Discorso pronunciato da Salvador Valdés Mesa, Vicepresidente della Repubblica di Cuba, in occasione dell’Atto Commemorativo Centrale per il 71° Anniversario dell’Assalto alle Caserme Moncada e Carlos Manuel de Céspedes, a Sancti Spíritus, il 26 luglio 2024, “Anno 66 della Rivoluzione”.
Caro Generale Raúl Castro Ruz, leader della Rivoluzione cubana;
Compagno Miguel Díaz-Canel Bermúdez, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica;
Comandante della Rivoluzione Ramiro Valdés Menéndez, assalitore della Moncada;
Comandante dell’Esercito Ribelle José Ramón Machado Ventura;
Combattenti del 26 luglio e spedizionieri del Granma;
Parenti dei caduti;
Ospiti illustri che ci onorano della loro presenza;
Espirituanas ed Espirituanos;
Compatrioti:
In questa commemorazione, come sempre, il nostro primo pensiero va a Fidel! Le sue parole, pronunciate esattamente 41 anni fa, sono sempre più valide, cito:
“In una sola cosa siamo uguali al 26 luglio 1953: la stessa fede nel destino della patria, la stessa fiducia nelle virtù del nostro popolo, la stessa certezza della vittoria, la stessa capacità di sognare tutte quelle cose che saranno realtà di domani al di là dei sogni già realizzati ieri.”
E qualcosa di ancora più importante: la fedeltà del nostro popolo alle idee per le quali il Comandante in Capo andò alla Moncada e lottò per tutta la vita rimane ferma e inalterabile; la decisione di continuare a realizzarle e di mantenere vivo per sempre lo spirito di resistenza, di combattività, di pensiero dialettico e di fede nella vittoria che egli seppe infondere in noi, prima di tutto, con il suo esempio.
Il 26 luglio 1953 ha segnato una svolta definitiva nello sviluppo storico di Cuba; ha tracciato il percorso che abbiamo seguito fino ad oggi; ha coniato verità di valore permanente; ha stabilito principi etici per tutti i tempi e ha definito l’atteggiamento invariabile da mantenere di fronte ai pericoli, alle sfide e alle difficoltà, per quanto insormontabili possano sembrare.
Queste verità, come l’unità, sono armi potenti, tanto più nelle complesse circostanze di oggi.
Dalle pagine più amare della storia di Cuba, José Martí imparò che la divisione porta inesorabilmente alla sconfitta. Quando riprese la guerra per l’indipendenza, avvertì i suoi compatrioti:
“Il nostro nemico obbedisce a un piano: quello di incancrenirci, disperderci, dividerci, affogarci. Per questo noi obbediamo a un altro piano: quello di insegnarci a raggiungere la nostra piena altezza, di pressarci insieme, di unirci, di batterlo, di rendere finalmente libero il nostro Paese”.
La Generazione del Centenario, guidata da Fidel, ha fatto proprio questo appello di Marti nella nuova e definitiva tappa della lotta. Il mantenimento dell’unità, basata sui principi, è stato e sarà una premessa permanente della Rivoluzione cubana.
Per questo Raúl ci ha esortato a curarla “più della pupilla dei nostri occhi”, con le parole chiave pronunciate il 1° gennaio scorso a Santiago di Cuba, e ha aggiunto: “(…) quanto più grandi sono le difficoltà e i pericoli, tanto maggiori sono le esigenze, la disciplina e l’unità richieste”.
Compatrioti:
Per quanto il nemico cerchi di nasconderlo, qualsiasi persona onesta, anche se non condivide le nostre idee, capisce che l’intensificazione del blocco, insieme al resto delle misure aggressive attuate contro Cuba dal governo statunitense, costituisce la causa fondamentale delle attuali difficoltà economiche, con inevitabili ripercussioni su tutti gli ambiti della società.
Tuttavia, non ce ne stiamo con le mani in mano ad aspettare che il blocco venga revocato e che ci tolgano dall’elenco dei presunti sponsor del terrorismo, che ci causa tanti danni inibendo costantemente l’accesso al credito e ai finanziamenti esteri, scoraggiando potenziali investitori stranieri e ostacolando l’arrivo di attrezzature e tecnologie necessarie, tra gli altri effetti.
Conosciamo fin troppo bene l’impero e i settori apertamente anticubani che alimentano e sostengono questa politica di massima asfissia nel tentativo di distruggere la Rivoluzione e il suo progetto sociale. La resistenza creativa, ispirata agli insegnamenti e all’eredità di Fidel e all’esempio di Raúl, è stata e continuerà ad essere la nostra risposta.
In questa significativa commemorazione esprimo, ancora una volta, la gratitudine del popolo ai governi, ai partiti, ai movimenti di solidarietà o ai semplici cittadini di tutto il mondo che si sono espressi contro questa politica assurda e criminale.
Abbiamo l’onore di essere accompagnati da una folta rappresentanza di amici solidali di vari Paesi che in circostanze difficili difendono questa Rivoluzione degli umili, dagli umili e per gli umili. Li cito brevemente, come ha fatto il presentatore:
Ci accompagnano 135 amici di 24 Paesi; 12 studenti di medicina di vari Paesi africani e caraibici, di cui 10 laureati; 43 brigadisti della 33ª Brigata Juan Rius Rivera; 47 brigadisti della Brigata Europea di Volontariato e Solidarietà con Cuba “José Martí”, composta da 9 Paesi; 23 attivisti degli Stati Uniti; 10 membri di associazioni di cubani residenti negli Stati Uniti, della Società Culturale José Martí e della Brigata Antonio Maceo.
Da segnalare anche la Brigata Venceremos degli Stati Uniti con 99 brigadisti, che sta partecipando alla manifestazione del 26 luglio a Santiago de Cuba.
Ricevete, cari compagni, il saluto fraterno e la gratitudine del popolo cubano.
Questa aggressione ostinata e perversa avviene oggi, inoltre, in circostanze complesse per tutti i Paesi, nel mezzo di una crisi economica generalizzata, di guerre sanguinose la cui causa più profonda è l’insaziabile brama di profitto intrinseca al capitalismo, l’interesse a mantenere l’esistenza di un mondo egemonico unipolare e gli effetti sempre più evidenti e dannosi del cambiamento climatico che nessuno osa più ignorare.
Non ci stancheremo di denunciare, con l’appoggio di praticamente tutti i governi e soprattutto dei popoli del mondo, il vile atteggiamento della principale potenza militare ed economica del pianeta che, come ha riconosciuto molti anni fa in un documento ufficiale, ha il perverso obiettivo di “provocare la fame, la disperazione e il rovesciamento del governo” che sa essere il legittimo rappresentante di un popolo che aspira solo a vivere in pace, a preservare la propria indipendenza e a raggiungere il massimo grado possibile di giustizia sociale e benessere.
Quanto sopra, come è stato ratificato dal nostro Primo Segretario, il compagno Díaz-Canel, non significa affatto ignorare le nostre carenze, le nostre inadeguatezze e i nostri errori; al contrario, ne siamo consapevoli e ne discutiamo alla luce del sole, dando la possibilità di partecipare a qualsiasi compatriota che esprima la sua volontà.
Questo avviene quotidianamente, sapendo che il nemico amplificherà immediatamente anche la più piccola difficoltà, distorcerà ciò che è stato detto o semplicemente mentirà nel tentativo di dare la colpa al socialismo che stiamo costruendo o ai leader del Paese, influenzando così l’opinione pubblica.
È un male inevitabile che ci assumiamo perché siamo convinti che sia l’unico modo per trovare, tra tutti noi, le soluzioni migliori.
Lo hanno dimostrato ancora una volta le analisi profonde, sincere e critiche fatte qualche giorno fa durante l’VIII Sessione Plenaria del Comitato Centrale del Partito e il Terzo Periodo Ordinario di Sessioni dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, in particolare il discorso chiave di chiusura del compagno Presidente della Repubblica, che contiene linee guida e concetti che dobbiamo attuare.
A Cuba non stiamo seduti a lamentarci e ad aspettare che il nemico corregga la sua politica criminale. Se un giorno lo farà, sarà il benvenuto, ma finché persisterà nella sua malata ostinazione, dobbiamo lavorare con intelligenza, dedizione e creatività, con il massimo uso della scienza, della tecnologia e dell’innovazione, alla ricerca delle strade che ci permetteranno di superare ogni ostacolo e di andare avanti con le nostre risorse, senza aspettarci miracoli.
Siamo arrivati a questo punto e continueremo ad esserci, grazie all’esemplare capacità di resistenza, alle conoscenze acquisite come risultato del lavoro rivoluzionario e, soprattutto, all’incrollabile determinazione degli uomini e delle donne cubani a lottare e vincere.
Ci sarà sempre poco riconoscimento per questo popolo, che affronta le difficoltà della vita quotidiana senza perdere la fiducia che solo il socialismo può superarle con giustizia, senza lasciare nessuno abbandonato al proprio destino, cercando alternative e soluzioni e dando priorità ai settori e ai gruppi di popolazione in condizioni di maggiore vulnerabilità.
Nella produzione alimentare, dobbiamo e possiamo ottenere, con lavoro, sudore e intelligenza, la maggior parte dei prodotti che il Paese consuma, perché oggi il prezzo di ciò che importavamo è semplicemente inaccessibile.
Il Comune ha un ruolo di primo piano in questa importante attività, poiché nella maggior parte di essi l’attività agricola è la principale attività economica, o almeno una di esse.
È inoltre necessario che il comune raggiunga un maggior grado di autonomia, sovranità, sicurezza alimentare e sviluppo territoriale. Il raggiungimento di questi obiettivi è anche una questione di sicurezza nazionale.
Altre attività importanti a cui dobbiamo prestare la massima attenzione sono l’aumento delle esportazioni per ottenere la valuta estera di cui l’economia ha tanto bisogno; l’applicazione delle misure necessarie per raggiungere l’equilibrio macroeconomico, indispensabile per arrestare e iniziare a invertire il processo inflazionistico che tanto colpisce il reddito reale dei lavoratori e dei pensionati; e, allo stesso tempo, continuare ad adottare tutte le misure razionali e logiche per affrontare i prezzi abusivi e speculativi dei beni di prima necessità, come quelli applicati di recente.
Collegato a quanto sopra, non si può rimandare la riduzione delle spese non essenziali e l’aumento delle entrate del bilancio, compreso il confronto deciso con coloro che non dichiarano o evadono il pagamento delle tasse e degli altri contributi a cui sono obbligati. Come in ogni famiglia, nessuna nazione può permettersi di spendere più di quanto produce.
Avanzare il piano di investimenti in fonti energetiche rinnovabili. Il suo obiettivo principale è quello di raggiungere, nel più breve tempo possibile, la stabilizzazione e la successiva ripresa del sistema elettroenergetico nazionale, in cui il risparmio, come in ogni altra cosa, gioca un ruolo fondamentale.
Si dovranno compiere progressi nel realizzare le trasformazioni definitive dell’impresa statale socialista, consolidandola come soggetto principale dell’economia e facendo in modo che le sue prestazioni rispondano alle esigenze delle circostanze attuali e abbiano un impatto su tutti i settori in cui si sviluppa la vita economica e sociale del Paese.
Allo stesso modo, dobbiamo affrontare l’illegalità, l’indisciplina e la corruzione in modo più deciso, energico e partecipativo. Tutte le manifestazioni di violenza e discriminazione, l’indisciplina sociale, gli atti di vandalismo e altri atteggiamenti che minano l’ordine, la tranquillità e la sicurezza pubblica devono essere puniti con la severità e il rigore consentiti dalla legge.
Continueremo ad affrontare questa battaglia con l’energia che il pericolo comporta, anche per l’esistenza stessa della Rivoluzione.
Come ha spiegato recentemente il Primo Ministro Marrero all’Assemblea Nazionale, stiamo andando avanti, senza fretta, misurando bene prima di fare ogni passo, soprattutto valutando l’impatto della misura sulle persone con reddito più basso, ma allo stesso tempo con l’urgenza che le circostanze attuali richiedono.
Si continuerà a progredire con determinazione su tutti questi fronti, senza trascurare nemmeno per un attimo la difesa della patria nel suo senso più ampio. Il prezzo dell’aggressione militare, diretta o attraverso mercenari terroristi, come quella che si è tentato di orchestrare di recente, continuerà a essere impagabile per il nemico.
La vigilanza rivoluzionaria non può mai essere trascurata, con la partecipazione consapevole e attiva di operai, contadini, studenti, casalinghe e del popolo in generale, convinti che sia il modo più efficace per affrontare la sovversione, il crimine, la corruzione e la non meno pericolosa indisciplina, disorganizzazione, indolenza, disattenzione e mancanza di controllo.
Si continuerà a rafforzare il decisivo lavoro politico-ideologico, in cui è necessario perfezionare l’uso dei media e delle reti sociali digitali, un ambito in cui la controrivoluzione sta cercando di sfruttare l’enorme potenziale tecnologico e finanziario messo a sua disposizione dal governo statunitense.
Questo è necessario e importante, ma non dimentichiamo per un momento che la trincea principale e più efficace in questa lotta è il contatto quotidiano, diretto e sincero con i nostri compatrioti, soprattutto con i più giovani, e proprio dove le difficoltà, i problemi o le incomprensioni sono maggiori, con le armi della verità e della ragione.
Si tratta di sfide che affrontiamo adempiendo alla premessa posta dal Comandante in Capo in occasione della commemorazione del 33° anniversario dell’Assalto alla Moncada, in questa stessa città, quando ha ammonito:
“(…) non vale la pena avanzare se non si consolida ciò che si è fatto”, e ha aggiunto: “(…) non siamo stati capaci di sottolineare e inculcare che il primo dovere del rivoluzionario è il lavoro; (…) solo dal lavoro uscirà la ricchezza”. E concludeva: “E un popolo che è capace di superare i propri difetti, i propri errori; un popolo che non teme nulla, un popolo che non si piega a niente e a nessuno, è e sarà sempre un popolo invincibile”.
Questo è ciò che Sancti Spiritus ha fatto fino a raggiungere i risultati economici e sociali che l’hanno resa degna di ospitare questo evento, di cui il Primo Segretario ha riferito brevemente poco fa. La comunicazione dell’Ufficio Politico su questa decisione afferma che la provincia, come le altre, non è esente dalle complessità che il Paese sta vivendo, ma si distingue per il fatto che di fronte a ogni carenza o problema, ha intrapreso azioni volte a risolverle.
A nome della leadership del Partito, del governo e di tutto il popolo, ci congratuliamo con voi, uomini e donne della provincia, per i vostri sforzi e soprattutto per i risultati raggiunti.
È giusto anche riconoscere l’efficace lavoro dei quadri a tutti i livelli, guidati dal primo segretario del Partito, Deivy Pérez Martín, e dal governatore della provincia, Alexis Lorente Jiménez (Applausi), per l’applicazione di uno stile e di metodi di lavoro caratterizzati da un controllo sistematico, da richieste e da legami permanenti con le masse, che ha permesso di raggiungere la stabilità in questo territorio in programmi di ampio respiro sociale legati all’istruzione, alla cultura, allo sport, alla salute e ad altri settori.
Il popolo di Sancti Spíritus, come tutto il nostro popolo, è stato ancora una volta all’altezza della sua gloriosa storia, che custodisce un’ammirevole eredità di tradizione di lotta dal periodo coloniale a oggi.
Sancti Spíritus ha un posto di rilievo nella guerra di liberazione, nella dedizione dei suoi figli alla patria e nella costruzione della nuova società, anticipata da Fidel nel Programma Moncada.
Le belle immagini che abbiamo potuto ammirare durante la cerimonia ricordano i momenti salienti delle gesta eroiche compiute in questi campi da uomini della statura di Serafín Sánchez Valdivia. Nella manigua espirituana è venuto al mondo Panchito Gómez Toro, paradigma del patriottismo, della lealtà e del coraggio della gioventù cubana.
Questa è la stirpe del nostro popolo, dei combattenti dell’Esercito Ribelle e della lotta clandestina; dei miliziani della Baia dei Porci e della lotta contro i banditi, che ebbe una tappa decisiva in questa provincia; dei suoi internazionalisti; dei milioni di cubani che affrontano le sfide non meno complesse e pericolose di oggi.
Che il nemico non si faccia nuove illusioni, perché lo porteranno inesorabilmente a disilludersi ancora una volta. Noi, eredi di un così straordinario patrimonio di eroismo e sacrificio, continueremo per sempre l’opera della Rivoluzione!
Di fronte a ogni ostacolo, difficoltà o sacrificio per il bene della patria, compreso quello della nostra stessa vita, continueremo a ripetere quel sublime ordine del Maggiore Generale Serafín Sánchez Valdivia, sapendo di essere stato ferito a morte da un proiettile nemico: “Non importa, continuiamo la marcia!
¡Patria o Muerte!
¡Venceremos!
Fonte: Presidencia y Gobierno de Cuba
Traduzione: italiacuba.it
Discurso pronunciado por Salvador Valdés Mesa, Vicepresidente de la República de Cuba, en el Acto Central conmemorativo por el Aniversario 71 del Asalto a los cuarteles Moncada y Carlos Manuel de Céspedes, en Sancti Spíritus, el 26 de julio de 2024, “Año 66 de la Revolución”.
Querido General de Ejército Raúl Castro Ruz, líder de la Revolución Cubana;
Compañero Miguel Díaz-Canel Bermúdez, Primer Secretario del Comité Central del Partido Comunista de Cuba y Presidente de la República;
Comandante de la Revolución Ramiro Valdés Menéndez, asaltante al Moncada;
Comandante del Ejército Rebelde José Ramón Machado Ventura;
Combatientes de la gesta del 26 de Julio y expedicionarios del Granma;
Familiares de los caídos;
Distinguidos invitados que nos honran con su presencia;
Espirituanas y espirituanos;
Compatriotas:
En esta conmemoración, como ha sido siempre, ¡para Fidel el primer pensamiento! Sus palabras, pronunciadas hace hoy exactamente 41 años, están cada vez más vigentes, cito:
“En una sola cosa somos iguales al 26 de Julio de 1953: la misma fe en los destinos de la patria, la misma confianza en las virtudes de nuestro pueblo, la misma seguridad en la victoria, la misma capacidad de soñar con todo aquello que serán realidades de mañana por encima de los sueños ya realizados de ayer”.
Y algo aún más importante: se mantiene firme e inalterable la fidelidad de nuestro pueblo a las ideas por las cuales el Comandante en Jefe fue al Moncada y luchó durante toda su vida; la decisión de continuar haciéndolas realidad y de mantener por siempre vivos el espíritu de resistencia, la combatividad, el pensamiento dialéctico y la fe en la victoria que supo inculcarnos, en primer lugar, con su ejemplo.
El 26 de Julio de 1953 marcó un punto de inflexión definitivo en el devenir histórico cubano; señaló el rumbo que hemos seguido hasta el presente; acuñó verdades de valor permanente; estableció principios éticos para todos los tiempos, y definió la actitud invariable a mantener ante peligros, retos y dificultades, por insalvables que puedan parecer.
Estas verdades, al igual que la unidad, son poderosas armas, más aún en circunstancias complejas como las actuales.
De las más amargas páginas de la historia de Cuba, aprendió José Martí que la división conduce inexorablemente a la derrota. Al reiniciar la guerra por la independencia alertó a sus compatriotas:
“A un plan obedece nuestro enemigo: el de enconarnos, dispersarnos, dividirnos, ahogarnos. Por eso obedecemos nosotros a otro plan: enseñarnos en toda nuestra altura, apretarnos, juntarnos, burlarlo, hacer por fin a nuestra patria libre”.
La Generación del Centenario, encabezada por Fidel, hizo suyo ese llamado martiano en la nueva y definitiva etapa de la lucha. Preservar la unidad, basada en los principios, ha sido y será premisa permanente de la Revolución Cubana.
Por eso Raúl nos exhortaba a cuidarla “más que a la niña de nuestros ojos”, en sus medulares palabras el pasado primero de enero en Santiago de Cuba, y agregó: “(…) mientras mayores sean las dificultades y los peligros, más exigencia, disciplina y unidad se requieren”.
Compatriotas:
Por mucho que el enemigo intente ocultarlo, cualquier persona honesta, incluso si no comparte nuestras ideas, comprende que el bloqueo recrudecido, junto al resto de las medidas agresivas implementadas contra Cuba por el Gobierno de Estados Unidos, constituye la causa fundamental de las dificultades económicas actuales, con inevitable incidencia en todas las esferas de la sociedad.
Sin embargo, no estamos sentados esperando a que nos quiten el bloqueo y nos retiren de la lista de supuestos patrocinadores del terrorismo que tanto daño nos causa al inhibir constantemente el acceso a créditos y financiamiento externo, desestimular potenciales inversionistas extranjeros, y dificultar el arribo de equipamientos y tecnologías necesarias, entre otras afectaciones.
Conocemos demasiado bien al imperio y a los sectores abiertamente anticubanos que alimentan y sostienen esta política de máxima asfixia en su intento por destruir a la Revolución y a su proyecto social. La resistencia creativa, inspirada en las enseñanzas y el legado de Fidel y el ejemplo de Raúl, ha sido y seguirá siendo nuestra respuesta.
En esta significativa conmemoración expreso, una vez más, el agradecimiento del pueblo a los gobiernos, partidos, movimientos solidarios o simples ciudadanos que en todo el mundo se pronuncian contra esta absurda y criminal política.
Tenemos el honor de que nos acompañe una nutrida representación de amigos solidarios de diversos países que en circunstancias difíciles defienden esta Revolución de los humildes, por los humildes y para los humildes. Los menciono brevemente, como lo hizo el presentador:
Nos acompañan en el acto: 135 amigos de 24 países; 12 estudiantes de medicina procedentes de varios países de África y el Caribe, 10 de ellos graduados; 43 brigadistas de la 33 Brigada Juan Rius Rivera; 47 brigadistas de la Brigada Europea de Trabajo Voluntario y Solidaridad con Cuba “José Martí”, integrada por 9 países; 23 activistas de Estados Unidos; 10 miembros de asociaciones de cubanos residentes en Estados Unidos, de la Sociedad Cultural José Martí y de la Brigada Antonio Maceo.
Mención, además, a la Brigada Venceremos de Estados Unidos con 99 brigadistas, que en estos momentos están participando en el acto por el 26 de Julio en Santiago de Cuba.
¡Reciban, queridas compañeras y compañeros, el saludo hermano y la gratitud del pueblo cubano! (Aplausos.)
Esa obstinada y perversa agresión hoy transcurre, además, en circunstancias complejas para todos los países, en medio de una crisis económica generalizada, de cruentas guerras cuya causa más profunda es la insaciable ansia de ganancias intrínseca del capitalismo; el interés por mantener la existencia de un mundo hegemónico unipolar, y de los efectos cada vez más evidentes y nefastos de un cambio climático que ya nadie se atreve a ignorar.
No nos cansaremos de denunciar, con el apoyo prácticamente de todos los gobiernos y especialmente de los pueblos del mundo, la cobarde actitud de la principal potencia militar y económica del planeta que, como reconocieron hace muchos años en un documento oficial, tiene el perverso objetivo de “provocar hambre, desesperación y el derrocamiento del gobierno” que saben legítimo representante de un pueblo que solo aspira a vivir en paz, preservar su independencia y alcanzar el mayor grado posible de justicia social y bienestar.
Lo anterior, como ha sido ratificado por nuestro Primer Secretario, compañero Díaz-Canel, no significa en modo alguno ignorar deficiencias, insuficiencias y errores propios; al contrario, los conocemos y debatimos a la luz pública, dando participación a cuanto compatriota exprese su disposición.
Así se hace de manera cotidiana, a sabiendas de que el enemigo amplificará de inmediato hasta la más pequeña dificultad, tergiversará lo dicho o simplemente mentirá en el intento de achacarle la culpa al socialismo que construimos o a los dirigentes del país, y con ello influenciar en la opinión pública.
Es un mal inevitable que asumimos por estar convencidos de que es la única forma de encontrar, entre todos, las mejores soluciones.
Así lo demostraron, una vez más, los profundos, sinceros y críticos análisis realizados hace pocos días durante las jornadas del VIII Pleno del Comité Central del Partido y del Tercer Periodo Ordinario de Sesiones de la Asamblea Nacional del Poder Popular, en especial, el medular discurso de clausura del compañero Presidente de la República, que encierra orientaciones y conceptos que debemos implementar.
En Cuba no estamos sentados lamentándonos a la espera de que el enemigo rectifique su criminal política. Si algún día lo hace, bienvenido sea, pero mientras persista en su enfermizo empecinamiento debemos trabajar con inteligencia, consagración y creatividad, con el máximo empleo de la ciencia, la técnica y la innovación, en busca de los caminos que nos permitan sobreponernos a cada obstáculo y avanzar contando con nuestros recursos, sin esperar milagros.
Hemos llegado hasta aquí y seguiremos estando, gracias a la ejemplar capacidad de resistencia, los conocimientos adquiridos como resultado de la obra revolucionaria y, especialmente, a la inquebrantable decisión de lucha y victoria de cubanas y cubanos.
Siempre será poco el reconocimiento a este pueblo, que enfrenta las dificultades de la vida cotidiana sin perder la confianza en que solo el socialismo puede vencerlas con justicia, sin dejar a nadie abandonado a su suerte, buscando alternativas y soluciones y priorizando los sectores y grupos poblacionales en condiciones de mayor vulnerabilidad.
En la producción de alimentos, debemos y podemos obtener, con trabajo, sudor e inteligencia, la mayoría de los productos que el país consume, pues hoy resulta sencillamente impagable el precio de lo que antes importábamos.
En esa importante actividad está llamado a desempeñar un papel protagónico el municipio, pues en la mayoría de ellos la actividad agropecuaria constituye el principal rubro económico o al menos está entre estos.
De igual manera es necesario que el municipio logre alcanzar un mayor grado de autonomía, soberanía y seguridad alimentaria y su desarrollo territorial. Alcanzar estos propósitos es también un asunto de seguridad nacional.
Otras importantes actividades a las que debemos dar la máxima atención son incrementar las exportaciones que nos aporten las divisas que tanto la economía necesita; aplicar las medidas necesarias para alcanzar el equilibrio macroeconómico, primordial para detener y comenzar a revertir el proceso inflacionario que tanto afecta a los ingresos reales de trabajadores y jubilados, y, a la vez, continuar adoptando cuanta medida resulte racional y lógica en el enfrentamiento a los precios abusivos y especulativos en productos de primera necesidad, como las aplicadas en fecha reciente.
Asociado a lo anterior, resulta impostergable reducir gastos no imprescindibles e incrementar los ingresos al Presupuesto, incluido el enfrentamiento decidido a quienes subdeclaran o evaden el pago de los impuestos y otras contribuciones a las que están obligados. Al igual que ocurre en cualquier familia, ninguna nación puede darse el lujo de gastar más que lo que produce.
Avanzar en el plan de inversiones en fuentes renovables de energía. Su principal objetivo es lograr, en el menor plazo posible, la estabilización y posterior recuperación del sistema electroenergético nacional, en el que el ahorro, como en todo lo demás, tiene un papel fundamental.
Se deberá avanzar en concretar las definitivas transformaciones de la empresa estatal socialista, que la consolide como el principal sujeto de la economía y que su desempeño responda a lo que demandan las circunstancias en el momento actual e impacte en todos los ámbitos en que se desarrolla la vida económica y social del país.
Igualmente, tenemos que enfrentar de una manera más decidida, enérgica y participativa las ilegalidades, indisciplinas y hechos de corrupción. Hay que sancionar con la severidad y rigor que admite la ley toda manifestación de violencia y discriminación, indisciplinas sociales, actos de vandalismo y otras actitudes que debilitan el orden, la tranquilidad y la seguridad ciudadana.
Continuaremos asumiendo esa batalla con la energía que su peligro entraña, incluso, para la propia existencia de la Revolución.
Lo hasta aquí mencionado se concreta en gran medida en el proceso de implementación de las Proyecciones de Gobierno para corregir distorsiones y reimpulsar la economía en el presente año, en el cual se avanza, como explicó recientemente el Primer Ministro, compañero Marrero, en la Asamblea Nacional, sin apresuramientos, midiendo bien antes de dar cada paso, sobre todo, valorando el impacto de la medida en las personas de menores ingresos, pero a la vez con la urgencia que las circunstancias actuales lo exigen.
Se continuará avanzando decididamente en todos estos frentes sin descuidar ni por un instante la defensa de la patria en su sentido más amplio. Continuará siendo impagable para el enemigo el precio de una agresión militar, directa o mediante mercenarios terroristas, como la que se pretendió orquestar recientemente.
La vigilancia revolucionaria no la podemos descuidar jamás, con la participación consciente y activa de trabajadores, campesinos, estudiantes, amas de casa y el pueblo en general, convencidos de que constituye la vía más efectiva de enfrentar la subversión, el delito, la corrupción y las no menos peligrosas indisciplinas, desorganización, indolencia, descuido y falta de control.
Se seguirá fortaleciendo la decisiva labor político-ideológica, en la que se impone perfeccionar el empleo de los medios de difusión y de las redes sociales digitales, campo en el que la contrarrevolución trata de aprovechar el enorme potencial tecnológico y financiero puesto a su disposición por el Gobierno de los Estados Unidos.
Es algo necesario e importante, pero no olvidemos un instante que la principal y más efectiva trinchera de este combate es el contacto cotidiano, directo y sincero con nuestros compatriotas, especialmente con los más jóvenes y precisamente allí donde sean mayores las dificultades, los problemas o las incomprensiones, con las armas de la verdad y la razón.
Son retos que enfrentamos cumpliendo la premisa planteada por el Comandante en Jefe en la conmemoración del Aniversario 33 del Asalto al Moncada, en esta misma ciudad, cuando alertó:
“(…) no vale la pena avanzar si no se consolida lo que se ha hecho”, y agregó: “(…) no hemos sido capaces de recalcar y de inculcar que el primer deber del revolucionario es el trabajo; (…) solo del trabajo va a salir la riqueza”. Y concluyó: “Y un pueblo que es capaz de vencer sus propios defectos, sus propios errores; un pueblo que no teme a nada, un pueblo que no se doblega ante nada ni ante nadie, es y será siempre un pueblo invencible”.
Así lo ha hecho Sancti Spíritus hasta alcanzar los resultados económicos y sociales que la hicieron merecedora de la sede de este acto, sobre los cuales informó sucintamente hace un momento la Primera Secretaria. La comunicación del Buró Político sobre esta decisión, precisa que la provincia, como las restantes, no está exenta de las complejidades que vive el país, pero le distingue que ante cada insuficiencia o problema emprendió acciones dirigidas a su solución.
¡En nombre de la dirección del Partido, del Gobierno y de todo el pueblo reciban una merecida felicitación, espirituanas y espirituanos, por tanto esfuerzo y especialmente por los resultados alcanzados! (Aplausos y exclamaciones de: “¡Viva!”).
Es justo también reconocer la efectiva labor de los cuadros a todos los niveles, encabezados por la primera secretaria del Partido, Deivy Pérez Martín, y el gobernador de la provincia, Alexis Lorente Jiménez (Aplausos), por aplicar un estilo y métodos de trabajo caracterizados por el control sistemático, la exigencia y el vínculo permanente con las masas, lo cual ha permitido lograr en este territorio una estabilidad en programas de amplio alcance social relacionados con la educación, la cultura, el deporte, la salud y en otros sectores.
Los espirituanos, como todo nuestro pueblo, han sabido estar, una vez más, a la altura de su gloriosa historia, que atesora un admirable legado de tradición de lucha desde la etapa colonial hasta el presente.
Sancti Spíritus tiene un lugar destacado en la guerra de liberación, en la entrega de sus hijos a la patria y en la construcción de la nueva sociedad, anticipada por Fidel en el Programa del Moncada.
Las bellas imágenes que hemos podido disfrutar durante el acto rememoran momentos culminantes de la gesta que en estos campos protagonizaron hombres de la talla de Serafín Sánchez Valdivia. En la manigua espirituana vino al mundo Panchito Gómez Toro, paradigma del patriotismo, la fidelidad y la valentía de la juventud cubana.
Esa es la estirpe de nuestro pueblo, de los combatientes del Ejército Rebelde y de la lucha clandestina; de los milicianos de Girón y de la lucha contra bandidos, que tuvo un escenario decisivo en esta provincia; de sus internacionalistas; de los millones de cubanos y cubanas que enfrentan los no menos complejos y peligrosos desafíos actuales.
Que el enemigo no se haga nuevas ilusiones, pues inexorablemente lo llevarán otra vez al desengaño. ¡Los herederos de tan extraordinario caudal de heroísmo y sacrificio continuaremos por siempre la obra de la Revolución!
Frente a cada obstáculo, dificultad o sacrificio en bien de la patria, incluido el de la propia vida, continuaremos repitiendo aquella sublime orden del mayor general Serafín Sánchez Valdivia, sabiéndose herido de muerte por una bala enemiga: “¡No importa, que siga la marcha!”.
¡Patria o Muerte!
¡Venceremos!