Fidel Castro e i musulmani

Un uomo che ha lottato contro l’imperialismo, un uomo che durante la sua vita si è donato ai più bisognosi, se n’è andato ed è andato nell’aldilà; ma ha lasciato un’eredità di insegnamenti che servono ad aprire ancora di più i nostri occhi e a renderci conto che gli onnipotenti sono quelli che governano il mondo, e che dobbiamo lottare a nome degli oppressi del mondo. E proprio come lui disse “Può morire un combattente, ma non le sue idee”.

Senza dubbio, nella dimensione sociale e politica, da una prospettiva materialista, non si può negare la sua lotta e la sua resistenza all’impero e la sua determinazione nel preservare l’indipendenza di Cuba e la sua sovranità. L’apertura spirituale per una liberazione integrale dell’essere umano è una sfida che l’orgoglioso popolo cubano ha davanti a sé. Il suo leader lo ha sottratto alla corruzione e alla vergogna della dipendenza che Batista riponeva negli Stati Uniti. Ora devono seguire la via della dignità, dell’indipendenza e della sovranità, attenti a forme più profonde di libertà e giustizia che includano la dimensione spirituale.

E dobbiamo ricordare alcune parole di Fidel, quanto siano vicine agli insegnamenti rivoluzionari dell’Islam; Ebbene, in fondo al contesto, la loro lotta ha una causa comune, la battaglia per gli umili e con gli umili, e per difenderli lui darebbe la vita, come afferma Muhammad Reza Hakimi, nella lettera che scrisse al grande rivoluzionario icona del XX secolo, il leader storico della Rivoluzione cubana [3] , Fidel Castro, morto questo 25 novembre all’età di 90 anni.

Il grande teologo Hakim ha detto nella sua lettera a Fidel: “Il popolo di Cuba ha spezzato le sue catene e ha posto fine ai suoi privilegi con la rottura delle catene che lo tenevano in schiavitù. Ha posto fine alle ingiustizie” (E questo è lo spirito della rivoluzione) [4] .

Allo stesso tempo gli ha espresso che il popolo di Cuba è un esempio che ha posto fine al dominio dell’imperialismo e che allo stesso tempo questo fatto è una speranza per molti paesi del mondo.

“La nostra speranza è che le più alte gerarchie del Paese aprano le orecchie per ascoltare le verità e gli occhi per vedere le realtà e poi facciano maggiori sforzi per mettere in pratica l’Islam (tutto l’Islam) e salvare la gente, e così tagliare fuori la mani del capitalismo, del reazionario e della mancanza di intellettualità nel contesto della rivoluzione”.

Ed è proprio questo l’epicentro della grande rivoluzione, della lotta in questione, in cui Reza Hakimi paragona i due popoli, ci riferiamo a Cuba e all’Iran nei loro aspetti rivoluzionari; perché entrambi lottano contro gli oppressori del mondo a favore dei più bisognosi.

“Gli Stati Uniti non solo impediscono la formazione di un’umanità esaltata, sviluppata e angelica nel proprio paese, ma impediscono a paesi come il nostro di consolidare le basi di una vita coranica. Attraverso i suoi elementi infiltrati impedisce la diffusione di una cultura coranica, per impedire che altri paesi insorgano alla ricerca della libertà”.

Ebbene, nella lettera presenta anche un breve riassunto degli insegnamenti del Corano, dei detti del nobile Profeta dell’Islam (PB) e delle parole dell’Imam Ali (P), trasmettendone la vera essenza.

“Il Corano vuole che le persone annientino coraggiosamente gli oppressori e rovescino i tripli Tagut, (simbolo di dispotismo e tirannia) che sono il Faraone (Tagut politico), Qarun (il Tagut economico) e Haman (il Tagut o oppressore culturale) in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento.”

Poiché il Corano vuole salvare l’essere umano oppresso e accendere la fiamma di rivoluzioni dirompenti, che cambiano la situazione dell’uomo, lottano contro le teste del dispotismo e dei mali e insorgono per riformare le società corrotte e i governi tiranni, in ogni momento necessario , proteggendo l’onore umano e perseverando nella resistenza contro i colonialisti e gli arroganti del mondo.

In esso esprime anche alcune censure che, per la loro importanza, si trasmettono di seguito:

“Signor Castro! Questa organizzazione delle Nazioni Unite contiene davvero le “Nazioni Unite” o è l’organizzazione di molti mali, proprietaria di varie apatie e negligenza del suo dovere rispetto all’umanità, e un’organizzazione di umiliazione di fronte all’umanità ? alle superpotenze?

I palestinesi, quelli della Bosnia ed Erzegovina, dello Yamu e del Kashmir, dell’Afghanistan e dell’Iraq non sono esseri umani? Hanno qualche diritto? E in precedenza il popolo di Cuba e del Giappone E…

Ogni giorno in cui il sole splende sul palazzo delle Nazioni Unite, non guarda forse questo edificio con uno sguardo beffardo, uno sguardo che naturalmente si relaziona con lo sguardo beffardo dell’umanità?

I governatori degli Stati Uniti hanno qualche traccia di umanità? Non è forse la conseguenza di tali infinite oppressioni, che costringe alcuni oppressi a reagire violentemente (cosa che non dovrebbe esserci), e lo prendono come pretesto per ulteriori spargimenti di sangue in qualsiasi parte del mondo e per trattarli peggio di qualsiasi animale selvatico? ? Eccellenza, signor Castro! Se non possiamo presentarvi queste lamentele, chi altro?”

Senza dubbio Fidel è stato l’uomo che ha cambiato alcuni paradigmi politici basati sui suoi principi contro l’imperialismo e che non solo lo ha sostenuto, ma lo ha messo in pratica quando nel gennaio 1959, insieme ai suoi compagni, rovesciarono l’Imperialismo il regime illegittimo di Fulgencio Batista, quello che fu satellite e servitore dell’amministrazione nordamericana e che non fu solo la presa fisica del potere ma anche la liberazione di quegli uomini che chiedevano uguaglianza e giustizia sociale. Gli assiomi rivoluzionari furono pragmatizzati nella creazione di uno Stato comunista con una propria identità: quella dei cubani dove esiste la mescolanza di razze e oltre l’uguaglianza in quasi tutti gli ambiti: oltre il colore della loro pelle o il loro status sociale.

Quest’uomo rivoluzionario non solo si occupò di erigere un nuovo Stato e un nuovo sistema politico ma il suo compito continuò; Perché come uomo rivoluzionario ha dovuto esportare la lotta degli oppressi in altri territori attraverso un discorso conflittuale, proattivo e reazionario contro la “bestialità dell’imperialismo” in forum internazionali come le Nazioni Unite o il Vertice dei Paesi Non Allineati (per per citare solo alcuni esempi) seguendo questa linea, il suo compagno Ernesto “Che” Guevara sarà colui che porterà il grido rivoluzionario di Cuba nel mondo intero nonostante in questo compito il “Che” abbia offerto la sua vita combattendo ad altre latitudini, perché  “Se fossimo capaci di tremare di indignazione ogni volta che nel mondo viene commessa un’ingiustizia, allora saremmo compagni”.

Questa posizione politica antimperialista di Fidel Castro si è irradiata in tutti i continenti del pianeta, motivo per cui è considerato una delle icone della storia, uno dei paradigmi del sistema politico mondiale, chiunque esso sia; poiché questo grande uomo aveva anche degli oppositori e sotto l’egida dell’imperialismo e per porre fine alla sua vita hanno cercato di assassinarlo con tutti i mezzi e con tutte le tattiche e le tecniche e anche così non sono riusciti ad assassinarlo, perché è chiaro che Fidel Castro restasse fino ad oggi perché, da buon soldato, doveva sempre stare all’erta, proteggere sempre i popoli diseredati, i popoli depredati, i popoli con e senza voce, per dimostrare che l’imperialismo è una bestia, una bestia che solo Lui vuole annientare ed eliminare fisicamente le persone del mondo come lui stesso ha detto  “forse gli uomini moriranno ma le loro idee vivranno sempre”  e oggi queste idee sono una realtà tangibile; Ebbene, non è solo Cuba a lottare contro l’imperialismo. Diversi popoli si sono svegliati e il capo è il mondo islamico che rivendica tutte le lotte per la giustizia che hanno avuto e si stanno svolgendo nel mondo, aggiungendo a queste un senso di trascendenza che cerca la vera liberazione per le persone e garantisce la piena giustizia desiderata.


Fidel Castro y los musulmanes

Sdenka Saavedra Alfaro[1]

Se fue, partió a la otra vida un hombre que luchó contra el imperialismo, un hombre que durante su vida se entregó a los más necesitados; pero que dejó un legado de enseñanzas que sirven para aún más abrir los ojos y darse cuenta que los todos poderosos son los que gobiernan el mundo, y que se debe luchar a favor de los oprimidos del mundo. Y así como él decía “Un combatiente puede morir, pero no sus ideas”[2] . Sin duda en una dimensión social y política desde una perspectiva materialista no se puede negar su lucha y su resistencia ante el imperio y su empeño en preservar la independencia de Cuba y su soberanía. La apertura espiritual para una liberación integral del ser humano es un desafío que el orgulloso pueblo cubano tiene por delante. Su líder lo ha sacado de la corrupción y la vergüenza de la dependencia que Batista le rendía a Estados Unidos. Ahora deberán seguir el camino de la dignidad, la independencia y la soberanía, atentos a formas más profundas de libertad y justicia que incluyen la dimensión espiritual.

Y debemos recordar algunas de las palabras de Fidel, cuán cercanas son a las enseñanzas revolucionarias del Islam; pues en el fondo del contexto su lucha tiene una causa común la batalla por los humildes y con los humildes y por defenderlos se daría hasta la vida, como lo manifestó Muhammad Reza Hakimi, en la carta que le escribió al gran ícono revolucionario del siglo XX, el líder histórico de la Revolución cubana[3], Fidel Castro, quien falleció este 25 de noviembre a la edad de 90 años.

Decía el gran teólogo Hakim en su carta a Fidel: “El pueblo de Cuba ha roto sus cadenas y ha terminado con los privilegios con la ruptura de cadenas que los mantenía en la esclavitud. Ha terminado con las injusticias” (Y este es el espíritu de la revolución)[4].

Al mismo tiempo, le expresaba que el pueblo de Cuba era un ejemplo que había terminado con las dominaciones del imperialismo y que a la vez este hecho es la esperanza para muchos países del mundo.

“Es nuestra esperanza que las altas jerarquías del país abran sus oídos para oír las verdades y sus ojos para ver las realidades para luego esforzarse más en llevar a la práctica el Islam (todo el islam) y rescatar al pueblo, y así cortar las manos del capitalismo, el reaccionarismo y la falta de intelectualidad del contexto de la revolución”[5].

Y ese precisamente es el epicentro de la gran revolución, de la lucha en cuestión, en las que compara Reza Hakimi a ambos pueblos, nos referimos al de Cuba e Irán en sus aspectos revolucionarios; pues los dos combaten contra los opresores del mundo a favor de los más necesitados.

“Los Estados Unidos, no solo impiden la formación de la humanidad exaltada, desarrollada y angelical en su propio país, sino que impide a los países como el nuestro solidificar las bases de una vida coránica. A través de sus elementos infiltrados impide la divulgación de una cultura coránica, para evitar que otros países levanten en búsqueda de libertad”[6].

Pues en la misiva también le expone una síntesis breve de las enseñanzas del Corán, los dichos del noble Profeta del Islam (PB) y palabras del Imam Alí (P), al tiempo de transmitirle su verdadera esencia.

“El Corán quiere que la gente aniquile a los opresores valientemente y derroque a los triples Taguts, (Símbolo del despotismo y tiranía) que son el Faraón (Tagut político), Qarún (el Tagut económico) y a Haman (el Tagut u opresor cultural) en cualquier lugar y cualquier época”.[7]

Ya que el Corán quiere salvar al ser humano oprimido y encender la llama de las revoluciones alteradoras, que cambian la situación del hombre, lucha en contra de las cabezas del despotismo y las maldades y se levante con el fin de reformar a las sociedades corruptas y gobiernos tiranos, en cualquier momento que sea necesario, resguardando el honor humano y perseverando la resistencia frente a los colonialistas y arrogantes mundiales.

En ella también le manifiesta algunas quejas que por su importancia las transmitimos a continuación:

“¡Señor Castro!, ¿Acaso esta organización de Naciones Unidas contiene verdaderamente a las “¿Naciones Unidas” o es la organización de muchos males, dueña de diversas apatías y descuidos de su deber respecto a la humanidad, y un organismo de humillación frente a las superpotencias?

¿Acaso el pueblo Palestino, el de Bosnia y Herzegovina, Yamu y Cachemira, Afganistán e Irak y no son seres humanos, ¿tampoco tienen algún derecho? Y anteriormente la gente de Cuba, y Japón Y…

¿Acaso cada día que el sol brilla sobre el edificio de las Naciones Unidas no mira con una mirada de burla a este edificio, una mirada que naturalmente relata la mirada burlona de la humanidad?

¿Acaso los gobernadores de Estados Unidos tienen algún rastro de humanidad? ¿Acaso no es la consecuencia de tan infinitos opresiones, que obliga a reaccionar violentamente a algunos oprimidos (Que no debe haber), y estos lo toman como un pretexto para más derramamiento de sangre en cualquier parte del mundo y tratarles peor que cualquier animal salvaje? Su excelencia, ¡Señor Castro! Si no podemos exponer estas quejas a usted a quién más”.

Sin duda, Fidel ha sido el hombre que ha cambiado algunos de los paradigmas políticos a partir de sus principios contra el imperialismo y que no solo lo ha enarbolado, sino que la ha puesto en acción cuando en enero de 1959, junto a sus compañeros derrocan al ilegítimo régimen de Fulgencio Batista, aquel que era el satélite y sirviente de la administración norteamericana y que no solo fue la toma física del poder sino la liberación de aquellos hombres que pedían igualdad y justicia social. Los axiomas revolucionaron se pragmatizaron en la creación de un estado Comunista con una identidad propia: la de los cubanos donde hay una mezcolanza de razas y que más allá de ello la igualdad en casi todas las esferas: más allá del color de su piel o su estatus social.

Este hombre revolucionario no solo se ocupó de erigir un nuevo estado y un nuevo sistema político sino su tarea continuó; pues como hombre revolucionario debía exportar la lucha de los oprimidos a otros territorios mediante el discurso de confrontación, el discurso proactivo y reaccionario en contra de la “bestialidad del imperialismo” en los foros internacionales como Naciones Unidas o la Cumbre de los Países No Alineados (por citar solo algunos ejemplos) siguiendo esa línea su compañero Ernesto “Che” Guevara será el que llevará  el grito revolucionario de Cuba a todo el mundo pese a que en esa tarea el “Che” ha ofrendado su vida luchando en otras latitudes, pues “si nosotros éramos capaces de temblar de indignación cada vez que se cometía una injusticia en el mundo, entonces somos compañeros”.

Este posicionamiento político antiimperialista de Fidel Castro irradió a todos los continentes del planeta por eso él es considerado uno de los íconos de la historia, uno de los paradigmas en el sistema político mundial, pese a quien le pese; ya que este gran hombre también tuvo opositores y bajo la egida del imperialismo y que para acabar con su vida ha intentado asesinarlo por todos los medios y con todas las tácticas y técnicas y aun así no han podido asesinarlo, pues está claro que Fidel Castro debería quedarse hasta el presente porque como un buen soldado siempre tenía que estar alerta, siempre debería estar protegiendo a los pueblo desposeído , a los pueblos saqueados, a los pueblos con voz y sin voz para manifestar que el imperialismo es una bestia, una bestia que solo quiere aniquilar y eliminar físicamente a los pueblos del mundo como el mismo dijo “quizás los hombres mueran pero sus ideas siempre vivirán” y hoy estas ideas son una realidad tangible; pues no solo es Cuba que lucha contra el imperialismo. Varios pueblos se han despertado y a la cabeza se encuentra el mundo islámico que reivindica todas las luchas por la justicia que se han dado y se dan en el mundo, agregando a estas un sentido de trascendencia que procura para la gente la verdadera liberación y garantiza la plena justicia anhelada.   

Derechos reservados. Se permite copiar citando la fuente

Fundación Cultural Oriente,  www.islamoriente.com

[1] Escritora, Periodista, Profesora e Investigadora Boliviana, miembro de la Asociación de Investigadores en Comunicación y Educación para el Desarrollo (AICED) La Paz-Bolivia.

[2] https://mundo.sputniknews.com/americalatina/201611261065122613-fidel-castro-frases/

[3] La Revolución cubana es el principal resultado del movimiento revolucionario cubano de izquierda que provocó la caída del régimen del dictador Fulgencio Batista, y la llegada al poder del líder del Ejército Guerrillero, Fidel Castro. La Revolución cubana ha representado un evento importante en la historia de América al ser la primera y con más éxito de varias revoluciones de izquierdas que sucedieron en diversos países del continente, en términos generales ha resultado exitosa en muchas de las reformas que ha hecho, principalmente en el sistema de salud y el sistema educativo público y gratuito. Estados Unidos mantiene un embargo económico a la isla desde principios de los años 60 del siglo XX. Esta política es considerada como bloqueo económico en el marco de las Naciones Unidas y rechazada cada año por la Asamblea General de esa instancia internacional que vota a favor de una resolución denominada Necesidad de poner fin al bloqueo económico, comercial y financiero impuesto por los Estados Unidos contra Cuba. Leer más en: http://web.archive.org/web/20091015112507/http://www.granma.cubaweb.cu/2007/01/12/nacional/artic01.html

[4]http://islamchile.com/biblioteca/Islam%20la%20Sociedad%20el%20Arte%20la%20Ciencia%20la%20Economia%20y%20la%20Politica/Carta%20de%20un%20sabio%20musulman%20a%20Fidel%20Castro.pdf

[5]http://islamchile.com/biblioteca/Islam%20la%20Sociedad%20el%20Arte%20la%20Ciencia%20la%20Economia%20y%20la%20Politica/Carta%20de%20un%20sabio%20musulman%20a%20Fidel%20Castro.pdf

[6] Revista Kauzar. 1. Año XIII – N º 44,45 – 2006. Islámica. KA U Z A R. EDITORIAL. “Carta de un sabio musulmán a Fidel Castro”.

[7] Ídem.

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