Atto d’orgoglio patrio della neo presidente messicana Sheinbaum, eletta dalla coalizione delle sinistre, di fronte al re di Spagna.
Alla cerimonia di investitura non è stato invitato Felipe VI di Borbone per “non aver risposto, come è prassi della pratica diplomatica nelle relazioni bilaterali” alla lettera che il presidente messicano López Obrador gli inviò personalmente nel 2019, in cui gli chiedeva di preparare un percorso comune che portasse nel 2021 (bicentenario della Indipendenza) alle scuse per i massacri ed i saccheggi commessi dai Conquistadores spagnoli contro le popolazioni indigene (lettera che invece fu accettata da Papa Francesco che nel 2021 si scusò a nome della Chiesa cattolica).
Il gesto del re di non rispondere alla lettera fu considerato come una espressione ingiustificata di arroganza oltre che una scortesia diplomatica.
Successivamente, nel febbraio 2022, ci fu un altro episodio che contribuì a peggiorare le relazioni tra i due paesi.
Il presidente messicano López Obrador, eletto anche lui dalla coalizione delle sinistre Morena, vista l’ostinazione delle autorità spagnole nel difendere gli abusi ambientali, fiscali e la corruzione delle aziende energetiche di quel Paese che operavano in Messico, decise che era opportuno stabilire una pausa nei rapporti diplomatici finché la Spagna non avesse deciso di rispettare la sovranità del Messico evitando un atteggiamento coloniale e di superiorità.
Tornando alla cerimonia di insediamento della neo presidente, che si svolgerà il 1° ottobre, ha fatto scalpore anche il non aver invitato due presidenti controversi sudamericani: la golpista filo USA Boluarte, che ha preso il posto del presidente legittimo Castillo eletto dalla sinistra peruviana, estromesso dal potere ed imprigionato senza una condanna e il presidente ultra filo statunitense ed ultra milionario dell’Ecuador, Noboa il quale ha permesso l’irruzione della polizia nella Ambasciata messicana in Ecuador.
In questo caso la spiegazione della presidente messicana è stata che: “Non siamo d’accordo con alcune politiche attuate in Perù ed Ecuador”.
Il colpo per la destra del continente è stato ancora più duro per il fatto che alla cerimonia saranno invitati presidenti di paesi verso i quali López Obrador ha instaurato da anni eccellenti relazioni: Cuba e Venezuela.
Verso Cuba Obrador ha manifestato numerose volte l’auspicio che si ponga fine al blocco economico statunitense illegittimo contro l’isola ed ha riattivato i programmi di assistenza medica al popolo messicano con l’aiuto dei sanitari cubani.
Verso il Venezuela Obrador non ha interrotto gli scambi commerciali e alimentari durante la fase più dura della crisi di quel paese dovuta alle sanzioni statunitensi.
Inoltre, alle ultime elezioni venezuelane, il Messico non si è unito all’asse filo statunitense che parlava di brogli ed ha riconosciuto la validità del sistema elettorale venezuelano.
Da ultimo, l’invito fatto al presidente Putin a recarsi alla cerimonia a Città del Messico ha aumentato l’ira dei mezzi di informazione che fanno da cassa di risonanza al Dipartimento di Stato statunitense e che in questi giorni pubblicano articoli al vetriolo contro la neo presidente messicana.