La Vicepresidentessa Esecutiva del Venezuela ha evidenziato che le aggressioni digitali pretendono sostituire la volontà popolare dei governi eletti dai loro cittadini.
Caracas, Venezuela – 30 milioni di attacchi al minuto, 500000 al secondo. Aggressioni ai poteri pubblici, alla banca privata, ai commerci, minacce di morte alle autorità, ai dirigenti popolari… Questo è il tentativo disperato dell’estrema destra nazionale e internazionale, sostenuta dalla Casa Bianca, di destabilizzare il paese e prendere il potere.
Tali atrocità sono state denunciate dalla Vicepresidentessa Esecutiva, Delcy Rodríguez, davanti al corpo diplomatico accreditato nel paese, con la partecipazione dei media nazionali e internazionali che danno copertura al processo elettorale.
Rodríguez ha fatto riferimento alle condizioni in cui il presidente rieletto, Nicolás Maduro, ha condotto la campagna elettorale, con sanzioni illecite contro il paese e una forte aggressione economica con grande impatto su tutti i settori economici e sociali. Si tratta, ha assicurato, di un “blocco illegittimo e criminale di coloro che pretendono ricattare e imporre la propria visione del mondo nella nostra giurisdizione”.
Non poteva rimanere fuori da questo formato di aggressione il processo elettorale, l’assenza del rappresentante dell’estrema destra, il 20 giugno, alla firma dell’accordo di riconoscimento dei risultati delle elezioni.
In questo contesto, il candidato dell’estremismo, Edmundo González Urrutia, ha informato, quasi un mese dopo, che non avrebbero riconosciuto i risultati del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), ma solo i propri verbali, dichiarazione fondamentale per comprendere ciò che sta accadendo, ha affermato Rodríguez. “Da allora avevano previsto di non riconoscere i risultati né il bollettino”.
Stavano forgiando la frode che avrebbe avuto il suo fondamento in una pagina web con dominio nel Regno Unito, e nella quale hanno pubblicato i propri verbali, arrogandosi facoltà che non competono loro né per la Costituzione né per le leggi elettorali della Repubblica. “Per questo il presidente Nicolás Maduro ha detto che questa è la versione Juan Guaidó 2.0”, ha enfatizzato.
Citando le dichiarazioni di González Urrutia, di aspettare che il CNE mostrasse pubblicamente i risultati, la dirigente governativa ha detto: “E perché il Potere Elettorale non dovrebbe diffondere i risultati?”, facendo riferimento all’attacco cibernetico massivo che ha subito il processo di trasmissione dei dati, proprio il giorno dell’appuntamento elettorale.
Fortunatamente, il CNE ha potuto trasmettere e avere il suo bollettino di totalizzazione, ha sostenuto. Poi, González Urrutia e María Corina Machado hanno pubblicato risultati fraudolenti e generato violenza nelle strade per provocare un colpo di stato, ha detto.
Riguardo alle aggressioni digitali, ha sottolineato che pretendono, attraverso la dittatura delle reti sociali, sostituire la volontà popolare dei governi eletti dai loro cittadini. “L’unica dittatura qui è quella delle reti sociali, degli algoritmi, delle grandi concentrazioni di capitale delle società tecnologiche che promuovono insurrezioni, colpi di Stato, attacchi fascisti”.
Sono, ha manifestato, “un vero strumento di guerra contro i popoli. Prima occupando lo spazio della mente, della coscienza, alterando i processi cognitivi e i sentimenti, generando massivamente angoscia, terrore, promuovendo morte, violenza”.
Ha inoltre accusato il candidato dell’ultradestra di causare la violenza che si è vissuta nei giorni seguenti alle elezioni. “È responsabile dei morti”, ha sottolineato.
Allo stesso tempo, ha avvertito delle incongruenze nei verbali pubblicati nella pagina web. Tra le denunce ricevute sulla piattaforma VenApp, ha evidenziato che emergono quelle relative al fatto che, in quei documenti, compaiono come votanti persone decedute.
Firme false, “come hanno fatto anche nel referendum ratificatorio del Comandante Hugo Chávez, nel 2002”; assenza di dati degli operatori delle macchine, dei testimoni, dei membri di seggio; verbali di inizio a zero, rotti, incompleti e illeggibili, sono altre anomalie evidenziate.
Tali irregolarità hanno motivato che mercoledì, il Procuratore Generale della Repubblica aprisse un fascicolo su quella pagina web, che pretende sostituire i meccanismi ufficiali di diffusione del Potere Elettorale.
Di fronte a questa “frode barbarica, selvaggia, inedita” il presidente Nicolás Maduro ha preso la decisione, nell’ambito della Costituzione e davanti al Tribunale Supremo de Giustizia, di chiarire la situazione generata e preservare “l’ordine costituzionale, proteggere i poteri pubblici e salvaguardare ciò che è più sacro, cioè la pace e la tranquillità del popolo.”
Sostengono questo ricorso, a cui si è rivolto il presidente per proteggere il buon funzionamento dell’istituzionalità e dei poteri pubblici, gli articoli 297 e 333 della Costituzione, ha argomentato.
Devono “rispondere di fronte al paese e alla giustizia venezuelana i responsabili di questa frode elettorale”, che “ha avuto amplificazione da parte di alcune multinazionali della comunicazione e, direttamente, da parte di governi alleati agli USA, che hanno pianificato e diretto” questo tentativo golpista, ha manifestato.
Di qui l’appello ai mezzi internazionali a pubblicare la verità su ciò che sta accadendo. “La censura è tale contro il Venezuela, che ciò che appare nella mediatica internazionale sono questi verbali fraudolenti come validi, su una pagina web dell’ultradestra, sostenuta direttamente da Washington, che non è quella del Potere Elettorale. E pertanto, non può totalizzare né proclamare cariche di elezione popolare”, ha sentenziato.
Nel suo intervento, Delcy Rodríguez ha rivelato che i delinquenti che hanno commesso atti terroristici contro il Governo e la popolazione si trovavano in uno stato di “furibonda disperazione”, causata da stupefacenti, come è stato dimostrato nelle analisi effettuate ai detenuti.
Al riguardo, ha segnalato che i vandali hanno confessato chi li ha pagati per generare quell’ondata di violenza. “Gli USA hanno deciso di prendere direttamente le redini dei delinquenti”, ha segnalato.
Siamo, senza dubbio, di fronte a un’”aggressione multiforme”, le cui “ferite sociali ed economiche” non ha sofferto solo il Venezuela, ma anche altri popoli, e che fanno parte di questo “processo irrazionale di voler disconoscere governi legittimi e inventarsi fanfaronate per imporre l’estremismo, che possa soddisfare e consegnare le ampie ricchezze del nostro paese, ma principalmente, il significato dell’identità storica”.
In tal senso, ha ricordato l’eredità di Simón Bolívar alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, alla costruzione di un modello di benessere sociale per i popoli, con giustizia, equità e uguaglianza sociale. La sua trascendenza ha portato all’attualità la contesa storica del bolivarianismo contro il monroismo, ha ponderato.
Bolivarianismo contra Monroísmo
La Vicepresidenta Ejecutiva de Venezuela significó que las agresiones digitales pretenden, sustituir la voluntad popular de los gobiernos electos por sus ciudadanos
Laura Mercedes Giráldez
CARACAS, Venezuela – Treinta millones de ataques por minuto, 500 000 por segundo. Agresiones a los poderes públicos, a la banca privada, a los comercios, amenazas de muerte a autoridades, a líderes populares… Ese es el intento desesperado de la extrema derecha nacional e internacional, aupada por la Casa Blanca, de desestabilizar el país y hacerse con el poder.
Tales atrocidades las denunció la vicepresidenta Ejecutiva, Delcy Rodríguez, ante el cuerpo diplomático acreditado en el país, y con la participación de los medios nacionales e internacionales que le dan cobertura al proceso eleccionario.
Rodríguez se refirió a las condiciones bajo las que el presidente reelecto, Nicolás Maduro, desarrolló la campaña electoral, con sanciones ilícitas contra el país y una fuerte agresión económica con gran impacto en todos los sectores económico sociales. Se trata, aseguró, de un «bloqueo ilegítimo y criminal de quienes pretenden chantajear e imponer su visión del mundo en nuestra jurisdicción».
No podía quedar fuera de ese formato de agresión el proceso electoral, la ausencia del representante de la extremaderecha, el 20 de junio, a la firma del acuerdo de reconocimiento de los resultados de los comicios.
En ese contexto, el candidato del extremismo, Edmundo González Urrutia, informó, casi un mes más tarde, que no reconocerían los resultados del Consejo Nacional Electoral (CNE), sino sus propias actas, declaración fundamental para entender lo que está ocurriendo, afirmó Rodríguez. «Desde entonces tenían previsto no reconocer los resultados ni el boletín».
Estaban forjando el fraude que tendría su cimiento en una página web con dominio en Reino Unido, y en la cual publicaron sus propias actas, arrogándose facultades que no les corresponden ni por la Constitución ni por las leyes electorales de la República. «Por eso el presidente Nicolás Maduro ha dicho que esta es la versión Juan Guaidó 2.0», enfatizó.
Al citar las declaraciones de González Urrutia, de esperar a que el CNE mostrara los resultados públicamente, la dirigente gubernamental dijo: «¿Y por qué no habría de difundir el Poder Electoral los resultados?», a la par que aludió al ataque cibernético masivo que sufrió el proceso de transmisión de datos, el propio día de la cita electoral.
Afortunadamente, el CNE pudo transmitir y tener su boletín de totalización, sostuvo. Luego, González Urrutia y María Corina Machado publicaron resultados fraudulentos y generaron violencia en las calles para provocar un golpe de Estado, dijo.
Acerca de las agresiones digitales, significó que pretenden, a través de la dictadura de las redes sociales, sustituir la voluntad popular de los gobiernos electos por sus ciudadanos. «La única dictadura acá es la de las redes sociales, los algoritmos, las grandes concentraciones de capital de las empresas de tecnología que promueven insurgencias, golpes de Estado, ataques fascistas».
Son, manifestó, «un verdadero instrumento de guerra contra los pueblos. Primero ocupando el espacio de la mente, de la conciencia, alterando los procesos cognitivos y los sentimientos, generando masivamente angustia, terror, promoviendo muerte, violencia».
Asimismo, acusó al candidato de la ultraderecha de causar la violencia que se vivió los días siguientes a las elecciones. «Es responsable de los fallecidos», subrayó.
A la par, advirtió sobre las inconsistencias en las actas publicadas en la página web. Entre las denuncias recibidas en la plataforma VenApp, resaltó que sobresalen las relacionadas con que, en esos documentos, aparecen como votantes personas fallecidas.
Firmas planas, «como también hicieron en el referendo ratificatorio del Comandante Hugo Chávez, en 2002»; ausencia de datos de operadores de máquina, de testigos, de miembros de mesa; actas de inicio en cero, rotas, incompletas e ilegibles, son otras de las anomalías evidenciadas.
Tales irregularidades motivaron que el miércoles, el Fiscal General de la República abriese un expediente sobre esa página web, que pretende sustituir los mecanismos oficiales de difusión del Poder Electoral.
Ante este «fraude bárbaro, salvaje, inédito» el presidente Nicolás Maduro tomó la decisión, en el marco de la Constitución y ante el Tribunal Supremo de Justicia, de aclarar la situación generada y preservar «el orden constitucional, proteger los poderes públicos y salvaguardar lo más sagrado, que son la paz y la tranquilidad del pueblo».
Sustentan ese recurso, al que acudió el mandatario para proteger el buen funcionamiento de la institucionalidad y de los poderes públicos, los artículos 297 y 333 de la Constitución, argumentó.
Deben «responder ante el país y ante la justicia venezolana los responsables de este fraude electoral», que «ha tenido ampliación por algunas transnacionales de la comunicación y, directamente, por gobiernos aliados a ee. uu., quien planificó y dirigió» este intento golpista, manifestó.
De ahí el llamado a los medios internacionales a publicar la verdad de lo que está ocurriendo. «La censura es tal contra Venezuela, que lo que está en la mediática internacional son estas actas fraudulentas como válidas, en una página web de la ultraderecha, apoyada directamente desde Washington, que no es la del Poder Electoral. Y por tanto, no puede totalizar ni proclamar cargos de elección popular», sentenció.
En su comparecencia, Delcy Rodríguez reveló que los delincuentes que cometieron actos terroristas contra el Gobierno y la población se encontraban en un estado de «furibunda desesperación», causada por estupefacientes, como quedó demostrado en los análisis que se les practicaron a los detenidos.
Al respecto, señaló que los vándalos confesaron quién les pagó para generar esa ola de violencia. «ee. uu. decidió tomar directamente las riendas de los delincuentes», señaló.
Estamos en presencia, sin duda, de una «agresión multiforme», cuyas «heridas sociales y económicas» no solo ha sufrido Venezuela, sino también otros pueblos, y que forman parte de este «proceso irracional de querer desconocer gobiernos legítimos e inventarse fanfarrias para imponer el extremismo, que pueda satisfacer y entregar las amplias riquezas de nuestro país, pero principalmente, el significado de la identidad histórica».
En ese sentido, recordó el legado de Simón Bolívar a la Declaración Universal de Derechos Humanos, a la construcción de un modelo de bienestar social para los pueblos, con justicia, equidad e igualdad social. Su trascendencia ha traído a la actualidad la contienda histórica del bolivarianismo contra el monroísmo, ponderó.