La Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi (Cepal) ha lamentato che il blocco imposto dagli Stati Uniti a Cuba rappresenta un freno che ostacola la crescita, anche se ha segnalato i passi avanti dell’Isola dei Caraibi.
In una conferenza stampa in questa capitale, la segretaria esecutiva della CEPAL, Alicia Bárcena, ha detto, rispondendo ad una domanda sulle prospettive economiche di Cuba, che anche se i progressi dell’Isola sono significativi, rimane sempre la formidabile barriera del blocco.
Alicia Bárcena ha dichiarato a Prensa Latina, nella sede centrale della Cepal a Santiago del Cile, che nonostante l’apertura in alcuni settori del turismo, del commercio, e altro, la verità è che il blocco continua ad accrescere i costi finanziari.
Noi che presentiamo una relazione per l’Assemblea Generale dell’ ONU, abbiamo calcolato che in maniera approssima il costo del blocco per Cuba è di circa 117.000 milioni di dollari, sino al 2014.
La più alta dirigente della Cepal ha segnalato che sono state eliminate alcune restrizioni di viaggi, ma che il tema è molto più forte.
“Crediamo comunque che ci saranno 11 settori molto più attivi che attrarranno capitali stranieri come l’agro alimentare, il biochimico, le energie rinnovabili, la costruzione, il nuovo porto di Mariel operativo”, ha commentato, ed ha anche valutato le trasformazioni all’interno dell’economia cubana e i cambi di alcune leggi, “che sicuramente”, ha sostenuto, porteranno risultati positivi”.
Poi ha fatto un riferimento alle predizioni su un incremento economico di Cuba quest’anno, con una dinamica che ha superato i calcoli iniziali della CEPAL e che per ora è fisso al 4%.
In accordo con la fonte, i paesi dell’America Latina e dei Caraibi avranno una crescita media dello 0.5% nel 2015.
Anche se la decelerazione è un fenomeno generalizzato nella regione, l’organismo prevede una crescita eterogenea tra sub -regioni e paesi, con l’America del sud che mostrerà una contrazione di – 0.4%; l’America centrale e il Messico una crescita del 2.8% e i Caraibi del 1.7%.
Panama sarà la prima nazione per espansione regionale, con una crescita del 6.0%, seguita da Antigua y Barbuda (5,4%), Repubblica Dominicana e Nicaragua (tutte e due con il 4,8%), ha indicato ancora.