La storia presenta le città di Sagunto e Numancia come paradigmi di resistenza e difesa della libertà. Numancia, una città celta, respinse le aggressioni della maggior potenza del momento: Roma. La tattica utilizzata per soggiogare la città fu di sottometterla a un assedio asfissiante. Finalmente, le durissime condizioni dell’assedio la obbligarono ad arrendersi.
In una conferenza stampa realizzata dal leader storico della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro Ruz, nell’aprile del 1990, in Brasile –preceduta da un incontro con l’allora presidente del Venezuela, Carlos Andrés Pérez, e dal capo del Governo spagnolo, Felipe González–, ringraziò per l’interesse mostrato da tutti e due per evitare che Cuba divenisse un’altra Numancia.
«Io apprezzo molto la vostra profonda preoccupazione per il nostro paese (…) Sì, noi preferiamo Sagunto e Numancia all’essere schiavi». Poi dichiarò che «nel nostro caso non solo Cuba sarebbe capace di resistere, ma anche di vincere».
Il presidente USA, Bill Clinton, 29 anni fa firmò e pose in vigore la detta Legge della Libertà Cubana e della Solidarietà Democratica, più conosciuta per i nomi dei principali promotori: il senatore Jesse Helms e il rappresentante Dan Burton.
Questa legislazione che evoca il peggio della Dottrina Monroe, è molto più interventista dell’ Emendamento Platt del 1901, e del Trattato di Reciprocità che i cubani firmarono obbligati, con cui ci concessero quella menzogna d’indipendenza al principio del XX secolo.
Con questa legge si aspira a riprendere l’argomento che non si mediarono compensi economici agli antichi padroni delle proprietà statunitensi sequestrate in Cuba, e che questo patrimonio il Governo cubano lo offre agli investitori stranieri.
La verità è indubbiamente ben diversa: gli elementi che si sostengono sono falsi.
Di fatto gli USA non hanno mai voluto negoziare la questione delle proprietà nazionalizzate, né hanno permesso alle loro imprese danneggiate negoziassero: per questo non hanno potuto ricevere indennizzi.
Non si deve dimenticare che fu negli uffici della Ron Bacardi & Co. che fu redatta in essenza questa aberrazione morale e legale al principio degli anni ‘90, soprattutto il 3º Capitolo, che cerca d’applicare la giurisdizione statunitense extra territorialmente.
La sua elaborazione contò con la consulenza di Otto Reich, Dan Fisk e Roger Noriega, che lavorarono con gli avvocati della Fondazione Nazionale Cubano Americana.
Il proposito essenziale della Bacardí e dei settori della destra più reazionaria dietro a quest’obbrobrio legislativo era rinforzare il blocco contro Cuba, oltre a codificare il blocco in una sola legge.
La Legge Helms-Burton ha apportato ai cubani dolore, sofferenza e morte, responsabile dell’assenza di prodotti e strumenti essenziali nei nostri ospedali e nelle farmacie, della scarsità di alimenti, delle case senza elettricità, delle fabbriche chiuse, dell’eterna crisi del trasporto.
Nonostante tutto questo, la detta Legge della Libertà Cubana e della Solidarietà Democratica, creata per vincere la resistenza dell’Isola Ribelle, riceverà sempre una risposta:«Noi preferiamo Sagunto e Numancia ad essere schiavi».•