Tecniche nucleari, un ventaglio d’applicazioni nella Salute

Anche se la radioterapia contro il cancro continua a guidare la relazione delle applicazioni delle tecniche nucleari nella salute, negli ultimi anni c’è un crescente utilizzo di queste con fini diagnostici.

Solo  11 anni dopo la realizzazione della prima radiografia della storia, a livello mondiale,  nel maggio 1907 si utilizzarono, per la prima volta in Cuba, i tubi per l’emissione dei raggi X, fatto che marcò  l’apparizione delle tecniche nucleari nel paese.

Secondo la documentazione storica però, non è che sino al decennio del 40’ del secolo scorso che per iniziativa della creata Commissione Nazionale delle Applicazioni dell’Energia Atomica a Uso Civile, s’introducono i primi strumenti di terapia con raggi  X e le prime fonti di Radio-226, per il trattamento del cancro.

Nel  1950, si cominciarono ad usare radio isotopi nella terapia di questa stessa malattia, in un servizio specializzato creato nel vecchio Ospedale Reina Mercedes –dove oggi  si trova, in questo stesso spazio, la Gelateria Coppelia–, mentre otto anni dopo fu posta
in funzionamento, nell’Istituto del Radium Juan Bruno Sayas, la prima bomba di cobalto in Cuba e nei Caraibi, destinata a trattare determinate neoplasie con radiazioni.

Con il trionfo della Rivoluzione, si crearono le condizioni d’infrastruttura e formazione del capitale umano per l’applicazione a grande scala delle scienze e le tecnologie nucleari.

Una mostra di quello sono la creazione  nel 1969, dell’Istituto di Fisica Nucleare dell’Accademia delle Scienze di Cuba, divenuto poi Istituto Nazionale delle Investigazioni Nucleari, e la creazione, nel 1980, della Commissione dell’Energia Atomica di Cuba e della Segreteria Esecutiva per i Temi Nucleari.

LE PIETRE MILIARI DI UN DECOLLO

Il master in Scienze Manuel Fernández Rondón, direttore di Scienza, Innovazione e Collaborazione  Internazionale dell’Agenzia dell’Energia Nucleare e le Tecnologie d’Avanzata (Aenta), ha riferito a Granma  che il crescente uso pacifico della tecnologia nucleare nel paese  ha reclamato lo sviluppo  delle investigazioni di base e applicate.

Un passo fondamentale, ha sostenuto, fu l’inaugurazione del Centro degli Studi Applicati allo Sviluppo Nucleare (Ceaden), il 28 ottobre del 1987, con la presenza del Comandante in Capo Fidel Castro Ruz e di Hans Blix, allora direttore dell’Organismo Internazionale dell’Energia Atomica (OIEA).

L’istituzione assume l’esecuzione di investigazioni applicate nella sfera della fisica nucleare, radiobiologia, biomedicina, chimica delle radiazioni, ottica laser, controllo ambientale, nanomateriali, elettronica nucleare, risorse idriche e agricoltura.

Va risaltato che nel decennio degli anni ‘80 e  ‘90, il paese creò le basi giuridiche e regolamentari messe a fuoco per ottenere una cultura della sicurezza  nucleare, ha dettagliato Fernández Rondón.

Nel  1985 sorse il Centro di Protezione dell’Igiene e le Radiazioni, incaricato di coordinare  la vigilanza radiologica nel territorio nazionale.

«Sei anni dopo si fondò il Centro Nazionale di Sicurezza Nucleare, autorità regolatrice, il cui impegno fu una pietra miliare per l’utilizzo   dell’energia nucleare in Cuba», ha detto.

Impossibile ignorare la nascita, nel 1994, dell’Agenzia dell’Energia Nucleare, denominata  Agenzia dell’Energia Nucleare e Tecnologie d’Avanzata,  del Ministero di Scienza, Tecnologia e Ambiente, con il termine nel 1995, della sede definitiva del Centro degli Isotopi (Centis), l’installazione radioattiva più complessa del paese», ha precisato.

LODEVOLE IMPEGNO

Nel  caso particolare di Cuba, anche se la radioterapia contro il cancro continua a guidare la relazione d’applicazione delle tecniche nucleari nella Salute, negli ultimi anni si vede  un crescente uso di queste con fini diagnostici, partendo da analisi delle mostre di sangue, come la radio immuno analisi, e la radio sterilizzazione dei prodotti biologici e medici, che includono per esempio tessuti per trapianti  e materie prime destinate all’industria biotecnologica e farmaceutica, oltre agli strumenti chirurgici.

Con questo procedimento si ottiene, con l’uso dei raggi gamma di cobalto 60, la disinfezione o sterilizzazione di tutto quello è necessario nelle sale operatorie, bisturi, pinze chirurgiche forbici, siringhe e speculi.

Prodotti  chiave vincolati alla Medicina Nucleare sono i radiofarmaci, un gruppo di medicinali che contengono forme radioattive di elementi chimici, denominati radioisotopi, che si usano come composti di contrasto, fondamentalmente nella diagnosi e nell’investigazione.

Questi si iniettano  per via intravenosa al paziente che sarà sottoposto a uno studio diagnostico di tomografia per emissione di positroni pet. Una volta iniziata la prova, il tomografo scopre le  radiazioni emesse dagli atomi  radioattivi, e permette d’osservare immagini d’alta risoluzione dell’interno del corpo, localizzando il luogo del tumore o della lesione che si vuole incontrare in forma non invasiva.

Fernández Rondón ha spiegato che il Centro degli Isotopi ha coperto la domanda nazionale dei dieci principali radiofarmaci utilizzati in Cuba, ma che negli ultimi anni, per via della difficile situazione economica, è stata limitata la produzione.

Oltre al protagonismo delle tecniche nucleari in sviluppo di modernissimi strumenti di immaginologia a livello mondiale (Tomografia Assiale Computerizzata, Risonanza Magnetica Nucleare, Tomografia computerizzata di semplice fotone), nel nostro paese la gestione innovatrice dei professionisti del Ceaden ha reso possibile estendere a varie province i sistemi d’analisi per determinare la concentrazione di ormoni, enzimi, proteine e segni tumorali, di somma utilità nelle investigazioni di malattie endocrine e oncologiche, ha sottolineato.

«Sono anche state applicate negli studi di nutrizione umana intrapresi nell’Isola Grande delle Antille, in particolare della popolazione infantile e nell’ottenimento di Hidrogel per il trattamento di ustioni, ferite e ulcere della pelle».

Anche se quest’ultimo farmaco è lontano dall’essere generalizzato, i risultati iniziali mostrano la sua efficacia nell’accorciare il tempo di durata del trattamento, il periodo di cicatrizzazione, favorendo la non apparizione di infezioni e un più rapido recupero del paziente»,  ha segnalato ancora  Fernández Rondón.

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