Sunto dell’intervento del Ministro degli Esteri di Cuba all' Assemblea Generale dell'ONU

 

 

Il blocco danneggia anche i diritti del popolo nordamericano

 

Il Ministro degli esteri di Cuba, Felipe Pérez Roque, ha denunciato oggi nell’Assemblea Generale della ONU il blocco degli Stati Uniti contro Cuba come “Un delitto di genocidio, un’aberrazione giuridica e una violazione flagrante dei diritti umani che  viola la Carta delle Nazioni Unite, danneggia il commercio internazionale e  ostacola la libera navigazione” ha detto il Ministro cubano nella riunione generale dell’Assemblea dedicata al tema.

 

 

Tralasciando il suo discorso scritto, Pérez Roque ha definito “volgare e bugiardo” il rappresentante degli Stati Uniti che era appena intervenuto, parlando contro il progetto di risoluzione per porre fine al blocco, l’unico che si è espresso in questo senso.

 

 

“Ho contato 15 menzogne e udito attacchi senza rispetto” ha dichiarato Felipe Pérez Roque chiarendo che gli Stati Uniti dovrebbero occuparsi dei diritti umani in altre nazioni (e non certo a Cuba) e delle violazioni nel loro stesso territorio  e anche al di là delle frontiere.

 

 

Tra le menzogne dette dal rappresentante nordamericano, il Ministro cubano ha ricordato che costui ha detto che la questione del blocco è un problema tra i due paesi, che Cuba non ha offerto indennizzi di beni nazionali ai proprietari nordamericani. Gli attacchi contro il presidente Fidel Castro sono stati  definiti decisamente irrispettosi.  Il Ministro cubano ha puntualizzato che gli Stati Uniti vogliono imporre una dittatura mondiale.

 

 

Pérez Roque ha poi ripreso il testo ed ha aggiunto che il blocco lede anche i diritti del popolo nordamericano, quelli dei cubani che risiedono negli Stati Uniti e dei nazionali in altri paesi che desiderano commerciare e investire liberamente a Cuba.

 

 

Ha poi ricordato che il blocco è il maggior ostacolo allo sviluppo economico e sociale di Cuba che ha provocato all’Isola perdite per più di 72 mila milioni di dollari.

 

 

Dove poteva arrivare Cuba nella sua nobile opera di uguaglianza e giustizia sociale se non avesse dovuto affrontare questo blocco feroce e spietato per più di quarant’anni? ha chiesto all’auditorio molto attento.

 

 

Il Ministro cubano ha respinto l’idea che i cubani che vivono negli Stati Uniti appoggiano il blocco, quando solo una minoranza corrotta e ambiziosa, che non ha mai avuto esitazioni nell’organizzare ed eseguire azioni di terrorismo contro il nostro popolo, è interessata a che si mantenga. Il Presidente Bush è un ostaggio degli interessi sporchi di questa minoranza, poichè le deve la presidenza ottenuta, con imbrogli nel 2000.

 

 

Il Ministro cubano ha segnalato che gli Stati Uniti devono riconoscere che il blocco è ingiustificabile moralmente ed eticamente e che è un fallimento che provoca il loro isolamento. “Noi cubani invece di  arrenderci siamo più fermi che mai; siamo indipendenti; invece di dividerci ci siamo uniti, invece di scoraggiarci abbiamo trovato forze nuove per difendere la nostra sovranità e il nostro diritto alla libertà!” ha proclamato Felipe Pérez Roque che ha sostenuto che gli Stati Uniti devono annullare le Leggi Helms Burton e Toricelli, permettere che Cuba esporti nei loro territori e importi liberamente.

 

 

Il Ministro si è riferito alle proibizioni imposte per le vendite di zucchero, nichel, tabacco, crostacei e pesce, vaccinazioni, prodotti della biotecnologia, programmi di computazione e altre produzioni cubane. Inoltre ha ricordato il diritto agli acquisti di alimenti e di beni agricoli.

 

 

Egli ha invitato Washington a  permettere  che i cittadini statunitensi viaggino liberamente a Cuba, smettendola di impedire il libero scambio delle idee e l’uso del dollaro nelle transazioni commerciali,  di far sì che le istituzioni finanziarie facciano credito a Cuba.

 

 

Il Ministro cubano ha detto che si devono  restituire a Cuba gli attivi congelati e che si deve impedire che il denaro cubano venga rubato da  trafficanti di influenze e ambiziosi personaggi di Miami.

 

 

La base navale di Guantanamo occupata contro la volontà cubana nel territorio  dell’Isola va restituita e va abrogata la legge di Ajuste Cubano. Gli USA devono accettare le proposte di cooperazione per eliminare il traffico illegale degli emigranti.

 

 

Gli Stati Uniti devono liberare i Cinque giovani cubani che sono ingiustamente detenuti e arrestare i terroristi che passeggiano liberamente per le strade di Miami.  In un’altra parte del discorso ha segnalato che Bush si sbaglia quando dice che “Cuba non cambierà da sola” perchè al contrario Cuba cambia ogni giorno e non esistono cambi più profondi e permanenti di quelli di una Rivoluzione.

 

 

Dopo aver interpretato la frase di Bush come una minaccia latente contro l’Isola, il ministro ha avvisato che il Presidente  nordamericano deve sapere che le sue attuali difficoltà sono solo un pallido riflesso  di quello che succederebbe  se si sbagliasse con Cuba. Dovrebbe sapere che non esiste forza umana che possa imporre ai cubani la rinuncia ai loro sogni e alla loro libertà, ha affermato.