Intervento Bruno Rodríguez Parrilla

Discorso del Ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla, al Summit del Futuro. New York, 22 settembre 2024.

Signor Presidente:

Il 12 ottobre 1979, su questo stesso podio, il Comandante in capo Fidel Castro Ruz avvertì che, se non avessimo risolto pacificamente e saggiamente le ingiustizie e le disuguaglianze del momento, il futuro sarebbe stato apocalittico.

Stiamo ancora soffrendo le devastazioni del colonialismo e del neocolonialismo.

I benefici promessi dalla globalizzazione neoliberista si sono rivelati una chimera.

Le disuguaglianze e l’esclusione si sono accentuate, sia nel mondo reale che nel cyberspazio.

I nostri dibattiti futuristici vanno avanti mentre il genocidio in Palestina continua, senza una risposta efficace da parte della comunità internazionale, mentre persino le istituzioni e i lavoratori delle Nazioni Unite sono sotto il fuoco di Israele.

L’ascesa del fascismo, della xenofobia e della discriminazione che alimenta l’odio è allarmante.

I popoli hanno bisogno di meno interferenze e più solidarietà; meno scambi ineguali e più equità; meno politicizzazione e due pesi e due misure e più dialogo, cooperazione e rispetto per il loro diritto di scegliere il proprio sistema politico, economico e sociale, come condizione essenziale per garantire una coesistenza pacifica.

Altrimenti, il Patto per il futuro sarà solo un altro documento le cui nobili aspirazioni difficilmente si realizzeranno.

Per Cuba, il principale ostacolo al benessere e allo sviluppo è il criminale blocco da parte degli Stati Uniti e la sua infame inclusione nella lista arbitraria e unilaterale degli Stati che presumibilmente sponsorizzano il terrorismo.

Il pianeta sta subendo gli effetti devastanti del cambiamento climatico, senza che le società opulente pongano fine al consumismo sfrenato che lo genera e senza una volontà politica sufficiente a convogliare i fondi necessari per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile o per una reale riduzione del debito.

Per milioni di persone, soprattutto nel Sud del mondo, la possibilità di un futuro dignitoso è e rimarrà un’utopia.

Sarà difficile credere in questo futuro promesso finché i Paesi sviluppati si opporranno a una profonda riforma dell’architettura finanziaria internazionale, le cui discussioni dovrebbero essere incentrate all’ONU.

Se questa richiesta storica e giusta è stata così diluita nel Patto per il futuro, dovremmo allora credere nelle promesse di un maggiore accesso alle risorse indispensabili per il nostro sviluppo?

Come possiamo confidare nella promessa di pace, non interferenza e multilateralismo mentre crescono la coercizione, l’egoismo, il dominio e l’egemonismo, mentre vengono violati la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale?

Il futuro a cui aspiriamo è stato tracciato decenni fa, con risoluzioni trascendentali adottate da questa stessa Assemblea, tutte vergognosamente dimenticate.

Ciò che deve venire prima, una volta per tutte, è la volontà politica di affrontare i fallimenti strutturali e morali del sistema internazionale che ci impediscono di raggiungerlo.

Per milioni di esseri umani, domani sarà troppo tardi.

Muchas gracias.


Nel Vertice del Futuro si dibatte la riforma della governanza globale

 Centinaia di dirigenti mondiali dibattono nella sede della ONU a New York, per due giorni le opportunità presentate nei tre documenti chiave dell’evento: il Patto del Futuro, il Patto Digitale Globale e la Dichiarazione per le generazioni future.

Nazioni Unite-. Il Vertice del Futuro aprirà oggi le sue porte per promuovere una riforma nella governanza del pianeta, un ambizioso piano delle Nazioni Unite alla ricerca dello sviluppo sostenibile.

Centinaia di dirigenti mondiali dibattono nella sede della ONU a Nuova York, per due giorni, le opportunità presentate nei tre documenti chiave dell’evento: il Patto del Futuro, il Patto Digitale Globale e la Dichiarazione per le generazioni future.

Per il titolare della ONU, António Guterres, l’incontro presenta un momento essenziale per stabilire linee guida su tutte le riforme necessarie che ostacolano i passi avanti degli Obbiettivi per lo Sviluppo  sostenibile, tracciato nove anni fa e realizzato solo al 15%.
«Le istituzioni di oggi corrispondono al mondo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, y sono totalmente abilitate», ha detto l’alto rappresentate in una recente dichiarazione alla stampa, insistendo sulla necessità d’ottenere un consenso per guidare il pianeta.

Il Patto del Futuro ha l’obiettivo d’impegnare i leaders con 60 azioni in cinque aree: lo sviluppo  sostenibile e il finanziamento; la pace e la sicurezza, la scienza, la tecnologia e l’innovazione; la gioventù, le generazioni future e la trasformazione della governanza globale.

Il documento comprende aspetti chiave per l’equilibrio del pianeta come la ristrutturazione del Consiglio di Sicurezza della ONU o la necessità d’ampliare il finanziamento per lo sviluppo.

Si tratta di cambi necessari in tutte le aree: il Consiglio di Sicurezza, le istituzioni di Bretton Woods, gli aspetti relazionati all’intelligenza artificiale o al clima, ha dettagliato il titolare della ONU.

In tutte queste aree esiste un problema grave di governanza, ed è di questa governanza che  tratta questo Vertice, un fatto nuovo ed essenziale ha riconosciuto.

Per Guy Ryder, uno dei principali organizzatori, l’evento promuove la riconfigurazione di un sistema multilaterale più efficace, partecipativo e inter-connesso nel compimento del suo mandato e una risposta «di fronte alle sfide globali  molto chiare che affrontiamo».

Il Vertice ha inaugurato la settimana d’alto livello della 79ª Assemblea Generale della ONU, che comprende il tradizionale dibattito con spazi dedicati ad altri temi urgenti come l’aumento del livello del mare , la necessità di porre fine alle armi nucleari e la resistenza agli  antimicrobici.


Intervención del ministro de Relaciones Exteriores de la República de Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla, en la Cumbre del Futuro. Nueva York, 22 de septiembre de 2024.

 

Señor Presidente:

El 12 de octubre de 1979, en este mismo podio, el Comandante en Jefe Fidel Castro Ruz, alertó que, si no resolvíamos pacífica y sabiamente las injusticias y desigualdades del momento, el futuro sería apocalíptico. 

Sufrimos todavía los estragos del colonialismo y el neocolonialismo. 

Las bondades prometidas de la globalización neoliberal fueron una quimera. Se han acentuado las desigualdades y la exclusión, tanto en el mundo real como en el ciberespacio.

Nuestros debates futuristas transcurren mientras continúa el genocidio en Palestina, sin que haya una respuesta efectiva de la comunidad internacional, cuando incluso las instituciones y trabajadores de las Naciones Unidas son diana del fuego de Israel.

Es alarmante el auge del fascismo, la xenofobia y la discriminación que alimentan el odio.

Los pueblos necesitan menos injerencia y más solidaridad; menos intercambio desigual y más equidad; menos politización y dobles raseros y más diálogo, cooperación y respeto a su derecho a elegir su sistema político, económico y social, como condición esencial para asegurar la convivencia pacífica.  De lo contrario, el Pacto del Futuro será un documento más, cuyas nobles aspiraciones difícilmente se cumplan.

Para Cuba, el principal obstáculo para el bienestar y el desarrollo es el criminal bloqueo de los Estados Unidos y su infame inclusión en la arbitraria y unilateral lista de Estados que supuestamente patrocinan el terrorismo.

El planeta sufre los efectos devastadores del cambio climático, sin que las sociedades opulentas pongan coto al consumismo desenfrenado que lo genera y sin que exista la voluntad política suficiente para canalizar los fondos que requieren los Objetivos de Desarrollo Sostenible ni el alivio real de la deuda. Para millones de personas, sobre todo en el Sur, la posibilidad de un futuro digno es y seguirá siendo una utopía.

Será difícil creer en ese futuro prometido, mientras los países desarrollados se opongan a la reforma profunda de la arquitectura financiera internacional, cuyas discusiones deben centrarse en la ONU.

Si este histórico y justo reclamo ha quedado tan diluido en el Pacto del Futuro, ¿debemos creer entonces en las promesas de un mayor acceso a los recursos indispensables para nuestro desarrollo? ¿Cómo confiar en la promesa de la paz, la no injerencia y el multilateralismo mientras crece la coerción, el egoísmo, la dominación y el hegemonismo, se viola la Carta de la ONU y el Derecho Internacional?

El futuro al que aspiramos se ha trazado décadas atrás, con resoluciones trascendentales que esta propia Asamblea adoptó, todas vergonzosamente olvidadas.  Lo que debe primar, de una vez, es la voluntad política para abordar los fallos estructurales y morales del sistema internacional que nos impiden alcanzarlo.  Para millones de seres humanos, mañana será demasiado tarde.

Muchas gracias.

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