Sui Cheo Malanga e i mercenari di turno

Raúl Capote

Alcuni anni fa, il famoso attore televisivo cubano Bernabé interpretò un personaggio che divenne popolare, Cheo Malanga, nato da un’immagine della Repubblica neocoloniale.

Era un “bello”, un bullo a pagamento, che si faceva pagare per dare  schiaffi, pugni e accoltellamenti; naturalmente, in verità era un pollo, un vigliacco, un attaccabrighe e uno spaccone, che non affrontava mai alcun pericolo e viveva di storie.

Oggi vediamo nelle reti più di qualche Cheo Malanga, bulli da quattro soldi capaci di attaccare chi credono non gli farà nulla, ragazzi al loro soldo o in cerca di soldo, che attaccano chi dovrebbero rispettare e riverire.

Questo buffone è anche un’entità colonizzata culturalmente, senza principi, che usa le battute più banali e stupide per ottenere like e sorrisi, per conquistare like e sorrisi dai potenziali datori di lavoro del nord dell’isola.

Fanno carne da macello di coloro che lavorano e lottano per tutti, per il loro Paese e, per vigliaccheria o stupidità, ignorano i veri responsabili delle nostre disgrazie e dei nostri problemi.

Non li ho mai visti, ad esempio, fare un meme di Donald Trump, colui che ha aggiunto più di 240 misure criminali alla Helms-Burton e alla Torricelli, che ha scommesso di strangolare il nostro popolo e di farci arrendere dalla fame e dalle malattie, non li ho mai sentiti criticare Biden che ha continuato con il Blocco (scusate gli stomaci sensibili che non vogliono sentire parlare del Blocco ) un governo che insegue ogni transazione finanziaria, che cerca di estinguere le nostre case, che promuove l’emigrazione dei nostri giovani, utilizzando le difficoltà che essi stessi generano, ingannando e mentendo, quel governo che uccide in nome della libertà.

Essere coraggiosi non è difendere i potenti che ci opprimono e cercano di affamarci per sottometterci, questo lo può fare qualsiasi stomaco debole, essere coraggiosi non è prostrarsi in ginocchio davanti all’oro del potere, no, essere coraggiosi è difendere quest’Isola, piccola nelle dimensioni ma così grande nell’anima, lottare per essa contro le potenti forze dominanti di questo mondo, dare la nostra vita per essa, lavorare instancabilmente per renderla prospera e sempre più libera, indipendente e giusta.

Questo, nel mondo di oggi, è coraggio.

Ricordiamo che la Rivoluzione di Martí e Fidel ha fatto piazza pulita, nel 1959, di brutti ceffi, di Cheo Malanga e compagnia.


Sobre los Cheo Malanga tarifados de turno

Hace ya unos años, el célebre actor de la televisión cubana, Bernabé, encarnó un personaje que se hizo popular, Cheo Malanga, nacido de una estampa de la República Neocolonial.

Era un “guapo”, un bravucon tarifado, que cobraba por galletazos, piñazos y puñaladas, claro, en verdad era un gallina, un cobarde, pendenciero y alardoso, que jamás enfrentaba ningún peligro y vivía del cuento.

Hoy vemos en las redes a no pocos Cheo Malanga, bravucones tarifados capaces de atacar a quienes ellos creen que no les harán nada, tipos a sueldo o en busca de sueldo, que agreden a quien deberían respetar y reverenciar.

Este guapo de pacotilla, además es un colonizado cultural, un ente sin principios, que usa el choteo más banal y estúpido, para ganar like y sonrisas de los posibles empleadores al norte de la Isla.

Esos hacen carne de meme de los que trabajan y luchan por todos, por su país y, por arte de su cobardía o estulticia, ignoran a los culpables verdaderos de nuestras desgracias y problemas.

Jamás los he visto, por ejemplo, hacer un meme de Donald Trump, ese que sumó más de 240 medidas criminales a la Helms-Burton y a la Torricelli, que apostó por estrangular a nuestro pueblo y rendirnos por hambre y enfermedad, nunca les escucho criticar a Biden que siguió con el Bloqueo (disculpen los estómagos sensibles que no quieren escuchar hablar del Bloqueo,) un gobierno que persigue cada transacción financiera, que busca apagar nuestros hogares, que promueve la emigración de nuestros jóvenes, valiéndose de las dificultades que ellos mismos generan, engañando y mintiendo, ese gobierno que mata a nombre de la libertad.

Ser valiente no es defender al poderoso que nos oprime e intenta rendirnos por hambre, eso lo hace cualquier flojo de estómago, ser valiente no es postrarse de rodillas ante el oro del poder, no, ser valiente es defender a esta Isla, pequeña de tamaño pero tan grande de alma, luchar por ella contra las poderosas fuerzas dominantes de este mundo, es dar la vida por ella, es trabajar sin descanso por hacerla próspera y cada vez más libre, independiente y justa. Eso, en el mundo de hoy si es ser valiente.

Recordemos que la Revolución de Martí y de Fidel barrió el piso en 1959 con los guapos de pacotilla, con los Cheo Malanga y compañía.

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