Dopo i risultati scontati dell’evento elettorale, del luglio 2024 in Venezuela, è iniziato un nuovo ciclo della strategia permanente, noiosa e per nulla nuova, di disconoscimento delle istituzioni venezuelane nella costruzione internazionale di nuovi parametri di misura accettabile per le relazioni tra l’impero dominante e gli Stati che gli tributano a livello mondiale.
Ma come spiegare in modo semplice, con idee semplici, la complessa situazione che abbiamo? Non tanto per speculare politicamente, bensì per capirlo noi stessi partendo dall’idea di base. Dalla frase semplice, al tempo presente, che è la base del pensiero complesso. Quale strategia utilizzare per comprendere senza soccombere allo scoraggiamento e, tanto meno, alla rassegnazione della resa?
Proverò la strategia del romanziere poliziesco. Prenderò l’esame degli eventi attuali per risalire indietro nella ricostruzione del crimine. Come è avvenuto, quando, perché, dove e, soprattutto, a chi giova. Le nostre ipotesi partiranno dalla premessa di base dell’investigatore poliziesco che non è mai cambiata in tutta la storia umana del capitalismo: segui la traccia del denaro e troverai il colpevole.
Sì, per comprendere il crimine segui la traccia del denaro, dei soldi, dei reales (antiche monete spagnole ndt), e capirai come la signora María Corina Machado Parisca sia una povera pedina, un’utile idiota non innocente, l’oligarca mediocre con il basso ego di cui la macchina imperiale aveva bisogno per appropriarsi dei reales che ci hanno rubato in un contesto credibile per i suoi alienati abitanti, i quali pensano che non esista altro mondo se non gli USA.
Il risultato scontato a cui mi riferisco non è quello dei numeri elettorali, bensì il comportamento del perdente. Il risultato delle elezioni era noto anche al più stupido dei pronosticatori elettorali; mancava solo sapere la differenza nei numeri e ci sono esempi a non finire. Il più eclatante, per chi scrive, è quello di tutte le case di scommesse mondiali. Nessuna ha dato meno di dieci punti di differenza a favore del candidato ufficiale e ricorda che la casa non perde mai.
La rapida e preparata reazione delle forze di sicurezza del governo venezuelano dimostra che sapevano che si sarebbe attivata la “guarimba” in modalità María Corina Machado Parisca. Lo sapevamo in molti, ma nutrivamo una piccola speranza che, vedendo la quantità di voti da spartirsi nelle prossime elezioni e traducendoli in denaro che potrebbero gestire in comuni e governatorati, l’opposizione avrebbe controllato la sua pazza, per definire la situazione nella migliore espressione colloquiale venezuelana. Ci siamo sbagliati dall’inizio perché il piano non era elettorale. Non lo è mai stato.
Usando un’altra espressione colloquiale, era “pesetero” (mercenario), e poiché ora sappiamo a chi ha giovato il crimine, chi ha preso i reales, seguiamo con la domanda chiave per spiegare ciò che verrà nel teatro farsesco dell’opposizione: un impero ha mai restituito le ricchezze materiali che ha preso da un territorio occupato? Risposta semplice: no. Essendo un po’ più specifici, gli USA hanno mai restituito le risorse depredate da alcune delle invasioni di saccheggio che hanno condotto? No. Ho cercato a lungo su Internet: mai.
Quindi, cari lettori, veramente lei aspetta che i miliardi di $ che ci hanno rubato siano mai restituiti? Io no. So che non torneranno mai. Non li restituiranno neanche se la destra dovesse vincere un’elezione presidenziale in Venezuela. Le spiego.
Quello che resta di quei reales, dopo aver detratto le spese operative e di rappresentanza, e non sto scherzando, sarà destinato ad organismi internazionali come l’FMI o la Banca Mondiale, in fondi per concedere crediti al Venezuela, non più Repubblica Bolivariana. Sì, nel caso remoto che l’oligarchia torni a gestire l’amministrazione pubblica venezuelana, gli organismi internazionali ci presteranno soldi con i nostri stessi soldi e ci faranno pagare interessi più alti di qualsiasi altro paese al mondo. È sempre stato così per il Venezuela.
La parola chiave da includere nel vostro vocabolario antifascista è “saccheggio”. In una miriade di forme: saccheggio. Dall’atto di pirateria in alto mare contro una nave di proprietà venezuelana o che trasporta risorse, fino al saccheggio culturale di applicare forme fasciste di endo-razzismo affinché un numero significativo di venezuelani si senta e si consideri incapace di autogovernarsi, avendo come modello di vita la decadenza sociale narco-consumistica degli USA e il giardinetto di merda chiamato Europa.
Le forme negli organismi internazionali non vengono rispettate, solo si modificano a beneficio del miglior offerente. Gli USA hanno partecipato alle elezioni presidenziali del Venezuela nel 2024 per rispettare la norma di partecipazione, per poi disconoscerle. La differenza rispetto al passato è che l’esperienza Guaidó ha insegnato loro che non poteva essere chiunque. La banda di morti di fame salita con il piccolo ingegnere, lui compreso, non aveva mai visto più di 100 $ insieme e ha saccheggiato il saccheggio. Più dell’80% dei soldi che gli hanno dato se li sono tenuti e hanno comprato di tutto a prezzi fino a dieci volte superiori al prezzo più caro! Hanno persino pagato per imparare a giocare a padel e per comprare un’auto per il fidanzato!
Il ciclo del non riconoscimento non cambia natura, ma cambia solo gli attori. María Corina Machado Parisca giurerà presto come vicepresidente. Lascerà il paese rapidamente e potrebbe anticipare il giuramento del candidato dell’opposizione, viste le sue condizioni di salute. Edmundo la nominerà vicepresidente e, in un tempo ragionevole per le forme internazionali, delegherà la presidenza per circostanze sopraggiunte. In questo momento María Corina prega affinché Edmundo resista.
María Corina Machado Parisca non cerca anziani perché intelligente o per scelta propria. Non le è venuto in mente, non ha l’ispirazione per questo. Non le manca la malvagità, le manca l’intelligenza. Edmundo è stato scelto dalla CIA, e non è stato gratuito. Avevano bisogno di qualcuno che riducesse al minimo la possibilità di disobbedire e un giovane non andava bene. Edmundo ha firmato con consapevolezza, conoscendo l’intero piano fino al suo ritiro per motivi di salute… e non è escluso che venga eliminato per non aver mantenuto la parola data alla mafia imperiale.
La candidata è stata lei, perché altri oppositori non si sarebbero prestati a questo. Non a candidarsi, per quello saltavano e gridavano, cercando attenzione. Non si sarebbero prestati a gestire i soldi nel modo in cui comandano gli USA, anche se avessero detto di sì. Sarebbero stati -tipo Guaidó e banda- in modalità avida, io posso vivere in esilio dalla mia amata patria se il palliativo al dolore è avere i lussi che non ho mai avuto. Sono molto sacrificati. Poiché lei è ricca di famiglia, suppongono che non ruberà molto.
Ma perché María Corina ha accettato? Perché è l’unico modo per lei di governare il Venezuela o ciò che resta delle sue ricchezze in una ipotetica e negata resa della rivoluzione bolivariana. È un fatto noto, è di dominio pubblico che in condizioni politico-elettorali normali, né lei né il suo partito suscitano entusiasmo, benché sì molti sospetti. María Corina e Vente Venezuela non raggiungono più di una cifra percentuale nelle preferenze degli elettori.
In condizioni politico-elettorali normali l’opposizione sa di non poter raggiungere la presidenza della Repubblica, e non si sforza in tal senso, ma ottiene risultati modesti in governatorati e comuni. In questo momento stanno pensando, si chiedono: come capitalizzare quell’inaspettata massa di voti ora senza María Corina? Questo spiega anche perché la signora non ha detto “abbiamo raggiunto un grande traguardo, tra tre anni li elimineremo” e si è presentata come capa indiscussa dell’opposizione per illuminare il cammino elettorale del 2030. Semplicemente non la riconosceranno come tale.
L’intelligence della polizia dice che il crimine si risolve “a caldo”, se possibile, ma l’analisi si fa una volta risolto il crimine, “a freddo”. Così si impara per futuri scenari simili. Il problema qui è che la cosa non è finita. Si sono concluse le prime fasi e ora è in corso quella che include i complici. Leggasi: governo della reale Spagna. Niente di nuovo che non abbiamo visto e che non includa l’Argentina che, in gergo creolo, è solo “buche e piume” (solo fumo ndt), di gallo nano stavolta.
Quindi, il crimine continua e mancano ancora alcuni atti della farsa dell’opposizione che non si è resa conto di quanto ha perso perché si sono fidati anche dei sondaggi che dicevano che il candidato dell’opposizione non avrebbe ottenuto più di quattro milioni di voti. Hanno sbagliato di un milione e qualcosa, che non è poco. Parte dell’opposizione ha perso molte municipalità e governatorati non riconoscendo i risultati. Come vedrete, ci sono molti temi per analisi future.
La domanda è: la signora vicepresidente in esilio chiamerà a elezioni entro trenta giorni come previsto dalla costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela? E non è retorica. Ha disconosciuto i risultati e le istituzioni utilizzando gli articoli della Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela. In tale contesto, una volta che Edmundo si dimetta, dovrebbe chiamare a elezioni entro 30 giorni… o buttare a mare la farsa e governare dall’esilio. Lei cosa ne pensa?
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Juan Daniel Calderón Camelo Venezolano, periodista
Esa platica se perdió
Juan Daniel Calderón Camelo
Luego de los resultados cantados del evento electoral de Julio 2024 en Venezuela comenzó un nuevo ciclo de la estrategia permanente, aburrida y nada nueva, de desconocimiento de la institucionalidad venezolana en la construcción internacional de nuevos parámetros de medida aceptable de relacionamiento entre el imperio dominante y los Estados que le tributan a nivel mundial.
Pero ¿cómo explicar de manera simple, en ideas sencillas la situación compleja que tenemos? No tanto para especular políticamente sino para entenderlo nosotros mismos desde la idea básica. Desde la oración sencilla, en tiempo presente, que es la base del pensamiento complejo ¿Qué estrategia utilizar para comprender sin sucumbir al desaliento y mucho menos a la resignación de la rendición?
Intentaré la estrategia del novelista policial. Tomaré la explicación de los eventos actuales para ir hacia atrás en la reconstrucción del crimen. Como ocurrió, cuando, por qué, dónde y, sobre todo, a quién beneficia. Nuestras sospechas partirán desde la premisa básica del investigador policial que no cambió en toda la historia humana del capitalismo. Siga el rastro del dinero y encontrará al culpable.
Sí, para entender el crimen siga el rastro de la plática, del dinero, de los reales y comprenderá como la señora María Corina Machado Parisca es un pobre peón, una tonta útil no inocente, la oligarca mediocre con el bajo ego que necesitaba la maquina imperial para quedarse con los reales que nos robaron en un marco creíble para sus alienados habitantes que consideran que no hay más mundo que los Estados Unidos de América.
El resultado cantado, al que me refiero no es el de los números electorales sino el comportamiento del perdedor. El resultado de la elección era conocido hasta por el más tonto de los pronosticadores de elecciones, solo faltaba saber la diferencia en números y ejemplos hay hasta el cansancio. El más resaltante, para este servidor, es el de todas las casas de apuestas mundiales. Ninguna dio menos de diez puntos de diferencia a favor del candidato oficial y recuerde que la casa nunca pierde.
La rápida y preparada reacción de las fuerzas de seguridad del gobierno venezolano demuestra que sabían que se activaría la guarimba en modo María Corina Machado Parisca. Muchos lo sabíamos, pero guardábamos una pequeña esperanza de que, al ver la cantidad de votos a repartirse en próximas elecciones y traducirla en la plata que podrían manejar en alcaldías y gobernaciones, la oposición controlaría su loca, para definir la situación en la mejor de las expresiones criollas callejeras venezolanas. Nos equivocamos desde el principio porque el plan no era electoral. Nunca lo fue.
Usando otra expresión criolla, fue pesetero y como ya sabemos a quién benefició el crimen, quién se llevó los reales, sigamos con la pregunta clave para explicar lo que viene en el teatro bufo opositor ¿Alguna vez imperio alguno, ha devuelto las riquezas materiales que se llevó de algún territorio ocupado? respuesta simple: No. Siendo un poco más específico ¿Alguna vez los Estados Unidos han devuelto los recursos expoliados de algunas de las invasiones de saqueo que realizó? No. Busqué mucho en internet: nunca.
Entonces queridos lectores ¿De verdad usted espera que los miles de miles de millones de dólares que nos robaron sean devueltos alguna vez? Yo no. Sé que nunca regresarán. No los devolverán ni aunque gane la derecha una elección presidencial venezolana. Le explico.
Lo que quede de esos reales después de descontar gastos de operatividad y representación, y no es broma, pasarán a organismos internacionales tipo FMI o Banco Mundial, en fondos para darle crédito a Venezuela ya no República Bolivariana. Si, en el caso negado que, alguna vez, vuelva la oligarquía a manejar la administración pública venezolana los organismos internacionales nos van a prestar plata con nuestra propia plata y nos cobrarán intereses más altos que a cualquier país del mundo. Siempre ha sido así para Venezuela.
La palabra clave a incluir en su vocabulario antifascista es “saqueo”. De una y mil formas saqueo. Desde el acto de piratería en alta mar contra un buque de propiedad venezolana o que lleve y traiga recursos hasta el saqueo cultural de aplicar formas fascistas de endorracismo para que un importante número de venezolanos se sientan y consideren incapaces de gobernarse por cuenta propia y tengan de ejemplo de vida la decadencia social narco-consumista de Estados Unidos y el jardincito de mierda llamado Europa.
Las formas en los organismos internacionales no se respetan, solo se modifican a beneficio del mejor postor. Los Estados Unidos se presentaron a la elección presidencial de Venezuela en 2024 para cumplir la norma de participación y luego desconocer. La diferencia fue que la experiencia Guaidó les enseñó que no podía ser cualquiera. La caterva de muertos de hambre que subieron con el ingenierito, incluido, nunca vieron más de cien dólares juntos y les saqueó el saqueo. Más del 80% de los dineros que les dieron se los quedaron y compraron de todo a precios hasta diez veces por encima del precio más caro ¡Pagaron hasta para aprender a jugar pádel y carro para el novio!
El ciclo de no reconocimiento no toma otro cariz sino diferentes actores. María Corina machado Parisca se juramentará vice presidenta más temprano que tarde. Saldrá del país rápidamente y posiblemente adelanten la juramentación del candidato opositor, vistos sus problemas de salud. Edmundo la nombrará vice presidenta y, en un tiempo prudencial a las formas internacionales, delegará la presidencia por circunstancias sobrevenidas. En este momento María Corina reza para que Edmundo aguante.
María Corina Machado Parisca no busca ancianos porque inteligente, ni por cuenta propia. A ella no se le ocurrió, no tiene numen para eso. Maldad no le falta, lo que le falta es inteligencia. A Edmundo lo escogió la CIA y tampoco fue gratuito. Necesitaban alguien que redujera al mínimo la posibilidad de desobedecer y un joven no les servía. Edmundo firmó a conciencia, sabiendo el plan completo hasta su retirada so pretexto de salud… y no sea que lo mueran por faltar a la palabra empeñada con la mafia imperial.
La candidata fue ella, porque otros opositores no se iban a prestar para eso. No para ser candidatos, para eso saltaban y gritaban y que los miraran. No se iban a prestar para manejar los reales de la manera que manda Estados Unidos, aunque dijeran que sí. Iban -tipo Guaidó y caterva- en modo cofre del tesoro, yo puedo vivir exiliado de mi amada patria si el paliativo del dolor es darme los lujos que nunca tuve. Son muy sacrificados. Como ella es rica de cuna no robará mucho, suponen ellos.
Pero ¿Por qué aceptó María Corina? Porque es la única forma que tiene de gobernar Venezuela o lo que queden de sus bienes en una hipotética y negada rendición de la revolución bolivariana. Es un hecho conocido, es del dominio público qué en condiciones político electorales, normales, ni ella ni su partido levantan entusiasmo, aunque si muchas sospechas. María Corina y Vente Venezuela no alcanzan más que un digito porcentual en las preferencias del electorado y de los bajos.
En condiciones político electorales normales la oposición sabe que no llegará a la presidencia de la República, y no se desgasta en eso, pero sí alcanzará modestos resultados en gobernaciones y alcaldías. En este momento piensan, se preguntan ¿Cómo capitalizar esa masa inesperada de votos ya sin María Corina? Eso también le explica porque la señora no dijo “alcanzamos un gran hito, en tres años los sacamos” y se colocó como líder indiscutible de la oposición para iluminar el camino electoral del 2030. Sencillamente no la van a reconocer como tal.
La inteligencia policial dice que el crimen se resuelve en caliente, si se puede, pero el análisis se hace después de resuelto el crimen, en frio. Así se aprende para futuros escenarios parecidos. El problema aquí es que la cosa no ha terminado. Se consumaron las primeras etapas y está en pleno proceso la que incluye los cómplices. Léase gobierno de la real España. Nada que no hayamos visto y no incluya Argentina que, en el buen criollo, solo es buche y plumas, de gallo enano esta vez.
Entonces el crimen continúa y faltan algunos actos más de la bufa opositora que no ha caído en cuenta lo que perdió porque también confiaron en las encuestadoras que dijeron que el candidato opositor no sacaría más de cuatro millones de votos. Se pelaron por millón y algo, que no es poco. Parte de la oposición perdió muchas alcaldías y gobernaciones al no reconocer los resultados. Como verá, hay muchos temas para análisis futuros.
La pregunta es ¿La señora vicepresidenta en el exilio llamará a elecciones en el término de treinta días como manda la constitución de la República Bolivariana de Venezuela? Y no es retórica. Ella desconoció los resultados y la institucionalidad usando el articulado de la Constitución de la República Bolivariana de Venezuela. En ese orden de ideas apenas renuncia Edmundo, debe llamar a elecciones en 30 días… o echar por la borda el teatro y gobernar en el exilio. ¿Usted qué cree?
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Juan Daniel Calderón Camelo Venezolano, periodista