Il Castello di San Pedro de la Roca fu riconosciuto nel 1997 dalla UNESCO come Patrimonio Dell’Umanità Humanidad.
Considerato dagli esperti come l’esempio più completo delle costruzioni militari del rinascimento spagnolo nel Nuovo Mondo, si eleva all’entrata della baia santiaghera il Castello di San Pedro de la Roca, una fortezza che si alza come un gigante di pietra, testimone silenzioso di secoli di storia.
L’opera, costruita nel 1638 dall’ingegnere italiano Juan Bautista Antonelli, durante il governo di don Pedro de la Roca y Borjas, valutata come un gioiello dell’architettura militare dei Caraibi, presenta caratteristiche di due stili architettonici , il medioevale che si osserva nello spessore dei muri, l’ermeticità dei locali, gli scarsi vani e i tetti a boveda, tra l’altro; e il rinascimentale, visibile fondamentalmente nella facciata che è profonda e schiacciata con simmetria nei blocchi, un ponte levatoio e un fosso secco, nel quale risalta un bordo decorativo in stile moresco che spicca sul muro della facciata, oltre ai graffiti che s’incontrano nei basamenti del ponte principale.
La singolarità, la plasticità, la volumetria e consistenza di questa fortezza, la situano dentro la famiglia fortificata dei Caraibi con il Castello dei Tre Re del Morro a L’Avana e il Castello di San Felipe del Morro, in San Juan, Puerto Rico.
La costruzione fu concepita come l’ultima linea di difesa della città di Santiago di Cuba.
Un posto strategico per proteggerla dagli attacchi dei nemici stranieri, funzione esercitata durante i secoli XVII e XVIII, quando la città orientale poteva essere vittima di corsari e di pirati.
Molto tempo dopo fu utilizzato come prigione, luogo di reclusione d’insigni patrioti cubani durante le guerre indipendentiste.
Nelle sue celle furono imprigionati i Maggiori Generali Bartolomé Masó, Flor Crombet e Pedro Agustín Pérez; il Generale José Ramón Leocadio Bonachea; intellettuali come don Emilio Bacardí Moreau e anche donne che si dedicavano alla causa tra le quali Dominga Moncada.
Il 3 luglio 1898 la costruzione fu testimone di uno dei fatti più importanti della storia d’America: la Battaglia navale di Santiago di Cuba, avvenimento che definì la fine del dominio spagnolo nel continente.
Alla fine della Guerra Ispano-cubano-nordamericana, la fortezza è occupata dall’esercito nordamericano e registrata come proprietà dello Stato cubano nel 1904.
DALLA STORIA AL MUSEO DEL PRESENTE
Durante molti anni la fortezza fu abbandonata, sino a che nel 1962, si riuscì a materializzare il suo restauro diretto dal Dr. Francisco Prat Puig. Il 23 luglio 1978 s’inaugurò al suo interno un Museo e un anno dopo fu dichiarata Monumento Nazionale, per Risoluzione della Commissione Nazionale dei Monumenti del Ministero della Cultura.
Adattato a un rilievo disuguale, il castello si alza maestoso con terrazze sovrapposte che si vincolano attraverso rampe e scale. Un fronte di terra, a 70 metri sul livello del mare, si unisce a un fronte del mare a dieci metri d’altezza, creando un complesso impressionante.
Al suo interno, il Museo Castello del Morro San Pedro de la Roca custodisce un tesoro storico, esposto in cinque sale che raccontano la storia del forte, la sua funzione come prigione e la battaglia navale della quale fu protagonista. La sala dedicata alla porteria è, precisamente, la più visitata.
Inoltre s’incontra una cappella ambientata con un Cristo del XVII secolo intagliato in legno, una mostra dello spirito religioso che era presente nelle vite dei soldati che custodivano la fortezza.
Il valore storico e architettonico del Castello di San Pedro de la Roca fu riconosciuto nel 1997 dalla UNESCO, che lo dichiarò Patrimonio dell’Umanità.
Oggi questa fortezza riceve molti visitatori di tutto il mondo che possono ammirare le sue bellezze, esplorare i suoi passaggi segreti e farsi conquistare dalla magia di un luogo che ha resistito al passaggio del tempo.
Percorrere le sue mura è una sfida al tempo e dalla sua altezza si può ammirare la baia di Santiago di Cuba, con le sue acque turchese e le sue navi che navigano a ritmo lento. Si può sentire la brezza salata che ha accarezzato per secoli le pareti del Morro e si possono immaginare i soldati che vigilavano l’orizzonte alla ricerca dei nemici.
Tutto questo trasforma il Morro di Santiago di Cuba, in una destinazione imprescindibile per qualsiasi visitatore della città. Non è solo un luogo di bellezza architettonica e storica, è anche uno spazio che invita alla riflessione sulla lotta per l’indipendenza, la resistenza di fronte alle avversità e l’importanza di preservare il patrimonio culturale. È un luogo dove si sente la storia viva e si può intendere meglio il carattere indomito del popolo cubano.