José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación
(Nota: questo articolo è l’aggiornamento, dopo la sentenza definitiva che assolve l’autore, di un articolo precedente intitolato “L’operazione contro Cubainformación e Euskadi-Cuba: tutti i dettagli”)
La sentenza è ormai definitiva. Io, José Manzaneda, giornalista e coordinatore del sito digitale www.cubainformacion.tv, così come la rappresentanza legale dell’Associazione Euskadi-Cuba, proprietaria del suddetto dominio web fino al 2020, siamo stati completamente assolti dalla querela presentata contro entrambi da Javier Larrondo (JL), presidente dell’organizzazione anti-castrista Prisoners Defenders (PD).
La recente sentenza della Audiencia Provincial di Madrid ha confermato il verdetto di assoluzione emesso lo scorso febbraio dal Tribunale Penale 31 di Madrid (1). E questa seconda sentenza non è stata impugnata da nessuna delle parti.
Ricordiamo: JL chiedeva per entrambi 6 anni di carcere e una somma vicina ai 100 mila euro tra indennizzi e multe, per un reato di ingiurie, calunnie e incitamento all’odio, a seguito della pubblicazione, il 5 ottobre 2020, del lavoro giornalistico intitolato “Creare una crisi sanitaria a Cuba: obiettivo della guerra contro la sua cooperazione medica”.
Dopo la prima sentenza assolutoria che, inoltre, ha condannato il querelante al pagamento parziale delle spese per “temerarietà”, all’accusare Euskadi-Cuba di ingiurie e calunnie, quando una persona giuridica non può legalmente commettere tali reati, sia Larrondo sia Manzaneda ed Euskadi-Cuba hanno presentato ricorsi in appello. Il primo, insoddisfatto dell’assoluzione e ribadendo la sua richiesta di carcere e risarcimento economico, i secondi richiedendo il pagamento totale delle spese legali da parte del querelante.
Questa seconda sentenza conferma integralmente il primo verdetto e ribadisce gli elementi essenziali della motivazione del giudice (2).
Ricordiamo che il reportage citato denunciava il ruolo di PD come collaboratore diretto della politica del Governo USA contro i programmi di cooperazione medica cubana nel mondo, per eliminare o ridurre i proventi che il Ministero della Salute Pubblica di Cuba ottiene da alcuni accordi medici, che servono a sostenere il sistema sanitario dell’Isola.
Il lavoro, firmato da questo giornalista, in una prima versione, qualificava JL, presidente di PD, così come Donald Trump e il senatore di estrema destra dello stato della Florida, Marco Rubio, come “criminali di guerra”. Durante il processo, ho spiegato che l’espressione – ritirata pochi giorni dopo la sua pubblicazione per motivi stilistici – si riferiva alla “guerra contro la cooperazione medica”, come indicato dallo stesso titolo del reportage, inquadrata a sua volta nella guerra non convenzionale, ibrida ed economica degli USA contro il popolo cubano, dato che saremmo di fronte a una delle manifestazioni del blocco economico applicato a Cuba: la distruzione dei suoi introiti per la salute pubblica.
La sentenza stabilisce un precedente giurisprudenziale contro la narrazione sui “medici schiavi” di Cuba
La prima sentenza aveva già chiarito che la qualificazione di “criminale di guerra” non è ingiuriosa, potendo essere considerata “una iperbole giornalistica” se analizzata “insieme al resto del contenuto dell’articolo”, e che questo giornalista non ha agito con una motivazione offensiva, bensì con un “intento di critica, recriminazione o censura politica, che trova collocazione all’interno dei limiti della libertà di espressione”.
Questa seconda sentenza ribadisce che “l’espressione ‘criminale di guerra’ è imprecisa”, “non concretizza fatti determinati” e deve tenere “conto del contesto”. E aggiunge che, nel “convulso dibattito socio-politico attuale” prolifera “la recriminazione esagerata, di cui non è esente il querelante nel riferirsi alle azioni promosse dal governo cubano nelle missioni mediche da sviluppare all’estero, qualificandole come ‘schiavitù’”.
La narrativa della “schiavitù” del personale medico di Cuba in decine di paesi, principalmente del Sud Globale, diffusa dal Governo USA e da organizzazioni subordinate come PD, viene così raccolta, in una sentenza giudiziaria, come una “recriminazione esagerata”, qualcosa che stabilisce un precedente giurisprudenziale e che, senza dubbio, è un colpo ulteriore per il querelante.
In ogni caso, è evidente che la presentazione della querela è stata una forma di persecuzione del giornalismo critico che Cubainformación realizza, con l’intento persino di incarcerare un giornalista per un semplice articolo giornalistico, da chi si presenta come un “difensore dei diritti umani”, quando non lo è. Il processo giudiziario è anche una strategia di pressione economica per un media molto modesto, di fronte a un’organizzazione che dispone di una completa squadra legale.
Tutto, con la vana intenzione di zittirci e farci autocensurare. Non l’hanno ottenuto. Perché, in Cubainformación continueremo a denunciare il blocco USA contro il popolo cubano come una delle maggiori violazioni, di massa e sistematiche, dei diritti umani che esistono oggi nel mondo e a denunciare le organizzazioni che collaborano con tale politica.
Se siete interessati a questo caso, vi invito a conoscerlo più a fondo. Perché risponde a qualcosa di molto più profondo della presunta indignazione di qualcuno che si sente offeso nel suo onore da una pubblicazione giornalistica. Vi invito a conoscere tutti i dettagli dell’operazione contro Cubainformación ed Euskadi-Cuba (3).
Utilizzo del fatto giudiziario e criminalizzazione mediatica
Nel settembre 2021, approfittando dell’ammissione tramite querela, PD riuscì a fare pubblicare, da diversi media, notorie falsità contro Euskadi-Cuba e Cubainformación, senza alcuna relazione – per inciso – con il tema e il motivo del processo giudiziario, in una manifesta utilizzazione di questo (4). Per esempio, il quotidiano ABC riprodusse parti di un comunicato di PD, come i seguenti: “il Governo basco finanzia con fondi europei l’associazione Euskadi-Cuba per minare le istituzioni e destabilizzare”; questi fondi sono “destinati a minare l’Europa e le sue istituzioni” o “l’obiettivo di tale associazione è destabilizzare l’Europa e la Spagna” (5). Il Nuevo Herald di Miami pubblicò l’accusa di PD secondo cui Euskadi-Cuba si starebbe nutrendo di “fondi di cooperazione” per “attività di intelligence” cubana (6).
Il quotidiano El Correo pubblicò un reportage, a tutta pagina, intitolato “Polemica per la sovvenzione del Governo basco a una ONG procastrista” (7).
Nessuno dei media che pubblicarono tali sciocchezze di PD diede spazio alla replica di Euskadi-Cuba, che, in una nota stampa, diffusa solo da media digitali alternativi, spiegò come aveva ottenuto, negli ultimi anni, finanziamenti da istituzioni basche per 18 progetti di cooperazione allo sviluppo, per un importo di 3461000 € (8). E che tali fondi erano stati utilizzati per dotare varie cooperative agricole cubane di sistemi di irrigazione, serre, attrezzi, trattori o macchinari forestali, per migliorare le condizioni di vita di centinaia di migliaia di persone. La maggior parte dei progetti si inserisce nella strategia cubana di sovranità alimentare con approccio di genere, con titoli che non lasciano spazio al dubbio sulle “attività di intelligence”: “Rafforzamento delle donne nel programma di frutteti per affrontare il cambio climatico negli ecosistemi fragili di Baracoa”, “Sviluppo agroforestale sostenibile, una opzione per il rafforzamento delle donne a Guantánamo” o “Donne protagoniste nel movimento di agricoltura urbana ecologica a L’Avana”.
Una volta concluso il processo giudiziario, questo giornalista contattò El Correo, inviando una richiesta espressa alla giornalista Olatz Barriuso. Ancora una volta, non c’è stata risposta.
La querela, e il suo utilizzo mediatico tramite l’incorporazione di falsità come quelle indicate, ha perseguito, a mio avviso, due obiettivi: da un lato, affondare economicamente, fino a costringerlo alla chiusura, Cubainformación, per censurare un media convertito in strumento di consultazione per migliaia di persone nel mondo, interessate a ricevere un’informazione sull’isola lontana da quella fornita dai grandi media ed agenzie; dall’altra terminare con l’ONGD Euskadi-Cuba e affondare il suo lavoro, tanto di cooperazione allo sviluppo come d’invio di donazioni materiali a centri ospedalieri di Cuba. Solo un dato: questa ONGD ha dovuto anticipare 50mila € di cauzione, che ancora non ha recuperato.
Ma qual è stato il motivo della querela? Facciamo un riepilogo. Il 5 ottobre 2020, pubblicai su Cubainformación un materiale, in testo e video, intitolato “Creare una crisi sanitaria a Cuba: obiettivo della guerra contro la sua cooperazione medica”, in cui denunciavo il lavoro dell’organizzazione PD e di JL nella distruzione, in collaborazione con il Dipartimento di Stato del Governo USA, dei programmi medici solidali di Cuba in numerosi paesi del mondo (9). Lì spiegai che, oltre a generare problemi diplomatici e d’immagine allo Stato cubano, l’obiettivo di PD e JL, con i loro rapporti e pubblicazioni, è quello di collaborare con l’implementazione del blocco economico imposto a Cuba dal Governo USA, concretamente attraverso l’attacco ai proventi che riceve il Ministero della Salute Pubblica di Cuba in alcuni paesi – non in tutti, poiché L’Avana sostiene, nei paesi più poveri, tutte le spese della cooperazione – e con i quali è riuscito a mantenere, in uno scenario di acute sanzioni da parte di Washington, il sistema sanitario pubblico dell’Isola.
Il lavoro, che menzionava l’interesse per creare una scarsità di farmaci e altre risorse sull’Isola, persino una situazione di crisi sanitaria, si è rivelato premonitore. Questa crisi si è verificata un anno dopo, con la pandemia di Covid-19, che ha portato a tutti gli elementi per una “tempesta perfetta”: la cessazione dei proventi a causa della rottura degli accordi medici che Cuba manteneva con Ecuador, Bolivia e Brasile, dopo l’arrivo di governi di destra, alleati del Governo USA; una serie di oltre 200 nuove sanzioni contro l’Isola, approvate dal Governo di Donald Trump; e la riduzione a zero dei proventi dal turismo per Cuba, a causa della chiusura pandemica (10). La situazione di carenza di farmaci e di tutti i tipi di forniture sanitarie persiste attualmente nel paese, e organizzazioni come Euskadi-Cuba operano in rete per inviare tonnellate di aiuti sanitari (11). Cito solo un esempio: nel 2021, questa ONGD basca ha fornito fondi per l’acquisto di 655 mila delle 4 milioni di siringhe inviate all’Isola dal MESC (Movimento Statale di Solidarietà con Cuba), piattaforma che riunisce più di 60 collettivi, per la vaccinazione di massa contro il Covid-19.
La guerra contro la cooperazione medica cubana
Nel lavoro giornalistico citato, spiegavo il lavoro di influenza e lobby di PD e JL su governi e rappresentanti politici di vari paesi, con l’obiettivo di distruggere gli accordi medici internazionali di Cuba, e per questo indicavo, come il titolo del lavoro suggerisce, che stanno conducendo una “guerra contro la cooperazione medica cubana”. Questa rientra nella “guerra economica” o blocco del Governo USA contro Cuba, che a sua volta è parte di una strategia di “guerra non convenzionale” o “guerra ibrida” che, attraverso la combinazione di diversi meccanismi di ingerenza (deterioramento delle condizioni di vita della popolazione cubana, pressione diplomatica, guerra psicologica, bombardamento comunicazionale, ecc.), cerca di forzare, dall’esterno, un “cambio di regime” politico in un paese sovrano (12).
Poiché considero che PD e JL lavorano allo sviluppo di queste formulazioni di “guerra”, che non è una guerra nel senso stretto (guerra militare o dichiarata), visto che questa non esiste, nel paragrafo finale del lavoro, qualifico come “criminali di guerra” l’ex presidente Donald Trump, il senatore di estrema destra dello stato della Florida Marco Rubio, architetto delle ultime 243 sanzioni contro il popolo cubano, e JL come collaboratore dei precedenti. Chi legge o ascolta il lavoro capisce perfettamente che l’espressione è un’iperbole giornalistica e si riferisce a “criminali di guerra contro la cooperazione medica”, “criminali della guerra economica” contro Cuba o “criminali di una guerra non convenzionale”.
JL e PD collaborano con il Governo USA nella sua guerra contro la cooperazione medica cubana e, in particolare, contro i proventi per la salute pubblica cubana che essa genera. Questi proventi sono qualificati da JL e PD come un “grande affare” del “regime” cubano a partire dalla “schiavitù” lavorativa di migliaia di professionisti della salute. Da Cubainformación diamo la versione contraria: una parte di questi proventi va destinata a migliorare gli stipendi del personale cooperante e le condizioni di vita delle loro famiglie nell’isola, e un’altra serve a mantenere il sistema pubblico e gratuito di salute dell’Isola, in un contesto di paese assediato economicamente, finanziariamente e commercialmente (14). JL e PD non hanno mai presentato una sola prova che dimostri che funzionari o dirigenti di Cuba abbiano guadagnato un solo dollaro da ciò, quindi il presunto “affare” è una completa falsità.
I testimoni dei rapporti di PD su questo tema sono presunti ex cooperanti (anonimi) della salute di Cuba che hanno usufruito, anni fa, del “Cuban Medical Professional Parole”, uno strumento del Dipartimento di Stato USA che, tra il 2006 (anno della sua creazione da parte del Governo di George W. Bush) 815) e il 2017 (anno della sua chiusura da parte di Barack Obama) (16), ha concesso asilo politico a medici cubani che lo richiedevano presso ambasciate o consolati USA in tutto il mondo. Queste persone sono quelle che forniscono i “testimoni” per i rapporti di PD che, successivamente, il Dipartimento di Stato utilizza per fare pressione su determinati governi affinché cancellino i loro accordi medici con Cuba. Anche accettando che queste persone, sotto anonimato, esistano, rappresentano una minoranza interessata (a mantenere il loro status migratorio e professionale negli USA), esigua e poco rappresentativa: PD presenta 600 testimonianze, mentre sono state più di 605000 le e i professionisti cubani della salute che hanno aiutato comunità impoverite in 165 paesi del Sud Globale.
Sostegno diretto al blocco USA
Ma non solo. JL ha sostenuto il blocco e le misure coercitive unilaterali (“sanzioni”) imposte da Washington al popolo cubano, in dichiarazioni pubbliche. Nel 2020, in un’intervista con il media digitale ADN Cuba, un sito sostenuto da sovvenzioni del Governo USA, ha espresso il suo sostegno diretto alla politica di asfissia verso Cuba del Governo di Donald Trump: “La politica di Trump – dichiarò – sta evidentemente producendo un effetto, Trump ha diagnosticato il cancro dell’America Latina, situato nel regime di Cuba. (…) La politica di Trump di controllo, dell’embargo, di intervento sui proventi illeciti di Cuba sta risultando molto efficiente, hanno chiarissimo l’obiettivo e credo che stiano avendo successo in molti aspetti” (19).
Il 29 marzo 2023, JL ha partecipato a una sessione della Commissione per i Diritti Umani, Uguaglianza e Giustizia del Parlamento Basco, nella città di Vitoria-Gasteiz, e lì ha difeso, davanti ai gruppi politici baschi, che “è evidente che le sanzioni sono un meccanismo molto usato a livello internazionale, perché è uno dei pochi mezzi con cui si può ridurre il margine di manovra di un ‘maltrattatore’”. (20)
D’altra parte, il lavoro di lobby di PD nell’Unione Europea si concentra, oggi, nell’erosione – per la sua abrogazione – dell’attuale Accordo di Dialogo Politico e Cooperazione UE-Cuba. L’obiettivo evidente è che Bruxelles reintroduca un regime di sanzioni economiche simili a quelle della revocata “Posizione Comune dell’UE verso Cuba”, quell’iniziativa implementata, su proposta dell’ex presidente spagnolo José María Aznar, nel 1996, e che si mantenne, come una sorta di “secondo blocco” sull’Isola, per oltre venti anni.
Il blocco è una guerra
Il blocco economico, commerciale e finanziario USA contro Cuba è una violazione massiva, sistematica e flagrante dei diritti umani (22) di oltre undici milioni di esseri umani a Cuba, che è stato condannato 31 volte dall’Assemblea Generale dell’ONU. L’ultima, il 2 novembre 2023, con 187 voti contro 2 (USA e Israele).
Il blocco è definito “guerra” o “guerra economica” da numerose fonti del campo politico, accademico, giornalistico e giuridico. Non solo dal Governo dell’Avana, il cui ministro degli Esteri, all’Assemblea Generale dell’ONU, ha affermato che “è un atto di guerra economica in tempo di pace” (24). Anche davanti alle Nazioni Unite, il presidente cubano Miguel Díaz-Canel ha denunciato che l’Isola soffre “una guerra economica extraterritoriale, crudele e silenziosa” (25).
Citiamo alcune altre fonti, tra le tante. Nello stesso scenario dell’Assemblea Generale dell’ONU, Luis Arce, presidente della Bolivia, ha affermato che “è un crimine contro l’umanità” (26). L’ex ambasciatrice argentina a Cuba, Juliana Marino, ha qualificato il blocco USA come “un atto di guerra”, espressione usata anche dalla professoressa dell’Università di Glasgow, Helen Yaffe, in diversi articoli e lavori accademici, così come dal giurista cubano, residente negli USA, José Pertierra, che aggiunge che è “un attentato di genocidio contro il popolo cubano, specialmente durante una pandemia” (30).
Gerald Condon, portavoce dell’ONG Veterani per la Pace, composta da ex militari USA, ha affermato, nel gennaio di quest’anno, che “il blocco è un atto terroristico contro Cuba” (31). Come un “implacabile terrorismo economico” lo ha denunciato l’eurodeputato Mick Wallace nell’Eurocamera (31). Il sociologo argentino e membro della Rete di Scrittori in Difesa dell’Umanità, Atilio Boron, lo ha qualificato come “un crimine di guerra” (33) e come “un crimine contro l’umanità” (34), espressione, quest’ultima, usata anche dalla presidentessa dell’Honduras, Xiomara Castro, durante il XXVIII Vertice Iberoamericano, così come dal direttore del Centro Sean McBride all’Università Nazionale di Lanús, l’intellettuale messicano Fernando Buen Abad.
Chi era sottosegretario generale dello Sviluppo Economico dell’ONU, Jomo Kwame Sundaram, in un articolo del luglio 2022, ha sentenziato che sanzioni unilaterali come quelle USA sono “armi di fame di massa”, che significano uno stato di “assedio, un’antica tecnica di guerra”, e che quelle imposte a Cuba “provocano scarsità di alimenti, medicine e altri articoli essenziali” (37). Perry Blanckson, della rivista History Matters, ha scritto che “il blocco è una guerra economica progettata per punire collettivamente un popolo per la sua indipendenza, e deve finire” (38). William LeoGrande, professore alla American University di Washington ed esperto nelle relazioni Cuba-USA, affermava, in un articolo recente, che “la fame è stata un’arma dell’arsenale di Washington” contro Cuba “fin dai tempi in cui Eisenhower occupava la Casa Bianca” (39).
Alfred-Maurice de Zayas, che è stato esperto indipendente del Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU nella promozione di un ordine internazionale democratico ed equo, ha affermato, in un’intervista a Cubainformación, nell’ottobre 2023, che il blocco contro Cuba è parte della “guerra ibrida, della guerra non convenzionale” e costituisce “una forma di genocidio”, che non intende “aiutare il popolo”, ma ottenere “un colpo di stato”, dopo aver creato nella popolazione “una situazione tale di fame, angoscia e confusione”, che porti a un’insurrezione popolare contro il suo governo (40). E “provoca morti dirette”: è il caso delle persone a cui non arriva un certo farmaco – o arriva tardi – e muoiono, “proprio come se gli si fosse sparato con un revolver”. Alla domanda se coloro che realizzano il blocco contro il popolo cubano, siano del Governo USA o delle organizzazioni che lo sostengono, possa essere dato il nome di “criminali di guerra”, risponde in modo categorico: “Lo sono, ma manca una vera Corte Penale Internazionale” che giudichi questi crimini. In un’intervista precedente, aveva indicato che “le mal chiamate sanzioni” contro paesi come Venezuela o Cuba “implicano la consumazione di crimini contro l’umanità, alla luce dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale” (41).
E nell’agosto 2021, Alena Douhan, Obiora Okafor, Livingstone Sewanyana e Tlaleng Mofokeng, esperti indipendenti designati dal Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU, hanno dichiarato, in una nota pubblica, che “gli abitanti dei paesi oggetto di sanzioni, come Venezuela, Cuba, Siria e Iran, sprofondano nella povertà perché non possono ottenere servizi essenziali come elettricità, abitazione, acqua, gas e combustibile, e tanto meno medicine e alimenti” (42).
Crimine di lesa umanità
La politica di asfissia economica a Cuba da parte USA non è un semplice “embargo” unilaterale, ma una politica di assedio extraterritoriale da parte della prima superpotenza mondiale, agli introiti, al commercio e alle finanze di un piccolo paese sottosviluppato del Sud Globale. Per questo parliamo di un blocco economico, finanziario e commerciale che, secondo la Conferenza Navale di Londra del 1909, si tipifica come “un atto di guerra” (43). In effetti, si basa sulla cosiddetta Legge sul Commercio con il Nemico del 1917, che viene prorogata ogni settembre, per un altro anno, con la firma del presidente USA (44).
Nei giorni 16 e 17 novembre 2023 si è tenuto a Bruxelles, presso il Parlamento europeo, il Tribunale Internazionale sulle sanzioni USA contro la Repubblica di Cuba, un evento di carattere simbolico che, nella sua sentenza, ha qualificato il blocco come “crimine contro l’umanità”, ai sensi dello Statuto di Roma, del 1998, poiché costituisce un “attacco generalizzato o sistematico contro la popolazione civile” e che, “anche se lo chiamino embargo o sanzioni”, “ha già provocato, direttamente e indirettamente, la perdita di numerose vite umane” (45). E aggiunge che “i blocchi sono una delle forme più subdole, illegali e illegittime di fare la guerra, anche se invocano trattati o leggi internazionali per camuffare le loro azioni”.
Inoltre, il citato Tribunale Internazionale cita la Convenzione per la Prevenzione e la Sanzione del Crimine di Genocidio, approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 1948, per segnalare che l’“atteggiamento” del Governo USA di “mantenere misure che si calcola porteranno a lungo termine alla distruzione fisica, almeno in parte, del popolo cubano”, “potrebbe costituire un Crimine di Genocidio” (46).
Nella citata sentenza simbolica si indica che il blocco contro Cuba “viola il Diritto Internazionale”: la Carta dell’ONU sulla protezione della sovranità, la libera autodeterminazione e il divieto di intervento; la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948; il Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali del 1966; e le disposizioni dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) sulla protezione della libertà di commercio.
Lo Statuto della Corte Penale Internazionale, di luglio 1998, indica che lo sterminio è “l’imposizione intenzionale di penose condizioni di vita e la privazione dell’accesso ad alimenti o medicinali, tra altre azioni” (47).
Tutto questo è il blocco contro Cuba, nella cui attuazione pratica partecipano JL e PD.
“Criminale” di una guerra economica, non dichiarata e contro la cooperazione
Per la sua partecipazione diretta a questa guerra, ho segnalato nel citato lavoro giornalistico che “Javier Larrondo (…) è, come Marco Rubio e Donald Trump, un criminale di guerra. E come tale dovrebbe essere trattato”. Una settimana dopo la pubblicazione (esattamente il 13 ottobre) ho ritirato quella frase dal lavoro, estranea allo stile abituale, più misurato, di Cubainformación, e poiché rifletteva un carico di soggettività valutativa aggiuntiva, completamente innecessaria per la comprensione dei contenuti. Questa pratica di rettifica o miglioramento dei testi è continua in Cubainformación, come in qualsiasi altro mezzo di comunicazione, ed è molto comune la soppressione o modifica di immagini, audio, interviste o frammenti di copione.
Tuttavia, e con nostra sorpresa, pochi giorni dopo, il 21 ottobre, ho ricevuto una raccomandata in cui l’interessato chiedeva la rimozione del materiale completo e una scusa pubblica con rettifica dei contenuti. Non ho accettato e JL ha presentato una querela penale per ingiurie, calunnie e crimine d’odio, basandosi, precisamente, sulla frase soppressa. Secondo la sua argomentazione, il materiale era arrivato a “migliaia di persone” e gli aveva causato un “danno irreparabile”. Qualcosa di poco credibile, quando sono stati proprio JL e PD, tramite un comunicato stampa, a far riprodurre la frase soppressa in media come ABC e El Correo (entrambi del Gruppo Vocento) e altri di ambito digitale (48). Forse per aumentare ulteriormente il “danno irreparabile” sofferto?
Nei 17 anni di vita del media, ho pubblicato in Cubainformación più di 1500 lavori (testi e video), che analizzano la guerra mediatico-politica contro Cuba, così come circa 1100 interviste (49). Da una posizione politica non neutrale, ma di sinistra, ho sempre difeso Cuba, la sua sovranità, la sua Rivoluzione e il suo tentativo di costruzione del socialismo, con dati, argomenti e un linguaggio certamente misurato, di fronte a aggressori con molto potere, come sono -come vedremo di seguito- JL e PD.
Che, sotto le spoglie di “attivisti per i diritti umani”, partecipano a una delle violazioni dei detti diritti umani più massicce, sistematiche e flagranti: il blocco contro Cuba. Per questo, considero -e qui spiego parte della frase soppressa- che non “devono essere trattati” come tali, bensì come agenti di una guerra non convenzionale che impone sacrifici e una sofferenza ingiustificata a un popolo assolutamente innocente.
Chi c’è dietro a PD e a quest’operazione?
Ma chi c’è dietro a PD? Chi finanzia PD? Così come è noto che altre organizzazioni e media dell’“anticastrismo”, anch’essi situati in territorio spagnolo, come l’Osservatorio Cubano dei Diritti Umani (50) o Diario de Cuba (51), sono sostenuti mediante fondi del Governo USA (grants -contributi- o sovvenzioni USAID e NED, principalmente), PD non rende pubbliche le sue fonti di finanziamento.
Tranne il patrocinio del Governo della Repubblica Ceca (stretto alleato di Washington nell’Unione Europea), il cui logo appare, apparentemente per obbligo legale, sul sito web di PD, il resto dei finanziatori non è riconosciuto in modo trasparente.
Nel processo, il mio eccellente avvocato, Endika Zulueta, ha chiesto a JL chi finanzia la sua organizzazione? a cui ha risposto che “non era autorizzato” a fornire tali informazioni.
Tuttavia, ci sono elementi che ci avvicinano a dedurre una presunta -a mio parere, più che probabile- connessione finanziaria con il Governo di Washington.
Uno, PD rappresenta ufficialmente in Europa l’Unione Patriottica di Cuba (UNPACU), un gruppo della “dissidenza” interna cubana, che è sostenuto economicamente dalla Fondazione Nazionale Cubano Americana (FNCA) di Miami, un’organizzazione che, a sua volta, riceve sovvenzioni dirette dal Governo USA per programmi di ingerenza politica a Cuba. Nella sezione del sito web della FNCA intitolata “Gruppi che assistiamo” figura UNPACU (52), così come l’Associazione Sindacale Indipendente di Cuba (ASIC), il cui rappresentante Iván Hernández Carrillo fa parte, a sua volta, del Consiglio Direttivo di PD (53). In questo organo di governo di PD c’è anche un rappresentante diretto della FNCA, Adolfo Fernández Sainz (54).
Ricordiamo che la FNCA è stata fondata nel 1981 dal presidente USA di allora, Ronald Reagan, e fu presieduta per molti anni dal magnate Jorge Mas Canosa (55). Numerosi testimoni indicano che la FNCA, durante il decennio degli anni ’90, finanziò attentati terroristici a Cuba, principalmente contro strutture turistiche (56) e oggi appare nella Lista delle organizzazioni terroristiche, pubblicata dal Governo cubano nel 2024 (57).
Nella precedente versione del sito web di PD si leggeva che JL “ha aiutato a fondare l’UNPACU insieme a José Daniel Ferrer e Luis Enrique Ferrer, assumendosi la Responsabilità per l’Unione Europea” (58). E, nel maggio 2019, in un’intervista al canale Televisión Martí, di proprietà del Governo USA, lo stesso JL riconosceva il legame organico PD-UNPACU: “L’UNPACU è un’organizzazione spettacolare (…) E un’organizzazione che è così spettacolare nel suo operato ha bisogno al suo fianco di un meccanismo di difesa giuridica, di azione diplomatica, ecc., ecc. che sostenga tale operato” (59). PD dovrebbe rispondere a questa domanda: riceve fondi dalla FNCA di Miami, un’entità sostenuta, a sua volta, in gran parte, da grants (contributi ndt) governativi di Washington?
Due, la USAID (Agenzia per lo Sviluppo Internazionale degli USA) ha, da tre anni, un programma specifico di sovvenzioni, fino a 3 milioni di $, per le organizzazioni che –parole testuali– “indagano, raccolgono e analizzano informazioni relative alle violazioni dei diritti umani, incluso il lavoro forzato, del personale medico cubano esportato all’estero” (60). PD dovrebbe dichiarare se riceve fondi da questo programma.
Tre, PD agisce in consorzio con altre organizzazioni per presentare le sue denunce pubbliche contro i programmi medici cubani all’estero (61). Ad esempio, nel maggio 2022, PD ha organizzato eventi pubblici in Messico contro la presenza di specialisti medici cubani, insieme a Outreach Aid to the Americas, un’organizzazione con sede a Miami che riceve numerose sovvenzioni governative e che, ad esempio, nel 2019, ha speso 89000 $ in un programma denominato “Ricerca Sistematica delle Violazioni dei Diritti Umani delle Missioni Mediche Cubane” (62). PD dovrebbe indicare se questa organizzazione, sussidiata dalla Casa Bianca, ha finanziato o finanzia parte della sua attività.
Operazione la cui Direzione Strategica è negli USA
In un documento filtrato dall’ONG argentina “Cultura Democrática”, e la cui autenticità non è stata smentita da tale entità, legata alla destra del suo paese e che riceve fondi dalla NED (National Endowment for Democracy), ente para-statale, con assegnazione organica e per legge, dal Congresso USA, intitolato “Supporto alla Società Civile cubana come metodo di pressione sui governi totalitari. La sua possibile applicazione alla Bolivia” (63), si espone un quadro intitolato “Piattaforma politica per il cambio di regime a Cuba”.
È un organigramma operativo, in cui la Direzione Strategica dell’attuale offensiva contro Cuba starebbe in mano a quelli che l’autore chiama “Politici e finanziatori”. Cita, tra le altre persone, a congressisti dell’ultradestra cubanoamericana dello stato della Florida, come Marco Rubio e María Elvira Salazar; il sindaco di Miami, Francis Suárez; o l’ambasciatore USA presso l’OSA (Organizzazione degli Stati Americani), Carlos Trujillo. Il quadro indica come queste persone influenzino, direttamente, l’“Amministrazione Biden”, il suo “Dipartimento di Stato” e l’“Ambasciata USA a L’Avana”. Quest’ultima sarebbe responsabile della “Preparazione di agenti di cambio” a Cuba. Nello schema, PD appare come una delle ONG incaricate, insieme alla citata Ambasciata, di lavorare nella “Preparazione di agenti di cambio”, così come nell’influenza su “Pubblici differenziati”, citando tra gli altri, “Media”, “Politici Europei” o l’emigrazione cubana.
Nel documento si spiega, inoltre, il chiaro legame tra guerra economica (blocco) e guerra comunicazionale e politica contro il Governo cubano: “ciò che fa sì che questo sistema funzioni come un orologio svizzero, inizia con il reticolo di sanzioni a Cuba, che incidono all’esterno e all’interno, sommato all’ingranaggio di tutti i componenti del sistema”.
Lawfare e il fenomeno SLAAP
Questa querela è una delle molte e diversificate azioni di guerra non convenzionale contro Cuba. Attacca un’organizzazione e un mezzo di comunicazione del Movimento Internazionale di Solidarietà con Cuba che, oggi, raggruppa più di 1600 collettivi di tutto il mondo.
Il 16 novembre 2023 sono stato citato a Bruxelles, dal citato Tribunale Internazionale, di carattere simbolico, sul Blocco USA a Cuba, come testimone esperto in comunicazione (64). Lì non solo ho spiegato la collaborazione di vari gruppi mediatici nella legittimazione e collaborazione diretta a tale blocco. Inoltre, ho denunciato che il motivo di questa querela è l’intimidazione, criminalizzazione e violazione della libertà di stampa di un mezzo di comunicazione che si pretende censurare la sua voce critica e scomoda.
È un’espressione, su piccola scala, di lawfare (guerra giuridica), e una dimostrazione di ciò che si definisce SLAAP (Strategic Lawsuits Against Public Participation, o Cause Strategiche contro la Partecipazione Pubblica), ossia un’“azione giudiziaria abusiva contro la partecipazione cittadina in questioni di interesse pubblico”, che si manifesta, ad esempio, in una “accusa penale o di causa civile con l’obiettivo di impedire che un’indagine venga portata a termine o che i suoi risultati siano diffusi dai media”, per “paralizzare l’esercizio della libertà di espressione” e “intimidire coloro che avessero l’intenzione” di “indagare su azioni che ledono i diritti delle persone”, in questo caso la partecipazione di organizzazioni civili nel blocco USA contro Cuba.
Il fallito obiettivo è stato, oltre a far fallire economicamente un’ONGD, Euskadi-Cuba, che da 30 anni coopera allo sviluppo a Cuba, quello di provocare, a causa dei costi giudiziari, la chiusura di un modesto media come Cubainformación.
Ma non ci sono riusciti. I contributi di decine di persone e collettivi alla campagna di crowdfunding, tramite la piattaforma Goteo, hanno coperto i costi giudiziari e di difesa. E la sentenza ha chiarito, nero su bianco, la nostra innocenza.
Perciò, non abbiate il minimo dubbio. Continueremo a denunciare il blocco contro Cuba come un crimine di guerra. E a segnare i suoi agenti (65).
Cubainformación, caso cerrado: detalles desconocidos
José Manzaneda, coordinador de Cubainformación
(Nota: este artículo es la actualización, tras la sentencia ya firme que absuelve al autor, de uno anterior, titulado “La operación contra Cubainformación y Euskadi-Cuba: todos los detalles”)
La sentencia ya es firme. Yo, José Manzaneda, periodista y coordinador del sitio digital www.cubainformacion.tv, así como la representación legal de la Asociación Euskadi-Cuba, propietaria del citado dominio web hasta 2020, hemos sido completamente absueltos en la querella presentada contra ambos por Javier Larrondo (JL), presidente de la organización anticastrista Prisoners Defenders (PD).
La reciente sentencia de la Audiencia Provincial de Madrid ha confirmado el fallo absolutorio emitido en febrero pasado por el Juzgado de lo Penal 31 de Madrid (1). Y esta segunda sentencia no ha sido apelada por ninguna de las partes.
Recordemos: JL pedía para ambos seis años de cárcel y una cantidad cercana a los 100 mil euros entre indemnizaciones y multas, por un delito de injurias, calumnias e incitación al odio, a raíz de la publicación, el 5 de octubre de 2020, del trabajo periodístico titulado “Crear una crisis sanitaria en Cuba, objetivo de la guerra contra su cooperación médica”.
Tras la primera sentencia absolutoria que, además, condenó al querellante al pago parcial de las costas por “temeridad”, al acusar a Euskadi-Cuba por injurias y calumnias, cuando una persona jurídica no puede legalmente cometer tales delitos, tanto Larrondo como Manzaneda y Euskadi-Cuba, presentaron recursos de apelación. El primero, disconforme con la absolución y reafirmando su petición de prisión y pago económico, los segundos solicitando el pago total de costas por el querellante.
Esta segunda sentencia confirma íntegramente el primer fallo, y reitera los elementos esenciales de la argumentación del juez (2).
Recordemos que el reportaje antes citado denunciaba el papel de Prisoners Defenders como colaborador directo de la política del Gobierno de EEUU en contra de los programas de cooperación médica cubana en el mundo, para eliminar o reducir los ingresos que obtiene el Ministerio de Salud Pública de Cuba a partir de ciertos convenios médicos, que sirven para sostener el sistema sanitario de la Isla.
El trabajo, firmado por este periodista, en una primera versión, calificaba a Javier Larrondo, presidente de Prisoners Defenders, al igual que a Donald Trump y al senador de ultraderecha por el estado de Florida Marco Rubio, como “criminal de guerra”. En el juicio, expliqué que la expresión -retirada al de pocos días de su publicación por motivos de estilo- hacía referencia a la “guerra contra la cooperación médica”, tal como indicaba el propio titular del reportaje, enmarcada a su vez en la guerra no convencional, híbrida y económica de EEUU contra el pueblo cubano, dado que estaríamos en presencia de una de las manifestaciones del bloqueo económico aplicado sobre Cuba: la destrucción de sus ingresos para la salud pública.
Sentencia sienta jurisprudencia contra la narrativa sobre “médicos esclavos” de Cuba
La primera sentencia ya dejó claro que la calificación de “criminal de guerra” no es injuriosa, pudiendo ser considerada “una hipérbole periodística” si se analiza “con el resto del contenido del artículo”, y que este periodista no actuó con una motivación ofensiva, sino con una “intención de crítica, recriminación o censura política, que encuentra acomodo dentro de los límites de la libertad de expresión”.
Esta segunda sentencia reafirma que “la expresión `criminal de guerra´ es imprecisa”, “no concreta hechos determinados” y debe tenerse “en cuenta el contexto”. Y añade que, en “el convulso debate socio político actual” prolifera “la recriminación desmedida, de la que no es ausente el querellante al referirse a las actuaciones promovidas por el gobierno cubano en las misiones médicas a desarrollar en el extranjero, calificándolas como de `esclavitud´”.
La narrativa de la “esclavitud” del personal médico de Cuba en decenas de países, principalmente del Sur Global, difundida por el Gobierno de EEUU y por organizaciones subalternas como PD, queda de este modo recogida, en una sentencia judicial, como una “recriminación desmedida”, algo que sienta jurisprudencia y que, sin duda, es un varapalo añadido para el querellante.
En todo caso, es evidente que la presentación de la querella fue una forma de persecución del periodismo crítico que realiza Cubainformación, con la intención incluso de encarcelar a un periodista por un simple artículo periodístico, por quien se presenta como un “defensor de los derechos humanos”, cuando no lo es. El proceso judicial es una estrategia, también, de presión económica para un medio muy modesto, frente a una organización que cuenta con un completo equipo jurídico.
Todo, con la vana intención de callarnos y que nos autocensuremos. No lo han conseguido. Porque, en Cubainformación vamos a seguir denunciando el bloqueo de EEUU contra el pueblo cubano como una de las mayores violaciones masivas y sistemáticas de derechos humanos que existen hoy en el mundo, y a denunciar a las organizaciones que colaboran con dicha política.
Si les interesa este caso, les invito a conocerlo más a fondo. Porque responde a algo mucho más profundo que la supuesta indignación de alguien que se siente afectado en su honor por una publicación periodística. Les invito a conocer todos los detalles de la operación contra Cubainformación y Euskadi-Cuba (3).
Utilización del hecho judicial y criminalización mediática
En septiembre de 2021, aprovechando la admisión a trámite de la querella, PD consiguió que varios medios publicaran notorias falsedades contra Euskadi-Cuba y Cubainformación, sin relación alguna -por cierto- con el tema y motivo del proceso judicial, en una manifiesta utilización de este (4). Por ejemplo, el diario ABC reprodujo partes de un comunicado de PD, como los siguientes: “el Gobierno vasco riega con fondos europeos a la asociación Euskadi-Cuba para minar instituciones y desestabilizar”; estos fondos están “destinados a minar Europa y sus instituciones” o “el objetivo de esa asociación es desestabilizar Europa y España” (5). El Nuevo Herald de Miami publicó la acusación de PD de que Euskadi-Cuba se estaría nutriendo de “fondos de cooperación” para “labores de inteligencia” cubana (6).
El diario El Correo publicó un reportaje, a página completa, titulado “Polémica por la subvención del Gobierno vasco a una ONG procastrista” (7).
Ninguno de los medios que publicaron semejantes disparates de PD, dio espacio alguno de réplica a Euskadi-Cuba. Que, en una nota de prensa, difundida solo por medios digitales alternativos, explicó cómo había obtenido, en los últimos años, subvenciones de instituciones vascas a 18 proyectos de cooperación al desarrollo, por un monto de 3.461.000 euros (8). Y que estos fondos habían servido para dotar a varias cooperativas agrícolas cubanas, de sistemas de riego, invernaderos, herramientas, tractores o maquinaria forestal, para mejorar las condiciones de vida de centenares de miles de personas. La mayoría de los proyectos se insertan en la estrategia cubana de soberanía alimentaria con enfoque de género, con títulos que no dejan lugar a la duda sobre las “labores de inteligencia”: “Empoderamiento de las mujeres en el programa de frutales para enfrentar el cambio climático en ecosistemas frágiles de Baracoa”, “Desarrollo agroforestal sostenible, una opción para el empoderamiento de la mujer en Guantánamo” o “Mujeres protagonistas en el movimiento de la agricultura urbana ecológica en La Habana”.
Una vez culminado el proceso judicial, este periodista se puso en contacto con El Correo, enviando una petición expresa a la periodista Olatz Barriuso. Una vez más, no ha habido respuesta.
La querella, y su utilización mediática mediante la incorporación de falsedades como las señaladas, persiguió, a mi entender, dos objetivos: por un lado, hundir económicamente, hasta forzar su cierre, a Cubainformación, para censurar un medio convertido en herramienta de consulta de miles de personas en el mundo, interesadas en recibir una información sobre la Isla alejada de la suministrada por los grandes medios y agencias; por otro, acabar con la ONGD Euskadi-Cuba y hundir su labor, tanto de cooperación al desarrollo, como de envío de donaciones materiales a centros hospitalarios de Cuba. Solo un dato: esta ONGD tuvo que adelantar 50 mil euros de fianza, que aún no ha recuperado.
Pero ¿cuál fue el motivo de la querella? Repasemos. El 5 de octubre de 2020, publiqué en Cubainformación un material, en texto y video, titulado “Crear una crisis sanitaria en Cuba: objetivo de la guerra contra su cooperación médica”, en el que denuncié el trabajo de la organización PD y de JL en la destrucción, en labor coordinada con el Departamento de Estado del Gobierno de EEUU, de los programas médicos solidarios de Cuba en numerosos países del mundo (9). Allí expliqué que, además de generar problemas diplomáticos y de imagen al Estado cubano, el objetivo de PD y JL, con sus informes y publicaciones, es el de colaborar con la implementación del bloqueo económico que impone a Cuba el Gobierno de EEUU, concretamente mediante el ataque a los ingresos que obtiene el Ministerio de Salud Pública de Cuba en algunos países -no en todos, ya que La Habana sostiene, en los países más pobres, todos los gastos de la cooperación-, y con los que ha logrado mantener, en un escenario de agudas sanciones de Washington, el sistema sanitario público de la Isla.
El trabajo, que mencionaba el interés por crear un desabastecimiento de medicamentos y otros recursos en la Isla, incluso una situación de crisis sanitaria, fue premonitorio. Dicha crisis se produjo un año después, al darse, con la pandemia de Covid-19, todos los elementos para una “tormenta perfecta”: el cese de ingresos por la ruptura de los acuerdos médicos que Cuba mantenía con Ecuador, Bolivia y Brasil, al llegar a estos gobiernos mandatarios de derecha, aliados del Gobierno de EEUU; una batería de más de 200 sanciones nuevas contra la Isla, aprobadas por el Gobierno de Donald Trump; y la reducción a cero de los ingresos por turismo de Cuba, debido al cierre pandémico (10). La situación de falta de medicamentos y de todo tipo de insumos sanitarios se mantiene en la actualidad en el país, y organizaciones como Euskadi-Cuba actúan en red para enviar toneladas de ayuda sanitaria (11). Citar solo un ejemplo: en 2021, esta ONGD vasca aportó fondos para la compra de 655 mil de los cuatro millones de jeringuillas enviadas a la Isla por el MESC (Movimiento Estatal de Solidaridad con Cuba), plataforma que agrupa a más 60 colectivos, para la vacunación masiva contra la Covid-19.
La guerra contra la cooperación médica cubana
Al explicar, en el citado trabajo periodístico, el trabajo de influencia y cabildeo de PD y JL sobre gobiernos y representantes políticos de diversos países, con vistas a destruir los acuerdos médicos internacionales de Cuba, es que señalo, tal como indica el titular del trabajo, que realizan una labor de “guerra contra la cooperación médica cubana”. Esta se enmarca en la “guerra económica” o bloqueo del Gobierno de EEUU contra Cuba, que a su vez es parte de una estrategia de “guerra no convencional” o “guerra híbrida” que, mediante la combinación de diversos mecanismos de injerencia (pauperización de las condiciones de vida de la población cubana, presión diplomática, guerra psicológica, bombardeo comunicacional, etc.), busca forzar, desde el exterior, un “cambio de régimen” político en un país soberano (12).
Dado que considero que PD y JL trabajan en el desarrollo de estas formulaciones de “guerra”, que no es una guerra en sentido estricto (guerra militar o guerra declarada), puesto que esta no existe, es que, en el último párrafo del trabajo, califico como “criminales de guerra” al expresidente Donald Trump, al senador ultraderechista por el estado de Florida Marco Rubio, arquitecto de las 243 últimas sanciones contra el pueblo cubano, y a JL como colaborador de los anteriores. Quien lea o escuche el trabajo, entiende a la perfección que la expresión es una hipérbole periodística y se refiere a “criminales de guerra contra la cooperación médica”, “criminales de la guerra económica” contra Cuba o “criminales de una guerra no convencional”.
JL y PD colaboran con el Gobierno de EEUU en su guerra contra la cooperación médica cubana y, en especial, contra los ingresos para la salud pública cubana de ella obtenidos. Estos ingresos son calificados por JL y PD como un “gran negocio” del “régimen” cubano a partir de la “esclavitud” laboral de miles de profesionales de la salud (13). Desde Cubainformación damos la versión contraria: una parte de estos ingresos va destinada a mejorar los salarios del personal cooperante y las condiciones de vida de sus familias en la isla, y otra sirve para mantener el sistema público y gratuito de salud de la Isla, en las condiciones de un país cercado económica, financiera y comercialmente (14). JL y PD jamás han presentado una sola prueba de funcionarios o dirigentes de Cuba hayan ingresado un solo dólar por ello, por lo que el supuesto “negocio” es una completa falacia.
Los testigos de los informes de PD sobre este tema son supuestos excooperantes (anónimos) de la salud de Cuba que se acogieron, años atrás, al “Cuban Medical Professional Parole”, un instrumento del Departamento de Estado de EEUU que, entre 2006 (año de su creación por el Gobierno de George W. Bush) (15) y 2017 (año de su cierre por Barack Obama) (16), otorgó el asilo político a médicas y médicos cubanos que lo solicitaron en embajadas o consulados estadounidenses en todo el mundo. Estas personas son quienes aporta los “testimonios” para los informes de PD que, después, el Departamento de Estado emplea para presionar a ciertos gobiernos con el objetivo de que cancelen sus convenios médicos con Cuba. Aun aceptando que estas personas, bajo anonimato, existan, representan una minoría interesada (en mantener su estatus migratorio y profesional en EEUU), exigua y poco representativa: PD presenta 600 testimonios, cuando han sido más de 605.000 las y los profesionales cubanos de la salud que han ayudado a comunidades empobrecidas de 165 países del Sur Global (17).
Apoyo directo al bloqueo de EEUU
Pero no solo eso. JL ha apoyado el bloqueo y las medidas coercitivas unilaterales (“sanciones”) que Washington impone sobre el pueblo cubano, en declaraciones públicas. En 2020, en una entrevista con el medio digital ADN Cuba, un sitio sostenido por subvenciones del Gobierno de EEUU (18), dio su apoyo directo a la política de asfixia a Cuba del Gobierno de Donald Trump: “La política de Trump -declaró- evidentemente está haciendo un efecto, Trump ha diagnosticado el cáncer de Latinoamérica, situado en el régimen de Cuba. (…) La política de Trump de control, del embargo, de actuación sobre los ingresos ilegales de Cuba está siendo super eficiente, tienen clarísimo el objetivo y creo que están acertando en muchos aspectos” (19).
El 29 de marzo de 2023, JL asistió a una sesión de la Comisión de Derechos Humanos, Igualdad y Justicia del Parlamento Vasco, en la ciudad de Vitoria-Gasteiz y, allí, defendió, ante los grupos políticos vascos, que “resulta evidente que las sanciones son un mecanismo muy empleado internacionalmente, porque es de lo poco con lo que se puede reducir el margen de maniobra de un `maltratador´” (20).
Por otro lado, el trabajo de cabildeo de PD en la Unión Europea se centra, hoy, en la erosión -para su derogación- del actual Acuerdo de Diálogo Político y Cooperación UE-Cuba (21). El objetivo evidente es que Bruselas reimplante un régimen de sanciones económicas similares a las de la derogada “Posición Común de la UE hacia Cuba”, aquella iniciativa implementada, a proposición del expresidente español José María Aznar, en 1996, y que se mantuvo, como una especie de “segundo bloqueo” sobre la Isla, durante más de veinte años.
El bloqueo es una guerra
El bloqueo económico, comercial y financiero de EEUU contra Cuba es una violación masiva, sistemática y flagrante de los derechos humanos (22) de más once millones de seres humanos en Cuba, que ha sido condenada en 31 ocasiones en la Asamblea General de Naciones Unidas. La última, el 2 de noviembre de 2023, por 187 votos contra dos (EEUU e Israel) (23).
El bloqueo es denominado “guerra” o “guerra económica” por numerosas fuentes del ámbito político, académico, periodístico y jurídico. No solo por el Gobierno de La Habana, cuyo canciller, en la Asamblea General de la ONU, afirmó que “es un acto de guerra económica en tiempo de paz” (24). También ante Naciones Unidas, el presidente cubano Miguel Díaz-Canel denunció que la Isla sufre “una guerra económica extraterritorial, cruel y silenciosa” (25).
Citaremos algunas otras fuentes, entre muchas. En el mismo escenario de la Asamblea General de Naciones Unidas, Luis Arce, presidente de Bolivia, afirmó que “es un crimen contra la humanidad” (26). La ex embajadora argentina en Cuba, Juliana Marino, calificó el bloqueo de EEUU como “un acto de guerra” (27), expresión también utilizada por la profesora de la Universidad de Glasgow Helen Yaffe en varios de sus artículos y trabajos académicos (28) (29), así como por el jurista cubano residente en EEUU José Pertierra, que añade que es “un atentado de genocidio contra el pueblo cubano, especialmente durante una pandemia” (30).
Gerald Condon, portavoz de la ONG Veteranos por la Paz, conformada por exmilitares de EEUU, afirmó, en enero de este año, que “el bloqueo es un acto terrorista contra Cuba” (31). Como un “implacable terrorismo económico” lo denunció el eurodiputado Mick Wallace en la Eurocámara (32). El sociólogo argentino y miembro de la Red de Escritores en Defensa de la Humanidad, Atilio Boron, lo calificó como “un crimen de guerra” (33) y como “un crimen de lesa humanidad” (34), expresión esta última empleada también por la presidenta de Honduras, Xiomara Castro, durante la XXVIII Cumbre Iberoamericana (35), así como por el director del Centro Sean McBride en la Universidad Nacional de Lanús, el intelectual mexicano Fernando Buen Abad (36).
Quien fuera subsecretario general de Desarrollo Económico de las Naciones Unidas, Jomo Kwame Sundaram, en un artículo de julio de 2022, sentenció que sanciones unilaterales como las de EEUU son “armas de hambruna masiva”, que significan un estado de “sitio, una antigua técnica de guerra”, y que las impuestas a Cuba “provocan escasez de alimentos, medicinas y otros artículos esenciales” (37). Perry Blanckson, de la revista History Matters, escribió que “el bloqueo es una guerra económica diseñada para castigar colectivamente a un pueblo por su independencia, y debe terminar” (38). William LeoGrande, profesor en la American University de Washington y experto en las relaciones Cuba-EEUU, afirmaba, en un artículo reciente, que “el hambre ha sido un arma del arsenal de Washington” contra Cuba “desde que Eisenhower ocupaba la Casa Blanca” (39).
Alfred-Maurice de Zayas, quien fuera experto independiente del Consejo de Derechos Humanos de las Naciones Unidas en la promoción de un orden internacional democrático y equitativo, afirmó en una entrevista a Cubainformación, en octubre de 2023, que el bloqueo contra Cuba es parte de “la guerra híbrida, de la guerra no convencional” y es “una forma de genocidio”, que no pretende “ayudar al pueblo”, sino lograr “un golpe de estado”, tras crear en la población “una situación tal de hambre, zozobra y confusión”, que lleve a una insurrección popular contra su gobierno (40). Y “provoca muertes directas”: es el caso de las personas a las que no les llega determinado medicamento –o les llega tarde- y mueren, “igual que si les hubieran disparado con un revólver”. A la pregunta de si, a quienes llevan a cabo el bloqueo contra el pueblo cubano, sean del Gobierno de EEUU o de las organizaciones que lo apoyan, se les puede denominar “criminales de guerra”, responde de manera taxativa: “Lo son, pero falta una verdadera Corte Penal Internacional” que juzgue estos crímenes. En una entrevista anterior, señaló que “las mal llamadas sanciones” contra países como Venezuela o Cuba “implican la consumación de crímenes de lesa humanidad, a la luz del Estatuto de Roma de la Corte Penal Internacional” (41).
Y en agosto de 2021, Alena Douhan, Obiora Okafor, Livingstone Sewanyana y Tlaleng Mofokeng, expertas y expertos independientes, designados por el Consejo de Derechos Humanos de Naciones Unidas, aseguraron, en nota pública, que “los habitantes de los países objeto de las sanciones, como Venezuela, Cuba, Siria e Irán, se hunden en la pobreza porque no pueden obtener servicios esenciales como electricidad, vivienda, agua, gas y combustible, y mucho menos medicamentos y alimentos” (42).
Crimen de lesa humanidad
La política de asfixia económica a Cuba por parte de EEUU no es un mero “embargo” unilateral, sino una política de cerco extraterritorial, por parte de la primera superpotencia mundial, a los ingresos, el comercio y las finanzas de un pequeño país subdesarrollado del Sur Global. Por eso hablamos de un bloqueo económico, financiero y comercial que, según la Conferencia Naval de Londres de 1909, se tipifica como “un acto de guerra” (43). De hecho, está sustentado en la llamada Ley de Comercio con el Enemigo de 1917 que, cada mes de septiembre, es extendida, por un año más, mediante la firma del presidente de EEUU (44).
Los días 16 y 17 de noviembre de 2023 se celebró, en Bruselas, en la sede del Parlamento europeo, el Tribunal Internacional sobre las sanciones de EEUU contra la República de Cuba, un evento de carácter simbólico que, en su veredicto, calificó el bloqueo como un “crimen contra la humanidad”, según el Estatuto de Roma de 1998, por cuanto constituye un “ataque generalizado o sistemático contra población civil” y que, “aunque lo llamen embargo o sanciones”, “ha provocado ya, directa e indirectamente, la pérdida de numerosas vidas humanas” (45). Y añade que “los bloqueos son una de las formas más traicioneras, ilegales e ilegítimas de hacer la guerra, incluso si invocan tratados o leyes internacionales para camuflar sus acciones”.
Además, el citado Tribunal Internacional cita la Convención para la Prevención y la Sanción del Delito de Genocidio, aprobada por la Asamblea General de las Naciones Unidas en 1948, para señalar que la “actitud” del Gobierno de EEUU de “mantener medidas que se calcula llevarán en el largo plazo a la destrucción física, al menos en parte, del pueblo cubano”, “podría constituir un Crimen de Genocidio” (46).
En la citada sentencia simbólica, se indica que el bloqueo contra Cuba “viola el Derecho Internacional”: la Carta de Naciones Unidas sobre la protección de la soberanía, la libre autodeterminación y la prohibición de intervención; la Declaración Universal de Derechos Humanos de 1948; el Pacto Internacional de Derechos Económicos, Sociales y Culturales de 1966; y las disposiciones de la Organización Mundial del Comercio (OMC) sobre la protección de la libertad de comercio.
El Estatuto de la Corte Penal Internacional, de julio de 1998, indica que el exterminio es “la imposición intencional de penosas condiciones de vida y la privación del acceso a alimentos o medicinas, entre otras acciones” (47).
Todo esto es el bloqueo contra Cuba, en cuya implementación práctica participan JL y PD.
“Criminal” de una guerra económica, no declarada y contra la cooperación
Por su participación directa en esta guerra es que, en el citado trabajo periodístico, señalé que “Javier Larrondo (…) es, como Marco Rubio y Donald Trump, un criminal de guerra. Y como tal debería ser tratado”. Una semana después de publicarlo (exactamente el 13 de octubre) retiré esa frase del trabajo, ajena al estilo habitual, más medido, de Cubainformación, y por reflejar una carga de subjetividad valorativa añadida, completamente innecesaria para la comprensión de los contenidos. Esta práctica de rectificación o mejora de textos es continua en Cubainformación, como en cualquier otro medio de comunicación, siendo muy habitual la supresión o modificación de imágenes, audios, entrevistas o fragmentos de guion.
Sin embargo y, para nuestra sorpresa, días más tarde, el 21 de octubre, recibí un burofax en el que el aludido exigía la retirada del material completo, una disculpa pública con rectificación de los contenidos. No acepté y JL presentó una querella criminal por injurias, calumnias y delito de odio, basándose, precisamente, en la frase suprimida. Según su argumentación, el material había llegado a “miles de personas” y le había causado un “daño irreparable”. Algo poco creíble, cuando precisamente fueron JL y PD, quienes, a través de un comunicado de prensa, consiguieron la reproducción de la frase suprimida en medios como ABC y El Correo (ambos del Grupo Vocento) y otros de ámbito digital (48). ¿Quizá para aumentar aún más el “daño irreparable” sufrido?
En los 17 años de vida del medio, he publicado en Cubainformación más de 1.500 trabajos (en texto y video), que analizan la guerra mediático-política contra Cuba, así como unas 1.100 entrevistas (49). Desde una posición política no neutral, sino de izquierdas, he defendido siempre a Cuba, su soberanía, su Revolución y su intento de construcción del socialismo, con datos, argumentos y un lenguaje ciertamente comedido, frente a agresores con mucho poder, como son -tal como veremos a continuación- JL y PD.
Que, bajo el disfraz de “activistas por los derechos humanos”, toman parte en una de las violaciones de dichos DDHH más masivas, sistemáticas y flagrantes: el bloqueo contra Cuba. Por eso, considero -y aquí explico parte de la frase suprimida- que no “deben ser tratados” como tales, sino como agentes de una guerra no convencional que impone sacrificios y un sufrimiento injustificado a un pueblo absolutamente inocente.
¿Quién está detrás de Prisoners Defenders y de esta operación?
Pero ¿quién está detrás de PD? ¿Quién financia a PD? Así como es conocido que otras organizaciones y medios del “anticastrismo”, también ubicadas en territorio español, como el Observatorio Cubano de Derechos Humanos (50) o Diario de Cuba (51), son sostenidas mediante fondos del Gobierno de EEUU (grants o subvenciones USAID y NED, principalmente), PD no hace públicas sus fuentes de financiamiento.
Excepto el patrocinio del Gobierno de la República Checa (estrecho aliado de Washington en la Unión Europea), cuyo logo aparece, al parecer por imperativo legal, en la web de PD, el resto de financistas no son reconocidos de forma transparente.
En el juicio, mi excelente abogado, Endika Zulueta, preguntó a JL ¿quién financia a su organización?, a lo que respondió que “no estaba autorizado” para dar dicha información.
Sin embargo, hay elementos que nos acercan a deducir una supuesta -en mi opinión, más que probable- conexión financiera con el Gobierno de Washington.
Uno, PD representa, oficialmente, en Europa, a la Unión Patriótica de Cuba (UNPACU), un grupo de la “disidencia” interna cubana, que es sostenido económicamente por la Fundación Nacional Cubano Americana (FNCA) de Miami, una organización que, a su vez, recibe subvenciones directas del Gobierno de EEUU para programas de injerencia política en Cuba. En el apartado de la web de la FNCA titulado “Grupos a los que asistimos” figura UNPACU (52), así como la Asociación Sindical Independiente de Cuba (ASIC), cuyo representante Iván Hernández Carrillo forma parte, a su vez, de la Junta Directiva de PD (53). En este órgano de gobierno de PD hay incluso un representante directo de la FNCA, Adolfo Fernández Sainz (54).
Recordemos que la FNCA fue fundada en 1981 por el presidente entonces de EEUU, Ronald Reagan, y fue presidida, durante muchos años, por el magnate Jorge Mas Canosa (55). Numerosos testigos apuntan a que la FNCA, durante la década de 1990, financió atentados terroristas en Cuba, principalmente contra instalaciones turísticas (56) y hoy aparece en la Lista de organizaciones terroristas, publicada por el Gobierno cubano en 2024 (57).
En la anterior web de PD, se leía que JL “ayudó a fundar la UNPACU junto a José Daniel Ferrer y Luis Enrique Ferrer, responsabilizándose de la Representación para la Unión Europea” (58). Y, en mayo de 2019, en entrevista al canal Televisión Martí, propiedad del Gobierno de EEUU, el propio JL reconocía la vinculación orgánica PD-UNPACU: “La UNPACU es una organización espectacular (…) Y una organización que es así de espectacular en su accionar necesita a su lado un mecanismo de defensa jurídica, de acción diplomática, etc., etc. que soporte ese accionar” (59). PD debería contestar a esta pregunta: ¿recibe fondos de la FNCA de Miami, una entidad sostenida, a su vez, en gran parte, por grants gubernamentales de Washington?
Dos, la USAID (Agencia para el Desarrollo Internacional de EEUU) tiene, desde hace tres años, un programa específico de subvenciones, de hasta 3 millones de dólares, para las organizaciones que –palabras textuales- “investiguen, recopilen y analicen información relacionada con violaciones de los derechos humanos, incluido el trabajo forzoso, del personal médico cubano exportado al extranjero” (60). PD debería declarar si recibe fondos de este programa.
Tres, PD actúa en consorcio con otras organizaciones para presentar sus denuncias públicas contra los programas médicos cubanos en el exterior (61). Por ejemplo, en mayo de 2022, PD hizo actos públicos en México contra la presencia de especialistas médicos de Cuba, junto a Outreach Aid to the Americas, una organización con sede en Miami que recibe numerosas subvenciones gubernamentales y que, por ejemplo, en el año 2019, gastó 89.000 dólares en un programa denominado “Investigación Sistemática de Violaciones a los Derechos Humanos de Misiones Médicas Cubanas” (62). PD debería indicar si esta organización, subsidiada por la Casa Blanca, ha financiado o financia parte de su actividad.
Operación cuya Dirección Estratégica está en EEUU
En un documento filtrado de la ONG argentina “Cultura Democrática”, y cuya autenticidad no ha sido desmentida por dicha entidad, ligada a la derecha de su país y que recibe fondos de la NED (National Endowment for Democracy), entidad paraestatal, con asignación orgánica y por ley, del Congreso de EEUU, titulado “Apoyo a la Sociedad Civil cubana como método de presión a gobiernos totalitarios. Su posible aplicación a Bolivia” (63), se expone un cuadro titulado “Plataforma política para el cambio de régimen en Cuba”.
Es un organigrama operacional, en el que la Dirección Estratégica de la actual ofensiva contra Cuba estaría en manos de lo que, el autor, denomina “Políticos y financistas”. Cita, entre otras personas, a congresistas de la ultraderecha cubanoamericana por el estado de Florida como Marco Rubio y María Elvira Salazar; al alcalde de Miami, Francis Suárez; o al embajador de EEUU ante la OEA (Organización de Estados Americanos), Carlos Trujillo. El cuadro señala cómo estas personas influyen, de manera directa, en la “Administración Biden”, en su “Departamento de Estado” y en la “Embajada de EEUU en La Habana”. Esta última se encargaría de la “Preparación de agentes de cambio” en Cuba. En el esquema, PD aparece como una de las ONG encargadas, junto a la citada Embajada, de trabajar en la citada “Preparación de agentes de cambio”, así como en la labor de influencia en “Públicos diferenciados”, citando aquí, entre otros, a “Medios de comunicación”, “Políticos de Europa” o la emigración cubana.
En el documento se explica, además, la relación clara entre guerra económica (bloqueo) y guerra comunicacional y política contra el Gobierno cubano: “lo que hace que este sistema funcione como un reloj suizo, inicia con el entramado de sanciones a Cuba, que inciden a lo externo e interno, sumado al engranaje de todos los componentes del sistema”.
Lawfare y el fenómeno SLAAP
Esta querella es una más de las muchas y diversificadas acciones de guerra no convencional contra Cuba. Ataca a una organización y a un medio de comunicación del Movimiento Internacional de Solidaridad con Cuba que, hoy, ya agrupa a más de 1.600 colectivos de todo el mundo.
El día 16 de noviembre de 2023 fui citado en Bruselas, por el antes citado Tribunal Internacional, de carácter simbólico, sobre el Bloqueo de EEUU a Cuba, como testigo experto en comunicación (64). Allí no solo expliqué la colaboración de diversos grupos mediáticos en la legitimación y colaboración directa en dicho bloqueo. Además, denuncié que el motivo de esta querella es el amedrentamiento, criminalización y violación de la libertad de prensa de un medio de comunicación al que se pretende censurar su voz crítica e incómoda.
Es una expresión, a pequeña escala, de lawfare (guerra jurídica), y una muestra de lo que se denomina SLAAP (Strategic Lawsuits Against Public Participation, o Pleitos Estratégicos contra la Participación Pública), es decir, una “acción judicial abusiva contra la participación ciudadana en temas de interés público”, que se manifiesta, por ejemplo, en una “acusación penal o de demanda civil con el objetivo de impedir que una investigación se lleve a término o que sus resultados sean difundidos por los medios”, para “paralizar el ejercicio de la libertad de expresión” y “atemorizar a quienes tuvieren la intención” de “investigar acciones que atentan contra los derechos de las personas”, en este caso la participación de organizaciones civiles en el bloqueo de EEUU contra Cuba.
El fracasado objetivo ha sido, además de quebrar económicamente a una ONGD, Euskadi-Cuba, que lleva 30 años de cooperación al desarrollo en Cuba, el de provocar, debido a los costos judiciales, el cierre de un modesto medio como Cubainformación.
Pero no lo han conseguido. Las aportaciones de decenas de personas y colectivos a la campaña de crowdfunding, mediante la plataforma Goteo, cubrieron los costes judiciales y de defensa. Y la sentencia ha dejado clara, negro sobre blanco, nuestra inocencia.
Por eso, no les quepa la menor duda. Vamos a seguir denunciando el bloqueo contra Cuba como un crimen de guerra. Y señalando a sus agentes (65).
- https://www.publico.es/politica/audiencia-madrid-confirma-absolucion-periodista-jose-manzaneda-delito-odio-injurias-calumnias.html
- https://www.cope.es/actualidad/espana/noticias/confirman-absolucion-periodista-por-injurias-ong-critica-con-regimen-cubano-20240715_3401115#google_vignette
- https://www.cubainformacion.tv/especiales/20240121/107230/107230-persecucion-judicial-contra-cubainformacion-y-euskadi-cuba-todos-los-materiales
- https://www.elcorreo.com/politica/polemica-subvencion-gobierno-20210930225718-nt.html
- https://www.cubainformacion.tv/solidaridad/20210930/93448/93448-destruir-la-cooperacion-vasca-y-cubainformacion-nueva-diana-del-bloqueo-a-cuba-comunicado-de-euskadi-cuba-italiano
- https://www.abc.es/internacional/abci-euskadi-cuba-utiliza-millones-euros-fondos-europeos-para-minar-instituciones-y-desestabilizar-202109281607_noticia.html?ref=https%3A%2F%2Fwww.google.com%2F
- https://www.elnuevoherald.com/noticias/america-latina/cuba-es/article254593327.html
- https://www.tercerainformacion.es/articulo/actualidad/euskal-herria/30/09/2021/asociacion-euskadi-cuba-destruir-la-cooperacion-vasca-y-cubainformacion-nueva-diana-del-bloqueo-a-cuba/
- https://www.cubainformacion.tv/especiales/20201005/88116/88116-crear-una-crisis-sanitaria-en-cuba-objetivo-de-la-guerra-contra-su-cooperacion-medica-italiano-francais-deutsch-english-portugues
- https://www.cubainformacion.tv/especiales/20230214/101717/101717-cuba-buitres-al-fondo-italiano-francais-deutsch
- https://www.juventudrebelde.cu/internacionales/2021-07-14/asociacion-sodepaz-de-espana-anuncia-cuatro-millones-de-jeringuillas-para-cuba
- https://www.cubainformacion.tv/especiales/20221024/99685/99685-el-bloqueo-economico-contra-cuba-y-el-ataque-mediatico-y-psicologico-van-en-la-misma-direccion-ignacio-ramonet-fotos
- https://www.diariolasamericas.com/america-latina/ong-revela-la-realidad-del-negocio-detras-las-misiones-cubanas-n4255438
- https://www.cubainformacion.tv/especiales/20190703/82162/82162-cooperacion-medica-de-cuba-en-la-diana-esclavitud-y-lucro-englishfrancaisdeutschitalianoportugues
- https://cubainformacion.tv/especiales/20110401/20517/20517-un-escandalo-silenciado-por-los-medios-el-programa-de-eeuu-para-la-desercion-de-cooperantes-medicos-cubanos-portugues
- https://www.nytimes.com/2017/01/12/world/americas/cuba-obama-wet-foot-dry-foot-policy.html
- https://www.trabajadores.cu/20230524/60-anos-de-colaboracion-medica-cubana-heroismo-y-profesionalidad-fotos/
- http://www.codigoabierto360.com/cuba-guerra-hibrida/
- https://www.youtube.com/watch?v=srerI05oor8 (min. 2:35)
- https://www.legebiltzarra.eus/ords/f?p=CTP:ASUNTOS_DETALLE:::::P10_ID:209731&p_lang=eu
- https://www.europapress.es/internacional/noticia-prisoners-defenders-amplia-denuncia-cuba-esclavitud-trabajo-forzado-presentada-onu-tpi-20220126173458.html
- https://www.lamarea.com/2013/10/30/la-onu-condena-el-bloqueo-de-eeuu-cuba-por-vigesimosegunda-vez/
- https://news.un.org/es/story/2022/11/1516617
- https://news.un.org/es/story/2023/11/1525342
- https://www.elobservador.com.uy/nota/el-presidente-cubano-abogo-por-un-nuevo-contrato-mundial-en-la-asamblea-de-la-onu-2023919155029
- https://www.la-epoca.com.bo/2021/09/23/arce-en-la-onu-rechaza-el-inhumano-y-criminal-bloqueo-comercial-y-financiero-contra-cuba/
- https://radiocaput.com/juliana-marino-el-bloqueo-de-estados-unidos-a-cuba-es-un-acto-de-guerra/
- https://jacobin.com/2022/03/us-blockade-embargo-cuba-sanctions-russia
- https://twitter.com/CallaWalsh/status/1636406769013387264
- https://radio-miami.org/2022/01/10/desde-guadalajara-bloqueo-cubano-un-acto-de-guerra-cruel-que-busca-el-sufrimiento-cubano/
- https://www.prensa-latina.cu/2023/01/05/pacifista-dice-que-bloqueo-es-un-acto-de-terrorismo-contra-cuba
- https://twitter.com/wallacemick/status/1696521830247583926
- https://redh-cuba.org/2021/06/el-bloqueo-a-cuba-crimen-de-lesa-humanidad-por-atilio-boron/
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- https://www.elpais.cr/2023/03/25/honduras-exigio-fin-del-bloqueo-de-eeuu-a-cuba-en-cita-iberoamericana/
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- https://www.ipsnews.net/2022/06/us-leads-sanctions-killing-millions-no-end/
- https://jacobinlat.com/2022/04/19/60-anos-de-bloqueo-a-cuba/
- https://www.jornada.com.mx/notas/2021/06/05/politica/eu-cuba-el-hambre-como-arma-william-m-leogrande/
- https://www.cubainformacion.tv/especiales/20231025/105736/105736-el-bloqueo-contra-cuba-pretende-crear-una-situacion-de-hambre-zozobra-y-confusion-para-lograr-un-golpe-de-estado-alfred-de-zayas
- https://www.cubainformacion.tv/la-columna/20210113/89566/89566-internacional-alfred-de-zayas-asi-es-como-funciona-la-industria-de-los-derechos-humanos
- https://www.ohchr.org/es/press-releases/2021/08/unilateral-sanctions-impinge-right-development-un-experts
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- https://web.archive.org/web/20190922145238/https:/www.prisonersdefenders.org/en-cuba/
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- https://www.ecured.cu/Fundaci%C3%B3n_Nacional_Cubano_Americana
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- https://www.youtube.com/watch?v=lOa3J-ILjhI
- https://www.vtv.gob.ve/eeuu-ofrece-dolares-perseguir-cuba/
- https://elcomentario.ucol.mx/medicos-cubanos-en-el-exterior-estan-en-condiciones-de-esclavitud-ong/
- https://drive.google.com/file/d/1QcTLqSn4tqWdgnnroMW9krTTd1KGscet/view
- https://www.tercerainformacion.es/opinion/31/10/2022/ong-tarifada-por-eeuu-replica-inocula-su-veneno-antirrevolucionario/
- https://www.cubainformacion.tv/solidaridad/20231124/106268/106268-cubainformacion-denuncio-en-bruselas-persecucion-mediatico-judicial-que-pretende-encarcelar-a-su-coordinador-y-cerrar-el-medio
- https://www.cubainformacion.tv/solidaridad/20240711/110310/110310-nueva-sentencia-confirma-absolucion-de-cubainformacion-y-euskadi-cuba-y-considera-una-recriminacion-desmedida-calificar-las-misiones-medicas-cubanas-como-esclavitud
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