Documento letto dalla rappresentante ICAP
27 luglio 2004
Anno del 45esimo anniversario del Trionfo della Rivoluzione
Cari amici
Diceva Rabindranath Tagore che:"l'amicizia è come la fluorescenza,
brilla quando il mondo intorno si fa scuro"; voi siete il vivo esempio di
ciò, voi che avete rotto barriere politiche e ci avete portato un grande
aiuto, dai tempi di Giovanni Ardizzone e, ne siamo sicuri, anche da prima.
Grazie per l'appoggio costante ed entusiasta di questi pochi giorni.
Per molti di voi è la prima volta, per altri un'esperienza già
conosciuta. Per i primi speriamo che gli sia piaciuto la nostra nazione e
che sappiano far conoscere la nostra realtà al mondo. Siamo un paese che
soffre di un blocco economico, forse con scarse risorse però disposto a
condividere tutto ciò che abbiamo con amici come voi.
Contiamo su di voi anche perché ci aiutiate nella lotta per la
liberazione dei nostri 5 compatrioti ingiustamente prigionieri: il mondo
deve conoscere le ingiustizie che commettono i nostri vicini del nord.
A tutti ripetiamo i nostri ringraziamenti: in questi giorni tutti
abbiamo appreso qualcosa, abbiamo appreso a conoscerci, abbiamo appreso un
poco di più dei nostri rispettivi paesi, delle nostre culture, dei nostri
popoli e, soprattutto, che quando esiste l'amicizia, la cooperazione e i
buoni sentimenti non esistono barriere politiche né idiomi.
Grazie mille a tutti e un immenso abbraccio da Cuba, da Las Tunas e
dall'ICAP.
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Documento
letto dalla responsabile della Brigata
27 luglio 2004
Care compagne Georgina, Amparo, Rebecca
Cari compagni lavoratori de l'ICAP di Las Tunas,
Distinti invitati
Poche parole non possono riassumere ciò che è stato per la 9a Brigata
di lavoro volontario "G. Ardizzone" la permanenza in Las Tunas.
Prima di tutto vogliamo ringraziare il popolo tunero e in particolare
l'ICAP per l'ospitalità offertaci; si può affermare che l'ICAP si è
convertito nella casa degli italiani e dove, ancora una volta, si sono
rafforzati i vincoli di amicizia tra i due popoli.
Nel mondo molte persona parlano e giudicano Cuba senza neppure
conoscerne la posizione geografica, i sui progressi in tutti i campi delle
scienze; alcuni lo fanno perché non sanno quello che dicono, altri per
calunniarla in maniera premeditata.
Noi siamo venuti nella maggiore delle Antille con il desiderio di
conoscere questa realtà, non per giudicarla; per esprimere il nostro ripudio
al criminale, assurdo e antistorico blocco che colpisce, da oltre 40 anni il
fraterno popolo cubano.
Qui in Las Tunas abbiamo visto molte cose, compartendo momenti di festa
e di lavoro, speriamo che il nostro piccolo sforzo abbia migliorato la
situazione dell' Ospedale pediatrico.
Abbiamo visto molti bambini, stavano bene, tranquilli, in salute e
sereni come solo si può essere nella prima infanzia.
Il signor Bush si deve tranquillizzare: non è Cuba che merita le sue
attenzioni; dovrebbe interessarsi dei molti bimbi statunitensi che non
godono, al contrario di quelli cubani, di salute ed istruzione garantita.
Dovrebbe interessarsi ai traumi, causati dalle truppe statunitensi
d'occupazione, patiti dai bambini del fratello popolo iracheno.
Tra pochi giorni torneremo in Italia, dove un governo corrotto calunnia
Cuba solo per compiacere il signor Bush; promettiamo d'impegnare le nostre
deboli forze per far chiarezza sulla realtà cubana, sull'incremento del
criminale blocco, sulla lotta per la liberazione dei 5 Patrioti
ingiustamente prigionieri perché lottavano contro la mafia terroristica e
per rinforzare i vincoli d'amicizia e solidarietà tra i due popoli
fratelli.
A nome di tutti i componenti la 9a Brigata di lavoro volontario "G.
Ardizzone" voglio dire:
Un mondo migliore è possibile.
Questo mondo ha bisogno della Rivoluzione cubana. |
* Appunti di
un'esperienza
"El trabajo volontario es una escuela creadora de cosciencias"
Basterebbe questo pensiero di Ernesto Che Guevara per spiegare la mia
esperienza nella nona Brigata di lavoro volontario "G. Ardizzone".
Non credendo, come invece ci vorrebbero far credere, che il nostro mondo è
l'unico "paradiso" possibile ho deciso di cercare dall'altra parte del globo,
che dicono sottosviluppato, ciò che non trovavo più nella vita e nel lavoro di
tutti i giorni.
Ho trovato un senso reale, profondo, della vita e dei sentimenti
d'amicizia e solidarietà tra i popoli che non riuscivo più nemmeno ad
immaginare; persa nella frenesia, che la società in cui viviamo, c'impone.
Con sorpresa ho scoperto che da questo popolo avevo molto da imparare in
fatto di dignità umana e nazionale, sul rispetto e soddisfazione dei diritti
fondamentali al lavoro, alla casa, alla salute ed istruzione.
Confrontando le nostre diversità, unendo le nostre forze e conoscenze
abbiamo percepito una realtà decisamente differente da quella occidentale; un
mondo in cui spiccano non i beni materiali ma una ricchezza spirituale che
spazia dai sensuali balli di "salsa", alle poesie declamate dai bambini, ad una
gioia piena di vivere, anche se fra pesanti ristrettezze economiche.
Abbiamo intrecciato amicizie, che ci impegniamo a mantenere, con la
speranza di rivederci presto.
Ora, in Italia, sento mio compito coinvolgere e sensibilizzare quante più
persone possibile sulla realtà di un popolo che soffre di un brutale blocco
economico che, proprio in questi giorni, si è ulteriormente rafforzato. Per
quale colpa?
Forse perché in un mondo dove tutto si compra, dove tutto si esprime in
dollari questo popolo rimane coerentemente fedele ad un ideale (ma sappiamo
ancora il significato di tale parola?) fatto di giustizia sociale e
d'indipendenza nazionale.
E qui s'innesta l'unico rammarico: il disagio e l'incapacità di spiegare ai
cubani la totale confusione in cui versa gran parte della sinistra italiana… non
solo a proposito di Cuba.
Per tutto ciò e soprattutto per aver lasciato un popolo a cui non si può
non voler bene: anche per me…CUBA DUELE!
Stefania
* Lettera inviata al Manifesto, Rinascita, Liberazione, Avvenimenti
Egregio Direttore
Siamo i 16 componenti della 9a Brigata di lavoro volontario “G.Ardizzone”
appena rientrati da Cuba, dove nella città di Las Tunas, situata nell’oriente
dell’isola, abbiamo imbiancato un padiglione dell’ospedale pediatrico.
Così come altri italiani abbiamo rifiutato facili e frenetiche
villeggiature consumistiche scegliendo, al contrario, di confrontarci con una
realtà molto diversa dalla nostra con lo scopo di aiutare un popolo che da più
di 40 anni soffre di un assurdo blocco economico.
Ci siamo trovati bene e siamo stati accolti con rispetto e spirito
d’amicizia.
Nonostante le difficoltà economiche abbiamo trovato un popolo ospitale ed
allegro, con bambini meravigliosi e sereni a cui è gratuitamente garantita
assistenza sanitaria ed istruzione.
In un mondo in cui predominano violenze, guerre, ingiustizie Cuba ci
appare, con tutte le sue mille contraddizioni, diversa…una diversità che merita
di essere aiutata!
Siamo rientrati in Italia sentendoci più ricchi di un bene alquanto raro,
che non ha prezzo: un profondo senso di umanità e solidarietà.
Di questo ringraziamo il popolo cubano.
Bergamo 7 agosto 2004
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