Ancora tensioni tra Venezuela e Spagna. Il ministro degli Esteri venezuelano Yván Gil, in un messaggio pubblicato sul suo canale Telegram, ha descritto le dichiarazioni del ministro della Difesa Robles come “insolenti, interferenti e maleducate”.
Il ministro degli Esteri ha affermato che queste dichiarazioni indicano “un deterioramento delle relazioni tra i due Paesi”.
Alla luce di questa situazione, il governo della Repubblica Bolivariana del Venezuela “ha deciso di richiamare l’ambasciatore venezuelano accreditato presso il Regno di Spagna, Gladys Gutiérrez, per consultazioni”.
“Allo stesso tempo ha convocato l’ambasciatore spagnolo accreditato a Caracas, Ramón Santos Martínez, a presentarsi venerdì 13 settembre presso la sede del Ministero del Potere Popolare per gli Affari Esteri”, ha dichiarato Gil nel suo testo.
Robles ha screditato il governo del presidente Maduro definendolo una “dittatura”, mostrando al contempo la sua parzialità nei confronti del leader dell’opposizione venezuelana autoesiliato Edmundo González Urrutia.
Mercoledì scorso, il presidente dell’Assemblea Nazionale venezuelana, Jorge Rodríguez, ha chiesto al governo bolivariano di interrompere le relazioni con la nazione europea.
Ha inoltre chiesto l’espulsione dei rappresentanti della delegazione spagnola presenti a Caracas.
Le richieste di Rodríguez sono nate dopo che il Congresso dei deputati spagnolo ha approvato, per volontà dell’estrema destra, il disconoscimento della legittimità del presidente rieletto, Nicolás Maduro.
Crisi nelle relazioni Spagna-Venezuela: un nuovo attacco alla sovranità venezuelana
Le relazioni diplomatiche tra Spagna e Venezuela sono nuovamente sull’orlo della rottura, a seguito di una grave decisione del Parlamento spagnolo. Con una mossa che il governo di Caracas ha definito una “grave ingerenza”, il Congresso dei Deputati spagnolo ha approvato una risoluzione che riconosce Edmundo González Urrutia, candidato dell’opposizione golpista venezuelana poi fuggito proprio in Spagna, come presidente legittimo del Venezuela, negando di fatto la limpida vittoria di Nicolás Maduro alle elezioni dello scorso 28 di luglio.
Questa decisione ha suscitato una forte reazione dal Parlamento venezuelano, che, con un voto unanime, ha chiesto la rottura delle relazioni diplomatiche, consulari e commerciali con la Spagna. Durante il dibattito, il presidente dell’Assemblea Nazionale, Jorge Rodríguez, ha invitato il governo venezuelano ad adottare misure drastiche: “Che se ne vadano tutti i rappresentanti del governo spagnolo, e riportiamo i nostri indietro”, ha dichiarato davanti ai parlamentari. L’obiettivo è proteggere la sovranità nazionale da quello che è stato definito come un attacco orchestrato dall’estrema destra spagnola.
Difesa della sovranità venezuelana
La questione non riguarda solo la politica estera, ma tocca uno dei punti centrali della politica venezuelana: la difesa della propria sovranità. Come ha dichiarato il deputato Hermann Escarrá, “il Venezuela deve evitare che l’estrema destra prosegua nei suoi piani golpisti contro la Repubblica Bolivariana”. Secondo Escarrá, il rifiuto da parte del Congresso spagnolo della rielezione di Maduro costituisce un’interferenza nei processi interni del Paese e deve essere respinto con forza. La sua posizione è stata condivisa da Roy Daza, che ha descritto l’ingerenza spagnola come una “barbarie e irresponsabilità”, esprimendo il suo sostegno alla rottura delle relazioni diplomatiche.
L’importanza della sovranità è stata ribadita anche dalla deputata Ilenia Medina, che ha sottolineato come le azioni del Parlamento spagnolo violino gli accordi storici tra le due nazioni: “Le azioni del Congresso spagnolo violano il Trattato di Indipendenza di Venezuela, firmato oltre 200 anni fa”. Medina ha aggiunto che nessun Paese al mondo ha il diritto di decidere chi debba essere il capo di stato di un’altra nazione: “Dal momento in cui abbiamo conquistato la libertà e l’indipendenza, nessuno, men che meno la Spagna, può farlo”.
La posizione di Podemos e il voto parlamentare spagnolo
Tuttavia, all’interno del Parlamento spagnolo, la questione ha diviso i partiti. Nonostante la risoluzione sia stata approvata con 177 voti favorevoli contro 164, il partito Podemos, alleato del Partito Socialista Obrero Español (PSOE), ha votato contro. La posizione di Podemos ha rappresentato una difesa importante dell’autodeterminazione del popolo venezuelano, opponendosi a quella che è stata vista come una decisione fortemente politicizzata e guidata dalla destra spagnola, che ha trovato alleati in formazioni nazionaliste e conservatrici.
Nonostante il risultato del voto, la risoluzione è simbolica e non obbliga il governo spagnolo a riconoscere formalmente González Urrutia come presidente. Tuttavia, rappresenta un segnale forte delle divisioni interne alla politica spagnola in merito alla questione venezuelana e delle pressioni internazionali a cui il Venezuela è sottoposto.
Conseguenze economiche e diplomatiche
La possibile rottura delle relazioni tra i due Paesi potrebbe avere conseguenze significative, non solo sul piano politico, ma anche economico. Le relazioni commerciali tra Spagna e Venezuela sono infatti importanti. Nel 2022, il Venezuela ha esportato in Spagna beni per un valore di 518 milioni di dollari, di cui la maggior parte proveniva dal settore petrolifero. Un’interruzione delle relazioni potrebbe quindi compromettere accordi cruciali, come quelli tra la multinazionale energetica spagnola Repsol e la compagnia petrolifera statale venezuelana PDVSA.
L’eventuale rottura delle relazioni diplomatiche avrebbe anche un impatto negativo sulla connettività aerea tra i due Paesi. Attualmente, cinque compagnie aeree gestiscono i voli tra Spagna e Venezuela, rappresentando un importante collegamento per i venezuelani che vivono all’estero e per il commercio internazionale. Rodolfo Ruiz, esperto in diritto aeronautico, ha sottolineato al portale ‘Banca y Negocios’ come la Spagna rappresenti una delle poche porte di accesso all’Europa per il Venezuela, una situazione resa ancora più precaria dalle sanzioni internazionali che hanno ridotto i collegamenti con altri Paesi.
Questione di sovranità
Ancora una volta, il Venezuela si trova a difendere la propria sovranità di fronte a quello che costituisce un grave attacco da parte di potenze straniere. Le tensioni con la Spagna rappresentano un episodio di un conflitto più ampio che coinvolge forze politiche internazionali e interne, ma ciò che emerge con forza è il desiderio del governo bolivariano di Caracas di preservare l’indipendenza del Paese come bene supremo.