L. N. Oramas – https://eladversariocubano.wordpress.com/
Mascherare i criminali come i prigionieri politici è parte dell’affare sporco della dissidenza cosiddetta cubana per coprire, in primo luogo, la sua propria natura e interessi e, a sua volta, giustificare l’immorale blocco e l’ingiusta posizione comune europea. Ma non solo questo. Questo permette a questi oppositori alimentare la campagna mediatica che accompagna le loro azioni sempre più provocatorie, soprattutto alla vigilia di eventi importanti come la prossima visita a Cuba di Sua Santità Papa Francesco.
Purché qualcuno fornisca le liste dei prigionieri politici, non importa ciò che esse contengono. Non importa il loro assoluto disprezzo per la verità e la decenza. L’obiettivo è lo stesso di sempre, usarle come strumenti di propaganda calunniosa contro l’isola.
Ma neppure in quanto a fabbricare presunti prigionieri politici la divisa controrivoluzione riesce a porsi d’accordo. Per questo circolano diverse liste su entrambi i lati dello Stretto della Florida, benché tutte hanno uno stesso comune denominatore, la menzogna denigrante per nascondere i loro veri obiettivi.
In esse appaiono registrate un numero considerevole di persone che non solo NON sono prigionieri politici, ma che in alcuni neppure sono prigionieri in questi momenti.
Una di queste liste è quella che di solito fabbrica il ciarlatano Elizardo Sanchez Santacruz, un pioniere in questo indecente affare di difendere assassini come presunti prigionieri politici, ma che universalmente nessuno li riconoscerebbe come tali.
La più recente corrisponde ai controrivoluzionari Egberto Escobedo Morales e Jose Diaz Silva, che insieme ad Antonio Rodiles, Angel Moya, Leticia Herreria e Maria Labrada hanno messo in scena una calcolata provocazione contro il Cardinale Jaime Ortega alla reception, lo scorso 2 luglio, nella residenza del Capo della Sezione d’Interessi USA all’Avana.
Senza il più elementare senso di rispetto e cortesia neppure per il loro anfitrione, hanno cercato di rifilare al prelato una lista di presunti prigionieri politici. L’obiettivo era stato definito, il giorno prima, in una riunione a casa di Rodiles: scatenare una campagna mediatica diffamatoria contro il Capo della Chiesa cattolica cubana per deteriorare l’atmosfera prima della visita del Papa.
Questi provocatori con Berta Soler Fernandez, la screditata leader di una frazione delle cosiddette Dame in Bianco, Guillermo Fariñas e Antunez, sono gli stessi che apertamente si oppongono al ristabilimento delle relazioni diplomatiche e alle altre misure annunciate dal presidente Obama, in totale sintonia con le posizioni del settore della destra radicale cubano-americana guidata dai congressisti di origine cubana.
Naturalmente, questi congressisti sono coloro, che in realtà, stanno dietro l’assurdo attacco al Cardinale Ortega. Sia Marco Rubio, come Ileana Ros-Lehtinen e Mario Diaz-Balart non cedono nelle loro attività e aumentano le pressioni su questi elementi della controrivoluzione perché realizzino provocazione ogni volta più aggressive, prima e durante la visita del Papa.
Non nascondono i loro sentimenti di frustrazione e rabbia per il ripristino dei rapporti diplomatici. Per questo non vedono di buon occhio la mediazione del Papa e considerano la sua visita a Cuba come un avallo alle autorità cubane e al presidente Obama.
Un esame della lista dei prigionieri politici che Rodiles e banda, seguendo le indicazioni dell’ultra destra di Miami, hanno cercato di dare al cardinale Ortega, porta alla vista diversi casi che non sarebbero mai considerati prigionieri politici, né dagli USA né dall’ONU né dalla Comunità Europea né da nessuno che si rispetti. Vediamo alcuni esempi.
Ci sono registrati niente meno che i terroristi mercenari centroamericani che non sono nemmeno cubani, Raul Ernesto Cruz Leon e Otto René Rodriguez Llerena, che piazzarono diverse bombe in strutture turistiche a l’Avana che diedero come risultato la morte del cittadino italiano Fabio Di Celmo, diversi feriti e notevoli danni materiali.
Si cita anche Elías Pérez Bocourt. Sì, lo stesso che nel gennaio 1992 componeva un gruppo che fece irruzione nel centro ricreativo della spiaggia di Tararà, con l’obiettivo di rubare uno yacht e migrare illegalmente negli USA. Per questo attaccarono di sorpresa i tre custodi. Gli sequestrarono un fucile d’assalto AK e altre armi e li ammanettarono. Pieni di rabbia per non essere in grado di avviare il motor dello yacht, mitragliarono a sangue freddo i tre custodi legati e anche uccisero un giovane poliziotto accorso sulla scena.
Altri prigionieri politici sono i terroristi di origine cubana Eduardo Diaz Betancourt, Daniel Candelario Santovenia Fernandez e Pedro de la Caridad Alvarez Pedroso che nel dicembre 1991 s’infiltrarono dalla Sierrita, in Cardenas, Matanzas. Quando vennero catturati confessarono che la loro missione era quella di realizzare sabotaggi a strutture economiche e altri servizi pubblici e di ricreazione per la popolazione.
Come se fosse poca la sfacciataggine appaiono Miguel Diaz Bouza, Humberto Eladio Real Suarez e Armando Fortuna Sosa, che facevano parte di un commando terrorista proveniente da Miami che nell’ottobre 1994 s’infiltrò per il sentiero di Caibarién-Cayo Santa Maria. Erano armati con cinque fucili AK-47, un fucile AR-15, ed un M-4 e quattro pistole. Sorpresero un gruppo di giovani appassionati di pesca. Assassinarono uno di loro e gli altri si salvarono per miracolo gettandosi in acqua quando sentirono gli infiltrati gridare: ammazzateli tutti!
Qui ci sono alcuni altri nomi di attivisti politici imprigionati a Cuba, che ci offre questo elenco: Máximo Pradera Valdés, Ihosvanni Suris de la Torre e Santiago Padrón Quintero. Questi cubani di Miami erano parte di un gruppo di terroristi che, provenienti dagli USA, sbarcarono sulla costa di Villa Clara nell’aprile 2001. Gli si sequestrarono armi, munizioni e altri mezzi che avrebbero utilizzato in atti di sabotaggio contro installazioni turistiche nella capitale.
Ci sono anche il Karel de Miranda Rubio, Alain Forbes Lamorú, Rider Lescay Veloz, Leandro Cerezo Sirut e Yoan Torres nomi. Cubani Tutti loro ex militari che maggio 2007 ha sparato e ucciso due ostaggi quando hanno cercato di dirottare un aereo.
Neppure mancano i nomi di Harold Alcala Aramburu, Maikel Delgado Aramburu, Ramon Henry Grillo, Wilmer Ledea Perez e Yoani Thomas Gonzalez, che nell’aprile 2013 sequestrarono la lancia passeggeri Baraguá e presero ostaggi con l’intenzione di emigrare illegalmente negli USA.
Nessuno che abbia commesso terrorismo e atti di violenza, come i descritti può figurare in un elenco di prigionieri politici né quelli condannati per altri reati completamente indipendenti da ragioni politiche e spinti da motivi di arricchimento personale, che anche abbondano, nella lista dell’oppositore Rodiles e soci.
Realizzare tale indegno esercizio evidenzia la vera natura di questi cosiddetti dissidenti cubani che con questo stratagemma di utilizzare qualsiasi detenuto per fabbricare prigionieri politici si convertono in difensori di criminali.
Disidentes cubanos defienden a criminales
Lázaro N. Oramas
Disfrazar a criminales de presos políticos es parte del negocio sucio de la llamada disidencia cubana para encubrir, en primer lugar, su propia naturaleza e intereses y, de paso, justificar el inmoral bloqueo y la injusta posición común europea. Pero no solo eso. Ello permite a esos opositores alimentar la campaña mediática que acompaña sus acciones cada vez más provocadoras, especialmente en vísperas de eventos relevantes como la próxima visita a Cuba de Su Santidad el Papa Francisco. Con tal que alguien proporcione las listas de presos políticos da igual lo que contengan. No importa su absoluto desprecio a la verdad y la decencia. El objetivo es el mismo de siempre, utilizarlas como herramientas de propaganda calumniosa contra la isla.
Pero ni siquiera en eso de fabricar supuestos presos políticos la dividida contrarrevolución logra ponerse de acuerdo. Por ello circulan varias listas a ambos lados del estrecho de la Florida , aunque todas tienen un mismo denominador común, la mentira denigrante para encubrir sus verdaderos objetivos.
En ellas aparecen registradas un número considerable de personas que no solo NO son presos políticos, sino que en algunos casos ni siquiera están presos en estos momentos.
Una de esas listas es la que habitualmente manufactura el farsante de Elizardo Sánchez Santacruz, un pionero en este indecente negocio de defender asesinos como supuestos presos políticos, pero que universalmente nadie los reconocería como tales.
La más reciente corresponde a los contrarrevolucionarios Egberto Escobedo Morales y José Díaz Silva, quienes junto a Antonio Rodiles, Ángel Moya, Leticia Herrería y María Labrada protagonizaron una calculada provocación contra el Cardenal Jaime Ortega en la recepción del pasado 2 de Julio en la residencia del Jefe de la Sección de Intereses de los Estados Unidos en La Habana.
Sin el más elemental sentido del respeto y la cortesía ni siquiera para su anfitrión, trataron de endilgar al prelado una lista de supuestos presos políticos. El objetivo se había definido el día antes en una reunión en casa de Rodiles: desencadenar una campaña mediática de descrédito en contra del Jefe de la Iglesia católica cubana para ir enrareciendo el ambiente de cara a la visita del Papa.
Esos provocadores junto a Berta Soler Fernández, la desprestigiada líder de una fracción de las llamadas Damas de Blanco, Guillermo Fariñas y Antúnez, son los mismos que se oponen abiertamente al restablecimiento de relaciones diplomáticas y demás medidas anunciadas por el presidente Obama, en total sintonía con las posiciones del sector de la derecha radical cubanoamericana liderada por los congresistas de origen cubano.
Por supuesto, esos congresistas son los que, en realidad, están detrás del absurdo ataque al Cardenal Ortega. Tanto Marco Rubio, como Ileana Ros-Lethinen y Mario Díaz- Balart no cejan en sus trajines y aumentan las presiones sobre esos elementos de la contrarrevolución para que realicen provocaciones cada vez más agresivas antes y durante la visita del Papa.
No ocultan sus sentimientos de frustración e ira con el restablecimiento de los vínculos diplomáticos. Por ello no ven con buenos ojos la mediación del Sumo Pontífice y consideran su visita a Cuba como un espaldarazo a las autoridades cubanas y al presidente Obama.
Un examen de las lista de presos políticos que Rodiles y comparsa, siguiendo indicaciones de esa ultraderecha de Miami, intentaron colgarle al Cardenal Ortega, saltan a la vista varios casos que jamás serían considerados presos políticos ni por Estados Unidos ni la ONU ni la Comunidad Europea ni nadie que se respete. Veamos algunos ejemplos.
Ahí están registrados nada menos que los terroristas centroamericanos a sueldo que ni siquiera son cubanos, Raúl Ernesto Cruz León y Otto René Rodríguez Llerena, quienes colocaron varias bombas en instalaciones turísticas en La Habana que arrojaron como resultado la muerte del ciudadano italiano Fabio Di Celmo, varios heridos y cuantiosos daños materiales.
También se menciona a Elías Pérez Bocourt. Sí, es el mismo que en enero de 1992 integró un grupo que irrumpió en el centro de recreación de playa de Tarará, con el objetivo de robarse un yate y emigrar ilegalmente a Estados Unidos. Para ello atacaron por sorpresa a tres custodios. Les ocuparon un fusil de asalto AK y otras armas y los maniataron. Llenos de ira al no poder arrancar el motor del yate, ametrallaron a sangre fría a los tres custodios amarrados y también mataron a tiros a un joven policía que acudió al lugar.
Otros presos políticos son los terroristas de origen cubano Eduardo Díaz Betancourt, Daniel Candelario Santovenia Fernández y Pedro de la Caridad Álvarez Pedroso que en diciembre de 1991 se infiltraron por la sierrita, en Cárdenas, Matanzas. Al ser capturados confesaron que su misión era la de realizar sabotajes a instalaciones económicas y otros servicios públicos y de recreación a la población.
Como si fuera poca la desfachatez también aparecen Miguel Díaz Bouza, Humberto Eladio Real Suárez y Armando Sosa Fortuna, quienes formaban parte de un comando terrorista procedente de Miami que en octubre de 1994 se infiltró por el pedraplén de Caibarién-Cayo Santa María. Ellos venían armados con cinco fusiles AK-47, un fusil AR-15, un fusil M-4 y cuatro pistolas. Sorprendieron a un grupo de jóvenes aficionados a la pesca. Asesinaron a uno de ellos y los demás se salvaron de milagro al tirarse al agua cuando oyeron que los infiltrados gritaban ¡MATENLOS A TODOS!
He aquí otros nombres de activistas políticos presos en Cuba que nos proporciona esa lista: Máximo Pradera Valdés, Ihosvanni Suris de la Torre y Santiago Padrón Quintero. Esos cubanos miamenses formaban parte de un grupo de terroristas que, procedentes de Estados Unidos, desembarcaron en la costa de Villa Clara en abril de 2001. Se les ocuparon armas, municiones y otros medios que utilizarían en acciones de sabotaje contra instalaciones turísticas en la capital.
También están los nombres Karel de Miranda Rubio, Alain Forbes Lamoru, Rider Lescay Veloz, Leandro Cerezo Sirut y Yoan Torres. Todos ellos exmilitares cubanos que en mayo de 2007 asesinaron a tiros a dos rehenes cuando intentaron secuestrar un avión.
Tampoco faltan los nombres de Harold Alcalá Aramburu, Maikel Delgado Aramburu, Ramón Henry Grillo, Wilmer Ledea Pérez y Yoani Thomas González, quienes en abril de 2013 secuestraron la lancha de pasajeros Baraguá y tomaron rehenes con la intención de emigrar ilegalmente a los Estados Unidos.
Nadie que haya cometido terrorismo y hechos violentos como los descritos puede aparecer en una lista de presos políticos como tampoco los sancionados por otros delitos ajenos por completo a motivos políticos y animados por móviles de enriquecimiento personal que también abundan en la lista del opositor Rodiles y compañía.
Realizar tan indignante ejercicio evidencia la verdadera naturaleza de esos llamados disidentes cubanos que con esa estratagema de utilizar a cualquier recluso para fabricar presos políticos se convierten en defensores de criminales.