Mi tele-andar per Parigi 2024; la Matematica e un omaggio inedito a Fidel

Néstor del Prado

Mantengo il mio impegno di scrivere le mie impressioni e valutazioni sull’Olimpiade 2024, oltre a rendere alcuni omaggi e ringraziamenti; con un omaggio inedito a Fidel nel suo 98° compleanno, che ha a che fare con lo sport.

Chiarisco che non si tratterà di un riassunto di ciò che è successo, né di un’analisi dell’evento o della partecipazione della nostra delegazione di 61 atleti debitamente qualificati. È possibile che alcuni nomi e cognomi abbiano qualche errore tipografico.

Ringrazio coloro che hanno avuto la pazienza di leggermi e rispondermi. Anche al mio televisore, non moderno, per non essersi guastato e al mio orologio circolare che mi ha permesso di fornire la prova dell’ora delle mie pubblicazioni.

Inizierò con un modesto regalo al secondo medagliato d’oro di Cuba, mi riferisco al pugile Erislandy Álvarez, nato il 14 luglio 2000 a Cienfuegos.

Come ho fatto con il Gigante di Herradura, Mijaín López Núñez, gli regalo questo quadrato magico con i dati della sua data di nascita.

Come potete verificare, le somme verticale, orizzontale e diagonale danno sempre come risultato il numero 41.

Il mio mestiere matematico e in particolare nel campo della numerologia, mi ha permesso di scoprire che Erislandy è nato nel giorno nazionale della Francia,  paese che ha organizzato l’Olimpiade 2024. Il 14 luglio è avvenuta la Presa della Bastiglia.

Curiosa coincidenza, poiché Erislandy si è coronato Campione Olimpico in un incontro di pugilato contro un eccellente pugile francese. Non lo sottolineo con intenzione di ripicca, ma come una sorta di omaggio del campione cubano alla festa Patria francese.

Come altro esercizio di creatività alfanumerica, vi regalo il seguente. Le iniziali di nome e cognome di coloro che hanno ottenuto medaglie sono:

ML-EA-YG-AL-GR-LO-RA-YC-MM

Abbiamo tre vocali diverse: A-E-O; e sei consonanti M-L-Y-G-R-C.

E 3+6= 9; che coincide con il numero di medaglie conquistate. Che curiosità!

Quello che mi ha più emozionato, quello che ho più apprezzato:

1.Le strutture piene e con entusiasmo travolgente.

2.La quinta Medaglia d’Oro di Mijaín; il grande abbraccio a Trujillo, la deposizione delle sue scarpe sul tappeto; il suo omaggio permanente a suo padre Bartolo; le immagini di sua madre Leonor davanti al televisore a guardare il combattimento di suo figlio, con una sua foto stretta al petto; la scelta di Mijaín come rappresentante del continente americano per la cerimonia di chiusura.

3.La vittoria di Erislandy sul francese, contro quasi tutti i pronostici e con una tifoseria che gridava per la vittoria del loro idolo locale.

4.La vittoria della più felice della nostra delegazione; Milaimy de la Caridad, che ha conquistato la medaglia di Bronzo, per chiudere la performance cubana, e che insieme a Chiqui Guzmán, hanno fatto la storia olimpica nella lotta libera femminile.

5.Le vittorie della coppia cubana di beach volley; in cui Alayo e Díaz hanno giocato con una straordinaria allegria.

6.Il record olimpico e mondiale stabilito dal saltatore con l’asta svedese Armands Duplantis, che ha superato ampiamente l’asticella a 6,25 metri.

7.Il terzo podio di Siffa Hasann, premiata nella cerimonia di chiusura per il suo Oro nella maratona femminile. Rappresentava i Paesi Bassi, ed è nata in Etiopia.

8.L’arrivo al traguardo un’ora dopo della maratoneta del Bhutan. Ha detto: “Il mio paese non mi ha inviato a 5000 miglia di distanza per iniziare la corsa; mi hanno inviato a 5000 miglia, per finirla”.

9.La finale di pallacanestro femminile tra le squadre di USA e Francia.

10.La gioia e l’eleganza con cui ha corso la giovinetta Daily Cooper.

Quello che mi ha fatto soffrire di più:

1.La sconfitta del nostro grande campione Julio César La Cruz.

2.L’enigma del sorteggio nella fase a eliminazione diretta, che ha visto la nostra coppia affrontare quella svedese; alla fine campioni.

3.La perdita del testimone da parte di una staffettista giamaicana, in una gara di staffetta.

4.Che tre medagliati dello stesso evento, nati a Cuba, non si siano abbracciati alla fine. Almeno io non l’ho visto.

5.La sofferenza iniziale di Orta nel vincere la medaglia di bronzo, che avrebbe potuto essere d’oro.

Dei ringraziamenti:

1.Al sistema della TVC per le trasmissioni; per averci permesso di seguire la prestazione di tutti i cubani, tranne quella del tiro sportivo per causa a loro non imputabile.

2.Ai giornalisti per le informazioni e le interviste; ai narratori di tante discipline diverse (Sergio, Rodolfo, Camilo); in particolare a Evyan e Renier per la precisione e l’emozione aggiunta.

3.Agli allenatori che molte volte sono come secondi padri o madri.

4.Alla Mesa Redonda per i programmi pubblicati con ospiti adeguati.

Non farò valutazioni da appassionato sui risultati di Parigi 2024.

Ho già letto e ascoltato sostanziose opinioni di giornalisti rinomati così come la Dichiarazione dei partecipanti. Forse più avanti mi deciderò a scrivere qualcosa.

Per il momento affermo, senza esitazione, che qualitativamente le amarezze non superano le gioie; e che mi sento orgoglioso della partecipazione dei miei compatrioti.

Ora viene l’omaggio inedito al nostro dirigente storico Fidel Castro Ruz, nel suo 98° compleanno.

Come racconta la storia, dal 30 luglio al 13 agosto 1971, si svolsero i VI Giochi Sportivi Panamericani a Cali. All’epoca ero il presidente della FEU dell’Università dell’Avana e di Cuba. Alla cerimonia di benvenuto ero in tribuna come invitato dell’INDER, all’epoca guidato da due amici e direttori illustri: Jorge García Bango e Fabio Ruiz.

In quell’evento Cuba si piazzò al secondo posto, dietro gli USA, con 105 medaglie in totale; 31 d’Oro; 49 d’Argento e 26 di Bronzo. I più vicini furono il Canada con 19 Titoli e il Brasile con 9.

Tra i nostri medagliati d’Oro c’era Pedro Pérez Dueñas, con i suoi 17,40 metri nel salto triplo; nuovo record mondiale.

Medaglia d’Oro nella pallavolo maschile e femminile.

E medaglia d’Oro nel Baseball; con giocatori del calibro di Huelga; Vinent; Capiró; Marqueti; Urbano; Vicente; Montejo; i Lázaro; Isasi; Puente; Rosique; i Wilfredo; Salgado e Romero.

Nel Pugilato 4 medaglie d’Oro (Carbonell; Regüeiferos; Correa e Garbey). Teófilo Stevenson ottenne la medaglia di Bronzo.

Ricordo che in quei giorni avevo un braccio con una pustola causata dal vaccino contro il vaiolo, poiché a fine mese saremmo andati in Cile con una vasta delegazione giovanile e studentesca, guidata da Jaime Crombet, per partecipare a un Evento Internazionale di Solidarietà con il Vietnam. Ebbene, tutte le pacche finivano su quel braccio. Fidel se ne accorse e mi arrotolò la maglietta lasciando quella parte visibile a tutti. Mi disse che almeno su quel braccio non sarebbero arrivate più colpi.

Giorni dopo si tenne una cerimonia nella Plaza Cadenas dell’UH, a cui parteciparonoi dirigenti giovanili di diversi paesi, in saluto ai partecipanti all’evento in Cile, di passaggio all’Avana. Il Comitato Nazionale della UJC mi designò come uno dei più di 10 oratori che parlarono quella notte. Ricordo che verso mezzanotte mancavano ancora alcuni oratori, e passai un biglietto a Jaime proponendo di dire a Fidel di saltare il mio turno, poiché i presenti stavano aspettando il suo discorso.

Jaime, che era accanto a Fidel, gli consegnò il mio messaggio. Non ricordo se fu sullo stesso biglietto, o se Jaime mi si avvicinò e mi disse: Fidel dice che le tue parole, come presidente della FEU, sono molto importanti, quindi dovevo parlare e parlare bene. Finito il mio discorso, gli chiesi come ero andato, e mi disse: “Buon discorso”.

Durante la nostra permanenza in Cile, visitammo alcune università di Santiago. Ricordo in particolare l’incontro alla Pontificia Università Cattolica, in cui entrarono alcuni membri di “Patria y Libertad”, un gruppo fascista opposto all’Unidad Popular del presidente Allende. Bene, durante il dibattito feci una sorta di dimostrazione matematica per sostenere che ai recenti Giochi Panamericani di Cali, fosse Cuba e non gli USA la vincitrice.

Divisi il numero di medaglie ottenute da Cuba per la popolazione; feci lo stesso con i dati degli USA; e il nostro quoziente era molto superiore. Ci fu un grande applauso. Ma uno studente che si presentò come militante di “Patria y Libertad”, mi sfidò pubblicamente dicendo che non avevo parlato di un atleta cubano che aveva abbandonato la delegazione fuggendo dal comunismo. Ci fu un silenzio preoccupante. Fortunatamente avevo letto le notizie internazionali e sapevo della defezione. Poi mi venne in mente ciò che Fidel mi disse una volta: “sempre la verità, per quanto dura possa essere”.

La mia risposta fu: “lei è molto male informato, non è stato uno, sono stati tre atleti ad abbandonare; e questo succede quando c’è una vera Rivoluzione, assediata dall’impero più potente del Mondo; e alcuni si vendono per un piatto di lenticchie”. Ci fu un’ovazione e il noto canto: “Fidel, Fidel, che cosa ha Fidel; che gli americani (gringos) non possono competere con lui”.


Mi tele andar por París 2024; la Matemática y un homenaje inédito a Fidel

Por: Néstor del Prado

Cumplo mi compromiso de escribir mis impresiones y valoraciones sobre la Olimpiada 2024, así como rendir algunos homenajes y agradecimientos; con un homenaje inédito a Fidel en su 98 cumpleaños, que tiene que ver con el deporte.

Aclaro que no se tratará de un resumen de lo sucedido, ni tampoco un análisis del evento ni de la participación de nuestra delegación de 61 deportistas debidamente clasificados. Es posible que algunos nombres y apellidos tengan algún error tipográfico.

Agradezco a quienes tuvieron la paciencia de leer y responderme. También a mi televisor no moderno por no fallar y a mi reloj circular que me permitió dar evidencia de la hora de mis publicaciones.

Comenzaré con un modesto regalo al segundo medallista de oro de Cuba, me refiero al boxeador Erislandy Álvarez, nacido el 14 de julio del 2000, en Cienfuegos.

Como hice con el Gigante de Herradura, Mijaín López Núñez, le obsequio este cuadrado mágico con los datos de su fecha de nacimiento.

Como podrán comprobar las sumas vertical, horizontal y diagonal siempre tienen como resultado el número 41.

Mi oficio matemático y en particular en el campo de la numerología, me permitió descubrir que Erislandy nació el día nacional de Francia, país que organizó la Olimpiada 2024. Un 14 de julio ocurrió la Toma de la Bastilla.

Curiosa casualidad, pues Erislandy se coronó como Campeón Olímpico en un combate de boxeo frente a un excelente pugilista francés. No lo resalto con intención de riposta, sino de una especie de homenaje del campeón cubano a la fecha Patria francesa.

Como otro ejercicio de creatividad alfanumérica les regalo el siguiente. Las iniciales de nombre y primer apellido de los que obtuvieron medallas son:

ML-EA-YG-AL-GR-LO-RA-YC-MM

Tenemos tres vocales diferentes: A-E-O; y seis consonantes M-L-Y-G-R-C.

Y 3+6= 9; que coincide con la cantidad de medallas alcanzadas. ¡Vaya curiosidad!

De lo que más me emocionó, lo que más disfruté:

  1. Las instalaciones repletas y con entusiasmo desbordado.
  1. La quinta Medalla de Oro de Mijaín; el estrellón cariñoso a Trujillo, la siembra de sus zapatillas en el colchón; su homenaje permanente a su padre Bartolo; las imágenes de su madre Leonor frente al televisor mirando la pelea de su hijo, con una foto de él apretada en el pecho; la elección de Mijaín como representante del continente americano para la ceremonia de clausura.
  1. La victoria de Erislandy sobre el francés, contra casi todos los pronósticos y una fanaticada que gritaba por el triunfo de su ídolo local.
  1. La victoria de la más contenta de nuestra delegación; Milaimy de la Caridad, que conquistó la medalla de Bronce, para cerrar la actuación cubana, y que junto a la Chiqui Guzmán, hicieron historia olímpica en la Lucha Libre femenina.
  1. Las victorias de la dupla cubana de voleibol de playa; en que Alayo y Díaz jugaron con una alegría extraordinaria.
  1. La implantación de récord olímpico y mundial del pertiguista sueco Armands Duplantis, que sobrepasó ampliamente la varilla a 6.25 metros.
  1. El tercer podio de Siffa Hasann, premiada en la ceremonia de clausura por su Oro en la carrera de maratón femenino. Por cierto en representación de Países Bajos, y nacida en Etiopía.
  1. La llegada a la meta una hora después, de la maratonista de Bután. Ella dijo: “Mi país no me envió a 5 000 millas de distancia para comenzar la carrera; me enviaron 5 000 millas, para terminarla”.
  1. La final del baloncesto femenino entre los equipos de USA y Francia.
  1. La alegría y elegancia con la que corrió la jovencita Daily Cooper

De lo que más me hizo sufrir:

  1. La derrota de nuestro gran campeón Julio César La Cruz.
  1. El enigma del pareo en la etapa de muerte súbita, que enfrentó a nuestra dupla a la de los suecos; a la postre campeones.
  1. La pérdida del batón de una corredora jamaicana, en una carrera de relevo.
  1. Que tres medallistas del mismo evento, nacidos en Cuba, no se dieran un abrazo al terminar. Al menos no lo vi.
  1. El sufrimiento inicial de Orta al ganar la medalla de bronce, que pudo ser de oro.

De los agradecimientos:

  1. Al sistema de la TVC por las transmisiones; por permitirnos seguir la actuación de todos los cubanos, excepto la del tiro deportivo por causa ajena a ellos.
  1. A los periodistas por las informaciones y entrevistas; a los narradores de tantas especialidades diferentes (Sergio, Rodolfo, Camilo); en especial a Evyan y a Renier por la precisión y la emoción añadida.
  1. A los entrenadores que muchas veces son segundos padres o madres.
  1. A la Mesa Redonda por los programas publicados con invitados adecuados.

No haré valoraciones de aficionado, sobre los resultados en París 2024.

Ya he leído y escuchado, sustanciosas opiniones de periodistas destacados así como la Declaración de los participantes. Tal vez más adelante me decida a escribir algo.

Por el momento afirmo sin vacilación que cualitativamente los sinsabores no superan a las alegrías; y que siento orgullo de la participación de mis compatriotas.

Ahora viene lo del homenaje inédito a nuestro líder histórico Fidel Castro Ruz, en su 98 cumpleaños.

Como recoge la historia, del 30 de julio al 13 de agosto de 1971, se realizaron los VI Juegos Deportivos Panamericanos de Cali. Entonces yo era el presidente de la FEU de la Universidad de La Habana y de Cuba. En el acto de recibimiento estuve en la tribuna como invitado del INDER, entonces liderado por dos amigos y destacados directivos: Jorge García Bango y Fabio Ruiz.

En ese evento Cuba ocupó el segundo lugar, detrás de Estados Unidos de América, con 105 medallas en total; 31 de Oro; 49 de Plata y 26 de Bronce. Los más cercanos fueron Canadá con 19 Títulos y Brasil con 9.

Entre nuestros medallistas de Oro estuvo Pedro Pérez Dueñas, con su 17.40 metros en triple salto; nuevo récord mundial.

Medalla de Oro en voleibol masculino y femenino.

Y medalla de Oro en Pelota; con peloteros de la talla de Huelga; Vinent; Capiró; Marqueti; Urbano; Vicente; Montejo; los Lázaro; Isasi; Puente; Rosique; los Wilfredo; Salgado y Romero.

En Boxeo 4 medallas de Oro (Carbonell; Regüeiferos; Correa y Garbey). Teófilo Stevenson alcanzó medalla de Bronce.

Recuerdo que por esos días yo tenía en un brazo una pústula producto de la vacuna contra la viruela, ya que a finales de ese mes viajaríamos a Chile en una amplia delegación juvenil y estudiantil encabezada por Jaime Crombet, para participar en un Evento Internacional de Solidaridad con Vietnam. Pues todas las palmadas iban a parar a ese brazo. Fidel se percató y me enrolló el pulóver hacia arriba dejando esa parte a la vista de todos. Me dijo por lo menos en ese brazo no irán a parar más golpes.

Días después se produjo un acto en la plaza Cadenas de la UH, en que participaron líderes juveniles de varios países, en despedida a la los participantes al evento de Chile, en tránsito por La Habana. El Buró Nacional de la UJC me designó como uno de los más de 10 oradores que hablaron esa noche. Recuerdo que al filo de la media noche todavía faltaban algunos oradores por hablar, y yo le paso un papelito a Jaime proponiendo que le dijera a Fidel, que saltaran mi turno, ya que los allí presentes estaban esperando su discurso.

Jaime que estaba al lado de Fidel, le dio mi recado. No recuerdo si fue en el mismo papel, o si Jaime se me acercó y me dijo: Dice Fidel que las palabras tuyas como presidente de la FEU son muy importantes, así que debía hablar y hablar bien. Al terminar mi discurso pasé a preguntarle, y me dijo: “Buen discurso”.

En nuestra estancia en Chile, estuvimos en algunas universidades de Santiago. Recuerdo en particular el encuentro en la Universidad Católica en que entraron unos cuantos de “Patria y Libertad” grupo de corte fascista opuesto a la Unidad Popular del presidente Allende. Pues bien en el conversatorio yo hice una especie de demostración matemática para fundamentar que en los recientes Juegos Panamericanos de Cali, era Cuba y no USA, la ganadora.

Dividí la cantidad de medallas obtenidas por Cuba entre la población; hice lo mismo con los datos de USA; y el cociente nuestro era muy superior. Hubo un gran aplauso. Pero un estudiante que se presentó como militante de “Patria y Libertad”, me emplazó públicamente diciendo que yo no había hablado de un deportista cubano que abandonó la delegación huyendo del comunismo. Hubo un silencio preocupante. Yo afortunadamente había leído los cables internacionales, y sabía de la deserción. Entonces vino a mi mente lo que me dijo Fidel una vez: “siempre la verdad por dura que sea”.

Mi respuesta fue: “usted está muy mal informado, no fue uno, fueron tres deportistas los que abandonaron; y eso ocurre cuando hay una Revolución verdadera, acosada por el imperio más poderoso del Mundo; y algunos se venden por un plato de lentejas”. Hubo una ovación y el conocido canto: “Fidel, Fidel, qué tiene Fidel; que los americanos no pueden con él”.

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