, programadas para el 28 de julio.

Dicha estrategia revela una clara intención de deslegitimar el proceso electoral desde el extranjero. Al establecer un centro en Miami, los sectores extremistas buscan crear un discurso paralelo que contradiga los resultados oficiales emitidos por el CNE. Rodríguez subrayó que este centro se conectará a lo que ellos denominan una “transmisión oficial”, la cual no tiene ninguna relación con el organismo electoral venezolano. 

La figura de Magalli Meda es particularmente relevante en este contexto. Ella ha sido señalada por su vinculación con acciones conspirativas, incluida la presunta orden de ejecutar un “falso positivo” contra los vehículos en los que se traslada María Corina Machado en la campaña de Edmundo González.

  1. La influencia de los medios de comunicación internacionales en el contexto electoral se ha convertido en un factor determinante que puede alterar la percepción pública y, por ende, el clima político del país. Jorge Rodríguez, en su advertencia sobre la cobertura que recibirán las elecciones del 28 de julio, subrayó cómo los medios extranjeros, a partir del mediodía del día de la votación, comenzarán a difundir proyecciones basadas en encuestas a boca de urna.

Este escenario constituye el quinto indicio de que la oposición pretende desconocer los resultados electorales. Se prevé que cadenas como Bloomberg y Reuters presenten a figuras de la oposición como María Corina Machado y Edmundo como héroes que enfrentan al chavismo en condiciones adversas.

No se trata de una estrategia nueva. En 2019 se observó una tendencia similar durante el intento de imposición de Juan Guaidó como presidente interino. Los medios internacionales, con un enfoque sesgado y tendencioso, dieron amplia cobertura al movimiento de Guaidó, y validaron un proceso que no tenía el respaldo de la mayoría de la población venezolana.

Las grandes agencias informativas internacionales, junto a sus franquicias diseminadas por el hemisferio, tejen una narrativa que presenta el triunfo de Edmundo González como un hecho ineluctable que deslegitima a priori cualquier otro resultado tildándolo de fraudulento, lo que pone en grave riesgo la paz y la estabilidad del país.

El domingo 28 de julio debe imperar el respeto a la institucionalidad, al árbitro electoral. El Estado debe garantizar la paz y la estabilidad, y el pueblo venezolano debe poder expresar su voluntad libremente, sin presiones ni manipulaciones mediáticas. La soberanía nacional no puede ser negociada ni puesta en riesgo por agendas foráneas.

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