La sinistra di ieri, oggi, sono i progressismi intrappolati dalla CIA, dall’ingerenza yankee e da una socialdemocrazia che trasuda odio per la Rivoluzione Bolivariana del Venezuela.
L’egemonia USA ed i suoi alleati nella regione dell’America Latina e dei Caraibi attaccano con totale aggressività, senza rispettare la carta fondatrice delle Nazioni Unite, il diritto internazionale e la sovranità.
Emergono ancorati in quel vecchio ordine unilaterale che genera ingiustizia e iniquità, che ha prodotto un insano attacco contro le democrazie sovrane che esercitano con la propria voce ed identità la difesa dei propri processi e progetti rivoluzionari, in concomitanza con la libera autodeterminazione dei popoli.
I cosiddetti regimi progressisti, spezzati dalla democrazia emersa dal consenso e dall’establishment di Washington, rivelano un’ingerenza contro la Rivoluzione Bolivariana del Venezuela, che ha avuto un processo elettorale democratico, in conformità con la sua Costituzione ed il quadro giuridico.
Nelle elezioni presidenziali, il vincitore è stato il presidente ad interim Nicolás Maduro Moros, eletto per il terzo mandato, confermato in una sentenza della Corte Suprema di Giustizia, come vincitore di questa competizione elettorale del 28 luglio.
Quelli che non accettano la realtà appartengono a un quadro fascista e neofascista di socialdemocrazia e di estrema destra continentale violenta e libertaria, a cui si somma quello proveniente dalla decadente Europa coloniale e neocoloniale, detta progressista.
È il silenzio della comunità internazionale ed un’ipocrita privacità del potere nel tentativo di rendere invisibile il diritto sovrano di un popolo come quello venezuelano, che mantiene viva l’eredità del generale Bolívar, ad abbracciare l’antimperialismo ed una rivoluzione costruita a partire dalla comunità di base.
Venezuela è immerso da 25 anni in un progetto politico di costruzione della giustizia sociale con il pieno esercizio dei diritti fondamentali ed umani, che è stato sistematicamente attaccato dall’estrema destra del paese con atti violenti chiamati guarimbas 2.0, finanziati con i soldi che appartengono al popolo, che ama la vita e la pace in abbondanza.
Quanto ferisce a Washington che Venezuela non risponda a questa sottomissione, e subordinazione perché è una democrazia sovrana, anti-egemonica ed antimperialista, che ha identità, sovranità, conoscenza, che è l’espressione della comune, dove incomincia l’esercizio del potere popolare e che nell’unione civile-militare ci sia una Rivoluzione, il socialismo bolivariano, che appartiene al popolo venezuelano ed è anche latinoamericano e caraibico.
La sovversione politica ed ideologica come strategia politica del governo federale USA contro Venezuela non è una novità, è stata presente in diversi momenti storici, pervasi di azioni violente.
Non ci stancheremo di citare il generale Simón Bolívar quando affermò che: “gli Stati Uniti sembrano destinati dalla Provvidenza a tormentare l’America con la miseria in nome della Libertà”.
Gli USA non smettono di scommettere sul golpe di stato, sulla caduta della Rivoluzione Bolivariana per effetto dominò, che genera un’euforia trionfalistica tra le organizzazioni controrivoluzionarie e la progenie dei commandos, finanziati e orchestrati dall’Agenzia degli Stati Uniti per la Sviluppo Internazionale (USAID).
La sovversione politica e ideologica è uno dei principali strumenti utilizzati dal governo federale USA, come guerra non convenzionale contro Venezuela.
Quando parliamo di sovversione ci riferiamo all’esecuzione di un’innumerevole quantità di azioni, volte a indurre a far smettere di funzionare normalmente, a distogliere la democrazia venezuelana dai suoi scopi ed obiettivi, a promuovere il disordine, la violenza di strada intervallata da azioni terroristiche con l’obiettivo di dividere la comunità le persone, sviluppando la discordia nel campo della politica e dell’ideologia.
Hanno creato un clima che altera la normalità nella vita quotidiana del Venezuela, come le guarimba, che rispondono a quelle logiche e dialettiche dell’imperialismo statunitense attraverso un’estrema destra che non ha mai riconosciuto la vittoria elettorale del PSUV, oggi strategicamente alleato con il Gran Polo Patriottico Simón Bolívar.
Il Venezuela bolivariano ha il potere della comune e l’unione civile-militare, e saprà fermare tutte le azioni sovversive dell’imperialismo yankee.
da Prensa Latina, traduzione di Ida Garberi