35 ex presidenti contro la lista nera del terrorismo

Più di 30 ex presidenti/esse del mondo chiedono a Biden di togliere Cuba dalla lista dei paesi che sostengono il terrorismo

L’ex presidente della Colombia, Ernesto Samper, ha reso nota la lettera firmata da lui e altri 34 ex presidenti dell’America Latina e dei Caraibi, Europa, Africa e Asia.

Nella lettera, gli ex Capi di stato chiedono al presidente Joe Biden di togliere Cuba dalla lista degli Stati sponsor del terrorismo, redatta unilateralmente dagli USA, prima della fine del suo mandato.

“Nessun paese dovrebbe compromettere, per fini politici, la serietà della lotta contro il flagello del terrorismo”, affermano nel documento.

Tra i firmatari della lettera ci sono, oltre a Samper, la brasiliana Dilma Rousseff, l’argentina Cristina Fernández de Kirchner, lo spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero, il boliviano Evo Morales e l’ecuadoriano Rafael Correa.

L’ex presidente Samper ha dichiarato che “non ha alcun senso che un paese come Cuba, che ha lavorato per la pace nel mondo e che ha aiutato noi colombiani a firmare l’accordo di pace con le FARC, sia incluso nella lista dei paesi che sostengono il terrorismo e che, di conseguenza, sia sottoposto a sanzioni immorali, illegali e inumane”.

Nella lettera, gli ex presidenti sottolineano che “mantenere l’inclusione di Cuba nella lista degli Stati sponsor del terrorismo è una misura coercitiva difficilmente giustificabile nel pieno del XXI secolo, quando l’uguaglianza tra Stati dovrebbe essere una realtà”.

Segnalano che le ragioni per chiedere la definitiva rimozione di Cuba dalla lista “sono basate su un forte appello umanitario che mira ad alleviare la situazione di milioni di persone innocenti” e che un altro argomento è la “profonda convinzione che il governo di Cuba sia seriamente impegnato contro il terrorismo e a favore della pace nella regione e nel mondo”.

Aggiungono che “la ingiusta decisione colpisce, inoltre, la carta universale dei diritti umani, pilastro etico delle relazioni internazionali contemporanee, impattando i settori più vulnerabili della popolazione cubana, duramente colpiti negli ultimi tempi dagli effetti nefasti della pandemia, aggravati dalla mancanza di farmaci e attrezzature per affrontare l’emergenza”.

La lettera dei 35 ex presidenti a Biden

 

“A maggio di quest’anno, il Dipartimento di Stato ha deciso di togliere Cuba dalla lista degli Stati che non cooperano nella lotta contro il terrorismo, una decisione giusta che, a suo tempo, abbiamo applaudito. Tuttavia, e in modo contraddittorio, le autorità del suo paese insistono nel mantenere Cuba inclusa nell’altra lista, quella degli Stati sponsor del terrorismo.

“Come si può affermare, allo stesso tempo, che un paese coopera nella lotta mondiale contro il terrorismo e, al contempo, accusarlo di sostenerlo apertamente?

Senza alcuna prova, Cuba viene accusata di avere legami con attività terroristiche di cui è stata vittima, e su questa presunzione vengono imposte dure sanzioni che colpiscono direttamente la sua popolazione e destabilizzano permanentemente la sua economia”.


Más de 30 expresidentes y expresidentas del mundo piden a Biden sacar a Cuba de lista de países que apoyan el terrorismo                                          

El expresidente de Colombia Ernesto Samper dio a conocer la carta que firmaron él y otros 34 expresidentes de América Latina y el Caribe, Europa, África y Asia.

En la carta, los exmandatarios solicitan al presidente Joe Biden que antes de terminar su mandato saque a Cuba de la lista de Estados patrocinadores del terrorismo que unilateralmente elabora EE.UU.

“Ningún país debería comprometer con fines políticos la seriedad de la lucha contra el flagelo del terrorismo”, afirman en el documento.

Entre los firmantes de la carta están, además de Samper, la brasileña Dilma Rousseff, la argentina Cristina Fernández de Kirchner, el español José Luis Rodríguez Zapatero, el boliviano Evo Morales y el ecuatoriano Rafael Correa.

El expresidente Samper sostuvo que “no tiene ningún sentido que un país como Cuba, que ha trabajado por la paz en el mundo y que nos ha ayudado a los colombianos a firmar el acuerdo de paz con las FARC, sea incluido en la lista de países que apoyan el terrorismo y que como consecuencia lo sometan a unas sanciones inmorales, ilegales e inhumanas”.

En la carta, los exmandatarios subrayan que “mantener la inclusión de Cuba en la lista de Estados patrocinadores del terrorismo es una medida coercitiva difícilmente justificable en pleno siglo XXI, cuando la igualdad entre Estados debe ser una realidad”.

Señalan que las razones para pedir que se saque definitivamente a Cuba de la lista “están sustentadas en un contundente llamado humanitario que pretende aliviar la situación de millones de personas inocentes”, y que otro argumento es la “profunda convicción de que el Gobierno de Cuba está seriamente comprometido contra el terrorismo y a favor de la paz en la región y el mundo”.

Agregan que “la injusta decisión afecta, además, la carta universal de los derechos humanos, pilar ético de las relaciones internacionales contemporáneas, al impactar los sectores más vulnerables de la población cubana golpeados en el último tiempo por los efectos nefastos de la pandemia, agudizados por la falta de medicamentos y equipos para atender la emergencia”.

La carta de 35 expresidentes a Biden

“En mayo del año en curso, el Departamento de Estado tomó la decisión de retirar a Cuba de la lista de Estados que no cooperan en la lucha contra el terrorismo, una decisión acertada y justa que en su momento aplaudimos. A pesar de ello, y de manera contradictoria, las autoridades de su país insisten en mantener a Cuba incluida en la otra lista, la de los Estados patrocinadores del terrorismo.

“¿Cómo se puede afirmar, al mismo tiempo, que un país si coopera en la lucha mundial contra el terrorismo y a la vez acusarlo de apoyarlo abiertamente?

Sin prueba alguna se sindica a Cuba de tener vínculos con actividades terroristas de las cuales ha sido víctima y se le imponen por esta presunción duras sanciones que están golpeando directamente a su población y desequilibrando de manera permanente su economía”.   

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