- La base militare di Guantanamo si trova a Cuba in una zona molto bella dal
punto di vista naturalistico. Cosa pensa l'opinione pubblica della presenza
della base dal 1898?
La base navale di Guantanamo è una postazione militare illegale in territorio
cubano, che è mantenuta dagli Usa contro la volontà del popolo cubano. Essa è
situata nella baia di Guantanamo, una delle più belle e grandi dell'Isola, e si
trova a soli sessantacinque chilometri dalla città di Santiago de Cuba, la
seconda città di Cuba. Attualmente la base militare non ha importanza
strategica. La sua esistenza risale ad un emendamento (ENMIENDA PLATT) che è
l'appendice ad una legge del congresso americano che è stata imposta alla prima
costituzione cubana nel 1902. Non averla accettata avrebbe voluto dire essere
occupati militarmente. Questa appendice stabiliva l'obbligo di cedere il
territorio per eventuali istallazioni militari degli USA. Nel 1903 gli Stati
Uniti, presero possesso di questa baia, ma secondo Cuba la base è abusiva.
- Ci sono mai state mobilitazioni dei cittadini di Cuba per risolvere il
problema ormai secolare della base?
Dopo il trionfo della Rivoluzione, il 1° gennaio 1959, la base è stata fonte
di provocazioni e aggressioni. Soprattutto durante gli anni sessanta. Molti
lavoratori, pescatori, e soldati cubani che difendevano il territorio nazionale
furono assassinati. I morti furono una decina e quindici persone furono
mutilate. Sono state moltissime le violazioni dello spazio aereo, marittimo, e
terrestre, unite a provocazioni diverse - spari, lancio di pietre, offese
verbali e gestuali - Dal 1962 a oggi si sono verificate dalla base 5236
provocazioni e 8262 violazioni dello spazio aereo, marino e territoriale.
Inoltre si sono prodotti danni ecologici all'ambiente, provocati dalle
esercitazioni dell'esercito statunitense, anche con sottomarini nucleari.
- Come si vive adesso la presenza della base militare USA?
La base di Guantanamo è stata convertita nel 1994 in un accampamento per
rifugiati, composto fondamentalmente da cittadini haitiani. Vi è anche una
forte presenza di cittadini cubani che cercavano di fuggire per raggiungere gli
Usa. La posizione del nostro Paese, di fronte a questa situazione, è sempre
stata ferma e serena: non ci lasciamo intimorire né provocare. Dalla parte
cubana di Guantanamo, esiste la Brigata di Frontiera, che è una unità della
forza armata rivoluzionaria incaricata della difesa della frontiera. Nel nostro
caso evitare una guerra equivale a vincerla. Cuba non accetta, né accetterà
nessuna trattativa su questo territorio occupato illegalmente che non sia il
ritiro incondizionato delle truppe Usa che vi si trovano. Un principio
fondamentale della politica cubana davanti a questo problema così delicato e
che dura da tanti anni è stato evitare che le nostre richieste si trasformino
in un tema fondamentale nella relazioni Cuba - Usa visto e considerato che in
questo momento non sono tra le priorità della politica cubana. Rispetto alla
base di Guantanamo è stato prodotto un documento che si chiama Giuramento di
Baragua che afferma: "... a tempo debito, anche se non costituisce un
obiettivo prioritario della politica di Cuba, nonostante sia giustissimo e
irrinunciabile diritto del nostro popolo, il territorio illegalmente occupato
dove sorge la base militare deve essere restituito al governo dell'Avana."
- E' cambiato qualcosa negli ultimi anni?
Negli ultimi anni si è registrato un forte cambiamento nell'area della base
militare. Adesso più che la tensione, nell'aria si respira un'atmosfera di
rispetto. Negli ultimi anni sono accaduti fatti, come la guerra del Golfo e la
guerra in Afghanistan e Iraq, che hanno inciso enormemente sulla gestione della
base militare di Guantanamo. Il governo degli Stati Uniti prese la decisione
unilaterale di utilizzare questa base come rifugio per i prigionieri. Nel caso
dei rifugiati kosovari, ad esempio, non si è assolutamente consultato il
governo cubano. La risposta di Cuba è stata costruttiva, nonostante la ferma
opposizione a quella guerra. Cuba, anzi, ha offerto la propria collaborazione
medica e molti altri servizi dei quali i prigionieri avevano bisogno. Anche nel
caso dei prigionieri di guerra afgani, il governo di Cuba non è stato
minimamente interpellato. Soltanto un avviso che diceva che non si sarebbe
intaccata la sicurezza della popolazione. Una dichiarazione ufficiale dell'Avana
datata 11 gennaio 2002 dice che anche se abbiamo posizioni diverse circa la
forma di lotta più efficace per sradicare il terrorismo, la differenza fra Cuba
e gli Usa è nel metodo, e non nella necessità di mettere fine a questo
flagello. Ben conosciuto dal popolo cubano, che ne è stato vittima per più di
quarant'anni e che l'11 settembre 2001 ha colpito in forma ripugnante gli Stati
Uniti. Dal canto suo Cuba si sforza di mantenere il clima di distensione e di
mutuo rispetto che è prevalso negli ultimi anni. Siamo a disposizione per
cooperare con servizi di assistenza medica, programmi di risanamento e lotta
contro le infezioni e le epidemie, o per qualsiasi altro aiuto umanitario che
possa essere necessario.
- I diritti umani dei prigionieri di Guantanamo sono rispettati?
Con i prigionieri rinchiusi nella base si è adottato un trattamento che è
molto lontano dall'essere rispettoso dei diritti umani e punta il dito sulla
questione morale con la quale si analizza questo tema. Gli Stati Uniti si
vantano di essere il Paese campione nel rispetto dei diritti umani e si
conferiscono il diritto di giudicare e condannare gli altri Paesi. Importanti
giudici a conoscenza del trattamento riservato ai prigionieri nella base di
Guantanamo hanno definito la struttura come
crudele
campo di concentramento nel quale si pratica la tortura. Gli avvocati ed i
familiari degli oltre 650 detenuti di Guantanamo, imprigionati in condizioni
vergognose da più di due anni, hanno inviato le loro proteste alla comunità
internazionale, ma nessun governo, nessuna organizzazione nessuno di nessuno ha
fatto nulla per sanzionare o chiedere azioni contro gli Usa nella commissione
per i diritti umani dell'Onu che è presente a Ginevra. Molti osservatori
internazionali e giornalisti hanno confermato che contro i prigionieri della
base di Guantanamo non sono state fornite prove tangibili di aver commesso atti
terroristici. Molti prigionieri non sanno nemmeno il motivo dello loro presenza
sull'isola caraibica, e sono già più di trenta quelli che hanno tentato il
suicidio.