Il governo venezuelano ha rivelato una rete di corruzione che triangolava risorse pubbliche il cui obiettivo finale era finanziare irregolarmente il partito Primero Justicia e gruppi violenti con piani per generare caos nel paese.
I dettagli sono stati divulgati il 22 ottobre dal ministro dell’Interno, Giustizia e Pace, Diosdado Cabello, durante una conferenza stampa.
In precedenza, Cabello aveva accennato alle polemiche sorte dopo che alcuni politici dell’opposizione avevano difeso gli imputati, sostenendo che si trattasse di una presunta persecuzione politica e non di atti criminali comprovati.
Cabello ha anche affermato che l’indagine è stata condotta con un “altissimo livello tecnico”, il che ha permesso di esporre al paese una serie di prove per formalizzare l’azione legale contro i responsabili.
Il Ministro ha approfondito i dettagli su questa rete di corruzione che coinvolgeva funzionari del municipio di Maracaibo, arrestati all’inizio di ottobre, incluso lo stesso sindaco Rafael Ramírez Colina, appartenente a Primero Justicia.
Durante l’operazione sono stati arrestati:
-Il sindaco di Maracaibo
-Juan Manuel Lara Villalobos, presidente dell’Istituto Comunale di Igiene Urbana
-Alberto Silva, con un ruolo poco chiaro nella gestione delle risorse
-Pedro Guanipa, direttore di gabinetto del municipio
-Alberto Buchi, un intermediario per il movimento del denaro
-Margarita Asenza, direttrice generale della segreteria del sindaco
-Diana Berrío, direttore delle Risorse Umane
-Pedro Guanipa è fratello di Tomás e Juan Pablo Guanipa, che avrebbe ricevuto ingenti somme di denaro provenienti dal municipio.
Cabello ha sottolineato che tutti gli imputati appartengono a Primero Justicia, specificando che il partito è diviso tra coloro che sostengono María Corina Machado, come Julio Borges, e coloro che cercano una negoziazione con il governo, come Henrique Capriles Radonski. Juan Pablo appartiene all’ala radicale, coinvolta in episodi di violenza successivi al 28 luglio.
Il vicepresidente della Politica, Sicurezza Cittadina e Pace ha riferito che l’indagine è partita da numerose denunce dei cittadini sulla mancata raccolta dei rifiuti a Maracaibo.
Metodo di appropriazione indebita
Le indagini hanno mostrato che le risorse destinate alla pulizia della città sono state dirottate, dai funzionari del municipio, per finanziare attività della Piattaforma Democratica Unitaria (PUD) nel contesto della campagna presidenziale di Edmundo González Urrutia.
Durante la conferenza stampa è stato proiettato un video in cui una delle arrestate spiega come Alberto Silva gestiva tutte le risorse finanziarie del municipio. “Per due anni ho osservato come i movimenti politici venivano pagati da Alberto Silva”, ha confessato Margarita Asenza.
La rete includeva la contrattazione di sette aziende per la raccolta dei rifiuti, che non hanno mai prestato servizio, nonostante i cittadini pagassero per questo. L’accumulo di grandi quantità di rifiuti a Maracaibo, che ha causato problemi di salute pubblica, era indicativo del fatto che le aziende “contrattate” erano facciate per dirottare risorse pubbliche.
Il Ministro ha riferito che l’appropriazione indebita ammonta a 2,7 milioni di $, inclusi contratti per la ristrutturazione degli uffici a prezzi gonfiati. In sua difesa, il sindaco Rafael Ramírez Colina ha dichiarato che esisteva una sorta di fondo cassa dal quale veniva prelevato denaro per il pagamento di vari servizi e acquisti.
Per quanto riguarda il finanziamento di Primero Justicia, l’ex sindaco ha menzionato che si trattava di contributi che non superavano i 5000 $. Tuttavia, il ministro ha specificato che il municipio consegnava circa 50000 $ settimanali, somma che l’ex deputato Juan Pablo Guanipa riceveva direttamente.
Da parte sua, Pedro Guanipa ha confermato che la gestione fraudolenta delle risorse era a carico di Alberto Silva, benché non abbia precisato come il denaro arrivasse al fratello Juan. “Non so se emettesse una fattura e tramite questa prelevava denaro in contanti”, ha dichiarato.
Secondo le confessioni, le risorse dirottate dal municipio, con il consenso della massima autorità, venivano usate per la mobilitazione dei votanti, per cibo, suono e logistica durante la campagna presidenziale di luglio.
Fattore di importanza
È noto che nelle elezioni presidenziali del 28 luglio Rafael Ramírez Colina ha sostenuto la candidatura di González Urrutia. Ora si è scoperto che dietro a questo appoggio c’è una rete di corruzione organizzata per finanziare tale corsa elettorale con risorse destinate a un servizio pubblico vitale per gli abitanti di Maracaibo.
Per il ministro dell’Interno, Giustizia e Pace, i dati forniti, il 22 ottobre, costituiscono un primo bilancio di un’indagine in corso. “Ci sono molti funzionari del municipio coinvolti, compresi diversi consiglieri, in questa mafia”, ha affermato, aggiungendo che è stato fatto questo primo resoconto per informare i cittadini di Maracaibo, i principali colpiti dalle azioni del sindaco e degli attori politici locali.
Durante il giro di domande, Cabello ha sostenuto che l’appropriazione indebita di denaro del municipio potrebbe essere collegata alla recente confisca di armi effettuata nello Zulia. A tal proposito, ha dichiarato che le indagini sono in pieno sviluppo e ha sottolineato che tutti i movimenti che mirano a un colpo di Stato conducono sempre allo stesso settore estremista dell’opposizione.
Il 17 ottobre, il ministro Cabello aveva informato dell’arresto di un gruppo di mercenari nel paese, tra cui un cittadino USA arrestato nello stato Zulia. Durante l’operazione sono state sequestrate 71 armi da guerra, la maggior parte nello Zulia, il che dimostra il carattere strategico dello stato di confine per profilare operazioni di sabotaggio e destabilizzazione.
In questo contesto, una dinamica di corruzione e deviazione di risorse radicata nel municipio di Maracaibo rappresenta un’aggravante, poiché la combinazione di partecipazione istituzionale e uso di denaro pubblico per scopi politici alimenta la vulnerabilità di una regione stabilita come il corridoio territoriale più importante per orchestrare operazioni mercenarie contro il paese; finora tutte fallite.
Primero Justicia y la trama de corrupción develada en el Zulia
Primero Justicia y la trama de corrupción develada en el Zulia
El gobierno venezolano develó una trama de corrupción que triangulaba recursos públicos cuyo fin último era financiar irregularmente al partido Primero Justicia, así como a grupos violentos con planes para generar caos en el país.
Los detalles fueron dados a conocer este 22 de octubre por el ministro de Interior, Justicia y Paz, Diosdado Cabello, en rueda de prensa.
De antemano se refirió a la suspicacia que había causado el hecho de que algunos políticos opositores salieran en defensa de los imputados basados en el argumento de que se trataba de una supuesta persecución política y no de hechos delictivos comprobados.
También dijo que la investigación se llevó a cabo con un “altísimo nivel técnico”, lo que permite exponer ante el país una serie de evidencias para formalizar la judicializacíon de los responsables.
El Ministro amplió los detalles sobre esta trama de corrupción que implicaba a funcionarios de la alcaldía de Maracaibo, detenidos a principios de octubre, incluido el propio alcalde Rafael Ramírez Colina, de las filas de Primero Justicia.
Durante la cruzada resultaron detenidos:
El alcalde de Maracaibo.
Juan Manuel Lara Villalobos, presidente del Instituto Municipal de Aseo urbano.
Alberto Silva, que ejercía un cargo dudoso en relación con la administración de recursos.
Pedro Guanipa, quien fungía como director de despacho de la alcaldía.
Alberto Buchi, un enlace para movilizar el dinero.
Margarita Asenza, directora general de la secretaría del alcalde.
Diana Berrío, directora de Recursos Humanos.
Pedro Guanipa es hermano de Tomás y Juan Pablo Guanipa, quien recibiría recursos millonarios provenientes de la alcaldía.
Cabello resaltó que todos los implicados son de Primero Justicia, aunque hay que aclarar que el partido opositor está dividido entre quienes respaldan a María Corina Machado, como Julio Borges, y los que buscan un escenario de negociación con el gobierno, alineados con Henrique Capriles Radonski. Juan Pablo pertenece al ala radical que ha estado más implicada en hechos violentos post 28J.
El también vicepresidente de Política, Seguridad Ciudadana y Paz señaló que la investigación inició porque se atendieron múltiples denuncias de ciudadanos que reclamaban por la falta de recolección de basura en Maracaibo.
Método de desfalco
La pesquisa arrojó que los recursos destinados a la limpieza de la ciudad fueron desviados por funcionarios de la alcaldía para financiar actos de la Plataforma Unitaria Democrática (PUD) en el contexto de la campaña presidencial de Edmundo González Urrutia.
Durante la rueda de prensa se proyectó un material audiovisual en el que una de las detenidas detalla cómo Alberto Silva manejaba todos los recursos financieros de la alcaldía. “Durante dos años pude observar cómo las movilizaciones políticas eran pagadas por Alberto Silva”, confesó Margarita Asenza.
La trama incluye la contratación de siete empresas de recolección de basura, que nunca llegaron a prestar servicio aun y cuando los ciudadanos pagaban por ello. Que en Maracaibo se acumularan enormes cantidades de desechos, causantes de problemas de salud pública, era un indicativo de que las compañías “contratadas” eran fachadas para desviar los recursos públicos.
El Ministro informó que el desfalco asciende a 2 millones 700 mil dólares, que incluyen la contratación de empresas para remodelar oficinas con precios inflados. En su defensa el alcalde Rafael Ramírez Colina dijo que había una suerte de caja chica de donde sacaban dinero para el pago de diferentes servicios y compras.
En cuanto al financiamiento de Primero Justicia, el exalcalde mencionó que se trataba de aportes que no pasaban de cinco mil dólares. No obstante, el ministro detalló que la alcaldía entregaba unos 50 mil dólares semanales, dinero que recibía directamente el exdiputado Juan Pablo Guanipa.
Por su parte, Pedro Guanipa confirmó que el manejo fraudulento de los recursos estaba a cargo de Alberto Silva, aunque no precisó cómo hacía para movilizar el dinero hasta su hermano Juan. “No sé si él hacía una factura y por medio de ella sacaba el dinero en efectivo”, dijo.
Según las confesiones, los recursos desviados de la alcaldía, con anuencia de su máxima autoridad, se usaron para la movilización de votantes, comida, sonido y logística durante la campaña presidencial de julio.
FACTOR DE IMPORTANCIA
Es de conocimiento público que en los sufragios presidenciales del 28 de julio Rafael Ramírez Colina respaldó la candidatura de González Urrutia. Ahora se descubrió que detrás de ese apoyo hay un entramado de corrupción orquestado para financiar tal carrera electoral con recursos destinados a un servicio público vital para los habitantes de Maracaibo.
Para el ministro de Interior, Justicia y Paz, los datos ofrecidos este 22 de octubre constituyen un primer balance de una investigación que sigue en curso. “Hay una cantidad de funcionarios de la alcaldía involucrados, incluidos varios concejales, en esta mafia”, refirió, y añadió que se hizo esta primera entrega para mantener informados a los ciudadanos de Maracaibo, los principales afectados por las acciones del alcalde y actores políticos regionales.
Ya en la ronda de preguntas sostuvo que la malversación de dinero de la alcaldía pudiera estar conectada con la reciente incautación de armas que se realizó en Zulia. Sobre este particular dijo que las averiguaciones están en pleno desarrollo y resaltó que todos los movimientos con miras a dar un golpe de Estado siempre conducen al mismo sector extremista de la oposición.
En aquella oportunidad, el 17 de octubre, el ministro Cabello informó sobre la detención de un grupo de mercenarios en el país, entre ellos un estadounidense aprehendido en el estado Zulia. Durante el operativo se incautaron 71 armas de guerra, la mayor parte en Zulia, lo cual expone el carácter estratégico del estado fronterizo para perfilar operaciones de sabotaje y desestabilización.
Frente a esto, una dinámica de corrupción y desviación de recursos enquistada en la alcaldía de Maracaibo representa un agravante ya que la combinación de la participación institucional con el uso de dinero público para fines políticos alimenta la vulnerabilidad de una región que ha sido establecida como el corredor territorial más importante en el objetivo de engranar operaciones mercenarias contra el país, todas fallidas hasta el momento.