Negli ultimi giorni, abbiamo visto e sentito di tutto nel tentativo di rimuovere Nicolás Maduro dalla Presidenza del Venezuela, che ha vinto limpidamente le elezioni del 28 luglio. Poiché il 44% dei voti ottenuti dall’opposizione rappresentata dal signor Edmundo González non è stato sufficiente per prendere il potere, hanno deciso di andare contro la tranquillità del paese, puntando sulla guarimba (rivolta di strada ndt), la violenza e il crimine.
Nel nostro podcast precedente, la maggior parte dei partecipanti si univa alla crescente richiesta di consegnare i verbali elettorali. Probabilmente nemmeno tutti coloro che li chiedono capiscono cosa stanno chiedendo, ma quella era la narrativa imposta in tutti i discorsi avversi. Per questo motivo, abbiamo aperto il podcast con l’opinione di Juan Carlos Monedero, politologo spagnolo che ha seguito da vicino il processo politico venezuelano sin dai suoi inizi.
Dopo aver spiegato dettagliatamente come avvengono le votazioni in Venezuela, l’analista politico evidenzia quali potrebbero essere le reali motivazioni dietro la richiesta di presentare i verbali elettorali, che l’opposizione violenta, con María Corina Machado in testa, ha trasformato nel suo nuovo cavallo di battaglia nel suo ennesimo tentativo di abbattere la Rivoluzione Bolivariana.
Reinier Duardo enfatizza la tesi di Monedero: se per legge sono le macchine a dire l’ultima parola e non i verbali, l’insistenza nel richiedere questi ultimi e allo stesso tempo convocare guarimba, violenza, assalti e persino un attacco cibernetico, potrebbe significare che ciò che cercano è distruggere le prove.
Alla vigilia, a L’Avana è stata resa nota una Dichiarazione dell’Unione dei Giornalisti di Cuba (UPEC), denunciando il colpo mediatico che procede parallelamente alla guerra dei verbali.
“Notizie manipolate e menzogne si propagano significativamente nelle reti sociali e sui potenti media che rispondono alle grandi corporazioni e agli oligarchi della comunicazione mondiale. Un esempio di questa cospirazione è la partecipazione attiva del magnate di X, Elon Musk. Ora pretendono di dare un colpo di grazia con una campagna che hanno sviluppato passo dopo passo prima che si svolgesse l’importante giornata civica della scorsa domenica,” dice testualmente il documento dell’organizzazione di categoria cubana, citato da Bárbara Betancourt, che ha esteso il suo commento ad altre trappole in atto.
Come ha detto questo mercoledì Maduro, questi golpe iniziano ed scalano con un sostanziale supporto dei più importanti conglomerati mediatici d’Europa e d’America.
Per chiudere il podcast, abbiamo scelto un piccolo frammento delle parole del Presidente eletto nel presentare il ricorso elettorale al Tribunale Supremo, avvertendo che è pronto a rispondere a quanto richiesto nell’indagine. La guerra dei verbali non è finita.
Continueremo denunciando.
Chapeando: Y dale con las actas
En los últimos días, hemos visto y oído de todo en el intento por sacar a Nicolás Maduro de la Presidencia de Venezuela, que ganó limpiamente en los comicios del 28 de julio. Como el 44% de los votos ganados por la oposición representada por el señor Edmundo González no fue suficiente para asaltar el poder, decidieron ir contra la tranquilidad del país, apostando por la guarimba, la violencia y el crimen.
En nuestro podcast anterior, la mayoría de los participantes se sumaban al creciente reclamo de que se entreguen las actas electorales. Posiblemente, ni siquiera todos los que las piden entienden qué piden, pero esa fue la narrativa impuesta en todos los discursos adversos. Por eso, abrimos el podcast con la opinión de Juan Carlos Monedero, politólogo español que ha estado muy al tanto del proceso político venezolano desde sus orígenes.
Después de explicar detalladamente cómo ocurren las votaciones en Venezuela, el analista político señala cuáles podrían ser las reales motivaciones detrás del reclamo de presentación de las actas, que la oposición violenta, con María Corina Machado a la cabeza, ha convertido en su nuevo caballito de batalla en su enésimo intento por echar abajo la Revolución Bolivariana.
Reinier Duardo enfatiza en la tesis de Monedero: si por ley son las máquinas las que dicen la última palabra y no las actas, la insistencia en reclamar estas últimas y, a la vez, convocar guarimba, violencia, asaltos y hasta un ataque cibernético, podría significar que lo que buscan es destruir pruebas.
En la víspera, se conoció en La Habana una Declaración de la Unión de Periodistas de Cuba (UPEC), denunciando el golpe mediático que marcha paralelamente con la guerra de las actas.
“Noticias manipuladas y mentiras se propagan significativamente en las redes sociales y en poderosos medios que responden a las grandes corporaciones y oligarcas de la comunicación mundial. Muestra de esa confabulación es la participación activa del magnate de X, Elon Musk. Pretenden ahora dar un golpe de gracia con una campaña que desarrollaron paso a paso desde antes de que ocurriera la importante jornada cívica del pasado domingo,” dice textualmente el documento de la organización gremial cubana, citado por Bárbara Betancourt, quien extendió su comentario a otras trampas en marcha.
Como dijo este miércoles Maduro, estos golpes empiezan y escalan con un sustancial apoyo de los más importantes conglomerados mediáticos de Europa y América.
Para cerrar el podcast, escogimos un pequeño fragmento de las palabras del Presidente electo al presentar el recurso contencioso electoral ante el Tribunal Supremo, advirtiendo que está listo para responder a lo que se demande en la investigación. La guerra de las actas no ha terminado.
Seguiremos Chapeando.