Peso geopolitico del gruppo di paesi che hanno riconosciuto la vittoria di Nicolás Maduro

misionverdad.com

Dopo le elezioni presidenziali del 28 luglio scorso, vari paesi nel mondo hanno riconosciuto la vittoria del presidente Nicolás Maduro.

Finora, tra questi ci sono 18 paesi del continente asiatico, come Cina, Vietnam e Indonesia, 17 dell’Africa, 12 dell’America Latina e dei Caraibi, 4 dell’Eurasia e 2 dell’Europa.

L’89% del totale dei paesi che hanno riconosciuto la vittoria si trova in Asia, Africa, America Latina e nei Caraibi, regioni che costituiscono, in sostanza, il Sud globale.

Anche se alcuni governi della regione latinoamericana hanno espresso riserve o rigettato il risultato emesso dal Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), nazioni come Cuba, Nicaragua e Honduras hanno riconosciuto il primo bollettino emesso dall’ente elettorale venezuelano.

La Federazione Russa, Turchia, Pakistan e Serbia sono tra i 53 governi che riconoscono i risultati, insieme a governi africani come Uganda, Guinea Equatoriale, Repubblica del Congo e Angola.

I 53 paesi che finora hanno riconosciuto la vittoria del presidente Nicolás Maduro rappresentano:

il 33% della superficie terrestre globale,

il 42% della popolazione mondiale,

e, secondo dati del Banco Mondiale, circa il 35% del Prodotto Interno Lordo (PIL) misurato in base alla capacità del potere d’acquisto (PPA).

Il Venezuela tra coercizione e tentativo di discredito

 

Era prevedibile la coercizione degli USA e dell’Unione Europea (UE) sui paesi vicini della regione, il che ha portato a un loro allineamento con Washington e Bruxelles.

Da quando entrambi i poli hanno avviato una nuova ondata di pressione contro il Venezuela nel contesto post-elettorale, la minaccia di un’escalation di sanzioni illegali è tornata sul tavolo, cercando di indurre imprese e istituzioni finanziarie a ridurre le loro operazioni con il paese per paura di essere vittime di tali sanzioni.

La penalità “per aiutare il Venezuela a eludere le sanzioni”, secondo l’Osservatorio Venezuelano Anti-blocco, può arrivare fino a 1 milione di $ e fino a 20 anni di carcere.

Prima del 28 luglio, l’invito alla UE come osservatore delle elezioni è stato revocato dal Potere Elettorale venezuelano a causa del mantenimento delle sanzioni contro lo Stato venezuelano.

Il fatto che siano i paesi del Sud globale a riconoscere la vittoria del presidente venezuelano evidenzia, da un lato, i limiti della coercizione e, dall’altro, la transizione del potere globale verso la multipolarità. Molti sono i meccanismi esercitati dall'”Occidente collettivo” per produrre un cambio di regime in Venezuela.

Questo è stato dimostrato dalla campagna condotta dalle cosiddette Big Tech, tra le quali spicca Elon Musk, proprietario di X, la rete di microblogging con la maggiore diffusione al mondo.

Queste aziende tecnologiche fanno parte del complesso internazionale di corporazioni che, per il loro sviluppo e crescita, necessitano di idrocarburi e minerali strategici abbondanti nel paese e nel Sud globale. Una relazione di causalità fondamentale per comprendere il contesto internazionale attuale attorno allo scenario post-elettorale venezuelano.

Il vettore energetico

 

Con i governi che finora hanno riconosciuto la vittoria di Maduro, il Venezuela ha stabilito relazioni strategiche basate sull’autodeterminazione e sempre meno mediate da una visione unipolare della geopolitica internazionale.

Nella lista dei paesi che hanno riconosciuto il risultato elettorale, ci sono tutti i membri dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC).

Tutti i membri del Forum dei Paesi Esportatori di Gas (GECF) hanno riconosciuto la rielezione del presidente venezuelano.

Nel caso di Trinidad e Tobago, il cui governo ha dichiarato che la situazione politica in Venezuela non avrebbe influenzato gli importanti accordi sul gas in sviluppo, si è astenuto dal partecipare alla riunione del Consiglio Permanente dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), del 31 luglio, che cercava di disconoscere il processo elettorale venezuelano, come parte della pressione occidentale precedentemente menzionata.

Attraverso una lettera al presidente Maduro, il Segretario Generale del GECF, Mohamed Hamel, ha apprezzato il ruolo, di lunga data, svolto dal Venezuela e il suo fermo sostegno all’avanzamento del Forum sin dalla sua creazione. Ha sottolineato che i cittadini venezuelani hanno riposto nuovamente la loro fiducia nel presidente, “riaffermando il loro rinnovato sostegno alla sua direzione”.

“Gli sforzi di Sua Eccellenza per mantenere la stabilità e forgiare alleanze internazionali cruciali, anche in mezzo a sfide significative, esemplificano la sua dirigenza resiliente che continua a guidare il suo stimato paese verso il futuro. Che il Venezuela continui a beneficiare della sua direzione visionaria”, ha aggiunto Hamel a nome dei paesi dell’organizzazione.

D’altro canto, il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha invitato il suo omologo venezuelano a partecipare alla riunione dei presidenti dei membri dei BRICS Plus, che si terrà il 23 e 24 ottobre nella città russa di Kazan.

Sei dei dieci attuali membri di questo gruppo di paesi (Cina, Egitto, Iran, Russia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti) hanno riconosciuto la rielezione di Maduro, sottolineando così il ruolo che il Venezuela potrebbe svolgere in un contesto che raggruppa grandi produttori di energia ma che comprende anche grandi consumatori.

Inoltre, per l’economia venezuelana è vantaggioso avvicinarsi a uno spazio di governance finanziaria come il Nuovo Banco di Sviluppo (NBD), che potrebbe facilitare, lontano dal dollaro, il flusso di investimenti necessari per il mantenimento dei progetti di esplorazione, sfruttamento, raffinazione/trasformazione e commercializzazione di idrocarburi e minerali.

La maggior parte dei paesi africani e asiatici che hanno riconosciuto il risultato elettorale possiedono un’influenza mondiale per quanto riguarda i minerali strategici, un dato significativo, poiché la formazione dell’ordine multipolare ha facilitato nessi di cooperazione tra nazioni che ne sono promotrici.

Alcuni paesi dell’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN) svolgono un ruolo cruciale nella fornitura di minerali critici, in particolare il nichel per l’Indonesia, e alcune terre rare, come il Vietnam e il Myanmar, i cui governi si sono uniti al riconoscimento del recente processo elettorale venezuelano.

“Si sta definendo il futuro dell’umanità”

 

Mentre osservatori provenienti da 107 paesi, tra cui Cile, Spagna e Italia, hanno riconosciuto la solidità e la trasparenza del processo, continua l’agenda di pressioni geopolitiche e diplomatiche contro il Venezuela.

La scarsa diffusione delle dichiarazioni emesse ha rivelato come il discorso unico dei media si coordini con i governi allineati con Washington nella ricerca di un colpo di stato nel paese.

I movimenti di natura geopolitica, successivi alle elezioni, sono ancora in corso tuttavia il sostegno al Venezuela stabilisce una mappa in cui la combinazione di fattori energetici, geoeconomici e geopolitici ha un alto valore qualitativo, al di là della quantità di paesi coinvolti.

Ciò ridimensiona il ruolo del Venezuela nello scacchiere globale, come ha affermato il presidente Maduro, sottolineando che il Governo nazionale è difensore della Carta delle Nazioni Unite, “ma che avalli il diritto internazionale, il diritto dei popoli alla pace, il non interventismo, ma non usarla per lasciare fare”. Il presidente ha enfatizzato che in Venezuela “si sta definendo il futuro dell’umanità”.


Peso geopolítico del grupo de países que reconocieron la victoria de Nicolás Maduro

 

Tras las elecciones presidenciales del pasado 28 de julio, distintos países del mundo han reconocido el triunfo del presidente Nicolás Maduro.

Hasta los momentos, entre ellos se cuentan 18 del continente asiático, como China, Vietnam e Indonesia, 17 de África, 12 de América Latina y el Caribe, 4 de Eurasia y dos de Europa.

89% del total de países que han reconocido la victoria están situados en Asia, África, América Latina y el Caribe, regiones que son, en esencia, el Sur global.

Aunque algunos gobiernos de la región latinoamericana declararon reservas o rechazo al resultado emitido por el Consejo Nacional Electoral (CNE), naciones como Cuba, Nicaragua y Honduras expresaron su reconocimiento al primer boletín emitido por el ente electoral venezolano.

La Federación Rusa, Türkiye, Pakistán y Serbia se cuentan entre los 53 gobiernos que reconocen los resultados, también gobiernos de África como Uganda, Guinea Ecuatorial, la República del Congo y Angola.

Los 53 países que hasta ahora han reconocido la victoria del presidente Nicolás Maduro, representan:

33% de la superficie terrestre global.

42% de la población mundial.

Y, según datos cotejados del Banco Mundial, aproximadamente el 35% del Producto Interno Bruto (PIB) medido por capacidad del poder adquisitivo (PPA).

Venezuela entre la coerción y el intento de desprestigio

Era esperable la coerción de Estados Unidos y la Unión Europea (UE) sobre países vecinos de la región, lo que ha motivado un alineamiento de los mismos con Washington y Bruselas.

Desde que ambos polos inauguraron una nueva ola de presión contra Venezuela en el contexto postelectoral, la amenaza de una escalada de sanciones ilegales ha vuelto a estar sobre la mesa, en la búsqueda de que tanto empresas como instituciones financieras reduzcan sus operaciones financieras con el país por miedo a ser víctimas de estos recursos.

La penalidad “por ayudar a Venezuela a evadir las sanciones”, según el Observatorio Venezolano Antibloqueo, puede ser de hasta un millón de dólares y hasta 20 años de cárcel.

Previo al 28J, la invitación a la UE como observadora de los comicios fue revocada por el Poder Electoral venezolano por mantener vigentes los mecanismos coercitivos contra el Estado venezolano.

El hecho de que sean países del Sur global quienes reconozcan el triunfo del presidente venezolano describe, por un lado, los límites de la coerción y, por otro, la transición de poder global hacia la multipolaridad. Son muchos los mecanismos que se ejercen desde el “occidente colectivo” para producir un cambio de régimen en Venezuela.

Así lo ha demostrado la campaña desde las llamadas Big Tech, entre las cuales destaca Elon Musk, propietario de X, la red de microblogging con mayor difusión en el mundo.

Estas empresas tecnológicas forman parte del entramado internacional de corporaciones que, para su despliegue y desarrollo, requieren hidrocarburos y minerales estratégicos abundantes en el país, y en el Sur global. Una relación de causalidad clave para entender el momento internacional en torno al escenario postelectoral venezolano.

El vector energético

Con los gobiernos que hasta los momentos han reconocido la victoria de Maduro, Venezuela ha desplegado relaciones estratégicas basadas en la autodeterminación y cada vez menos mediadas por una visión unipolar de la geopolítica internacional.

Dentro del listado de países están todos los miembros de la Organización de Países Exportadores de Petróleo (OPEP).

Todos los países miembros del Foro de Países Exportadores de Gas (GECF, por sus siglas en inglés), reconocieron la elección el trinfo del mandatario venezolano.

En el caso de Trinidad y Tobago, cuyo gobierno afirmó que la situación política en Venzuela no afectaría los importantes acuerdos gasíferos en desarrollo, se abstuvo de asistir a la reunión del Consejo Permanente de la Organización de Estados Americanos (OEA) del 31 de julio que buscaba desconocer el proceso electoral venezolano, como parte de la ola de presión occidental antes señalada.

Mediante una carta al presidente Maduro, el Secretario General del GEFC, Mohamed Hamel, valoró el papel desempeñado por Venezuela desde hace mucho tiempo y su firme apoyo al avance del Foro desde su creación. Destacó que los ciudadanos de Venezuela han depositado una vez más su confianza en el mandatario “reafirmando su renovado apoyo a su liderazgo”.

“Los esfuerzos de Su Excelencia por mantener la estabilidad y forjar alianzas internacionales cruciales, incluso en medio de desafíos significativos, ejemplifican su liderazgo resistente que sigue guiando a su estimado país hacia adelante. Que Venezuela continúe beneficiándose de su liderazgo visionario”, agregó Hamel en nombre de los países de la organización.

Por otro lado, el presidente de la Federación Rusa, Vladimir Putin, invitó a su homólogo venezolano a asistir a la reunión de los líderes de los miembros de los BRICS Plus que se celebrará los días 23 y 24 de octubre en la ciudad rusa de Kazán.

Seis de los diez actuales miembros de este grupo de países (China, Egipto, Irán, Rusia, Arabia Saudita y Emiratos Árabes Unidos) reconocieron la reelección de Maduro, por lo que cabe resaltar el papel que tendría Venezuela en un espacio que aglutina grandes productores de energía, pero que, a su vez, también incluye a grandes consumidores.

Además, es propicio para la economía venezolana el acercamiento a un espacio de gobernanza financiera como el Nuevo Banco de Desarrollo (NBD), que facilitaría, lejos del dólar, el flujo de inversiones necesarias para el mantenimiento de los proyectos de exploración, explotación, refinamiento/procesamiento y comercialización de hidrocarburos y minerales.

La mayoría de los países africanos y asiáticos que reconocieron el resultado electoral poseen influencia mundial en cuanto a minerales estratégicos, no es un dato menor debido a que la conformación del orden multipolar ha facilitado nexos de cooperación entre naciones que lo propugnan.

Algunos países de la Asociación de Naciones de Asia Sudoriental (ASEAN) desempeñan un papel crucial en el suministro de minerales críticos, en particular el níquel para Indonesia, y ciertos tierras raras, incluidos Vietnam y Myanmar, gobiernos que se sumaron al reconocimiento del reciente proceso electoral venezolano.

“Se está definiendo el futuro de la humanidad”

Mientras veedores de 107 países, incluidos provenientes de Chile, España e Italia, reconocieron la solidez y transparencia del proceso, continúa la agenda de presiones geopolíticas y diplomáticas contra Venezuela.

La poca difusión de las declaraciones emitidas ha develado cómo el discurso único de las corporaciones mediáticas se coordina con los gobiernos alineados a Washington en la búsqueda de un golpe de Estado en el páis.

Los movimientos de naturaleza geopolítica posterior a las elecciones siguen en desarrollo, sin embargo el apoyo a Venezuela eestablece un mapa donde la conjunción de factores energéticos, geoeconómicos y geopolíticos tiene un alto valor cualitativo, más allá de la cantidad de países en sí misma.

Esto redimensiona el rol de Venezuela en el tablero global, como lo ha dicho el presidente Maduro al afirmar que el Gobierno nacional es defensor de la Carta de las Naciones Unidas, “pero que avale el derecho internacional, el derecho de los pueblos a la paz, el no intervencionismo, pero no usarla para dejar hacer”. El mandatario ha enfatizado que en Venezuela “se está definiendo el futuro de la humanidad”.

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