America Latina:
contrasti di una regione
ARSENIO RODRIGUEZ 31 AGOSTO 2004
Non sorprende la recente decisione della presidentessa panamense Mireya Moscoso di liberare i terroristi detenuti nell’Istmo, perché la mancanza di volontà delle autorità di Panama, prima nel giudicare e poi nel far valere la giustizia contro questi criminali, si è manifestata chiaramente dal momento del loro arresto.
Il resoconto dettagliato dei fatti e delle manovre per liberarli è stato fatto all’inizio della Tavola Rotonda Informativa di lunedì sulla situazione dell’America Latina, nella quale si è dimostrato come sia esistito sempre da parte del Governo panamense un chiaro impegno con la mafia controrivoluzionaria di Miami.
Gli spettatori sono stati informati che tutto sembra indicare che l’assassino Posada Carriles si trovi in Honduras, suo tradizionale rifugio. Nonostante le autorità di questo paese affermino che lo si sta cercando, non esistono informazioni precise sulla sua presenza né tanto meno su una sua eventuale detenzione.
L’assassino continua ad essere a piede libero e tutto indica che “personalità” di questa e dell’altra nazione lo abbiano aiutato e continuino a farlo, a prescindere dal rifiuto continentale della decisione del Governo panamense di concedergli l’indulto.
Nel frattempo gli USA mantengono il silenzio, tanto sull’indulto quanto sulla possibilità che Posada si stia muovendo liberamente con un passaporto nordamericano, come è stato denunciato.
La verità si sta facendo strada, però non si compiono azioni per arrestare il noto criminale. Lo stesso Ricardo Maduro, presidente dell’Honduras, si è visto costretto a riconoscere che Posada è arrivato nel suo paese e che è un terrorista “appoggiato da persone molto potenti ed influenti internazionalmente”.
Un altro tema dell’attualità latinoamericana affrontato nella Tavola Rotonda dai giornalisti Marina Menéndez, Lazaro Barredo, Renato Recio ed Aixa Hevia, coordinati dal collega Rogelio Polanco, direttore del quotidiano ‘Juventud Rebelde’, è stato quello della situazione in Venezuela e dei pericoli che minacciano questo paese, quando si vuol disconoscere l’evidente consenso popolare goduto dal presidente Hugo Chavez, dimostrato dal recente referendum. Se gli Stati Uniti si mantengono sospettosamente a distanza dagli avvenimenti di Panama, non perdono tuttavia l’occasione di immischiarsi sempre di più nelle questioni interne del Venezuela per mezzo di dichiarazioni e “consigli”.
La nazione del Nord, da una parte appoggia chi libera dei terroristi e dall’altra critica chi le da lezioni di autentica democrazia.
Con Mireya Moscoso, hanno convenuto i relatori della Tavola Rotonda, si conclude a Panama un oscuro periodo della storia nazionale, mentre per la maggioranza del popolo venezuelano, con la conferma di Hugo Chavez alla testa della Rivoluzione Bolivariana, si apre una fase nuova, affascinante e piena di speranze.
Un altro punto analizzato dai relatori è stato quello della situazione messicana, il cui avvenimento più recente è stata la manifestazione di massa di soli due giorni fa a sostegno del capo del Governo del Distretto Federale Andrés Manuel Lopez Obrador che, come candidato della sinistra, si propone di realizzare importanti cambiamenti sociali nella nazione azteca.
Durante la popolare trasmissione televisiva è stata compiuta anche una panoramica sulla povertà imperante nella regione, conseguenza delle politiche neoliberiste e scenario di fondo degli avvenimenti analizzati.