Claudia Fonseca Sosa, Edilberto Carmona Tamayo – Cubadebate
Il blocco USA incide direttamente sulla qualità della vita dei cubani. Sapevi che oltre l’80% della nostra popolazione ha conosciuto solo una Cuba sottoposta a blocco? Quali sono gli effetti di questa politica di Washington sui settori della sanità pubblica e dell’istruzione?
Il recente rapporto del Ministero degli Esteri su questo tema evidenzia che l’annullamento di contratti, la negazione da parte delle compagnie di navigazione di trasportare merci a Cuba, l’impossibilità di utilizzare tecnologie con più del 10% di componenti USA e l’aumento dei costi di commercializzazione hanno influito negativamente sul processo di acquisizione di materiali per sostenere il sistema di sanità pubblica.
Allo stesso tempo, l’attacco intenzionale da parte USA alle fonti di ingresso dell’economia cubana ha impedito al paese di disporre dei fondi necessari per effettuare in altri mercati quegli acquisti tanto importanti per il benessere della popolazione.
Queste crescenti difficoltà nel settore non solo colpiscono l’assistenza di base per la popolazione, abituata per oltre sessant’anni a un livello di servizi gratuiti che, nelle attuali condizioni, è difficile mantenere. Generano anche tensioni nel personale sanitario-rendendo ogni giorno più complesso lavorare- incide sulle istituzioni e generano angoscia tra i familiari e i pazienti colpiti.
Ce ne parla il dottor Jorge Juan Marinello, presidente della Società Cubana di Oncologia, Radioterapia e Medicina Nucleare, che ha vissuto in prima persona questa situazione nel suo lavoro quotidiano: “Il blocco ha portato a una situazione economica tesa che danneggia la disponibilità e la sostenibilità della rete di radioterapia del paese, comportando trattamenti al di fuori del tempo ottimale. Anche le aree chirurgiche e la disponibilità di farmaci citotossici sono gravemente danneggiate. Spesso, a causa della scarsità di mezzi diagnostici e terapeutici, i pazienti e le loro famiglie devono muoversi continuamente tra varie istituzioni mediche a seconda della disponibilità di materiali. Si tratta, in molti casi, di trattamenti che possono fare la differenza tra la vita e la morte. Come medici, ma anche come padri e nonni, questa situazione ci colpisce profondamente, ci commuove”.
Vediamo altri esempi delle ripercussioni del blocco nel settore della sanità tra marzo 2023 e febbraio 2024:
- La ditta svizzera Novartis ha dichiarato che, a causa del blocco, non può offrire a Cuba il farmaco Cabergolina, con cui si potrebbero evitare interventi chirurgici legati ai tumori dell’ipofisi, organo che regola il sistema endocrino.
- Non si è riusciti ad accedere ai pezzi di ricambio necessari per riparare gli impianti di climatizzazione difettosi nelle unità di terapia intensiva e nelle sale operatorie dell’Istituto di Neurologia e Neurochirurgia, poiché l’azienda produttrice francese è stata acquisita da una multinazionale USA, e quindi non è autorizzata a vendere a Cuba.
- Il Centro di Neuroscienze di Cuba (CNEURO) non ha potuto portare a termine due contratti già firmati con un’azienda spagnola per l’acquisto di apparecchiature e reagenti di laboratorio, né per accessori destinati a Infantix, un sistema cubano per il rilevamento di disturbi uditivi e visivi nei bambini di un mese di vita. Dato che i prodotti erano di origine USA, i distributori europei si sono rifiutati di venderli.
- Non si sono potuti acquistare i pezzi di ricambio per le macchine della marca Bosch dedicate all’incapsulamento dei farmaci e al riempimento di flaconi. Dal 2020, infatti, Bosch Packaging Technology è stata venduta al gruppo CVC Capital Partners, che ha interessi negli USA e ha creato un nuovo marchio chiamato Syntegon Technology, con cui si è tentato di negoziare, ma senza successo. Questa situazione ha provocato continue interruzioni nel piano nazionale di produzione di farmaci.
- Il blocco ha impedito l’accesso ai dispositivi della compagnia USA Datex-Ohmeda per la somministrazione di ossido nitrico ai pazienti, un gas vasodilatatore utilizzato nel post-operatorio cardiovascolare, in neonatologia e nei trapianti polmonari.
- Il Quadro Basico di Farmaci, a Cuba, include 651 voci; di queste, il 51% sono attualmente mancanti. Il protocollo nazionale è organizzato per garantire una scorta di 120 giorni per coprire la domanda nazionale di tutti i farmaci, ma durante il periodo in analisi le scorte si sono ridotte a 30 giorni.
- La scarsità di farmaci disponibili nel sistema sanitario nazionale di salute ha condotto a un incremento del mercato informale, i cui prezzi elevati li rendono difficilmente accessibili alla maggior parte della popolazione.
- Negli ultimi quattro anni, l’attività chirurgica nel paese è diminuita in modo considerevole. Anche con la ripresa dell’attività assistenziale nel 2022 e 2023, il numero di interventi chirurgici raggiunge solo il 65% rispetto agli anni precedenti, in cui si effettuavano 1 milione di operazioni. Questo ha causato una domanda accumulata di servizi, con una lista d’attesa di 86141 pazienti, a febbraio 2024. Tra i casi pendenti, oltre 9000 riguardano pazienti pediatrici.
- Nel settore neonatologico e di assistenza ai neonati, oltre 20 apparecchiature mediche risultano tecnicamente obsolete, comprese incubatrici, culle termiche, ventilatori neonatali e altri dispositivi.
L’estrema crudeltà del blocco è stata evidente quando, nel picco dei casi di COVID-19 a Cuba, si è verificato un guasto nella principale fabbrica di produzione di ossigeno medico. Due compagnie USA tentarono di fornire questa risorsa a Cuba, ma non fu possibile a causa della necessità di licenze specifiche da parte del governo USA, anche in tempi di pandemia.
Inoltre, il Ministero degli Esteri ha denunciato la persistente persecuzione USA alla cooperazione medica internazionale cubana, basata sull’accusa infondata che Cuba promuova la tratta di persone.
“Cercano di screditare questa lodevole opera e di impedire il flusso di entrate legittime nei casi di cooperazione in modalità di ‘assistenza tecnica compensata’, sostenuta dagli schemi approvati dalle Nazioni Unite (ONU)”, afferma il rapporto sul blocco.
Aggiunge: “Il 24 giugno 2024, il segretario di stato Antony Blinken ha presentato il Rapporto sulla Tratta di Persone del Dipartimento di Stato, mantenendo Cuba al Livello 3 per il sesto anno consecutivo. Questo livello si riferisce ai paesi che ‘non rispettano completamente gli standard minimi e non fanno sforzi significativi per ridurre la tratta di persone’. Nelle sezioni relative ai paesi con cui Cuba ha accordi di cooperazione medica, il Dipartimento di Stato ha usato la pratica disonesta di insinuare l’esistenza di uno schema di tratta di persone in questi programmi, come parte di una strategia intimidatoria. Tra marzo 2023 e febbraio 2024, le pressioni su banche e paesi che ricevono la cooperazione medica cubana si sono intensificate, portando al rifiuto di inviare i pagamenti a Cuba”.
In generale, i danni al settore della sanità, tra marzo 2023 e febbraio 2024, sono stati pari a 268515210 $, cifra che supera di 28,7 milioni il dato riportato nel rapporto precedente.
Nel settore della biotecnologia, anch’esso colpito dal blocco, i danni ammontano a 124168500 $, derivanti dalle mancate entrate dovute all’impossibilità di esportare, dalle perdite per la riallocazione geografica del commercio e ai danni monetari.
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Anche il sistema educativo cubano ha subito gli effetti devastanti di questa politica USA nei confronti di Cuba. Nel periodo di analisi, il blocco ha ostacolato numerose operazioni commerciali e limitato l’accesso ai crediti internazionali necessari per l’acquisto di materie prime e altre risorse utilizzate nella produzione di materiali didattici.
Beatriz Roque Morales, direttrice nazionale dell’Educazione Speciale, osserva: “Per me è molto impressionante che qualcosa di così elementare come un giocattolo non sia completamente disponibile per le nostre bambine e i nostri bambini. Fin dalla prima infanzia, il gioco è il modo in cui apprendono il mondo (…) Il blocco non è solo l’impossibilità di accedere a un prodotto, ma tutte le limitazioni associate alla mancanza di tale risorsa”.
Per soddisfare le esigenze di giocattoli negli asili nido in tutto il paese, sono necessari 3390 moduli, che beneficerebbero più di 67135 bambine e bambini. L’acquisizione di questi materiali è stimata in 4500000 $, pari al costo di 8 ore di blocco.
Tra marzo 2023 e febbraio 2024, le restrizioni nei piani di importazione e l’annullamento parziale o totale dei contratti destinati al settore educativo hanno rappresentato una significativa perdita di risorse pianificate per lo sviluppo del processo educativo. Ecco alcuni esempi:
- Per l’anno scolastico 2023-2024, è stato segnalato un deficit di 436984 uniformi scolastiche.
- Per la stessa ragione, nel 2023, la produzione di 4,5 milioni di matite, 40264 unità di colla da 100 millilitri e 279924 giochi di plastilina da 190 grammi è stata compromessa.
- Per le lezioni pratiche della materia di Scienze Naturali non è stato possibile acquisire 700 kit didattici necessari per coprire 695 scuole in tutto il paese.
- Per soddisfare le necessità di computer nelle istituzioni educative, sono necessari più di 21000 computer, il cui costo di acquisizione ammonta a un totale di 25200000 $. Questa cifra equivale al costo di 44 ore di blocco.
Il blocco ostacola anche i progetti di cooperazione in ambito educativo:
- La Facoltà di Architettura dell’Università Tecnologica dell’Avana “José Antonio Echeverría” (CUJAE) aveva coordinato un progetto internazionale con un’università del Regno Unito. Tale progetto prevedeva una donazione di mezzi informatici e altre attrezzature del valore di 315783 $ per la creazione di un laboratorio. Tuttavia, non è stato possibile inviare l’equipaggiamento nel Paese poiché conteneva oltre il 10% di componenti USA.
Anche il Progetto Z17, un’iniziativa dell’Università delle Scienze Informatiche di Cuba, per promuovere la sovranità tecnologica, sviluppa le applicazioni Picta, toDus e Apklis il cui progresso ha subito un rallentamento a causa del blocco tecnologico. Si evidenziano anche i danni diretti, l’impossibilità di accedere a librerie virtuali e l’impossibilità di accedere ad oltre 300 siti Internet di interesse, impedendo così il download delle risorse necessarie per installare o aggiornare le tecnologie e ciò limita il progresso accademico, la ricerca e la produttività dell’Università.
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Il blocco colpisce anche lo sport e la cultura, settori che contribuiscono alla salute e all’educazione dei cubani.
Nel caso dello sport, le limitazioni e i costi per l’acquisto di attrezzature sportive, tessuti, calzature, mezzi tecnici e pedagogici, supporti tecnologici e altri materiali, di cui gli USA sono il principale produttore, sono aumentati. Questi articoli sono attualmente acquistati da Paesi terzi, aumentando le spese di oltre il 50% e limitando così la possibilità di acquisto.
Molte aree di allenamento anche mostrano un deterioramento significativo, costringendo gli atleti cubani a praticare in condizioni svantaggiose, con risorse limitate, il che rappresenta una sfida per le loro prestazioni e i risultati professionali.
Anche le strutture per la pratica sportiva popolare soffrono di deterioramento a causa della scarsità di risorse per la manutenzione.
Inoltre, come negli anni precedenti, si registra il mancato pagamento della retribuzione degli atleti cubani in diversi club, a causa del rifiuto da parte delle istituzioni bancarie e finanziarie straniere di effettuare transazioni con il Banco Financiero Internacional (BFI).
In ambito culturale, il blocco ostacola la ricerca di mercati e opportunità commerciali, impedendo la promozione e la diffusione dei talenti culturali cubani. Inoltre, abbassa i prezzi di vendita e limita enormemente la fruizione dell’arte cubana da parte di un pubblico internazionale.
Per i musicisti cubani, è impossibile accedere a Spotify, la principale piattaforma per ascoltare musica e creare profili di artisti. Altri siti come Vevo, che pubblica video musicali in alta definizione, e MySpace, che include i profili degli artisti più popolari a livello mondiale, neppure sono disponibili a Cuba.
Nota: esempi e cifre dal Rapporto di Cuba secondo la risoluzione 78/7 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, intitolata “Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba”.